Pillars of Eternity II: Deadfire – Anteprima

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Avanti tutta, capitano!

Pillars of Eternity II: Deadfire
Pillars of Eternity II: Deadfire

Pillars of Eternity II: Deadfire è il sequel del pluripremiato RPG Pillars of Eternity. Piegare il mondo secondo la propria volontà è ora possibile: un'esperienza RPG ancora più profonda arricchita da tante nuove funzionalità all'avanguardia ed una totale libertà di esplorazione.

Data di Uscita:Genere:PEGI:Sviluppatore:Editore:Versione Testata:,

Pillars of Eternity è uno di quei successi che rimangono impressi nella memoria dei giocatori, una di quelle vittorie sconvolgenti su un mercato popolato da titoli con grafiche sempre più belle e contenuti sempre più poveri. Sin dal suo esordio su Kickstarter nel lontano 2012, la serie ha fatto immediatamente breccia nel cuore dei videogiocatori più Old School, raggiungendo l’obiettivo del funding completo in meno di 24 ore.

L’isometria classica di Pillars of Eternity ha convinto ed esaltato moltissimi gamers in tutto il mondo, che sono rimasti incantati per decine di ore per completare uno dei giochi CRPG (Computer Role Playing Game, è un termine solitamente indicato per indicare i giochi di ruolo classici per PC a visuale isometrica .ndr) più amati di sempre, insieme ai suoi “padri spirituali” Baldur’s Gate e Icewind DalePillars of Eternity II: Deadfire è andato ancora oltre, distruggendo il record finanziario del suo illustre primo capitolo su Kickstarter. Obsidian Entertainment ha indubbiamente fatto di nuovo centro, puntando ancora una volta sulla nostalgia e sulla capacità dello studio di creare storie narrativamente interessanti ed uniche.

Deadifre si distacca dal suo predecessore proponendo un’impresa ancora più difficile di quella vista nel primo capitolo: in Pillars of Eternity II dovremo distruggere niente di meno che un dio, Eothas, la divinità della rinascita e della luce. Ad alimentare il motore narrativo ci pensa una storia di vendetta, una rivincita dell’uomo contro gli dei, una delle storie più classiche rivisitate ancora una volta per stupirci e tenerci incollati allo schermo. L’ambientazione è profondamente diversa da quanto siamo stati abituati a vedere nel primo capitolo, perché questa volta solcheremo i mari dell’arcipelago di Deadfire, che vede sulla cartina centinaia di isole che si estendono in un vasto oceano, generoso di locations interessanti e personaggi variegati.

Pillars of Eternity II: Deadfire

Durante la scorsa settimana abbiamo avuto modo di passare un po’ di tempo con Pillars of Eternity II: Deadfire, grazie alla beta privata che si è protratta sino alla giornata di oggi. Obsidian sta creando un gioco di ruolo davvero interessante, che sembra essere in grado di oscurare addirittura il suo illustre predecessore per brillare di luce propria. Il mondo di Eora non è mai sembrato così vivo ed incredibilmente dettagliato. Ma partiamo dall’inizio: sin dalle primissime battute è chiaro che esplorazione e personalizzazione avranno una forte importanza nel gameplay di Pillars II. Il titolo di Obsidian ci accoglie con un completo editor per il nostro personaggio, ma non prima di averci fatto scegliere una fra le cinque difficoltà disponibili (Story, Relaxed, Classic, Veteran e Path of the Damned) per iniziare al meglio la nostra avventura nell’arcipelago di Deadfire. Inoltre sono presenti due feature (non accessibili però alla prima run) che aumenteranno sicuramente la rigiocabilità del titolo. Stiamo parlando della difficoltà Trial of Iron, che è sostanzialmente la versione più difficile del gioco, con una sola vita giocabile e con la morte permanente, e della Expert Mode che adatta la difficoltà dei nemici a quella del nostro party, indipendentemente dalla località dove ci troveremo.

