Red Dead Redemption 2 – Analisi del terzo trailer

Red Dead Redemption 2

Miglior Comparto Narrativo - GameSoul Awards 2018
PC PS4 Xbox One
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9.7

Superbo

Red Dead Redemption 2 – Analisi del terzo trailer

L'alba di una nuova era

Red Dead Redemption 2 – Analisi del terzo trailer

America, 1899. Il declino del selvaggio west è iniziato e gli uomini di legge cacciano senza pietà le ultime bande di fuorilegge. Chi non si arrende o soccombe, verrà ucciso senza pietà. A seguito di una rapina andata male nella città di Blackwater, Arthur Morgan e la banda di Van der Linde sono costretti alla fuga. Inseguiti dagli agenti federali e dai migliori cacciatori di taglie della nazione, tutti loro dovranno derubare e combattere per sopravvivere nel cuore del territorio americano. A mano a mano che i dissapori creano fratture interne fra i vari membri, Arthur dovrà prendere delle decisioni scegliendo tra i propri ideali e la fedeltà alla banda che l’ha cresciuto… Red Dead Redemption 2 è l’epico racconto della vita in America all’alba dell’età moderna.

Rockstar Games ci ha stuzzicato per la terza volta con un nuovo trailer dell’attesissimo Red Dead Redemption 2, l’action open-world ambientato nel Far West e prequel rispetto alla storia narrata nel primo capitolo. Un trailer che dà una maggiore profondità alla trama e dal quale possiamo ricavare molte osservazioni, destinate a rimanere speculazioni fino a che non verranno ufficialmente confermate. Prima di scendere nel dettaglio di ciò che alcune scene ci hanno mostrato, partiamo dal dato più significativo che tutti già conosciamo: 1899, la fine del selvaggio west a favore di una seconda rivoluzione industriale che aveva già iniziato a mettere radici dal 1856 e avrebbe raggiunto il massimo sviluppo nell’ultimo decennio del XIX secolo (nonostante la grande depressione di fine Ottocento), l’avvento di un nuovo imperialismo e l’adozione di una politica protezionistica.

Insomma, cambiamenti importanti e radicali nei quali duelli e pistoleri non trovavano più posto, dove sul mezzogiorno di fuoco era lentamente destinato a calare il tramonto e alcuni fra i più noti fuorilegge della storia erano già polvere. Billy the Kid era caduto nel 1881 a Fort Sumner, altri l’avrebbero seguito a breve: l’infallibile Jesse James, i fratelli Frank e Tom Mc Lowry, Billy Clanton, Frank Stillwell, Curly Bill Brocius, Johnny Ringo – i famosi Cowboys, alcuni di loro morti durante l’altrettanto celebre Sparatoria all’O.K. Corral. Iniziava a non esserci più posto per chi si ostinava a vivere al di là della legge, inseguendo un periodo che ormai aveva fatto il suo tempo, e questo 1899 a cavallo (non si vuol fare facile ironia) non solo fra due secoli ma tra due periodi differenti sarà sicuramente portatore di non poche novità in termini di atmosfera e ambientazione.

Pur non mostrando nulla in termini di gameplay, da questo nuovo trailer ricaviamo tre dettagli importanti: sappiamo di più riguardo alla storia, ai personaggi e a cosa andremo a fare nel corso del gioco. Inoltre, laddove i due precedenti video erano caratterizzati da una colonna sonora triste, malinconica, e parevano voler sottolineare il fascino, la solitudine di una terra destinata a cambiare assumendo dunque il ruolo della proverbiale calma prima della tempesta, l’ultimo trailer cambia musica (letteralmente) e ci dà un assaggio di quella fase di transizione che John Marston ha spesso citato nel primo gioco: il momento in cui Dutch ha traviato i membri della banda, convincendoli a credere in lui, a seguirlo. È probabile sia questo ciò che si lascia intendere quando si parla dei “figli di Dutch”, ovvero il declino della banda come  tale, in cui conta la voce di tutti, e la nascita di una sorta di “famiglia” – una dove a dettar le regole è la singola persona, appunto Dutch. A rafforzare il concetto di frattura interna, di sbagli che chiunque può commettere nonostante la fratellanza che lega questi uomini, c’è quel sentimento di disillusione che non solo sembra prendere alcuni personaggi come potrebbe essere Arthur Morgan, ma anima lo stesso John Marston nel gioco originale: la sua, in un certo senso, ricerca di rendenzione può rappresentare un forte indizio di quanto accadrà in Red Dead Redemption 2. L’insistenza di Dutch sul fatto che i membri della banda debbano avere fede (in lui) lo pone quasi a livello di un leader religioso – un Joseph Seed di altri tempi senza, forse, lo stello livello di fanatismo.

