Saints Row: The Third Remastered – Recensione

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Chi fermerà i Saints?

Saints Row: The Third Remastered – Recensione
Saints Row: The Third Remastered – Recensione
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A 7 anni di distanza dall’ultimo capitolo ufficiale, non sappiamo ancora quale sarà il futuro della serie Saints Row. Deep Silver e Volition ci hanno garantito news sul quinto atto nel 2020, ma in questo periodo di incertezza, di rinvii, di “date da destinarsi” e di E3 saltati, l’annuncio arriverà entro le tempistiche previste? Nell’attesa, poco male: il brand continua a sfornare nuovi porting e riedizioni, per ricordare ai fan di azione, crimine e open world che non esiste solo Grand Theft Auto.

Ce lo ha ricordato con l’arrivo su Nintendo Switch prima del terzo, poi del quarto capitolo, e infine con questa nuova uscita, nemmeno troppo a sorpresa, ma forse un po’ fuori tempo massimo: una Remastered di Saints Row: The Third con cui però Volition e Sperasoft, già al lavoro con vari porting della saga, hanno rifatto e non poco il trucco al gioco, uscito originariamente nel 2011 e pronto a tornare il 22 maggio su PS4 e Xbox One. Il risultato, duole dirlo, non è dei migliori, complici i 9 anni sul groppone del materiale di origine, ma vediamo insieme cosa di buono c’è in questa riproposizione.

La base, il volto su cui i make-up artist digitali hanno sfoderato i loro migliori eyeliner, rossetti e chi più ne ha più ne metta, è la stessa di quasi due lustri fa: quel terzo capitolo così importante per la saga Saints Row, quello della maturità, non ancora massacrato dai problemi interni del publisher (la “vecchia” e vera THQ, fallita nel 2013) che avrebbero poi portato a un quarto capitolo frettolosamente salvato dal baratro.

Una consacrazione che andava di pari passo a quella dei Saints stessi, ormai star indiscusse e trend-setter non solo al livello locale, bensì planetario, con tanto di energy drink brandizzati e sempre più attenzioni da parte dei media. La fama però è una lama a doppio taglio, e così soldi e successo portano con sé anche le mire di pesci sempre più grandi: con l’arrivo nella più vasta, più popolosa e viziosa Steelport (Stilwater era uno stagno troppo piccolo), i nostri finiscono sotto il mirino dei Syndicate, un’organizzazione criminale armata fino ai denti.

Il volto su cui i make-up artist digitali hanno sfoderato i loro migliori eyeliner, rossetti e chi più ne ha più ne metta, è lo stesso di quasi due lustri fa: quel terzo capitolo così importante per la saga Saints Row, quello della maturità

Ma dato che in realtà tutti i mali vengono per nuocere, ecco che la guerra tra gang inizia a ingigantirsi e a spostarsi su più fronti, vedendoci in prima linea contro scagnozzi di quartiere come i Morning Star, i Luchadores e i Deckers, fino ad arrivare alla STAG, una branca super-tecnologica e cazzutissima dell’esercito americano, che piomberà sul più bello per metterci i bastoni tra le ruote ogni volta che potrà. Il nostro compito, prevedibilmente, sarà quello di annientarli un po’ per volta, conquistando le attività di facciata sparse per la città, e sopravvivendo ai loro assalti sempre più frequenti, in un’escalation di imprese criminali e colpi bassi conditi da il solito umorismo folle e dissacrante che ha sempre contraddistinto la serie.

Ed ecco che il protagonista può parlare per tutta l’avventura con dei grugniti incomprensibili (e un aspetto fuori di testa, se vorrete sfruttare il ricco editor o il vasto catalogo di vestiti sbloccabili e acquistabili), o può prendere a bastonate con un gigantesco dildo viola i nemici, magari dopo essere sceso da una buggy a forma di panda o di gatto, il tutto mentre uno dei suoi scagnozzi, con la gola distrutta da anni di eccessi, parla attraverso un autotuner che rende ogni dialogo un brano ballabile in discoteca.

Se l’attitudine anarchica e le gag reggono ancora il peso degli anni, lo stesso non lo si può dire della componente puramente ludica, che agli occhi dei giocatori di oggi risulta forse troppo semplice e schematica, dovendo guadagnarsi il rispetto sul campo svolgendo qualche missione più scenografica e narrativa, inframezzata dalle modalità che hanno reso iconica la serie, ma che dopo quasi 10 anni e svariati porting hanno perso tutta la loro carica innovativa e dissacrante, come le missioni Vandalismo, che prevedono di spargere distruzione tra le strade nel modo più caotico possibile, o le intramontabili truffe all’assicurazione, o ancora, escort mission in cui proteggere prostitute o spacciatori.

