Sports Bar VR – Recensione

La nuova generazione del Bar virtuale

Sports Bar VR – Recensione
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Volete divertirvi con gli amici giocando a biliardo, a freccette o addirittura a Air Hockey senza però la fatica di uscire dal vostro salotto? Il tutto, magari, sfasciando qualche sedia qua e là e bevendo birra a più non posso? Sports Bar VR, allora, potrebbe fare al caso vostro.

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Nel settore del casual-sport, per sfondare, devi avere la proverbiale idea che spacca. Un’intuizione simile a quella che Nintendo ha avuto con Wii Sports anni or sono, così dirompente che in molti (Sony inclusa) hanno cercato di scimmiottare ma che nessuno, alla fine della fiera, è riuscito a replicare anche solo in minima parte. Sports Bar VR, questo insolito titolo di Cherry Pop Games che i possessori di HTC Vive dovrebbero già conoscere con il nome di Pool Nation VR, a primo acchito, non ha nulla di così rivoluzionario per passare alla storia. C’è il biliardo, che non guasta mai, le freccette, l’Air Hockey e persino quel gioco che tutti conoscono, con le bocce da mandare all’interno di circonferenze concentriche avente ciascuna un punteggio diverso. Quel tipico gioco da Happy Days, per capirci – sì, ora vado su Google e vi recupero il suo nome. Tutto rigorosamente in realtà virtuale, ad un prezzo assolutamente ragionevole che sfiora i 15€: questo per dire che in Sports Bar VR, tutto sommato, di “giochini” con cui divertirci ce ne sarebbero parecchi.

Vi rovino la sorpresa: Sports Bar VR di rivoluzionario non ha nulla nemmeno al secondo acchito. E neanche al terzo, a voler sparare ad un bersaglio morto. Tuttavia il titolo di Cherry Pop Games, nonostante alcune trovate interessanti in termini di movimento all’interno dello spazio virtuale, una piccola genialata ce l’ha: il multiplayer online. Se avete un po’ di pazienza ve la spieghiamo meglio tra qualche riga, ma sappiate solo che è possibile far volare sedie e bottiglie di birra letteralmente ovunque. Che in termini ludici è una trovata che lascia il tempo che trova, ok: ma se volete rompere i “tenerini” ai vostri amici nei modi più assurdi possibili, mandando al diavolo in modo teatrale il loro tiro della vittoria, avete trovato la cosa che più si avvicina al gioco che fa per voi.

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Indossato il visore e fatto partire Sports Bar VR, la prima impressione è positiva. Ci si ritrova all’interno del classico pub americano fatto di insegne sfavillanti al neon, mattoni faccia vista e classico arredamento in legno, con tanto di bancone ignorante pieno zeppo di bottiglie e quelle scomodissime seggioline dove, Hollywood insegna, l’uomo medio tenta l’abbordaggio alcolico delle rare fanciulle presenti nel locale – un problema che tranquilli, stavolta non dovrete affrontare. Ciascuna disciplina tra quelle presenti è ospitata in un’apposita zona del locale, che potrà essere esplorato più o meno liberamente sfruttando alcune opzioni dei due Move richiesti per giocare. Ma andiamo con ordine.

Per prevenire le classiche situazioni del “che cavolo devo fare?“, lo sviluppatore ha ben pensato di mostrare da subito un tutorial sulle funzionalità e il command schema base del proprio titolo, permettendo così al giocatore di prendere un minimo di confidenza con quanto lo attende nell’accogliente pub virtuale. I comandi non sono sempre intuitivi, ma permettono di alternare la modalità “esplorazione” a quella “gioco” con la pressione del trigger posteriore e, cosa da non sottovalutare, di afferrare (e scagliare) gran parte degli oggetti disponibili su schermo col tasto centrale del Move. Una rappresentazione ad ologramma di quest’ultimo con tanto di mappatura tasto/azione ricorda costantemente cosa ci sia da fare e come farlo, anche se il rischio di far confusione tra i tasti o di muovere inavvertitamente qualcosa di diverso dai nostri piani rimane alto. Diciamo che, in questo senso, un rodaggio è assolutamente necessario.

