Splinter Cell: Blacklist – La Recensione

Splinter Cell: Blacklist – La Recensione

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Dopo tre anni, Ubisoft ci presenta un nuovo capitolo della famosa serie di Splinter Cell, e ci fornisce nuovamente i panni di Sam Fisher, da indossare su tutte le piattaforme disponibili, per un’avventura che punta ad essere un connubio tra la vecchia serie old-gen e il più moderno (e criticato) Conviction. Splinter Cell: Blacklist ci porta in un action-stealth con caratteristiche “open” in cui scegliere la nostra strada da percorrere, i nostri obiettivi da ponderare e riporta finalmente in auge la vecchia amata modalità Spie vs Mercenari. Sarà riuscito nell’intento di soddisfare i fan più giovani, ma anche quelli di vecchia data? Scopriamolo assieme.

Lo ameranno: Coloro che hanno apprezzato Conviction nonostante le critiche.
Lo odieranno: I giocatori che cercano un puro ritorno alle origini o un gioco completamente rinnovato e originale.
E’ simile a: Splinter Cell Conviction, Metal Gear Solid Peace Walker, Thief, Hitman Absolution.

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Titolo: Splinter Cell Blacklist
Piattaforma: Xbox 360 / PS3 / Wii U / PC
Sviluppatore: Ubisoft Toronto
Publisher: Ubisoft
Giocatori: 1 (Single Player), 2 co-op per missioni 4Echelon, online co-op e competitivo
Online / Contenuti : Presente
Lingua : Completamente in Italiano

Sam è tornato e a differenza di Max Payne, è ancora in ottima forma.

Sam è tornato e a differenza di Max Payne, è ancora in ottima forma.

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STORYBOARD

L’avventura che ci apprestiamo ad affrontare è ambientata non molto tempo dopo gli eventi di Splinter Cell Conviction, apparso nel 2010 su Xbox 360. Nonostante questo, non sarà necessario conoscerne gli eventi, visto che gli unici riferimenti al suo predecessore sono largamente spiegati dai personaggi stessi della storia che vivremo. Sam Fisher è un agente segreto super specializzato (ninja, saltatore, acrobata, supereroe, tuttofare, cuoco, marinaio, pilota, sputafuoco, infiltrato, ipnotista… eccetera) che si trova alle prese con un’organizzazione misteriosa chiamata “Gli Ingegneri” (no, non quelli di Prometheus, ndr) che minacciano come al solito gli Stati Uniti e il mondo civilizzato. Più o meno come accade nel film Die Hard – Vivere o Morire, il nostro Bruce… ehm… Sam organizza una squadra, chiamata 4th Echelon, per sventare la minaccia incombente, e a bordo di un velivolo super tecnologico, il Paladin, i nostri quattro eroi si mettono alla ricerca dei terroristi. La Blacklist, questo il nome dell’operazione terroristica, si appresta a colpire vari obiettivi, fulcro della società americana, o punti strategici economici per la sopravvivenza della nazione, e starà a noi, attraverso spettacolari tecnologie, pianificare i nostri movimenti per sventare gli attacchi. splinter_cell__blacklist-t2

La squadra 4th Echelon è composta da Sam Fisher, Charlie Cole, Isaac Briggs e Anna ‘Grim’ Grímsdóttir. Ognuno di loro è altamente specializzato in uno specifico campo, di essenziale importanza per la riuscita della missione. A bordo del Paladin ci troveremo in una sorta di lobby, simile a quelle dei giochi multiplayer, dove potremo scegliere con quale compagno parlare, per scoprire di più sulle missioni secondarie a disposizione, o guardare il mega schermo-tavolo di fronte a noi, per decidere la piega che il gioco prenderà.

Sì, lo schermo-tavolo. Perchè non penso che Microsoft Surface funzioni su quella meraviglia.

Sì, lo schermo-tavolo. Perchè non penso che Microsoft Surface funzioni su questa meraviglia.

