Splatoon – Recensione

Splatoon – Recensione

Ogni nuova IP suscita l’interesse dei giocatori più attenti, specialmente su Wii U dove le novità da Nintendoscarseggiano da un po’. Splatoon è riuscito quindi a incuriosire la community, sia per la curiosità di una nuova serie, che per il concept stesso del gioco: in questo nuovo sparatutto targato Nintendo vestiremo i panni degliInklings, ragazzi e ragazze molto particolari, poiché sono infatti capaci di trasformarsi in calamari. Da bravi ragazzi-calamari sono esperti nell’arte dell’inchiostro o (per meglio dire in questo caso) della vernice.

Combattendo sia tra di loro che contro altre specie, in Splatoon dovrete quindi ricoprire l’ambiente circostante e gli avversari di vernice colorata: le aree ricoperte dal vostro colore potranno essere sfruttate per sfrecciare furtivamente all’interno di esse in forma animale, mentre la forma umana è incaricata di verniciare e “splattare” i nemici. Come al solito quindi Nintendo crea con pochi elementi un gameplay tanto immediato, quanto profondo. Dopo due Global Test Fire la curiosità intorno a Splatoon è molta e non ci resta quindi che vedere se, nel complesso, questa nuova IP Nintendo è un altro must have o se forse è il caso di aspettare prima di lanciarsi nelle Mischie Mollusche.

 Splatoon

Piattaforma: Wii U

Genere: Sparatutto/Platform

Sviluppatore: Nintendo

Publisher: Nintendo

Giocatori: 1-8

Online: 4 vs 4

Lingua: Testo in italiano

Una volta avviato il gioco ci si ritrova (dopo un breve tutorial per spiegare i controlli, sui quali torneremo più avanti) direttamente nell’hub centrale del gioco, sotto forma di una piazza centrale della città abitata dagli Inklings: la sensazione di trovarsi in una versione ridotta e ultra nipponica della Torre di Destiny è difficile da allontanare e forse, in effetti, non è neanche necessario farlo perché spesso i due titoli condividono più di quanto possiamo immaginare. In un angolo della piazza troviamo uno strambo vecchietto che si affaccia da un tombino e richiama la nostra attenzione. Una volta raggiunto si entra sottoterra nel Distretto Polpo dove veniamo in fretta e furia assoldati per combattere una guerra contro la specie aliena dei polpi che hanno rubato la fonte d’energia degli Inkling. Questa è la scusa ideale per affrontare una serie di livelli (27 per la precisione, con 5 boss) dove Splatoon da sparatutto diventa un vero e proprio platform: verniciare le aree e sconfiggere i nemici non ci ha mai ricordato così da vicino un Mario qualsiasi (anzi, uno in particolare, Super Mario Sunshine) e il level design mette in moto tutta una serie di dinamiche tipiche del genere: ecco quindi che dovremo saltare e sfrecciare nella vernice, sfruttando sempre un’idea nuova al centro del gameplay del singolo livello, spruzzando colore su delle eliche per spostare delle piattaforme, utilizzando geyser di vernice per raggiungere basi altrimenti inarrivabili, riempiendo di inchiostro delle spugne per proseguire nel livello e così via.

Ecco quindi che dovremo saltare e sfrecciare nella vernice, sfruttando sempre un’idea nuova al centro del gameplay del singolo livello

Ovviamente man mano che si prosegue la difficoltà aumenta, arrivando a proporre livelli invisibili sospesi nel vuoto che per proseguire richiederanno di essere ricoperti di vernice per rivelare il percorso. Queste sono solo alcune delle numerose idee di gameplay alla base dei vari livelli: la campagna single-player nel complesso non è molto lunga (5 o 6 ore sono più che sufficienti per completarla), ma abbiamo comunque apprezzato lo sforzo di creare qualcosa di diverso (molto diverso!) rispetto a quello che è, effettivamente, il cuore del gioco, ovvero il comparto multiplayer delle Mischie Mollusche. Un’ultima nota riguardo alla modalità single-player la meritano i boss: se i primi quattro li affronterete senza difficoltà e senza rimanere troppo stupiti, possiamo dirvi che il boss finale è uno dei migliori che Nintendo abbia tirato fuori negli ultimi anni, un vero e proprio delirio di colori e suoni che difficilmente scorderete.

