PokePark 2: Il Mondo dei Desideri – la recensione

PokePark 2: Il Mondo dei Desideri – la recensione

Dopo l’altalenante esperimento compiuto con il primo PokePark, non tutti erano pronti a scommettere su un seguito di questo bizzarro spin-off incentrato sui celebri mostri inventati da Satoshi Tajiri. Eppure, eccoci qui oggi a parlare di PokePark 2: Il mondo dei Desideri, seguito in parte rivisto e in parte migliorato, in grado di catapultare i più piccoli e gli appassionati in un parco dei divertimenti vissuto attraverso gli occhi di un Pokèmon e non di un allenatore.

Lo ameranno: I più piccoli e i fan della serie animata.

Lo odieranno: Coloro per i quali i Pokémon sono solo strumenti da battaglia

È simile a: Animal Crossing

Titolo: PokéPark 2: Il mondo dei Desideri

Piattaforma: Nintendo Wii

Sviluppatore: Creatures Inc.

Publisher: Nintendo

Giocatori: 1/4 Off-line

Lingua: Italiano

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Il paese dei Balocchi

Trattandosi di un prodotto indirizzato a un pubblico principalmente giovane, era logico aspettarsi un incipit e uno svolgimento delle avventure piuttosto banali e poco pretenziose. Scordatevi dunque pokéDex da riempire, capipalestra da affrontare, minacce criminali da sventare e quanto altro avete imparato in questi anni di avventure con GamBoy e DS. In PokéPark 2 il giocatore è chiamato a vestire i panni di un rilassatissimo Pikachu a spasso per il parco dei divertimenti che da il nome al titolo, indagando allo stesso tempo sulla scomparsa di alcuni Pokémon attirati con l’inganno in una dimensione alternativa chiamata “Mondo dei Desideri”. Niente più, niente meno. Per tutta la durata delle quasi 10 ore richieste dall’avventura principale si esplorano aree alberate, marittime e montane, si fa amicizia con gli altri abitanti del Poképark, si scatta qualche foto e si partecipa a qualche minigioco. Il tutto in un clima estremamente pacato e semplice. Difficilmente una persona passata la decina riuscirebbe a trovare appetitivo un prodotto del genere, ma per tutti i bambini in età scolare, PokéPark 2 offre tutta una serie di attività e attrazioni in compagnia dei propri beniamini. Inutile girarci intorno, quando il gioco è così palesemente confezionato.

LA storia viene portata avanti senza troppa convinzione da simpatiche scenette animate. Torte Ipnotiche? No grazie.

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La forza di quattro

Minigiochi, nascondino, acchiapparello, quiz e lotte sono tutte attività rimaste invariate dall’episodio precedente. Per fare amicizia con altri Pokémon e poter così sbloccare nuove aree del Mondo dei Desideri è infatti richiesto il continuo confrontarsi con gli altri abitanti del parco. La novità più eclatante, nonché punto cardine dell’avventura, è la possibilità questa volta di poter scegliere fra 4 protagonisti diversi che ovviamente non potevano che essere gli starter di 5° generazione che abbiamo imparato a conoscere pellegrinando per Sinnoh: Tepig, Snivy e Oshawott. Intercambiabili in qualsiasi momento, la scelta dell’uno piuttosto che l’altro offrirà diversi approcci alle varie situazioni di gioco, oltre che gli immancabili vantaggi tattici in fase di lotta. Se Pikachu infatti non rappresenta chissà quale scelta ottimale se non per il suo carisma di indiscusso leader, l’ingenuo Oshawott è in grado di nuotare liberamente a scapito di una ridotta mobilità sulla terraferma, il focoso Tepig può contare sul migliore sprint del quartetto nonché la possibilità di abbattere determinati massi e infine l’altezzosa Snivy è capace di correre più veloce di tutti e saltare più in alto. Che si tratti di inseguire un Blitzle o affrontare un Garchomp, la scelta dell’uno o dell’altro è in grado di rendere le varie sfide più o meno facili da superare. Lungi dall’essere minimamente paragonabile a grandi classici che propongono scelte analoghe, per il pubblico di riferimento tale scelta di design rappresenta senz’altro un valore aggiunto alla produzione. L’unico vero e proprio difetto, al di la dei relativi limiti di età, è quello imputabile alla gestione dei controlli. Guidare il proprio team all’interno del PokéPark è infatti affidato al semplice uso del telecomando tenuto orizzontalmente. Una scelta dettata dall’esigenza di rendere i comandi più semplici possibili, anche se certe volte cercare di venire a capo delle situazioni con la sola croce digitale è un vero e proprio strazio. Sotto questo punto di vista, l’introduzione del Nunchuck avrebbe reso le cose più semplici e avrebbero una mappatura dei tasti più agevole.

