Steel Seed – un action sci-fi tutto italiano – Recensione

Un cuore sotto il metallo!

Steel Seed è uno di quei progetti su cui bisogna soffermarsi, non solo perché ci fa vedere cosa siamo in grado di fare nel nostro Bel Paese, ma soprattutto perché si è dato vita a un mondo immersivo, affascinante e squisitamente futuristico. Il titolo di Storm in a Teacup, già noti per aver realizzato Close to the Sun, è pregno di creatività, passione e… punitivo al punto giusto.

Nello specifico, parliamo di un gioco d’azione incentrato sullo stealth, in cui bisognerà aguzzare l’ingegno per superare alcuni robot che avranno un udito e un ingegno, beh, davvero sviluppato (dopotutto è un’intelligenza artificiale progredita). Aree estese, combattimenti al cardiopalma, scenari vivi e con un marcato coraggio di sperimentare. Sì, perché il team romano ha voluto “osare”, cercando di esplorare confini videoludici diversi dalle altre avventure realizzate, con un gameplay maggiormente profondo.

Il risultato? Ci ha intrattenuto piacevolmente, nonostante alcuni elementi che, a nostro modo di vedere, andavano limati con maggior cura. In ogni caso, questo mondo dark sci-fi è vibrante e sembra uscito dal manga di Nihei Tsutomu, Blame, da cui probabilmente trae un po’ della sua ispirazione.

L’umanità è sull’orlo dell’estinzione e starà a noi fermare una volta per tutte l’avanzata delle macchine: tutto questo ci ricorda qualcosa… dopotutto, è inevitabile!

A quanto pare, un evento catastrofico ha reso il pianeta Terra un luogo non più ameno, dunque inabitabile. Le macchine hanno preso il sopravvento su quel poco che restava dell’umanità stessa. Ormai, l’impianto sotterraneo è divenuta un’imponente struttura costruita solo per i robot, e per gli esseri umani non c’è (apparentemente) più speranza.

A portare un po’ di bagliore ci pensa Zoe che, in compagnia del suo fedele compagno drone volante Koby, cercherà la soluzione per la sopravvivenza dell’umanità nel cuore pulsante dell’impianto sotterraneo ostile. Una storia apparentemente molto semplice che, a dirla tutta, non brilla propriamente di originalità anche se resta comunque di grande impatto.

Muoviamoci a passo felpato, così come farebbe un’abile cacciatrice, e cerchiamo di esaminare nello specifico i movimenti compiuti dalla nostra protagonista. Steel Seed punta fortemente su due caratteristiche peculiari: il combattimento corpo a corpo e le fasi stealth, quest’ultime vero e proprio cuore pulsante dell’esperienza.

Infatti, almeno su carta, il giocatore avrà la facoltà di scelta, ovvero potrà affrontare le varie sessioni di gioco come meglio crede. Prima di iniziare ci tenevamo a dire che le sessioni corpo a corpo non sono affatto semplici e, anche a livello di difficoltà normale, i famelici robot vi faranno letteralmente vedere i “sorci verdi”. Steel Seed è un titolo impegnativo, che abbiamo affrontato alla massima difficoltà proprio per goderci a pieno l’immersivo gameplay che volevano offrirci gli sviluppatori. Non spaventatevi, la curva di apprendimento non è troppo ripida come appare e basterà qualche sessione, e qualche meninge spremuta più del dovuto, per farvi superare brillantemente un avamposto pieno di cattivoni.

Prima di continuare, ci tenevamo a mettere l’accento su una questione: Steel Seed non è un open world. E meno male, dato che negli ultimi tempi si stanno infarcendo i giochi con delle caratteristiche che distraggono oltremodo il giocatore, facendogli perdere il focus primario dell’esperienza. Zoe, infatti, avanzerà lungo macroaree ricche di dettagli, alcune ricolme di vegetazione, altre oscure e appariscenti, mentre metterà al tappeto un numero imprecisato di macchine assassine.

E per godersi al meglio il mondo di gioco, bisognerà pensare in modo furtivo e strategico. E come vi anticipavamo, sarà molto importante farlo, poiché i robot non saranno così facili da sconfiggere vis-a-vis, ma ci arriveremo. Zoe potrà dunque nascondersi dietro una copertura vicina e usarla a proprio vantaggio per prendere di soppiatto il nemico. Come fare: potremo attirarlo verso di noi con gli impulsi della corazza e stenderlo in un batter d’occhio, oppure prenderlo alle spalle con passo felpato.

