Onechanbara Z2: Chaos – Recensione

Onechanbara Z2: Chaos – Recensione

Tette e zombie.
O più in generale, “Tette e mostri”, se vogliamo prendere in considerazione tutte le specie per essere politicamente corretti…
Siamo consapevoli che con questo incipit può sembrare che il nostro intento sia soltanto quello di attirare la vostra attenzione (in particolare quella dei maschietti, più che altro), ma in realtà le cose non stanno proprio così. Non completamente almeno… Ma in alcuni casi non si può negare che il succo del discorso che si vuole intraprendere sia effettivamente racchiuso in quelle tre piccole e significative parole.

Onechanbara Z2: Chaos, è il sequel diretto di OneChanbara Z: Kagura – With NoNoNo!, titolo pubblicato per la vecchia generazione di console di casa Sony, e che sfortunatamente non è stato mai distribuito e localizzato al di fuori del territorio nipponico.
Noi di GameSoul abbiamo sfidato queste enormi barriere archiTETTONIche che dividono il nostro paese da quello del Sol Levante, e siamo andati oltre a quella becera e sessista superficialità, per fornirvi un’analisi dettagliata di questo nuovo titolo Tamsoft. Non ci credete?! Continuate pure a leggere allora…

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Come abbiamo detto poco fa, Onechanbara Z2: Chaos è il sequel OneChanbara Z: Kagura – With NoNoNo!, e ne continua la trama riprendendo esattamente dal punto dove era stata interrotta al termine del titolo per PlayStation 3. Lì avevamo lasciato Kagura, Saaya, Saki e Aya che, risolta la situazione riguardante il piano diabolico della regina Carmilla, avevano cominciato nuovamente a combattere tra di loro. Sì perché queste due coppie di sorelle fanno parte di due fazioni avverse, ovvero Banefuls e Vampirics, tra cui ovviamente non scorre buon sangue da tempo immemore…

Ovviamente, come sempre accade in situazioni di questo tipo, tra i due litiganti il terzo gode, o per essere più in tema, tra le quattro litiganti la quinta è quella con le tette più grosse…

Quando una persona potente viene deposta, di solito c’è subito qualcuno che ne reclama il posto come suo di diritto, ed infatti i resti della regina Carmilla non avevano ancora finito di tramutarsi in cenere, che spunta immediatamente Evange, una degli ultimi sopravvissuti degli appartenenti al Sangue Velenoso (Banefuls), a minacciare l’intera razza umana. Mentre il mondo era impegnato a combattere Carmilla, lei tramava nell’ombra per assoggettare tutto il resto del suo clan, e creare nel frattempo un vero e proprio esercito di morti viventi.
Approfittando della distrazione del combattimento delle quattro ragazze, Evange invia una fortissima donna mascherata con una grossa spada ad occuparsi di loro, e per le quattro protagoniste non c’è altra soluzione che sotterrare momentaneamente l’ascia di guerra, ed allearsi tutte insieme contro un nemico comune.

Come i suoi vecchi capitoli che hanno avuto vita sulle console Sony e Nintendo appartenenti alle vecchie generazioni, l’ultimo della serie Onechanbara è un hack’n’slash abbastanza classico, privo di qualsivoglia enigma e che richiede un minimo di esplorazione per poter proseguire attraverso i livelli. Per il resto è soltanto spade, zombie e fondoschiena femminili quasi sempre in primo piano.

La modalità principale, lo Story Mode, vi terrà occupati per poche ore effettive di gioco (all’incirca quelle che poteva contare Bem su una mano), in cui comunque ci sarà da considerare una percentuale di scarto dipendente dal rapporto che intercorre tra il livello di difficoltà scelto e la bravura del giocatore nei titoli di questo tipo. Peccato però che se non si è un veterano della serie e non si conoscono per bene i comandi, il primo impatto col titolo potrebbe non essere così semplice come si potrebbe pensare… E questo non per una difficoltà eccessiva degli avversari (a volte anche premere pulsanti a casa può trarvi fuori da brutte situazione), ma per la mancanza di un adeguato tutorial che migliori la curva di apprendimento durante i primi livelli. L’unico aiuto che verrà fornito è quello di un paio di schermate statiche che spiegano in pochissime parole l’hud di gioco ed i vari comandi assegnati ai pulsanti del controller… Basta. Finish. Kaputt. Tutto qua. E se a qualcuno dovesse venire voglia di imparare le varie combo o i colpi delle varie protagoniste, l’unica via percorribile sarà quella del memorizzare l’elenco dei comandi nel menù di pausa, o al massimo l’allenamento compulsivo nella modalità Pratica presente nel menù principale.

