Overwatch – Impressioni dalla Beta

Il prossimo centro di Blizzard?

Overwatch – Impressioni dalla Beta
Overwatch – Impressioni dalla Beta

Blizzard ci sa fare. O meglio, ci sa fare alla grande. Il colosso di Irvine, California, ha dopotutto una delle storie più longeve e affascinanti del panorama videoludico. Da Starcraft e Warcraft, al successo planetario di World of Warcraft, passando per Diablo e per una rinnovata strategia che li ha visti impegnati in progetti “minori” (ma ad alto profitto) ambientati nei loro universi più famosi. Blizzard, come ogni azienda che fa della creatività la sua ragion d’essere, ha anche fallito. Un fallimento devastante, pare: quel misterioso Titan, che si prefiggeva l’ambiziosa e folle volontà di diventare l’erede di World of Warcraft. Un nuovo MMORPG quindi, ibrido di generi e forse troppo anche per uno degli studi più talentuosi in circolazione.

Come ogni artista o creativo, anche Blizzard sapeva di essere ad un punto fermo, e che la fiamma di Titan andava spenta. Dalle sue ceneri, come una fenice, nacque Overwatch: uno sparatutto multigiocatore in prima persona che univa passato e presente, il gameplay tipico degli fps “arena” ad un sistema di personaggi vicinissimo alla filosofia dei MOBA. Un progetto diversamente ambizioso, ma inaspettatamente entusiasmante. Con questi presupposti ci siamo gettati nelle arene della open beta su Playstation 4, durata quasi una settimana, che ci ha permesso di testare piuttosto a fondo il gameplay, la filosofia e i tantissimi personaggi presenti, in attesa della recensione.

Overwatch è un titolo estremamente semplice, è un FPS ad arene, ognuna differente dall’altra per conformazione e strutture, dove due squadre da 6 giocatori vanno a scontrarsi per portare a casa la partita a colpi di obiettivi sempre differenti. Giocare il titolo Blizzard sarà una gioia per molti, proprio perché si va a ripescare una tipologia di esperienza estremamente ancorata al passato, e forse solo negli ultimi tempi rispolverata in modo più o meno creativo. Gli obiettivi, anche in questo caso, sono molto classici pur non rinunciando ad un pizzico di freschezza: si va dalla classica modalità di conquista della zona, alla scorta di un carico da un punto A a un punto B, a obiettivi multipli che vanno a mescolarsi tra loro. Ciò che fa di Overwatch un titolo (per ora) entusiasmante sono i suoi eroi, ben 21, tutti differenti gli uni dagli altri: dalle abilità al character design, passando per l’effettivo stile di gioco, gli eroi sono il vero contenuto del titolo Blizzard.

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Divisi in ruoli differenti (attacco, difesa, supporto, tank) ogni personaggio presenta un set di abilità differenti, un’arma da fuoco unica e richiede un tipo di approccio e strategie sostanzialmente unico, difficilmente applicabile ad un altro personaggio. Nonostante la loro specializzazione, gli eroi di Blizzard non sono fini a se stessi al di fuori del proprio ruolo all’interno nel team, e qui è riscontrabile (pur con evidenti sbilanciamenti) una certa cura da parte di Blizzard affinché tutti gli eroi funzionino a dovere e non siano svantaggiati rispetto ad altri. Un personaggio come Symmetra, ad esempio, ha un ruolo di supporto: applica scudi sui compagni, piazza delle torrette difensive ed ha un arma estremamente efficace sul corto raggio, a bilanciare la sua debolezza in termini di danni effettivi e di punti vita. Un uso saggio e intelligente delle torrette difensive però, potrebbe fare la differenza sia per quanto riguarda le uccisioni nemiche, che il supporto al proprio team.

I giocatori più timidi potranno comunque divertirsi, imparando però la gioia e la necessità assoluta di seguire la propria squadra, puntare agli obiettivi e scegliere il proprio eroe a seconda delle situazioni

Proprio su quest’ultimo aspetto è evidente il focus del titolo Blizzard: il gioco di squadra. Overwatch si gioca splendidamente da “soli”, ma è nella coordinazione con il team che potenzialmente si raggiungono vette di divertimento e di reale efficacia delle mappe di gioco. Nonostante la possibilità di parlare tramite chat vocale in-game, i giocatori più timidi potranno comunque divertirsi, imparando però la gioia e la necessità assoluta di seguire la propria squadra, puntare agli obiettivi e scegliere il proprio eroe a seconda delle situazioni. La flessibilità di Overwatch è lampante, poiché potremo cambiare eroe quante volte vorremo nella base della squadra, permettendoci così di sperimentare e di adattare il nostro stile di gioco alle esigenze della squadra. Il team ha bisogno di un altro tank ad assorbire i danni? Vi basterà riscendere in campo nelle (grosse e pelose) vesti di Wilson, per permettere agli eroi più deboli di avanzare e portare a casa la vittoria.

21 eroi richiedono una certa cura in fase di bilanciamento, ma i tanti mesi di closed beta e il continuo supporto di Blizzard porteranno probabilmente Overwatch a degli ottimi risultati: resta da analizzare il titolo con più lucidità in fase di recensione, per giudicare nella loro interezza tutti gli elementi di gioco. Resta il fatto che, dopo questa open beta, non vediamo davvero l’ora: Overwatch si è rivelato fresco, divertente ed ispiratissimo, nonostante un gunplay un po’ così così ed una generale mancanza di modalità. Ma queste saranno riflessioni per un’altra occasione.

Mi piacciono i videogiochi e mi piace scrivere, perché non unire le due cose? So anche imitare Topolino e Joe Bastianich, ma non mi pagano per farlo.

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