Il DualSense di PlayStation 5 sta mostrando qualche problema di Drifting, lo stesso fenomeno che ha colpito gli stick di Nintendo Switch. Sostanzialmente, si tratta di un difetto a causa del quale uno stick risulta attivo e “sposta” costantemente il cursore (o il personaggio attivo) in una direzione. Un nuovo teardown potrebbe aver rivelato il motivo per cui questo problema continua a verificarsi. I tecnici di iFixit, un canale noto nel settore specializzato nello smontare e analizzare la tecnologia per esaminarle le funzioni, ha mostrato uno “smontaggio” del DualSense di PlayStation 5. Nulla di strano dite? Beh, questo video porta alla luce il motivo per il quale il nuovo pad potrebbe essere destinato a problemi di drifting.
iFixit afferma che i controller PlayStation, Nintendo e Xbox hanno “una lunga storia di problemi prevedibili e prevenibili” causato proprio dall’hardware montato di serie nei loro pad. Come da video qui sotto, i controller DualShock 4, Xbox One e Xbox One Elite “potrebbero facilmente superare la loro vita operativa in poco più di 400 ore di gioco”. Come qualsiasi giocatore appassionato vi dirà, non è un tempo così lungo per un pad che costa quasi 70 euro.
iFixit cita il foglio informativo del produttore delle levette, una società chiamata ALPS, che indica che le prestazioni previste per la durata di un joystick si attesterebbero a circa 2.000.000 cicli, con il “clic” del joystick in grado di durare solo 500.000 cicli. Questo perché il potenziometro (una resistenza a tre terminali con un contatto scorrevole o rotante che consente al joystick di muoversi liberamente) si consuma con l’uso ripetuto e perché il meccanismo a molla che centra il joystick inizia ad allungarsi e deformarsi con un uso coerente.
In base all’analisi iFixit, questa analisi si traduce in circa 417 ore di gioco prima che le prestazioni inizino a peggiorare. Sostanzialmente, “se un giocatore PS5 usasse la propria console per due ore al giorno, tecnicamente supererebbe l’aspettativa di vita operativa del controller entro 7 mesi”. Un risultato abbastanza scioccante.
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