Shovel Knight – Recensione

Shovel Knight – Recensione

Oramai si sente sempre parlare di Kickstarter, e di come l’idea del crowdfunding abbia cambiato il mondo dei videogiochi, permettendo (quasi) a chiunque di poter dare vita alla propria visione con l’aiuto del pubblico pagante. Ma quanti di questi progetti hanno poi effettivamente tenuto fede alle promesse, rivelandosi di successo non solo per le ingenti somme raccolte? Pochi, probabilmente potremmo contarli sulle dita di due mani e poco più. Yacht Club Games e il suo Shovel Knight rientrerebbe senza problemi in questa categoria. Il loro progetto è infatti fedele alla visione proposta ai giocatori a suo tempo, nè più nè meno che un omaggio all’epoca 8-bit, da molti considerata come l’età d’oro dei videogiochi. Ma quanto a fondo ha scavato nel passato il nostro eroe armato di badile?

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“Un badile per picchiarli, e nella fossa sotterrarli” sarebbe la frase perfetta (ma decisamente poco originale)per descrivere le avventure del nostro Shovel Knight. Come la vecchia scuola insegna, la narrazione presentata dal gioco non è altro che un pretesto per proporre al giocatore un mondo e un pacchetto che non vuole altro che essere giocato. L’amica del nostro eroe, Shield Knight, è stata rapita da una malvagia strega, che con i suoi scagnozzi ha intenzione di soggiogare il mondo al suo volere. Insomma, i ragazzi di Yacht Club Games vogliono essere classici senza mezze misure.
Ad avvalorare quest’affermazione ci pensa la progressione dei livelli, chiaramente ispirata a Super Mario Bros. 3, che si struttura su di una mappa dove selezionare i livelli ed esplorare avamposti dove trovare quest secondarie ed oggetti utili per la nostra avventura. Ciò che infatti stupisce di Shovel Knight è la capacità di creare un’amalgama convincente di elementi differenti, che vanno ad unirsi in un pacchetto che potrebbe soddisfare più di un palato: dall’amante del platform a quello dei giochi di ruolo.
Visitando villaggi e avamposti infatti, il nostro eroe potrà potenziare il proprio equipaggiamento, acquistarne di nuovo e sperimentare vari potenziamenti da utilizzare nei livelli. Non mancano inoltre quest secondarie e collezionabili, che non mancheranno di ricompensare il giocatore più cocciuto. Con buona pace dei completisti. La versione Playstation, pur mancando di sostanziali differenze, vi da la possibilità di sfidare nientemeno che Kratos, portato di peso da God of War: un contentino, se vogliamo, ma di classe!

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Dove Shovel Knight stupisce, in tutti i sensi, è nella capacità di rendere omaggio al passato non solo nella forma, ma anche nel level design. Quest’ultimo ci è parso come uno degli elementi più riusciti dell’intera opera, quasi come se Yacht Club Games avesse pescato a piene mani da una sorta di “compendio del game design”. I livelli sono complessi, ma mai frustranti, e chiedono al giocatore di utilizzare con abilità le (poche) skill del cavaliere: il salto, l’attacco e, tramite la pressione verso il basso, il salto sul badile. Pochi elementi che andranno però utilizzati in modo saggio e, soprattutto, con un grande tempismo, come da tradizione del genere. Shovel Knight è prima di tutto un gioco bello da giocare, al di là di tutto il resto.
Nonostante la sua natura nostalgica, il titolo non rinuncia ad un tocco di modernità, utile soprattutto se si cerca di far assaporare scorci del passato alle nuove generazioni. Checkpoint e vite infinite fanno capolino nella scuola del platform a scorrimento a 8 bit, senza dover rinunciare ad un soddisfacente livello di sfida. Shovel Knight non è un gioco facile, e in alcuni frangenti sarà richiesta una certa abilità col controller, ma questi espedienti rendono l’esperienza meno traumatica e più fluida. Perché rendere il titolo punitivo, quando si ha l’occasione di far riscoprire un genere ormai dimenticato in tempi moderni? Potrebbe sembrare vigliaccheria, ma la decisione degli sviluppatori è invece a nostro avviso giusta e a suo modo coraggiosa.
Dove gli sviluppatori non hanno fatto centro è invece nelle boss fight, uno degli elementi più noti del genere, che ancora oggi riempono i ricordi di chi è cresciuto a pane e Mega Man, per citarne uno. Al di là del design dei nemici, convincente e ispirato, gli scontri sono tutti piuttosto semplici a causa di pattern di attacco ripetitivi e prevedibili. Soprattutto perché tutte le boss fight si svolgono in arene vuote, prive di qualsiasi interazione o di variazioni dovute ai differenti tipi di boss. Una piccola delusione, ma non per questo meno significativa. Ci auguriamo che nel prossimo titolo (magari proprio uno Shovel Knight 2) gli sviluppatori possano migliorare soprattutto questo elemento.

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In conclusione…

È raro trovarsi di fronte a progetti di questo calibro, figli di uno sviluppo indipendente ma di un qualità tale da far impallidire nomi ben più altisonanti. Shovel Knight è un titolo quasi perfetto, che propone il meglio di un genere che appartiene al passato, e lo fa con una classe, uno stile ed un approccio di indubbio spessore. Dal level design alla colonna sonora, giocarlo significa fare un tuffo a bomba in un’altra dimensione, fatta di videogioco puro e semplice, senza i fronzoli a cui siamo abituati in questi anni.

Shovel Knight è come un fulmine a ciel sereno, pericoloso ma… lasciate perdere queste frasi ad effetto (o di circostanza), il cavaliere col badile aspetta solo voi.

Voto: 8,5/10

Mi piacciono i videogiochi e mi piace scrivere, perché non unire le due cose? So anche imitare Topolino e Joe Bastianich, ma non mi pagano per farlo.

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