Samurai Shodown – Recensione

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Il ritorno del Samurai

Samurai Shodown – Recensione
Samurai Shodown – Recensione
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Sono passati la bellezza di 26 anni dall’uscita del primo Samurai Shodown, e l’ultimo capitolo ha visto la luce nel 2008.

In questo lasso di tempo abbiamo avuto 13 giochi che hanno fatto conoscere al mondo personaggi iconici e uno stile di picchiaduro diverso da quello a cui siamo abituati, fatto di fendenti millimetrici e un importantissimo studio dell’avversario alla ricerca di un’apertura nella difesa.

La serie aveva abbandonato la scena quindi da oltre 10 anni, ma SNK nonostante una situazione finanziaria non proprio rosea ha voluto rilanciarla con il nuovo Samurai Shodown, e l’assenza di un numero o sottotitoli lascia intendere la sua natura sia di prequel che di reboot per adattarsi ad un mercato che si è evoluto nel tempo, ma senza dimenticare la tradizione.

Tradizione che anzi è ben più presente rispetto all’innovazione, ed esattamente come all’epoca Samurai Shodown si presenta come un picchiaduro piuttosto atipico e particolare.

Per prima cosa dimenticate le combo chilometriche come Street Fighter, Tekken o Dragon Ball FighterZ: Samurai Shodown è un gioco che punta a ricreare la tensione dei duelli all’arma bianca, e un singolo fendente può togliere una generosa porzione della barra di vita.

Non dovrete quindi imparare chissà quali combinazioni di tasti assurde, ma se pensate che sia un gioco semplice siete totalmente fuori strada.

Samurai Shodown è un gioco che punta a ricreare la tensione dei duelli all’arma bianca, e un singolo fendente può togliere una generosa porzione della barra di vita

La vera maestria sta nel conoscere alla perfezione le mosse di ogni singolo nemico per sapere quando parare o trovare un’apertura nella difesa, rendendo quindi gli scontri una vera e propria guerra psicologica fatta di finte, scatti improvvisi, e in generale uno stile in cui la difesa conta molto di più che l’attacco.

Il set difensivo infatti prevede le classiche parate alte e basse, ma se si vuole davvero sopraffare l’avversario bisogna imparare le parate perfette (eseguibili nell’esatto istante in cui si sta per ricevere il colpo) che permettono di respingere il nemico, lasciarlo scoperto per una frazione di secondo e diminuire il tempo di recupero per contrattaccare.

Ma non è finita qua, infatti si possono eseguire delle schivate che fanno andare i colpi nemici a vuoto creando una perfetta occasione, ma se sbagliamo il tempismo saremo esposti all’attacco dell’avversario.

I più coraggiosi possono tentare anche un disarmo, una delle tecniche che richiede maggiore precisione e abilità con il pad ma che permette di far cadere l’arma al nemico lasciandolo solo con i suoi pugni.

Nel caso dovessimo subire noi un disarmo si può comunque cercare di recuperare l’arma, oppure tentare a nostra volta di disarmare il nemico eseguendo la stessa tecnica bloccando la lama a mani nude… inutile specificare come sia molto più facile a dirsi che a farsi, ma l’adrenalina e la tensione in questi momenti raggiungono livelli altissimi.

La vera maestria sta nel conoscere alla perfezione le mosse di ogni singolo nemico per sapere quando parare o trovare un’apertura nella difesa

Come possiamo vedere le opzioni di difesa sono svariate, ma anche quelle di attacco non sono da meno, e soprattutto sono quelle che presentano più novità.

I quattro trasti principali del pad corrispondono a fendenti leggeri, medi e potenti, oltre a un calcio utile per “rompere il ritmo” del nemico essendo tra le mosse più veloci ma anche con meno danno.

Salvo rari casi è praticamente impossibile connettere i fendenti tra loro in delle combo, ma utilizzandoli insieme alle frecce direzionali con movimenti simili a Street Fighter (mezze lune, quarti di giro e così via) si possono utilizzare delle mosse speciali in grado di danneggiare pesantemente il nemico.

La vera novità è l’introduzione della Barra della Furia, che in maniera simile ai picchiaduro più moderni permette di accedere ad una serie di mosse devastanti o potenziamenti temporanei.

Una volta riempito l’apposito indicatore infatti i nostri colpi faranno più danni del normale, inolte si può utilizzare una speciale mossa di Disarmo che, oltre a fare parecchio male, farà cadere anche la lama al nemico.

La Barra della Furia tuttavia si svuota dopo pochi secondi anche se non si utilizza questa mossa, per cui sta al giocatore cercare di sfruttarla al meglio… e naturalmente difendersi il più possibile in caso sia il nemico a beneficiarne.

La Barra della Furia può essere anche “forzata” per entrare in uno stato potenziato in qualsiasi momento e utilizzare una Esplosione di Furia, una tecnica in grado di arrecare enormi danni se a segno.

