Satisfactory – Anteprima

La fabbrica della soddisfazione

Satisfactory – Anteprima
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Data di Uscita:Genere:, Sviluppatore:Editore:Versione Testata:

Satisfactory è una perfetta allegoria del capitalismo, prima ancora di essere la potenziale nuova ossessione di tantissimi giocatori, nonché una sorta di simulatore di fabbriche, giusto per sintetizzare a far capire di cosa si tratti. Nel gioco si indossano i panni dell’addetto di un’azienda, spedito in missione su un pianeta lontano anni luce da casa, e l’obiettivo è quello di colonizzarlo ed estrarre quante più risorse possibili da spedire al quartier generale. Al momento, e sin dal 2016, quando iniziò lo sviluppo, il gioco è in Early Access, sia su Epic Games che su Steam, più precisamente nella versione Update 5: da una parte significa che è ancora incompleto, che ha qualche bug (soprattutto in multiplayer, come segnalato dagli sviluppatori stessi), e non ha una vera e propria trama da seguire, anche se di tanto in tanto si scovano strane reliquie aliene, di cui però non sappiamo ancora che farcene (con tanto di descrizione WIP o provvisoria). Dall’altra, ci teniamo a precisarlo, è talmente ben fatto e congegnato da non aver nemmeno chissà quale bisogno di trame o motivi per andare avanti.

Il gioco riesce a spronare il giocatore in maniera totalmente naturale: nelle primissime fasi, che fungono da tutorial, si imparano le basi del crafting e della costruzione, ma poi viene innescato un meccanismo che spinge a raccogliere risorse, costruire oggetti richiesti dal Quartier Generale, e garantirsi così nuovi Tier di costruzioni e materiali, per espandere ancora di più la propria conoscenza e ciò che è possibile realizzare. Spulciando i vari Tier, si finisce con l’acquolina in bocca a fantasticare su cosa si potrebbe fare con questo o quel nuovo device o materiale, e ci si getta a capofitto per raggiungere quanto prima l’obiettivo.

Il vero punto di forza di Satisfactory, a dirla tutta, è in realtà l’immensa libertà che offre, la stessa che permette al giocatore di fregarsene di qualsiasi obiettivo e di godersi l’esperienza coi suoi ritmi. Si può restare a un certo Tier più semplice e abbordabile così da studiarne le possibili applicazioni, oppure ignorare la parte di costruzione e darsi all’esplorazione più pura, alla ricerca di caverne e misteri nascosti negli enormi pianeti/biomi su cui potremo avviare una sessione (che sono quattro, tra deserti, foreste e pianure lussureggianti).

Il vero punto di forza di Satisfactory è l’immensa libertà che offre

Si incontrano creature (alcune innocue, altre decisamente più minacciose), da combattere con armi via via più potenti, si trovano aree inaccessibili prima di aver sbloccato una protezione per veleno e radiazioni, ma soprattutto, si individuano nuove fonti di risorse ed elementi, cruciali per avviare la produzione e per migliorare le proprie capacità di costruttore. Si parte dal ferro e, tra rame, calcare e petrolio, si raggiungono materiali via via più preziosi e raffinati. Si inizia raccogliendoli a mano, almeno nei primissimi momenti, poi si passa alla creazione di piccoli robot estrattori, ma l’obiettivo finale, e qui si torna al capitalismo, è quello in realtà di automatizzare e massimizzare efficienza e profitto.

Comincerete quindi a costruire pompe e macchinari con cui velocizzare il processo di estrazione, creando linee di trasporto (su nastri, arrivando poi anche a treni) che confluiscono poi in depositi in cui collocare il materiale grezzo, o in raffinerie che li convertono automaticamente in lingotti. Ognuno di questi macchinari ha un ingresso e un’uscita che permette di collegarli tra loro, altri anche due, quando, sbloccando nuove ricette e istruzioni, abbiamo bisogno, per esempio, di acciaio e di ferro per costruire tubi particolarmente resistenti. Il giocatore può creare un po’ di tutto anche manualmente, ma il bello sta invece proprio nel dare forma a catene di montaggio via via più complesse e arzigogolate, sviluppandole in verticale, intrecciando tra loro i nastri, creando torri di depositi. Ma tutto ciò va mantenuto: bisogna infatti fornire energia ad ogni singolo macchinario tramite una rete elettrica alimentata prima a fogliame, poi, una volta capito come farlo, con biomassa progressivamente più raffinata ed efficiente, così da lasciare che funzionino più a lungo. Se ve ne andate in giro ad esplorare il pianeta, il macchinario continua a funzionare, e se l’energia si esaurisce, la produzione si interrompe.

Andando avanti si trova però il modo di creare vere e proprie centrali elettriche, sfruttando l’acqua e il carbone. Nel nostro caso però, entrambi i materiali erano molto lontani dal nostro quartier generale, costringendoci a costruire una lunga tubatura, per l’acqua, e a predisporre un sofisticato sistema di trasporti via veicoli per la raccolta del carbone in una miniera scovata a qualche chilometro di distanza. Si può infatti salire su uno dei mezzi a quattro ruote, registrare il percorso, impartendo anche l’ordine di caricare e scaricare presso le apposite zone cargo, e tornare al quartier generale per depositare il necessario, e poi via, verso nuovi orizzonti, con il pilota automatico.

È impressionante la mole di macchinari e dispositivi, e di funzioni, anche automatiche, che è possibile impartirgli. Un gioco nel gioco, quasi, che rende Satisfactory un piccolo simulatore di ingegneria. “Piccolo” si fa per dire: già da ora può infatti offrire centinaia di ore di gioco, di esperimenti, di puro cazzeggio. La prima partita sarà un disastro, ma una sessione dopo l’altra, dimezzerete di volta in volta il tempo impiegato per raggiungere un certo Tier, perché sarete voi stessi a ragionare in modo differente di volta in volta, a rendere più efficienti le vostre macchine e ad essere più efficienti voi stessi. Un gestionale che però responsabilizza il giocatore stesso: è questa è una delle tante meraviglie offerte dal gioiello di Coffee Stain. Gli stessi mattacchioni che hanno realizzato Goat Simulator, tra l’altro, da cui ereditano un senso dell’umorismo sempre presente, che alleggerisce un bel po’ l’atmosfera, e che lo rende meno serioso e pesante.

Satisfactory è già da ora ricchissimo e mostruosamente coinvolgente

Al netto di qualche sporadico bug, e della natura incompleta dovuta allo stato di Early Access, Satisfactory è già da ora ricchissimo e mostruosamente coinvolgente. Se vi incuriosisce l’idea di creare la vostra catena di montaggio dei sogni, dovreste seriamente dargli una chance.


 

Traduttore e blogger freelance, adora (s)parlare di videogiochi e musica spaccatimpani tutto il dì. Quando può suona, gioca e legge, di tutto, anche le etichette degli shampoo. Terrore dei recensori e abbassatore di voti seriale, ha brillantemente sostituito le fatture ai suoi amati boss di Dark Souls, respingendo con caparbia ossessione e gioco di scudi qualsiasi backstab della vita sociale.

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