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GAMEPLAY

Chi di voi ha avuto modo di giocare al precedente Conviction, si troverà a suo agio con il sistema di controllo e le modalità di gioco. Quello che ci si presenta, dopo una breve introduzione-tutorial, e dopo aver dato il via alla prima missione, è un gioco stealth in terza persona ambientato nei giorni nostri, solo con un quantitativo spropositato di tecnologia all’avanguardia. Ogni nostra azione determinerà l’esito della missione, e sopratutto il “voto” finale che il gioco ci assegnerà, a seconda dello stile che adotteremo. Con la pressione di un tasto potremo far scivolare Sam dietro una copertura e con il tasto principale potremo farlo scorrere automaticamente da una copertura ad un’altra in vista, quando possibile. L’utilizzo delle armi da fuoco in un gioco con impronta stealth è sempre sconsigliato, ma anche qui troviamo la meccanica del suo predecessore: Sam potrà eseguire degli attacchi furtivi in corpo a corpo in maniera silenziosa strangolando o sgozzando il nemico, sbloccando così la possibilità di effettuare un’esecuzione. Questo significa che potremo poi puntare e “marcare” fino a tre nemici (o più, a seconda dell’arma) e quando ci porteremo a distanza ragionevole, con la pressione di un tasto, Sam eseguirà automaticamente il triplo assassinio. Questa meccanica è una delle novità già inserite in Conviction e che non ha mai convinto (scusate il gioco di parole) i fans della serie. Una caratteristica che invece è stata fortunatamente tolta è la visuale in bianco e nero per avvisarci quando siamo completamente nascosti dal nemico: ora sono dei piccoli led sulla tuta di Sam ad illuminarsi quando saremo al sicuro, mentre la schermata rimarrà ovviamente a colori.

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Tra una missione e l’altra avremo modo di modificare ogni aspetto del nostro equipaggiamento: ogni missione o azione compiuta in essa ci darà dei crediti, e con essi potremo sbloccare valanghe di diversi visori, mimetiche, componenti elettroniche, granate, tipologie di proiettili, luci, armi, potenziamenti per armi e quant’altro. Questa funzione sarà particolarmente apprezzata dai fanatici della personalizzazione e ci darà un controllo completo sulle azioni di Sam e le sue dotazioni in battaglia.

L’intelligenza artificiale dei nemici sembra nettamente migliorata, e ora troveremo minacce molto più ostiche, sin dalla prima missione: molti terroristi indosseranno elmetti e scudi anti proiettile, rendendo impossibile l’assassinio “one shot”, i cecchini avranno una mira particolarmente buona anche alla difficoltà più bassa, e i gruppi di militari si organizzeranno abilmente per circondarci o prenderci alle spalle.

Tra CoD: Ghosts, GTA V e ora Blacklist, i cani saranno la moda videoludica del 2013/2014. Questi in particolare hanno un ottimo fiuto per le spie.

Tra CoD: Ghosts, GTA V e ora Blacklist, i cani saranno la moda videoludica del 2013/2014. Questi in particolare hanno un ottimo fiuto per le spie.

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GRAPHIC & SOUND

In questo episodio di Splinter Cell, la grafica è forse l’aspetto meglio curato (in certi punti) di tutta la produzione. Le cutscene sono abbastanza coinvolgenti, con una regia di tutto rispetto, mentre le animazioni di combattimento in-game sono ancor più spettacolari. Questo gioco è stato testato dal sottoscritto su una PlayStation 3 Slim collegata a un televisore LED da 50 pollici a 200 Hz, e ciò mi ha permesso di notare in molti casi degli episodi di texture che vengono caricate in ritardo, un lieve tearing dell’immagine e in alcuni strani momenti, un generale abbassamento della qualità grafica (nonostante il gioco sia stato aggiornato all’ultima versione disponibile). Nella modalità cooperativa in split-screen la grafica in certi momenti diventa quasi comica, regredendo di un paio d’anni, un pò come succede ai vari Borderlands e simili, quando vengono posti sotto stress da schermo condiviso. Per il resto l’illuminazione è egregia, gli effetti atmosferici sono resi molto bene, e i vari tipi di visori a disposizione sono gradevoli da utilizzare e poco invasivi. 1369068818-6

Il comparto sonoro è di buona qualità, molti effetti sanno di “già sentito” ma comunque di ottima fattura. Il doppiaggio di Sam è affidato al veterano Luca Ward che ormai ci accompagna con assoluta maestria, mentre gli altri doppiatori italiani posseggono dubbie qualità di dizione e recitazione. Come disse colei che mi ha assistito nella modalità co-op, “quando l’industria videoludica si accorgerà che il doppiaggio di un gioco ha la stessa importanza di quello di un film, allora avremo raggiunto la qualità che meritiamo“.