Superata la scelta delle difficoltà ci ritroveremo di fronte ad un complesso editor per il nostro personaggio, che rappresenta un grosso passo in avanti rispetto a quello presente nel primo Pillars of Eternity. Le razze disponibili sono sei, si parte dagli Aumaua, si passa poi ai Godlike, agli Elfi, gli Umani e gli Orlan. Ogni razza avrà diritto a specifici bonus sulle caratteristiche base, mentre per quanto riguarda le classi avremo la possibilità di scegliere se cominciare con una singola classe o come personaggio multiclasse sin da subito. Inoltre, ognuno degli undici mestieri fantasy a disposizione (Barbaro, Chanter, Cipher, Druido, Guerriero, Monaco, Paladino, Chierico, Ranger, Ladro e Mago) può essere ulteriormente personalizzato scegliendo una delle sottoclassi disponibili. L’aspetto fisico è forse la feature meno curata, con una manciata di possibilità per caratterizzare l’apparenza del nostro personaggio. Il processo di creazione ricorda molto da vicino quello dei giochi di ruolo cartacei, e questa non può essere che una buona cosa. Vi ritroverete sicuramente a spendere più tempo del previsto per comprendere bene le potenzialità di tutte le razze e di tutte le classi prima di trovare la combinazione perfetta che più si adatti al vostro stile di gioco.

Il mondo di Eora non è mai sembrato così vivo ed incredibilmente dettagliato

Dopo aver creato il nostro baldo monaco, il gioco ci informa che la beta inizierà a livello sei e non a livello uno (probabilmente saltando un tutorial o un qualche tipo di missione introduttiva, forse più per evitare spoiler che altro). Arriviamo su una piccola isola dell’arcipelago di Deadfire chiamata Tikawara, popolata dalla tribù di Huana. Ovviamente non siamo i primi a raggiungere quest’isoletta, la Vailian Trading Company si è già stabilita, cerca collaborazione con i locali per reperire beni di lusso e, più in generale, qualsiasi cosa abbia un valore. Una cosa ci è saltata immediatamente agli occhi: la totale autonomia degli autoctoni di Tikawara, che conducono normalmente la loro vita, seguendo il loro lavoro ed i loro impegni nonostante la nostra presenza. Sicuramente questa caratteristica, inedita nella serie, è decisamente interessante e contribuisce a dare quel tocco di realismo che mancava nella prima istallazione del franchise. Nonostante questo, le interazioni con i personaggi non giocanti continuano ad essere il fulcro del gioco, e Obsidian promette che le nostre azioni condizioneranno anche lo sviluppo dei nostri compagni. Le azioni in combattimento sono invece in tempo reale, ma in qualunque momento possiamo “mettere in pausa” lo scontro per impartire gli ordini al nostro party.

Passando alle succulente novità di questo secondo capitolo, è chiaro che non possiamo non parlare del fantastico nuovo combattimento navale. Per un vero capitano, la propria imbarcazione è la sua casa, la sua vita, la sua anima. Ed in Pillars of Eternity II: Deadfire la nostra nave è tutto questo e molto di più; la nostra base mobile ha lo stesso ruolo della fortezza del primo capitolo, e può essere personalizzata e migliorata aumentarne la manovrabilità e la potenza, elementi necessari per navigare attraverso i pericolosi mari di Deadfire. Avremo a disposizione un equipaggio dotato di proprie capacità da sfruttare al meglio per la riuscita della nostra impresa. Dovremo ovviamente gestire al meglio le nostre risorse “piratesche” assegnandole correttamente alla postazione più adatta loro, in modo che la nave sia gestita al meglio delle sue possibilità. Il combattimento nave-contro-nave è gestito a turni tramite un’interfaccia testuale dedicata che ricorda vagamente un diario di bordo. Completando vari scontri navali avremo la possibilità di far livellare anche il nostro equipaggio. Obsidian ha confermato la presenza di diverse navi all’interno del gioco, e di diversi modi per trovare ed acquisire attrezzature, potenziamenti e personalizzazioni per la nostra imbarcazione. 

In conclusione…

Obsidian sembra riuscita a rinnovare un genere considerato statico (per non dire morto) da parecchi anni, e Pillars of Eternity II: Deadfire promette davvero molto agli amanti del gioco di ruolo isometrico. Con un’incredibile livello di dettaglio e moltissime novità all’orizzonte, questo CRPG è sicuramente uno degli acquisti obbligati del mese di aprile. Tutto, in questa seconda iterazione di Pillars of Eternity, sembra gridare al capolavoro. Certo, non è ancora ora per dare un giudizio definitivo, ma le premesse ci sono eccome. Avanti tutta, capitano!


 

Nato nel medioevo videoludico, i fantastici anni ’80, Amedeo è cresciuto con i grandi classici del gaming, passando per tutte le console sulle quali riuscisse a mettere le mani. Appassionato fino alla morte di Star Wars e The Witcher, vive fra mondi fatti di LEGO e GDR cartacei. Nel tempo libero gli piace dare legnate in palestra e leggere libri.

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