Per godersi al meglio il mondo di gioco, bisognerà pensare in modo furtivo e strategico

L’allerta è sempre molto alta, basterà commettere un solo piccolissimo errore per far allertare le macchine e veder comparire un irritante punto esclamativo rosso sulle loro teste. Usare l’ambiente a nostro vantaggio, osservare i loro schemi di pattuglia e sfruttare i diversivi per non farci scoprire, renderà il gameplay ancora più avvincente e soprattutto appagante.

Ma forse la sola abilità di Zoe non è proprio sufficiente: infatti, in qualsiasi momento, potremo utilizzare gli occhi di Koby per effettuare un’analisi ambientale e pianificare di conseguenza una strategia ancora più incisiva. A questo punto, sarà facile segnare tutti gli avversari e le loro posizioni, vederne i percorsi (così come avviene in Horizon: Zero Dawn), e utilizzare gli strumenti del piccolo amico volante. Quest’ultimi offrono modi unici di affrontare le varie sfide: potremo piazzare una mina, sparare dei colpi frantuma cranio (e vi lasciamo immaginare l’effetto) o addirittura creare dell’erba artificiale per non essere scoperti.

Per utilizzare gli strumenti ci serviranno delle munizioni universali, recuperabili dai nemici sconfitti o acquistabili nei punti S4VI. Bisognerà, anche in questo caso, giocare d’astuzia e pianificare anticipatamente la strategia migliore per assaltare l’avamposto.

E dopo aver terminato un’impegnativa sessione, ci meritiamo un bel punto di ristoro. Ecco che spuntano i già citati punti S4VI, dei veri e propri luoghi in cui Zoe può eseguire diverse azioni: curarsi (che farà tornare i nemici già sconfitti), acquistare le munizioni per Koby e potenziare le abilità. Infatti, tutti i materiali assorbiti dai cattivoni potranno essere riconvertiti in skill per migliorare l’efficacia in combattimento, le abilità stealth e per acquisire caratteristiche uniche aggiuntive. Precisiamo una cosa: per sbloccare un potenziamento occorrerà anche soddisfare delle richieste specifiche, come uccidere 5 nemici in stealth oppure infrangere 5 scudi.

In Steel Seed comunque non si procede solo con accortezza, ma si potrà anche combattere, come giusto che sia. E non abbiate paura, i cattivoni si accorgeranno spesso dei vostri errori, e si precipiteranno come lupi famelici sulle vostre carni metalliche. Zoe potrà usare la sua spada Glitch ed eseguire affondi leggeri, alternandoli ad attacchi lenti ma decisamente più letali. Come guerriera, può schivare gli attacchi dei nemici ed effettuare anche una capriola, che a volte ci ha fatto finire maldestramente all’interno di voragini, ma questa è un’altra storia.

Interessante la schivata perfetta, fondamentale nelle fasi corpo a corpo, perché ci dà l’opportunità di attivare un contrattacco perfetto che arrecherà un danno bello consistente. È stato anche aggiunto il lock sull’avversario, anche se, a dirla tutta, non ci è sembrato così preciso e utile allo scopo. Per quanto riguarda il combat system, i movimenti sono abbastanza fluidi anche se non ci hanno pienamente convinto gli affondi sulle macchine: a volte ci sono sembrati piuttosto “innaturali”.

Anche se comprendiamo la scelta di gameplay nella mancata implementazione della guardia e parata perfetta, riteniamo che per una guerriera con l’arma bianca questa funzionalità avrebbe garantito maggior brillantezza nelle fasi puramente action. Quando si è messi alle strette, non è sempre piacevole scivolare o schivare, e nella peggiore delle ipotesi si finisce in un dirupo senza nemmeno rendersene conto: e, fidatevi, a livello di difficoltà maggiore questo aspetto pesa parecchio.

Koby, ispirato a uno dei più classici robottini di Star Wars, non è molto incisivo nelle fasi action: il suo utilizzo come spalla destra non ci ha molto convinto, e a volte lo sparo appare piuttosto impreciso. Le sessioni nei suoi panni sono divertenti e immediate, anche se a lungo andare potrebbero diventare esageratamente ripetitive. Per fortuna la durata è giusta per una produzione del genere: crediamo che obiettivi secondari o fetch quest avrebbero reso questa formula estremamente pesante.

Nelle fasi esplorative, il mondo di Steel Seed è davvero incantevole. Il lavoro di design dietro la costruzione dei vari mondi di gioco è qualcosa che raramente si vede nel mondo dei videogiochi: per noi è doveroso fare un vero plauso a questo aspetto. Le sessioni “platform” risultano fluide e, solo in piccolissimi casi, hanno presentato qualche piccola incertezza. Zoe può attivare degli interruttori con l’aiuto di Koby, si può spostare da una piattaforma all’altra compiendo un doppio salto, scivolare in cunicoli stretti e svolazzare come Iron-Man a un certo punto della sua avventura.

