Una nuova magia targata Japan Studio e Sony è pronta ad incantare piccini e grandi non ancora cresciuti del tutto…
Devo ammetterlo: in un’epoca in cui titoli all’avanguardia e visionari diventano successi commerciali (i primi che mi vengono in mente sono Dark Souls o Minecraft, ad esempio), in cui le grandi e cattive Major fanno aste per accaparrarsi sviluppatori indie sbarbatelli dalla mente brillante e smerciare così le loro visioni, mai avrei creduto che Sony avrebbe investito così tanto in titoli profondi e poetici, nonostante comunque il glorioso passato sulle precedenti console; i tempi sono cambiati, ma questa filosofia di sviluppo sembra ancora permeare il colosso nipponico. Little Big Planet ci ha fatto tornare bambini, non solo per il suo essere un platform estremamente divertente ma anche e soprattutto per averci ricordato quanto sia bello creare un mondo in cui dar vita alle nostre storie. Journey ci ha ricordato che non servono le parole per farsi comprendere, né tantomeno gameplay articolati per divertire e, soprattutto far riflettere.
La base sono le classiche meccaniche platform (e i paragoni con Little Big Planet sono inevitabili), ma, a detta del buon Gavin, uno degli elementi che più ha influenzato lo sviluppo del titolo è l’arte del Kabuki, forma teatrale prettamente nipponica: non a caso, ciò che colpisce a prima vista, è la “cornice” che ci seguirà lungo tutta l’avventura. Avremo infatti l’impressione di trovarci su di un palco, protagonisti di un’opera teatrale, con tanto di sipario aperto ai lati e folla che interagisce con le nostre gesta, ridendo di noi nel caso di capitomboli clamorosi o che inizia ad applaudire quando compiremo azioni memorabili! La stessa trama ha dell’incredibile, basata su un orso che è il re della Luna, un protagonista dalla testa mozzata e il, oppure i Puppeteer, una o forse più entità che guidano lo spettacolo e lo manovrano a proprio piacimento, il cui alone di mistero verrà rimosso unicamente progredendo nell’avventura.
Quest’ultimi, a detta di Mr. Moore, saranno davvero numerosi, cambiando continuamente e sviluppandosi in varie direzioni: abbiamo potuto visionare livelli orizzontali, verticali e a spirale, ognuno dotato di un’atmosfera propria e splendidamente realizzato. L’inizio dello sviluppo del titolo è partito proprio dalle “scenografie“, in quanto da oltre 7 anni il boss di Japan Studio raccoglieva alcune sue illustrazioni su mondi fiabeschi, tutte raccolte in un libro che, una volta mostrato a Sony, si è subito concretizzato in un nuovo titolo in lavorazione. Si è parlato di oltre 500 disegni e di un’avventura davvero lunga, quindi è lecito aspettarsi che il numero delle location visitate si aggirerà intorno a quella cifra!
Un titolo assolutamente controtendenza, come le sperimentazione degli studi interni o comunque foraggiati da Sony insegna, sicuramente da tener d’occhio data la sua natura estremamente particolare e indirizzato a quei “grandi bambini” in cerca di una nuova avventura. L’unica remora risiede nella possibilità che il titolo possieda troppi elementi in comune con il già citato Little Big Planet, ma dalla breve demo mostrata la ricca personalità di Puppeteer sembra spazzare via qualsiasi dubbio. Preparatevi ad una nuova ed immersiva esclusiva PS3 (ma mai dire mai ad un porting su PSVita) dal profondo spessore artistico!