Parrot Swing e Mambo: minidroni per gioco…

...destinati a fare sul serio!

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Non occorre avere nozioni di aeronautica o investire ingenti somme per divertirsi coi nuovi minidroni di Parrot: Swing e Mambo sono pensati per soddisfare sia coloro che debuttano come piloti da remoto (e quindi non hanno mai spiccato il volo), sia chi cerca modelli di piccole dimensioni e un prezzo conveniente. In entrambi i casi i due “giocattoli” si dimostrano all’altezza delle aspettative e in grado di appagare anche i più esigenti: sono progettati per scopi ludici, ma vantano una tecnologia assai raffinata. Pur appartenendo a una fascia di prezzo ben inferiore a quella dei modelli più avanzati, ne condividono determinate caratteristiche. Perché al di là dei componenti e dei materiali più leggeri (ed economici), il sistema di stabilizzazione e controllo assistito è quasi lo stesso. Quindi risparmiare non equivale a scarso divertimento: Swing e Mambo garantiscono elevate prestazioni e sono ottimi per cominciare a fare pratica. Funzionano bene all’aperto e misurano il giusto per l’ambiente domestico, dove lo spazio è limitato e dispositivi più grandi rischiano di arrecare danni.

Parrot Swing

A colpo d’occhio ricorda la forma degli X-wing di Star Wars e forse l’assonanza del nome non è casuale. Fatto sta che il minidrone in questione è leggero (pesa 73 grammi), agile e versatile: un vero e proprio trasformista che domina l’aria. Capace di decollare (e atterrare) in verticale, passa rapidamente dalla modalità quadricottero a quella aeroplano. È sufficiente premere i grilletti del Parrot Flypad (incluso nella confezione) per ruotare l’inclinazione del velivolo affinché la propulsione sia verticale (quadricottero) oppure orizzontale (aeroplano). Quando le eliche puntano verso l’orizzonte, il drone viaggia a una velocità di 30 km/h.

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Il gamepad fornito estende la portata della connessione Bluetooth fino a 60 metri, garantendo un ampio margine di manovra per compiere acrobazie, giravolte, avvitamenti e inversioni a U.
La stabilità del mezzo si deve all’implementazione di accelerometro, giroscopio a 3 assi, sensore a ultrasuoni e di pressione, nonché una fotocamera che analizza ogni 16 millisecondi l’immagine del suolo (in modalità quadricottero) e consente di scattare fotografie in bassa risoluzione (VGA 480×640) che sono archiviate nella memoria interna (Flash) da 1 Gb. L’autonomia della batteria è di 8 minuti e la ricarica richiede 25 minuti, pertanto è meglio munirsi di batterie di scorta (solo una è compresa nel pacchetto). Il Parrot Swing è venduto a un prezzo consigliato di € 139,90 – comprensivo di Parrot Flypad.

Parrot Mambo

Si tratta di un drone davvero compatto e leggero (soli 63 grammi – senza scocca e accessori), concepito per dilettare i suoi aspiranti piloti con sfide ludiche e gare di abilità. Si presta dunque a sessioni di volo in solitario o in compagnia di amici, in appartamento o all’aria aperta. Nella confezione, sono inclusi alcuni accessori che espandono le potenzialità del Mambo, che già di base è in grado di compiere evoluzioni assistite (tramite apposite funzioni dell’applicazione FreeFlight Mini). C’è il modulo Cannon, che consiste in un minuscolo quanto innocuo lancia proiettili con una portata di 2 metri e un caricatore di 6 pallini (come quelli delle pistole ad aria compressa, ma sparati talmente piano che non ferirebbero una mosca). E poi Grabber, ovvero una pinza in grado di afferrare e trasportare oggetti di un peso non superiore ai 4 grammi. Presto saranno presentati nuovi accessori venduti separatamente, quali Illuminator, due fari direzionali LED bianchi: tramite app si potrà regolare l’intensità o lampeggiare.

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Come il suddetto modello, Mambo è dotato di accelerometro, giroscopio a 3 assi, sensore a ultrasuoni e di pressione, fotocamera VGA (con risoluzione 480×640) e memoria interna Flash da 1 Gb per immagazzinare gli scatti. Il pacchetto – per un prezzo consigliato di € 119,90 – comprende il minidrone, una singola batteria (la cui autonomia è di circa 9 minuti), i due moduli aggiuntivi (Cannon e Grabber), un set di 4 scocche, ma non il Parrot Flypad che in tal caso è un acquisto consigliato (non obbligatorio, giacché il drone si può controllare – con raggio d’azione limitato – per mezzo di app FreeFlight Mini).

Parrot Flypad

Lo abbiamo già citato, perché incluso nella confezione del Parrot Swing (e suggerito da comprare a parte per godere appieno delle potenzialità del Mambo): il telecomando ad alta precisione per minidroni trasmette il segnale tramite tecnologia Bluetooth Low Energy e copre una distanza di 60 metri.

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È compatibile coi già citati Swing e Mambo, ma anche con altri modelli Parrot come Airborne e Rolling Spider.
Ha un pratico supporto per smartphone, in modo da favorire (o non escludere) l’interazione tramite app FreeFlight Mini.
È venduto separatamente (salvo nel caso del Parrot Swing) a un prezzo consigliato di € 39,90.

FreeFlight Mini

I minidroni Parrot si pilotano così, in mancanza del Flypad. Non solo, è proprio attraverso quest’app che si controllano i parametri e le impostazioni per l’assetto dei dispositivi di Parrot compatibili col Bluetooth Low Energy (per esempio: Swing, Mambo, Airborne e Rolling Spider). Sempre con FreeFlight Mini si può configurare il telecomando Flypad ed eseguire manovre acrobatiche assistite. È disponibile per smartphone e tablet Apple e Android, ha un’interfaccia intuitiva e permette accedere ai pannelli di configurazione anche quando i minidroni sono scollegati.

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La pista di decollo per nuovi cadetti del volo controllato da remoto è spianata: i minidroni Parrot offrono una buona dose di sfida e divertimento, oltre che un ottimo rapporto tra qualità e prezzo. Costituiscono la via più agevole per iniziare a coltivare questo passatempo, acquisire coordinazione e dimestichezza coi comandi, esercitarsi in casa o all’aperto. Il vantaggio rispetto ai modelli più complessi e ingombranti è che il rischio di causare danni a oggetti o persone è quasi nullo. Persino infilando le dita in mezzo alle eliche. Sono droni leggeri, appunto, e per giunta l’acquisto ha un “peso” ridotto.


Ho cominciato a giocare quando la grafica si misurava in pixel e l'immaginazione colmava l'assenza di dettagli. Nel 2008 ho scritto la mia prima recensione per la rivista di videogiochi con cui sono cresciuto. Lì ho imparato ad andare oltre i gusti personali. E rispettare le aspettative dei lettori e il lavoro degli sviluppatori. Il fine ultimo resta il divertimento e parlare (o scrivere) di videogiochi è piacevole tanto quanto provarli, con l'entusiasmo che caratterizza la passione per questa forma d'intrattenimento (e d'arte).

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