Popcorn Time: Il Grande e Potente Oz

Popcorn Time: Il Grande e Potente Oz

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Pomi d’ottone e manici di scopa…

Il nuovo Raimi, da locandina, potrebbe trarre in inganno. La prima – automatica – associazione guardando il trailer di lancio è con uno degli ultimi Burton, vedi Alice in Wonderland, anch’esso fantasioso parto ad altissimo budget di mamma Disney. Chiariamo subito una cosa: la somiglianza è prettamente estetica, e nemmeno troppo marcata, in realtà.
Il progetto è ambizioso, girare un prequel del capolavoro di Fleming (correva l’anno 1939) spremendo al massimo l’odierna tecnologia ma senza nulla togliere alla vera magia dell’originale, alla sua anima: la narrazione, la fiaba.
Dal cilindro spunta il nome di Sam Raimi, e l’attenzione inizia a crescere esponenzialmente. Non è questa la sede e non mi dilungherò sull’opera del regista statunitense, vi basti un titolo estrapolato dal suo “curriculum” per ricordare con quanta meravigliosa e lucida follia sia capace di “vestire” i suoi lavori: La Casa (1981).
Il Grande e Potente Oz è un tributo all’illusione, ovvero l’essenza stessa del Cinema, ed al Mago capace di renderla immortale: il regista.
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La pellicola originale resta irraggiunta (se non irraggiungibile), ma quella di Raimi è un’ottima prova di regia e ci regala spettacoli pirotecnici (letteralmente) ed una bella storia da raccontare, senza limiti di età o di genere. Nel pot-pourri troviamo fantasy,  dramma, azione e perfino qualche (pallida) traccia di horror, genere prediletto e mai abbandonato da Raimi. Una sfavillante    indagine sul Cinema, dunque: se ha uno scopo, qual è? Stupire? Ingannare? Rapire lo spettatore con mazzi di rose che si trasformano in conigli? Cosa cerchiamo quando paghiamo il biglietto e ci accomodiamo in sala? Forse, la Magia.  L’uomo sul palco – e dietro la macchina da presa – deve regalarci una nuova dimensione, complici i necessari, fidi aiutanti: gli attori. In questo caso, stella tra le stelle luccica il trasformista James Franco, nelle sale proprio in questi giorni anche in versione gangsta con Spring Breakers di Korine.

Estro e follia ci sono…ma controllati, questo va detto: non troverete in tutto il film la malsana genialità di una scena qualunque de La Casa 2 – ad esempio – o del recentissimo ed ottimo Drag Me to Hell. In questo caso – però – i vincoli sono soprattutto dovuti al pubblico cui la pellicola è (principalmente, non solo) destinata, ma il livello rimane alto e lo spessore notevole. Consigliato, da gustarsi senza pregiudizi come si fa con una favola.

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A noi ricorda…

alicemr Alice: Madness Returns: il paragone calza solo per quanto riguarda l’ambientazione decisamente crazy ed il tocco fiabesco (virato seppia, se non proprio nero in questo caso) che caratterizza entrambe le produzioni, ma è azzeccato. Sequel del visionario American McGee’s Alice, questo macabro trionfo di follia gratuita sa regalare un’esperienza videoludica decisamente fuori dal comune.

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Buona visione, e… a venerdì prossimo con la recensione de La Madre, promettente horror prodotto dal maestro Guillermo del Toro!

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