Tornando in superficie troviamo sulla destra della piazza centrale la Palestra dove potrete scatenarvi in partite 1 VS 1 offline. Peccato che per essere giocate queste partite richiedano necessariamente la presenza (oltre che ovviamente di un GamePad per un giocatore) di un controller Pro che non sono certamente diffusi quanto la combo Wii Mote con Nunchuck, rendendo quindi la modalità utilizzabile da pochi utenti. Gli scontri nella palestra sono comunque diversi da tutto il resto del gioco e non prevedono la copertura della superficie con la vernice, ma bensì l’acquisizione di un maggior numero di punti per ogni giocatore facendo scoppiare dei palloncini.

Nella zona nord della piazza centrale si trova la torre dalla quale si accede alle Mischie Mollusche, vero e proprio cuore del gioco. Le Mischie vedono due squadre composte da quattro Inkling affrontarsi in delle arene (quattro, per il momento): allo scadere del tempo vince la squadra che ha ricoperto la superficie più ampia del proprio colore. Ogni partita ci fa guadagnare dei punti esperienza che ci permettono di fare level up: raggiungere un livello più alto non aumenta in alcun modo le capacità dell’Inkling, ma ci permette semplicemente di accedere ad un vestiario e ad un arsenale migliore. I vestiti (che potete acquistare dagli strambi negozianti della piazza centrale) oltre a cambiare l’aspetto del vostro personaggio hanno anche alcune abilità particolari, indicate con delle icone. Ecco quindi che magari alcune scarpe vi faranno muovere più velocemente nella vernice in forma animale, mentre magari una maglietta vi farà consumare meno colore quando sparate. L’idea alla base è molto valida, anche perché ogni pezzo del set può essere migliorato sbloccando altri due slot per altri potenziamenti, ma c’è da dire che in queste prime fasi del gioco difficilmente indossare un capo d’abbigliamento piuttosto che un altro produce uno scarto sensibile sul campo di battaglia.

A far veramente la differenza sono invece le armi: si parte da un normale fucile che spruzza vernice e si arriva, level up dopo level up, ai rulli e ai fucili di precisione. Queste ultime due tipologie di armi richiedono non poca pratica per essere realmente padroneggiate, soprattutto per le armi secondarie e speciali ad esse associate. Ogni arma che ci viene venduta infatti comprende anche l’arma secondaria e l’arma speciale, obbligandoci quindi ad imparare un nuovo approccio al gioco ogni qual volta la si cambia.

I match sono quindi divertentissimi, il gameplay funziona alla grande ed è veramente esilarante sgusciare nella vernice, piombare alle spalle dei nemici per splattarli e ricoprire del proprio colore la zona circostante

I match sono quindi divertentissimi, il gameplay funziona alla grande ed è veramente esilarante sgusciare nella vernice, piombare alle spalle dei nemici per splattarli e ricoprire del proprio colore la zona circostante. Nulla è lasciato al caso e viene anche sfruttato lo schermo del GamePad, non solo per visualizzare la superficie verniciata dalle due squadre, ma soprattutto per spostarci rapidamente vicino ai nostri alleati con un semplice tocco sulla loro icona sulla mappa (una feature utilissima per rientrare nel cuore dello scontro dopo essere stati uccisi). Come in ogni gioco del genere, un aspetto fondamentale da verificare è il matchmaking e in questo caso ci sono alti e bassi. Spesso ci è capitato di non riuscire ad accedere alla lobby e anche una volta entrati era necessario aspettare molto perché si riuscisse a raggiungere la cifra necessaria per l’avvio dello scontro, ovvero otto giocatori. Ad intrattenerci c’è un mini-gioco sullo schermo del GamePad, ma spesso la pazienza (ormai evaporata) ce l’ha fatto ignorare. Sicuramente con il lancio del gioco ci saranno più giocatori e sarà più facile avviare una partita e sarà opportuno tornare su questo punto a qualche settimana dal lancio. Alcuni aspetti del matchmaking però mostrano il fianco a delle critiche a prescindere dalla quantità di giocatori: innanzitutto è davvero strano vedere una lobby dalla quale non si può uscire. Durante il processo di matchmaking non potrete uscire né dalla modalità multiplayer, né dal gioco stesso. L’unico modo che avrete di interrompere il processo è spegnere la console perché nemmeno il tasto Home vi riporta alla schermata principale della console. Un altro grave problema, il principale di tutto il gioco, è il fatto che le mappe dedicate alle Mischie Mollusche sono solo quattro, di cui due per le partite amichevoli e due per le partite Pro. Le mappe adibite alle due modalità vengono cambiate ogni giorno, ma la rosa di scelta resta comunque sempre tra queste quattro con il risultato che una sessione di gioco di due ore nelle Mischie Mollusche amichevoli vi vedrà impegnati sempre nelle stesse due zone: ci è addirittura capitato di affrontare una dozzina di match sempre nella stessa mappa.