Si tratta di una mossa da utilizzare solo come ultima risorsa per il KO decisivo visto che una volta utilizzata distrugge completamente la Barra della Furia impedendo di utilizzarla per il resto della partita, lasciandoci quindi pesantemente svantaggiati se il nemico sopravvive.

La vera novità è l’introduzione della barra della Furia, che in maniera simile ai picchiaduro più moderni permette di accedere ad una serie di mosse devastanti o potenziamenti temporanei

Infine ogni personaggio dispone di un Attacco Speciale unico che può essere utilizzato in qualsiasi momento e può ribaltare le sorti di una battaglia visto che può togliere anche il 75% della vita al nemico, tuttavia ha un tempo di attivazione piuttosto lungo e soprattutto può essere utilizzato solo una volta a partita (non a round).

A livello di contenuti Samurai Shodown non regge il confronto con altre produzioni come Mortal Kombat 11, e oltre alle classiche modalità Allenamento e Sfida a Tempo la più corposa per il single player è la Storia, dove dovremo affrontare una serie di battaglie con ognuno dei 16 combattenti del roster (alcuni storici, altri completamente nuovi) scoprendone le motivazioni che lo portano a combattere.

Non aspettatevi tuttavia chissà quale profondità narrativa o colpi di scena, ad eccezione di brevi filmati all’inizio e alla fine non c’è molto altro ad intervallare le battaglie.

Il fulcro quindi è tutto nella componente online, ma anche qui le modalità sono unicamente match classificati o casuali.

Nelle partite che ho effettuato, salvo rari casi, il netcode si è dimostrato abbastanza solido, anche se spesso sono passati anche diversi minuti prima che il matchmaking trovasse un altro giocatore.

Interessante invece la modalità Dojo, dove una IA “apprende” il nostro stile di combattimento creando un ghost da condividere con altri giocatori online, e anche noi possiamo quindi sfidare i ghost di altri utenti.

I ghost vengono migliorati nel tempo, per cui per vedere i primi veri risultati bisognerà aspettare ancora un po’, ma è comunque una variante che potrebbe riservare sorprese.

Dal punto di vista tecnico Samurai Shodown riprende molto lo stile di Street Fighter 4 con modelli 3D caratterizzati da un cel shading che sembra quasi “dipinto”, il che si sposa perfettamente con l’anima giapponese del gioco ma non riesce a nascondere alcuni piccoli difetti.

Interessante la modalità Dojo, dove una IA “apprende” il nostro stile di combattimento creando un ghost da condividere con altri giocatori online

Stiamo pur sempre parlando di un gioco realizzato da una compagnia che non naviga proprio nell’oro, ma il risultato è comunque piacevole all’occhio e soprattutto mantiene sempre una buona fluidità.

Degna di nota anche la violenza abbastanza esplicita nel gioco, infatti i modelli dei personaggi vengono letteralmente imbrattati di sangue (proprio o dell’avversario) dopo alcuni colpi, e nel caso di attacchi particolarmente violenti come KO si può assistere anche a smembramenti o corpi tranciati a metà.

Anche qui non siamo certo a livelli di Mortal Kombat, inoltre per i più sensibili si può anche disattivare la violenza.

Conclusioni

Samurai Shodown è un picchiaduro decisamente particolare e non adatto a tutti, ma in grado di regalare grandi soddisfazioni.

Si tratta di un gioco che richiede meno tecnica “manuale”, non avendo praticamente combo, ma anche nervi saldi e soprattutto una grande pazienza e studio dell’avversario, alla ricerca di un’apertura per mandare a segno pochi colpi ma letali.

Samurai Shodown offre quindi di un’esperienza diversa dal solito, e se siete appassionati del genere, una volta superato lo spaesamento iniziale, potrebbe rivelarsi una valida alternativa ai soliti picchiaduro.

 

Good

  • Il ritorno di Samurai Shodown dopo oltre 10 anni
  • Gameplay ragionato e fedele alla tradizione, ma con spazio per l'innovazione
  • Se padroneggiato a dovere regala enormi soddisfazioni...

Bad

  • ... ma non è adatto a tutti
  • Qualche caricamento di troppo
  • Pochi contenuti sia offline che online (per ora)
8

Imperdibile

Il suo sogno è vedere un giorno la fine delle console war e tornare ai tempi in cui si giocava per divertirsi, non per contare i pixel o i frame. Nel profondo è consapevole che si tratta di un'utopia, ma nel frattempo lui si gode tutte le piattaforme disponibili sul mercato senza rinunciare a nulla, alla faccia dei fanboy. Ha una ossessione al limite del maniacale per Batman, Star Wars e il collezionismo di statue e Collector's Edition di videogiochi, tanto che la madre ancora si chiede perché semplicemente non si droghi come tutti i ragazzi della sua età... di sicuro spendeva di meno.

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