Redeemer – Recensione

L'uomo che aveva i pugni nelle mani

Redeemer – Recensione
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Data di Uscita:Genere:, PEGI:Sviluppatore:Editore:Versione Testata:Piattaforma:

Gambitious Digital Entertainment ci ha abituato a titoli indipendenti di una certa caratura negli ultimi due anni. Quasi a non voler rompere questa tradizione, l’editore olandese ha deciso di dare spazio a Sobaka Studio, un gruppo di cinque ragazzi diventati sviluppatori, con sede a Mosca e Kaliningrad, in Russia. Redeemer è il loro primo lavoro, e per realizzarlo si sono affidati anche all’aiuto esterno di amici, familiari e partner provenienti da tutto il mondo. È indubbio quindi che dietro alla realizzazione di questo gioco si cela una smodata passione, che trasuda pixel dopo pixel in qualunque quadro di Redeemer. Il nuovo titolo di Sobaka è un principalmente un top-down shooter con elementi action che mette in primo piano violenti e brutali combattimenti che seguono la storia di Vasily, un ex-agente specializzato in operazioni nere che si è ritirato a vivere pacificamente in un monastero remoto.

Ovviamente la pacifica nuova vita del nostro protagonista non può durare molto: il suo passato torna infatti a tormentarlo sotto forma di commandos potenziati cyberneticamente. I confratelli monaci di Vasily vengono annientati, il monastero bruciato ed il nostro eroe non ha nessuna scelta se non quella di imbracciare nuovamente le armi e prepararsi a fare una strage.

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La storia di Redeemer sembra ispirata dai classici film d’azione basati sulla violenza gratuita e sul desiderio di vendetta, con un protagonista muscoloso che sembra uscito dalle pagine di un fumetto o da un videogioco piuttosto brutale (impossibile non pensare a Kratos guardando il design di Vasily). Non aspettatevi un’incredibile profondità dall’impianto narrativo del titolo, che difficilmente offre dialoghi particolarmente ispirati o colpi di scena imprevedibili. Tuttavia la storia funge da trampolino di lancio per la sfrenata azione proposta da Redeemer, un vero e proprio massacro iperviolento da godersi frame dopo frame.

Vasily ha rinunciato alla violenza molto tempo fa, dopo l’ennesimo bagno di sangue che gli ha fatto dire una volta per tutte la parola “basta”. Tuttavia, il gruppo mercenario del quale faceva parte è tornato per vendicarsi del compagno traditore, e per farlo decide di ammazzare tutti i bonzi che hanno accolto il nostro protagonista e di bruciare anche il loro monastero. Ovviamente il povero Vasily non la prende bene ed in preda alla rabbia inizia quindi a rispolverare le sue vecchie abilità omicide, trucidando in maniera cruenta uno dopo l’altro i suoi vecchi e malvagi compagni. Inizialmente potremo utilizzare le capacità di Vasily per sferrare rapide combinazioni di calci e pugni in sequenza; tenendo premuto uno dei due pulsanti potremo invece sferrare un unico attacco molto potente in grado di infliggere ingenti danni ai nostri avversari.

Un vero e proprio massacro iperviolento da godersi frame dopo frame

La barra della salute, presente in alto a sinistra, dipenderà esclusivamente dalla nostra abilità nel fare fuori più nemici possibile: uccidendo un ostile riceveremo un bonus in salute, che è l’unico modo per “guarire” il nerboruto protagonista all’interno di Redeemer. Pertanto è nel nostro interesse riuscire a distruggere più avversari nel più breve tempo possibile. Anche il tipo di uccisione avrà importanza ai fini del recupero della salute: effettuare finisher complesse, colpi di grazia spettacolari ed uccisioni furtive ci ricompenserà con un riempimento più sostanzioso  e veloce della nostra preziosa barra.

Oltre a calci e pugni, il buon Vasily è in grado di utilizzare con estrema competenza anche armi da mischia e da fuoco: abbattendo un nemico o esplorando l’ambiente avremo la possibilità di raccogliere coltelli, asce, manganelli tonfa elettrificati ma anche pistole, mitragliatori e fucili a pompa. Tutti questi strumenti d’offesa nei quali ci imbatteremo durante la nostra vendetta saranno tuttavia utilizzabili per un periodo di tempo molto limitato: le armi dedicate al corpo a corpo avranno una “barra dell’usura” che le farà consumare piuttosto velocemente (difficile utilizzare un ascia dopo averci sfondato una manciata di crani diversi) mentre le armi da fuoco che troveremo non avranno che una manciata di proiettili (che non potremo ricaricare) che esauriranno molto, molto in fretta.

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Anche l’iterazione ambientale ha un suo ruolo all’interno delle vicende proposte da Redeemer. Potremo infatti effettuare alcune particolari e truculente uccisioni ambientali, ad esempio schiantando gli avversari contro una roccia appuntita o attraverso qualche pezzo di metallo sporgente. Vasily è anche in grado di lanciare grossi massi, barili, estintori, sedie ed altri elementi reperibili durante l’esplorazione direttamente addosso ai mercenari, infliggendo una ingente dose di danni che elimineranno istantaneamente i nemici più deboli e feriranno gravemente quelli più resistenti. L’estrema violenza di Redeemer è una costante che non verrà mai meno, esattamente come nei vecchi film d’azione degli anni ’80.