Se la lotta si fa troppo dura è sempre possibile chiamare in soccorso uno dei pokemon con cui si è fatta amicizia precedentemente.

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Collezionali tutti

L’unica cosa immutata rispetto alla serie principale è la vena collezionistica che da sempre ha caratterizzato ogni episodio Pokémon. PokéPark 2 non fa eccezione, proponendo al giocatore più di 200 esemplari con i quali interagire, offrendo al giocatore perfino la possibilità di poter immortalare gli scatti più simpatici e divertenti all’interno del PokéPark. L’aumento della fauna locale e dei personaggi utilizzabili ha permesso al team di sviluppo di concentrarsi maggiormente sulle varie sfide, riducendo drasticamente il numero di minigiochi presenti (ridotti a soli quattro) e aumentando di contro la varietà delle situazioni proposte. Ancora una volta nulla di cosi’ eclatante o particolarmente complicato, ma comunque in grado di dare il titolo quello sprint in più in grado di far contenti anche i giocatori più smaliziati. Partendo da queste ultime considerazioni, sarebbe stata gradita una modalità co-op nel quale poter affrontare l’avventura con un amico ma purtroppo il multiplayer anche questa volta si limita ai soli “SuperGiochi“.

Nonostante i SuperGiochi proposti non siano nulla di originale, rappresentano un simpatico diversivo alle normali routine di combattimento e inseguimento.

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PokéDex 3D

Essendo un prodotto concepito per i più piccoli, uno dei punti su cui Nintendo pare essersi concentrata maggiormente è la componetene espressiva del gioco. Grafica e sonoro risultano di ottima fattura, con modelli poligonali semplici ma efficaci, animati sapientemente e in grado di trasmettere una maggiore caratterizzazione di quanto non abbiano fatto finora gli sprite 2D negli anni passati (chi lo avrebbe mai detto che Golurk fosse anche un cannone?). L’idea di trovarsi di fronte a un episodio interattivo del noto cartone animato è inoltre accentuata dalle voci dei protagonisti, in grado di riprodurre solo il proprio nome, in maniera del tutto convincente e senz’altro di più facile assimilazione che non gli strani versi che siamo abituati a sentire negli altri giochi.

Oshawott osserva sperduto la baia dell'area portuale. L'impatto visivo è senz'altro il punto più alto raggiunto dal gioco.

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Wonders Beyond

PokePark 2 non verrà senz’altro ricordato dalle generazioni a venire come lo spin-off meglio riuscito di questa nota saga, ma pur nella sua semplicità il titolo riesce comunque a farsi giocare e intrattenere, maggiormente consigliato a chi fosse alla ricerca di un gioco per introdurre i più piccini in questo vasto oceano che è il mondo videoludico. Grazie a delle meccaniche semplici e a un comparto tecnico più che adeguato, i più piccoli avranno di che divertirsi in compagnia di Pikachu e soci. Per tutti gli altri, forse è il caso di attendere Pokémon Bianco e Nero 2.

Videogiocatore incallito, divoratore di film, seguace della via del Social: praticamente una vita passata a giocare, leggere e scrivere. A volte anche contemporaneamente.

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