Se l’attitudine anarchica e le gag reggono ancora il peso degli anni, lo stesso non lo si può dire della componente puramente ludica

Di cose da fare e da usare, comunque, ne avrete un bel po’, e il gioco vi terrà impegnati per non meno di 15 ore, superando tranquillamente le 30 se vi dedicherete a ogni attività (in singolo o, volendo, anche in compagnia di un altro giocatore online), all’immancabile modalità “Lorda” (classica modalità a orde ma in salsa Saints Row, con ondate che aggiungono bonus e malus folli) e spolpando anche il ricco parco DLC che tra missioni, completi da indossare, armi da impugnare e folli veicoli (di terra e di aria) va a impreziosire un pacchetto già di per sé ricco (sono più di 30, pubblicati nel corso degli anni).

E al contrario di Saints Row IV, dove i super-poteri del protagonista rendevano obsoleti auto e armi, qui tornano prepotentemente cruciali per muoversi tra le strade di Steelport e per seminare il panico: le prime soprattutto si lasciano ancora apprezzare, complice una componente tuning che già all’epoca riusciva a compensare la scomparsa di tale feature da serie come Need for Speed, e che non potrà non strappare qualche lacrima ai nostalgici.

La vera novità di questa Remastered però risiede nel rinnovato comparto grafico, visibilmente migliorato rispetto all’originale (almeno su console), ma non per questo pienamente in linea con l’attuale generazione (ormai agli sgoccioli e “matura”). L’illuminazione è quella sicuramente che più ha tratto beneficio da questa riedizione, e che più va a impattare il colpo d’occhio generale, rendendo Steelport più luminosa (tanto di giorno quanto, soprattutto, di notte) e viva. A ciò contribuiscono anche un maggior numero di NPC e veicoli su schermo, un nuovo comparto effettistica (che rende le fiamme e le esplosioni soprattutto ancor più credibili e piacevoli da guardare), e riflessi più che mai genuini, tra quelli sui veicoli (anch’essi più ricchi in termini di conta poligonale) e le pozzanghere d’acqua (che si formeranno in tempo reale quando piove).

La vera novità di questa Remastered però risiede nel rinnovato comparto grafico, visibilmente migliorato rispetto all’originale, ma non per questo pienamente in linea con l’attuale generazione

Nuove texture e modelli poligonali per i membri principali del cast e per le armi, risoluzione aumentata e, almeno su PS4 Pro e Xbox One X, anche la possibilità di sbloccare il frame-rate e raggiungere (non pienamente, ma abbastanza stabilmente) i 60 fps, sono le ciliegine sulla torta di un lavoro di restyle ben più impattante di una classica remaster.

Al contempo però, appare evidente quanto necessario fosse tale lavoro, e quanto in realtà non riesca purtroppo a nascondere i 9 anni passati dall’originale, e tutta una serie di magagne, tecniche e non, ancora presenti: dalla fisica irreale e goffa (complice un effetto ragdoll esageratamente accentuato che non fa più ridere come un tempo) alle collisioni approssimative (ci sono volute 2 patch pre-lancio per non vedere più i veicoli alzarsi di qualche centimetro dall’asfalto), dall’IA lacunosa ai problemi di pathfinding della stessa, fino a un pop-up frequente e ben visibile (dai cespugli a interi grattacieli), l’anzianità del gioco si vede e si sente tutta, e non bastano chili di trucco per nasconderla.

Conclusioni

Deep Silver e Volition continuano a mungere il brand Saints Row a piè sospinto, in attesa di svelare i piani per il futuro della serie. Questa volta c’è stata quantomeno la volontà di rimaneggiare il materiale originale, offrendo un comparto grafico sicuramente più gradevole e moderno, ma i 9 anni si sentono ancora tanto dal punto di vista visivo che ludico.

Se non avete mai avuto occasione di indossare le scintillanti e folle vesti dei Saints nel loro capitolo migliore, questa è l’occasione perfetta, altrimenti il pur apprezzabile lavoro di remaster non è così imprescindibile da renderlo un vero must-have anche per chi ha più volte fatto tappa a Steelport (a meno che il prezzo di lancio “budget” non riesca a convincervi a fare nuovamente un salto).

Saints Row: The Third Remastered è disponibile per PS4 ed Xbox One da GameStopZing.

Good

  • Longevo
  • Ancora folle e divertente
  • Buon lavoro di restyle grafico...

Bad

  • ... ma i 9 anni si sentono tutti
  • I problemi tecnici e grafici non mancano
  • IA lacunosa
6.8

Discreto

Traduttore e blogger freelance, adora (s)parlare di videogiochi e musica spaccatimpani tutto il dì. Quando può suona, gioca e legge, di tutto, anche le etichette degli shampoo. Terrore dei recensori e abbassatore di voti seriale, ha brillantemente sostituito le fatture ai suoi amati boss di Dark Souls, respingendo con caparbia ossessione e gioco di scudi qualsiasi backstab della vita sociale.

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