Steel Seed è un titolo piacevole e avvincente

In questa grande uniformità manca tuttavia un vero e proprio colpo di genio, quell’aspetto che rende Steel Seed un titolo con una propria identità. C’è tanta ispirazione ai titoli del genere, c’è grande profondità in alcuni aspetti, ma sia lo stealth che le fasi di combattimento non hanno offerto propriamente nulla di veramente unico. Sia chiaro, questa non è una vera e propria critica, ma siamo dell’idea che Steel Seeel poteva essere ancora più memorabile.

Abbiamo giocato a Steel Seed su PC, ottimizzando quasi tutto al massimo e sfruttando oltre ogni modo la nostra RTX 4070 Super. La resa grafica è stata incredibile, e ci siamo letteralmente lasciati rapire da tutti i dettagli che gli sviluppatori sono stati in grado di integrare.

Steel Seed è un gioco ambizioso e decisamente impegnativo alle difficoltà più elevate. C’è tanta adrenalina, un doppiaggio in italiano davvero ben fatto (e non scontato di questi tempi) e una storia dark sci-fi che ha un suo perché. Ci ha intrattenuto e ci teniamo anche a dire di aver apprezzato il coraggio del team di voler sperimentale un genere diverso. E questo fa tanto bene all’industria!

Conclusioni

Steel Seed è uno di quei progetti che definire interessante potrebbe risultare un po’ riduttivo. Il nuovo lavoro del team italiano ci ha tutto sommato convinti e incantato nella sua cura dei dettagli sul lato prettamente artistico. Siamo anche dell’idea che gli appassionati di narrative dark sci-fi e degli stealth action apprezzeranno questo mix di macchine futuristiche, robottini alla Star Wars e un mondo triste e dimenticato come quello sussurrato da Nier Automata.

Le sessioni stealth, nonostante non siano proprio originalissime, appaiono piuttosto solide e impegnative quanto basta. Discorso un po’ diverso per le fasi action, ovvero quelle che si attivano quando il cattivone di turno ci scova con le mani nella marmellata, che talvolta abbiamo trovato un po’ rigide, complesse e senza l’implementazione della guardia.

In ogni caso, Steel Seed è un titolo piacevole e avvincente, un progetto che va tenuto sotto stretta osservazione e che ci comunica un messaggio molto importante: anche a casa nostra, i videogiochi sappiamo realizzarli… e non sono niente male!

  • Good
    +Mondo distopico immersivo e vibrante
    +Sistema stealth convincente con diverse possibilità strategiche
    +L'uso del robottino nelle varie fasi si è rivelato efficace
    +La difficoltà sopra la media premia l'inventiva del giocatore
  • Bad
    -Alcuni aspetti del combat system non ci hanno sempre convinto
    -A volte non si capisce come raggiungere il punto d'interesse successivo
    -Una mini mappa sarebbe stata graditissima
    -Potrebbe generare frustrazioni ai soli amanti del genere action
  • 7.3 Interessante
Conclusioni

Steel Seed è uno di quei progetti che definire interessante potrebbe risultare un po’ riduttivo. Il nuovo lavoro del team italiano ci ha tutto sommato convinti e incantato nella sua cura dei dettagli sul lato prettamente artistico. Siamo anche dell’idea che gli appassionati di narrative dark sci-fi e degli stealth action apprezzeranno questo mix di macchine futuristiche, robottini alla Star Wars e un mondo triste e dimenticato come quello sussurrato da Nier Automata.

Le sessioni stealth, nonostante non siano proprio originalissime, appaiono piuttosto solide e impegnative quanto basta. Discorso un po’ diverso per le fasi action, ovvero quelle che si attivano quando il cattivone di turno ci scova con le mani nella marmellata, che talvolta abbiamo trovato un po’ rigide, complesse e senza l’implementazione della guardia.

In ogni caso, Steel Seed è un titolo piacevole e avvincente, un progetto che va tenuto sotto stretta osservazione e che ci comunica un messaggio molto importante: anche a casa nostra, i videogiochi sappiamo realizzarli… e non sono niente male!

  • Good
    +Mondo distopico immersivo e vibrante
    +Sistema stealth convincente con diverse possibilità strategiche
    +L'uso del robottino nelle varie fasi si è rivelato efficace
    +La difficoltà sopra la media premia l'inventiva del giocatore
  • Bad
    -Alcuni aspetti del combat system non ci hanno sempre convinto
    -A volte non si capisce come raggiungere il punto d'interesse successivo
    -Una mini mappa sarebbe stata graditissima
    -Potrebbe generare frustrazioni ai soli amanti del genere action
  • 7.3 Interessante

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