Uno scudo umano non ci renderà immortali, bensì ci risparmierà solo qualche colpo. Se però è un "vip" potremo catturarlo per ricevere crediti extra.

Uno scudo umano non ci renderà immortali, bensì ci risparmierà solo qualche colpo. Se però è un “vip” potremo catturarlo per ricevere crediti extra.

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ONLINE e REPLAY

Come già accennato all’inizio di questa recensione, Ubisoft ci ha fatto una piacevole sorpresa, reintroducendo la famosa modalità Spie vs Mercenari, ovvero una modalità online multiplayer competitiva in cui due squadre, con un massimo di 8 giocatori, si scontrano per completare/proteggere degli obiettivi. Le spie sono caratterizzate da abilità di stealth avanzate e dovranno agire nell’ombra per piazzare ordigni o hackerare terminali, mentre i mercenari, specializzati nel combattimento, dovranno proteggere gli obiettivi e stanare e uccidere le spie. Con tanto di visuale in soggettiva per i mercenari (e radar in stile Halo) questa modalità è giocabile e divertente, promettendoci infinite ore di intrattenimento, a patto di riuscire a superare lo scoglio della prima mezz’ora/ora per prendere mano con i comandi o trovare gli obiettivi nella marea di indicatori a schermo. splinter-cell-blacklist

Per quanto riguarda il gioco offline, la mappa tattica presente sul Paladin ci permetterà di scegliere, oltre alle varie missioni della storia in singolo, quali missioni co-op affrontare, così come quelle di Spie vs Mercenari. Infatti il gioco non presenta un menù principale con le canoniche voci “Single Player – Multiplayer – Online” eccetera, perchè tutte le modalità, sia in singolo che in co-op, sono finalmente collegate alla trama principale del gioco, e parlando con i nostri tre compagni di squadra potremo capire come affrontarle e di cosa si tratta. Le missioni 4th Echelon sono simili a le missioni extra di Conviction, e sarà uno spasso combinare uccisioni multiple assieme al proprio compagno per uccidere fino a sei terroristi contemporaneamente, grazie all’esecuzione condivisa. La difficoltà delle missioni 4E è particolarmente elevata, ed entrambi i giocatori avranno bisogno di molto allenamento per destreggiarsi tra i nemici (niente più visione attraverso i muri alla prima partita!)

"Ehi hai sentito qualcosa?" "Sto cercando di entrare nel server se non ti dispiace" "Ma no, ho sentito u..." PAM! PAM!

“Ehi hai sentito qualcosa?”
“Sto cercando di entrare nel server se non ti dispiace”
“Ma no, ho sentito u…”
PAM! PAM!

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IN CONCLUSIONE…

Splinter Cell Blacklist si propone come un ritorno alle origini portando con sè solo gli elementi piacevoli di Conviction. Probabilmente il risultato non è stato esattamente quello sperato, e nonostante la visibile cura nei dettagli e nella programmazione, Ubisoft Toronto non riesce a donarci qualcosa che ci faccia di nuovo sentire veramente “a casa”, e la quantità di informazioni sullo schermo, di combinazioni di tasti, e la macchinosità dei comandi spesso finirà per frustrare il giocatore. Il titolo nel complesso è molto piacevole, anche se quello che avremo tra le mani non sarà certo nulla di originale, innovativo o rivoluzionario. Coloro che hanno apprezzato Conviction, considerandolo non un valido erede della vecchia serie, bensì un nuovo inizio, troveranno in Blacklist un degno seguito di questa “nuova” linea dell’epopea di Tom Clancy. Speriamo che in futuro Ubisoft tenga bene a mente le critiche dei fans, sia quelle buone che quelle cattive, e che rilasci presto degli aggiornamenti per stabilizzare di più il codice di gioco. Nel frattempo, attendiamo il prossimo Rainbow Six: Patriots, sperando che raccolga tutti gli aspetti spettacolari degli altri giochi, anche perché la strada per The Division è ancora lunga.

"Parla! Quando uscirà The Division?"

“Parla! Quando uscirà The Division?”

Amante del retrogaming, ma adattato ai tempi moderni senza grosse fatiche, si destreggia tra una miriade di console, sperando in nuovi Survival Horror che gli diano ancora qualche emozione. Al momento in una stasi psichica dovuta all'arrivo della nextgen.

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