Una delle prime cose sottolineata da Sports Bar VR è la necessità di avere abbastanza spazio libero attorno a sé: non che allo sviluppatore interessi l’integrità del vostro salotto, ma trattandosi di giochi che richiedono un certo margine di manovrabilità il rischio di spaccare qualcosa (o di farsi un gran male alla cieca) non è così trascurabile. A tal riguardo, basta abbassare il capo per notare una chiara indicazione di “dove mettere i piedi” per ottimizzare al meglio l’inquadratura di PS Camera. Ricordate che la suddetta indicazione viene fornita in seguito ad una calibrazione tra headset e sensori dei Move (necessaria nel set up iniziale del gioco): quindi, doveste avere qualcosa tra i piedi, non aspettatevi certo un messaggio a salvarvi la vita. L’acquisizione dei nostri movimenti avviene comunque in modo soddisfacente anche spostandoci ragionevolmente dal “punto focale” indicato, a testimonianza della bontà dell’hardware Sony da un lato e del codice di Cherry Pop Games dall’altro.

Indossato il visore e fatto partire Sports Bar VR, la prima impressione è positiva

Le cose iniziano a farsi più complicate quando cerchiamo di muoverci all’interno di questo ambiente. Per gli spostamenti lontani il team di sviluppo ha ben pensato di introdurre una sorta di teletrasporto, attivabile puntando il Move destro verso il nostro bersaglio e pigiando banalmente un trigger. Semplice e funzionale, ma poco pratica quando è necessario spostarsi di pochi passi, magari per guadagnare una posizione migliore durante un incontro di biliardo. La soluzione, per questi spostamenti più fini, si chiama Hulk Mode, e permette al giocatore di “camminare” muovendo contemporaneamente i due Move a mo’ di racchettata di sci di fondo, tenendo premuto il tasto centrale. Sulla carta l’idea è ancora una volta buona: peccato che a guastare tutto ci pensa la motion sickness, laddove il movimento del corpo di chi gioca unito ad un rollio non certo trascurabile dell’inquadratura rendono “intensi” i pochi secondi di camminata. Così intensi che, se non strettamente obbligati ad utilizzarlo, lascerete l’Hulk Mode a bere da solo al bancone del bar.

Parlando più da vicino delle attività da circolo sportivo, Sports Bar VR permette al giocatore di cimentarsi con sfide a biliardo (a 3, 8 o 9 palle in perfetto stile American Pool), di rovinare secolari amicizie con sfide a freccette o Air-Hockey, di sfidare la propria sorte con lo Skeeball per capire se si tratta di vera sfiga o totale incapacità. Ciascuno sport può essere affrontato in tre modalità distinte: Freeplay è l’ideale per prendere dimestichezza coi comandi o, semplicemente, per cazzeggiare una decina di minuti senza troppi pensieri; AI Match permette invece di sfidare l’intelligenza artificiale in scontri serrati prima del banco di prova vero e proprio, rappresentato dal Multiplayer. In condizioni normali verrebbe da dire che le sfide contro l’AI potrebbero essere preparatorie per affrontare un qualsiasi umano in carne ed ossa, ma a giudicare dalla spietatezza e dall’infallibilità del giocatore controllato da CPU, a tratti ai limiti del frustrante nel biliardo, siamo più propensi a pensare al contrario. Specie dopo aver visto buche in tripla sponda al livello di difficoltà minore.

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Premesso che, almeno secondo la nostra opinione, l’IAir Hockey rappresenta l’offerta più divertente dell’intero pacchetto, l’enfasi principale è chiaramente data al biliardo – non è un caso se la variante Vive risponde al nome di Pool Nation. Ed è proprio sul panno di Sports Bar VR che emergono i limiti principali della produzione Cherry Pop Games, caratterizzata da un set di comandi non sempre intuitivi (la posizione da assumere coi Move per colpire di stecca, tanto per dire, è contro ogni religione esistente per chiunque sia avido utilizzatore delle 15 palle) che obbligano a intense sessioni di allenamento. Il tutto viziato, a tratti nemmeno poco, da una sensibilità esagerata degli stessi Motion Controller di Sony: una sensibilità che rischia non solo di mandare più o meno in fumo un tiro che, sulla carta, avrebbe necessitato di una precisione chirurgica, ma anche di farci colpire accidentalmente il famigerato boccino quando tutto volevamo fare tranne che tirare. Come sempre l’allenamento rinvigorisce e rende persone migliori, ma chiunque non abbia dimestichezza con la VR e coi “coni gelato” di Sony rischia di ritrovarsi pericolosamente spiazzato. Lo stesso discorso si applica alle Freccette: per quanto l’orgoglio vi possa suggerire di non farlo, siamo noi a suggerirvi caldamente di attivare la mira assistita per l’esecuzione del tiro. La gestione a due mani del lancio, con passaggio della freccetta da una all’altra mano e “prode gesto tecnico” verso il famigerato centro, proprio in virtù di questa sensibilità marcata, nasconde non poche difficoltà.