Un’altra speculazione riguarda la presenza di personaggi femminili. Dal gioco precedente sappiamo che c’era solo una donna nella banda di Dutch: Abigail, la moglie di John Marston. Nel trailer viene tuttavia mostrato Arthur Morgan parlare con una donna bionda che non ci è familiare, ma potrebbe verosimilmente far parte a sua volta della banda. Mettendo un attimo da parte le ipotesi puramente narrative per fonderle con un possibile aspetto del gameplay, vale la pena fare una riflessione sui personaggi radunati attorno al falò: non solo da un lato rafforza il concetto di unità, famiglia, fratellanza ma in termini del tutto ludici potrebbe essere un modo per reclutare nuovi membri, come fossimo in un RPG? Non è del tutto da escludere perché nel Red Dead Redemption originale John agiva da lupo solitario, mentre qui siamo membri di un gruppo che potrebbe diventare davvero parte attiva del gameplay: si potrà forse organizzare la banda per eventuali razzie? Ci sarà una componente più gestionale? Soprattutto, l’eventuale presenza di più personaggi giocabili potrebbe aprire la strada alla co-op? Del resto già nel primo gioco si aveva un ottimo comparto multiplayer, perciò non ci sentiamo di eliminare nessuna di queste eventualità. Nell’insieme non sarebbe nemmeno troppo insolito lo sviluppo di simpatie e antipatie fra i vari membri, con linee di dialogio specifiche, tuttavia questo aspetto declinerebbe eccessivamente l’avventura verso più snodi narrativi che non sembrano nelle corde di Rockstar.

Rimanendo sui binari del gameplay, il focus sui treni sembra suggerire una decisa presenza delle rapine ai convogli – il che aprirebbe la strada a interazioni interessanti e perché no, potrebbe legarsi alla gestione della banda (o una parte di essa) di cui sopra. Abbiamo avuto anche degli scorci di combattimento corpo a corpo e di un uso più efficace della copertura, ma non essendoci nessuna vera fase di gioco rimane il dubbio se queste evidenti migliorie faranno realmente parte dell’esperienza: incrociamo le dita. Allo stesso modo, la cittadina presentata a 0:57 sembra la stessa vista nel primo video e viene quasi naturale domandarsi se non possa rappresentare una sorta di hub centrale, un punto dove prender fiato, al quale tutte le strade portano.

Interessanti anche le scene dove viene messo in mostra uno spettacolo teatrale, perché potrebbe significarne un ruolo all’interno del gioco e anche perché lo sanno tutti che i teatri sono il luogo ideale per gli assassinii, e dove un ipotetico medico sembra fare un’iniezione a un uomo – concetto che rafforza l’avvento di nuove tecnologie e dell’era moderna in generale. L’importanza data all’uomo vestito come un membro della Pinkerton, o comunque di una persona che sta dalla parte giusta della legge, indica che darà quasi certamente del filo da torcere a Dutch e la sua banda. Difficile fare ulteriori speculazioni a questo punto: il duello a 1:51 potrebbe suggerire la presenza del famoso Dead Eye, o qualcosa di affine, ma si tratta davvero di un azzardo. In conclusione, sono due le cose di cui possiamo essere totalmente certi: il fuoco quale elemento importante almeno a livello narrativo (Dutch ne parla come una benedizione) e la presenza di un giovane John Marston, bloccato in una situazione spiacevole. Non ve lo siete lasciato sfuggire, vero?

Cresciuta negli anni ’90 con un Game Boy e un Nintendo 64, è poi diventata ancora bambina un’adepta Sony a tempo pieno, ma appena può si dedica anche ad altre console.

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