Uno dei motivi per cui il gameplay di Splatoon funziona così bene è il suo sistema di controllo: se infatti coi dorsali ci si trasforma in calamari e si spara (le due azioni più importanti), l’orientamento della visuale non è affidato alla levetta analogica destra, ma al giroscopio del GamePad stesso. Questo può inizialmente provocare qualche giramento di testa e una sensazione quasi di mal di mare (e non è un gioco di parole ndr), macon un po’ di abitudine dà immensa soddisfazione: improvvisamente muoversi con le due levette sembra obsoleto, nonché immensamente più lento rispetto ai controlli consigliati. Nel caso comunque troviate questa soluzione insopportabile, è comunque possibile cambiare i controlli dalle impostazioni.

I vari campi di battaglia sono ben caratterizzati e diversificati: si va dalla Pista Polposkate (dotata di spazi aperti, adatti ad un primo approccio al gioco), al Magazzino (dedalo di strettoie e fornito di alcuni punti ideali per i cecchini), dalla Raffineria (una delle mappe che sfrutta maggiormente la verticalità), al Centro commerciale (in cui dovrete fare attenzione alla pericolosissima acqua). Il design delle mappe e dei personaggi è, chiaramente, molto ispirato ed originale ed è sicuramente uno degli aspetti vincenti del gioco che è riuscito a catturare sin dall’annuncio l’attenzione dei giocatori.

Uno dei motivi per cui il gameplay di Splatoon funziona così bene è il suo sistema di controllo

Tutto è “rivisto” in ottica ittica, come ad esempio i negozianti: il gambero Gamberto ad esempio ci vende le scarpe, mentre il riccio Richie che ci “spaccia” i vestiti che ci piacciono sono solo due esempi della moltitudine di personaggi che popolano Splatoon. Una menzione speciale va a Stella e Marina, le due conduttrici che ogni giorno ci presentano le mappe disponibili per le Mischie Mollusche amichevoli e Pro.

Graficamente Splatoon non raggiunge forse i livelli di titoli come Mario Kart 8, ma riesce a sorprendere grazie all’orgia visiva che produce ogni scontro, in un tripudio di colori che raramente si è visto schermo, complice anche l’ottimo sistema di gestione dei liquidi. Ma sul fronte della caratterizzazione vince su tutto la colonna sonora, vero inno alla demenzialità e alla cultura j-pop: un must have nei vostri lettori se soltanto fosse disponibile sui vari Spotify & co. (fatta eccezione, ovviamente, per l’odioso pezzo reggae della lobby di attesa).

In conclusione… 

Splatoon ha tutte le carte in regola per essere l’ennesimo successo di Nintendo: il gameplay è immediato e profondo, la caratterizzazione dei personaggi è esilarante, l’avanzamento del personaggio ben calibrato e la campagna single-player (pur nella sua brevità) è un diversivo colmo di idee interessanti. Purtroppo a fronte di questi pregi bisogna prendere atto delle strane scelte del matchmaking, ma soprattutto della ridottissima offerta in termini di mappe multiplayer: il prezzo “budget” a cui viene proposto il titolo e gli aggiornamenti gratuiti promessi da Nintendo fanno ben sperare, ma per il momento Splatoon può intrattenere il giocatore con pochi contenuti. Si tratta di un buon inizio per un progetto che tra amiibo(con ben venti missioni che ogni statuetta sbloccherà e che purtroppo non abbiamo potuto provare) e nuove mappe, saprà sicuramente fare la felicità dei giocatori Wii U.

Voto: 7.5/10

Da quando ho scoperto che i piaceri che i miei pollici opponibili potevano darmi con un joypad erano pressoché infiniti non ho mai smesso di videogiocare. Appassionato di cinema e musica, sempre e solo a livello maniacale.

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