Sembra davvero di essere dentro un bar in compagnia di amici

Un capitolo a parte, dicevamo, merita il comparto online. E il motivo è di una semplicità disarmante: una volta connessi tutti e sette i giocatori (sarà infatti possibile giocare con un massimo di altri sei utenti dotati di PS VR) e preso letteralmente possesso del bar, ciascuno sarà bellamente libero di fare lo stra-diavolo che gli pare. Un’affermazione forte che merita una spiegazione migliore: volete sfidare a punti qualcuno a freccette? Perfetto, potete farlo. Volete raggiungere altri tre giocatori e fare un due contro due a palla 8? Ottimo, imparate a maneggiare la stecca e divertitevi. Non ve ne frega una beneamata di sfidare gli altri utenti connessi e avete trovato un misantropo come voi, pronto a chiacchierare delle peggiori cavolate al bancone del bar? Potete fare persino quello: il tutto mentre gli altri sudano sette camice per battere gli avversari.

Il risultato, per quanto incredibile possa sembrare, è che sembra davvero di essere dentro un bar in compagnia di amici. Amici magari burloni, che potrebbero ben pensare di lanciare una sedia contro di voi o contro il tavolo da biliardo dove giocate così, per movimentare la situazione. Oppure far apparire una bottiglia di birra (esiste un apposito tasto per farle spawnare dal nulla) e via, diamo inizio all’Apocalisse. Se da un lato una feature del genere si traduce in fragorose sganasciate e, una volta ogni tanto, nella possibilità di mandare tutto “a farsi benedire” con stile, dall’altro c’è il rischio – e nemmeno troppo basso – che mentre voi e un vostro amico siete impegnati in una competizione seria, arrivi il pirla di turno a fare Mister Simpatia rompendovi le uova nel paniere. Una statistica che, nel corso delle nostre prove, non è stata proprio prossima allo zero… forse pure per colpa nostra.

Conclusioni

Sports Bar VR, uscito un po’ in sordina dalla roboante line-up di PlayStation per il neonato PS VR, ci ha fatto divertire non poco. Il titolo di Cherry Pop Studios, vuoi per una componente tecnologica tutto sommato accattivante, vuoi per un multiplayer a sette giocatori congegnato davvero bene e capace di farci sentire davvero per un po’ al bar con degli altri “amici virtuali”, rappresenta una new entry gradevole nel panorama PS4. Gradevole ma, ancora una volta, lontano da quelle che erano le effettive potenzialità. Da un sistema di comandi un po’ complicato ad una sensibilità del Move ai limiti del fastidioso, passando per una AI mal calibrata, Sports Bar VR mostra alcuni evidenti segni di gioventù del proprio team di sviluppo.

Piccoli nei che, seppur in piccola parte, rovinano (talune occasioni in modo evidente) l’esperienza complessiva di gioco. Poi ok, di fronte all‘intuizione geniale dell’hub-bar per sette giocatori dove ognuno è libero di fare quel che gli pare – entro i limiti imposti dal titolo, chiaramente – possiamo solo applaudire e sorridere: un’intuizione che vale da sola il prezzo del biglietto, nonostante il conto in birre e sedie sia destinato ad aumentare (nel bene e nel male) vertiginosamente. Meno male che è tutta roba virtuale.

 

Good

  • Visivamente ispirato
  • Discipline divertenti e immediate
  • Il multi online è strepitoso...

Bad

  • ... ma rischia di diventare un gran casino, tra sedie e birre
  • Utilizzo del Move alle volte macchinoso
  • AI da rivedere, specie nel biliardo
7

Niente male

Bello, simpatico, intelligente e super esperto di videogiochi, ha sviluppato un'incredibile capacità nello scrivere cazzate.. Gioca ai giochini elettronici dall'86 e ci scrive a riguardo dal 2006 o giù di lì.. Ma non fateglielo notare, che poi si monta la testa..

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