Silent Hill F
Speciale 21 Mar 2025

Silent Hill f è un vero Silent Hill?

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L'orrore arriva in Giappone. Sarà la stessa cosa?

Dopo anni di attesa e speculazioni, Silent Hill f (già prenotabile da GameStop qui) si prepara a riscrivere le regole della serie, portandoci lontano dalle nebbiose strade del Maine e immergendoci in una versione distorta e terrificante del Giappone degli anni ’60. La domanda, però, sorge spontanea: questo è davvero un Silent Hill?

Silent Hill f rappresenta il primo vero distacco dalla tradizionale ambientazione americana della serie. Ebisugaoka ha preso il posto della città simbolo della saga, e il concetto di “Otherworld” ha subito una trasformazione profonda: al posto di ruggine e filo spinato, troviamo fiori in decomposizione e radici tentacolari, come se la natura stessa fosse contaminata dall’incubo che conosciamo oramai fin troppo bene da oltre due decadi.

Questa scelta non è casuale. Konami ha voluto riportare la serie verso una forte identità giapponese, affidandosi a Ryukishi07, maestro della narrativa horror e mistery, e richiamando il leggendario Akira Yamaoka per le musiche. Il risultato sembrerebbe un’esperienza che abbraccia la tradizione horror giapponese senza rinnegare gli elementi che hanno reso Silent Hill un’icona del survival horror. Ma sarà davvero così?

Se guardiamo al passato, in effetti Silent Hill non è mai stato solo un luogo, ma un’esperienza psicologica: il senso di smarrimento, il confine sfumato tra realtà e incubo, l’orrore che si insinua nella mente prima ancora che nel corpo. Silent Hill f sembra mantenere intatta questa essenza, aggiungendo un nuovo strato di inquietudine con un’estetica più surreale e viscerale.

Il team di sviluppo ha più volte ribadito il concetto di “trovare la bellezza nell’orrore”, un’idea che dovrà attraversare verticalmente l’intero sviluppo del gioco, dal design dei mostri fino alla narrazione stessa. In fondo, non è proprio questa la filosofia che ha sempre reso Silent Hill così disturbante e visceralmente terrificante?

Di recente, il leggendario sviluppatore Masahiro Sakurai ha dichiarato quanto segue:

Un po’ di tempo fa, c’era sicuramente una tendenza a creare prodotti americanizzati, perché varie opere erano popolari negli Stati Uniti. Tuttavia, credo che gli ‘amanti dei giochi giapponesi’ all’estero non cerchino questo tipo di prodotti, ma qualcosa di unico e interessante proveniente dal Giappone.

Se prendiamo per buona la dichiarazione di Sakurai, allora Silent Hill f è la prova concreta di come il mercato giapponese non abbia più bisogno di “occidentalizzarsi” per essere apprezzato. Konami ha abbandonato le atmosfere americane della serie per abbracciare un’ambientazione profondamente giapponese, non solo nei temi e nel design, ma anche nella sua filosofia narrativa.

La protagonista, Hinako Shimizu, non è un’eroina nel senso classico, ma apparentemente una ragazza comune intrappolata in un incubo che si intreccia con il passato della sua città. Ebisugaoka, con i suoi vicoli avvolti nella nebbia e le sue strade infestate da orrori grotteschi, è ispirata a Kanayama, Geru, un luogo reale della Prefettura di Gifu. Proprio come l’iconica Silent Hill prendeva spunto da Centralia, una cittadina americana abbandonata, anche qui il confine tra realtà e incubo è sottile.

Ma a differenza del passato, Silent Hill f pare non voler essere una storia universale. Bensì sembra profondamente radicato nella cultura giapponese, nei suoi miti, nelle sue paure più viscerali. Questo lo rende meno accessibile? Forse. Ma lo rende anche un’opera più autentica, capace di spaventare con un orrore che non è fatto di cliché, ma di qualcosa di unico e insindacabilmente giapponese.

Se c’è qualche dubbio sulla direzione di Silent Hill f, sicuramente la sua classificazione può darci qualche indizio: per la prima volta nella storia del franchise, il gioco è stato valutato 18+ in Giappone. Un dettaglio sorprendente, considerando che le precedenti iterazioni erano già destinate a un pubblico adulto in Europa e Stati Uniti, ma in patria riuscivano spesso a evitare la censura più severa. Questo suggerisce che Silent Hill f non solo abbraccia un’estetica più giapponese, ma lo fa senza compromessi, esplorando tematiche e immagini ancora più disturbanti.

A confermare questa direzione è lo stesso Ryukishi07, autore della sceneggiatura, che ha dichiarato: “Non mi dispiacerebbe se fosse l’ultima cosa che scrivessi.” Un’affermazione che lascia intendere quanto il gioco sarà brutale, spietato e carico di un’angoscia profonda. Anche il Creature & Character Designer, Kera, ha rivelato di essersi ispirato a Silent Hill 2, pur cercando una nuova strada per l’identità visiva del gioco. I mostri sembrano fondere il tipico orrore psicologico della serie con elementi del folklore giapponese, creando un’estetica inedita che riesce a risultare familiare e al tempo stesso radicalmente nuova.

Quindi, Silent Hill f è un vero Silent Hill? Se Silent Hill è un luogo, allora no. Ma se Silent Hill è un’idea, un’angoscia che si insinua dentro di noi come un fiore marcescente… allora sì. Eccome.

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