Redeemer permette inoltre ai giocatori di approcciarsi agli avversari sfruttando alcune meccaniche tipiche del genere stealth. Infatti, i nemici non andranno in allerta finché non ci vedranno direttamente; pertanto se Vasily riuscirà ad avvicinarsi abbastanza ad un avversario senza essere notato, potrà effettuare un’uccisione furtiva che ci garantirà un cospicuo premio in salute. Durante la nostra run abbiamo avuto modo di applicare questo tipo di meccaniche solo una manciata di volte, perché è vero che è difficile non farsi notare, ma lo è di più il trattenersi dallo sfondare una porta ed entrare ad armi spianate. Ogni livello è a libera esplorazione, e si conclude solitamente con una boss fight dalle meccaniche semplici e piuttosto familiari. Il passaggio fra i vari capitoli del gioco è caratterizzato da cutscenes generate da tavole disegnate, blandamente animate, sopra le quali si sente il buon lavoro dei doppiatori in lingua anglosassone. Come molti titoli indipendenti moderni, purtroppo in Redeemer è totalmente assente la localizzazione italiana. Questo “ostacolo” linguistico può anche non spaventare, data l’esigua importanza della storia a favore del ben più coinvolgente gameplay.

L’estrema violenza di Redeemer è una costante che non verrà mai meno

Tecnicamente, il titolo di Sobaka Studios presenta ben più di una pecca. Abbiamo riscontrato diversi cali di framerate in alcune delle scene più concitate, ed è veramente un peccato: veder calare drasticamente il conteggio degli FPS durante una mischia contro cinque o sei nemici in un gioco che fa delle meccaniche da top down shooter il suo punto di forza, è davvero svilente. Ci è capitato di vedere il framerate scendere sotto i 30FPS e non riuscire a risalire fino alla fine del livello, compromettendo in negativo la nostra esperienza di gioco. Inoltre, il conteggio dei frame non ha mai superato i 63 al secondo, nonostante la nostra GTX 1080 Ti da 11 Gb di memoria video. Anche la gestione delle ombre e dell’anti aliasing non è propriamente al massimo, ed alcune combo soffrono di vistose compenetrazioni poligonali e qualche problema con le hitbox.

Gli avversari inoltre non godono di moltissima varietà, e dopo un po’ vi ritroverete ad affrontare familiari orde di mercenari o mutanti, che sanno purtroppo di già visto in altre mille iterazioni simili. L’IA dei nemici è poco più che sufficiente, con i classici e poco innovativi avversari che si getteranno contro di voi alla prima occasione possibile, continuando ad attaccare finché non avrete spaccato loro la testa a mani nude. La colonna sonora è sopra la media, con pezzi dai suoni profondi e coinvolgenti. Una nota finale riguarda la difficoltà del titolo: quest’ultima è infatti crescente durante tutta l’avventura, con picchi davvero imprevisti e decisamente duri in sporadici punti della trama. L’eccessiva difficoltà di questi intermezzi potrebbe frustrare i giocatori più inesperti, ma sicuramente riuscirà ad intrigare tutti gli amanti delle vere sfide.

Conclusioni

I cinque ragazzi di Sobaka Studios hanno realizzato un titolo che potenzialmente poteva dare tanto agli amanti dell’action: un top-down shooter dalle apparenze retrò e dalla violenza eccessiva, in grado di sollazzarci con devastanti combo e truculente finisher da portare a termine ad una velocità fulminea. La storia di Vasily è una continua discesa nella violenza più brutale, senza alcun rimorso e senza alcuna pietà. I più smaliziati fra i giocatori troveranno nel primo lavoro dei russi di Sobaka un titolo interessante e promettente, piagato però da un comparto tecnico che ha chiaramente bisogno di ulteriore polishing. 

Tuttavia non vogliamo punire eccessivamente il lavoro di un team volenteroso e promettente, che ha dimostrato di saper creare un titolo dalle potenzialità indiscutibili. Nonostante i suoi difetti tecnici infatti, Redeemer rimane comunque un titolo godibile, ed è dedicato principalmente agli amanti dell’ultraviolenza e dei generi più retrò. Lo consigliamo sicuramente a chi non riesce a fare a meno di una buona dose di mazzate videoludiche, senza pause ed ovviamente senza pietà.

Good

  • Tanta azione frenetica e divertente
  • Diverse combo, tutte violentissime
  • Una classica storia di vendetta

Bad

  • Cali di frame rate piuttosto fastidiosi
  • Mancanza della localizzazione italiana
  • Nemici piuttosto monotoni
7.5

Niente male

Nato nel medioevo videoludico, i fantastici anni ’80, Amedeo è cresciuto con i grandi classici del gaming, passando per tutte le console sulle quali riuscisse a mettere le mani. Appassionato fino alla morte di Star Wars e The Witcher, vive fra mondi fatti di LEGO e GDR cartacei. Nel tempo libero gli piace dare legnate in palestra e leggere libri.

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