Se promettete di non picchiarci, potremmo affermare che la serie di Onechanbara, in generale, strizza un pochino l’occhio a quella di Devil May Cry, o meglio ancora a quella di Bayonetta visto che le protagoniste sono di sesso femminile. La cosa è parecchio evidente, soprattutto per alcuni punti in comune con la serie di Capcom, come per esempio le trasformazioni dei protagonisti, gli orb da raccogliere dai nemici, ed ovviamente anche le statue che fanno da punto di ristoro e da negozio in game. Il titolo Tamsoft però ha introdotto alcune piccole novità al format classico del nostro amico Dante, tra cui, prima fra tutte, la trasformazione di una tipologia di gioco prettamente singola, in un Hack’n’slash di squadra. Spieghiamo il concetto.

Già dal titolo precedente (l’OneChanbara Z: Kagura che vi abbiamo citato prima), era possibile affrontare i livelli di gioco portandosi in giro due personaggi, uno in campo direttamente controllato da noi, ed un altro in panchina che attende di poter entrare in campo a sostituire il titolare, o anche a combattere contemporaneamente grazie al Cross Merge. Ora questa piccola squadra si è praticamente raddoppiata, facendo salire il numero dei suoi componenti a quattro (le due coppie di sorelle appunto), che è possibile far entrare in battaglia con degli scambi tanto veloci da far impallidire tutti i lottatori della WWE, o tutte insieme in stile Royal Rumble in salsa zombie.
Chiaramente, ognuna delle ragazze ha il proprio stile di combattimento (altrimenti non avrebbe senso poter cambiare la giocatrice in campo), e questo significa di conseguenza che si dovranno migliorare singolarmente tutte le loro armi e le skill. Questo si potrà fare sia dalla specifica voce del menù principale, che attraverso le statue sparse nei livelli.

Alcune capacità ed alcuni colpi sono però comuni a tutte le protagoniste, e possono essere eseguite indipendentemente dal personaggio attualmente in campo. Una di queste è la trasformazione del sangue, ovvero il Dare Drive/Xstasy. Il Dare Drive è la trasformazione del Vampiric Clan quando assorbe una grande quantità di sangue appartenente ai Banefuls, mentre l’Xtasy è per controparte la trasformazione dei Banefuls che sono stati morsi dal Vampiric Clan. Durante queste trasformazioni, attacco, velocità e potenza delle combattenti aumentano sensibilmente, la Ecstasy Gauge si riempie di continuo dandovi la possibilità di avere ancora più potenza, ma per controparte c’è anche una continua perdita della vitalità, che se non controllata a dovere può portare alla morte della ragazza trasformata, che non sarà più disponibile fino alla fine del livello in corso.

Un’altra cosa interessante, sono le Cool Combination, ovvero delle combo eseguite con una tempistica perfetta nella pressione dei tasti, e che si paleseranno grazie all’illuminazione blu delle mani delle protagoniste. Quando una Cool Combination è in atto, i colpi successivi avranno sempre maggiore attacco, velocità e potenza man mano che la combo prosegue. Portando completamente a termine una catena di Cool Combination, sarà possibile usare un colpo finale che di solito non viene usato nelle sequenza di colpi standard, che oltre ad essere spettacolare, pulirà anche l’arma dal sangue che la appesantisce e rallenta durante i combattimenti. Inoltre, cambiare personaggio al momento giusto durante una Cool Combination, attiverà una mossa speciale chiamata Ultimate Combination, ovvero un potentissimo e specifico colpo differente per ogni ragazza. Le Ultimate Combination possono essere concatenate per ben tre volte di fila, cosa che produce una combo praticamente devastante, e che può fare strage anche di avversari particolarmente ostici.

Concludiamo questa panoramica citando due piccole features che possono considerarsi apprezzabili: i Chase ed i Boss Quick Time Event. I primi, gli inseguimenti in pratica, non sono altro che un salto in avanti mentre si punta un avversario. Questi volendo possono essere usati per muoversi velocemente attraverso il livello, ma sono soprattutto utili per colpire un gruppo di nemici troppo lontani dalla portata della propria arma. Gli altri invece, sono praticamente i Quick Time Event, o come li chiamano loro, dei QTK (Quick Time Kill), che vengono fuori durante i combattimenti contro i boss. Sono semplicemente una combinazione di tasti da premere per cominciare la sequenza, ed una serie di comandi da ripetere correttamente sul touchpad del controller. Niente di particolarmente nuovo quindi, ma di certo un qualcosa di alternativo al solito iter “cammina/ammazza/fai a pezzi” di questo genere di giochi.

Tutte queste belle mossettine potranno essere fatte sia nei sedici capitoli della storia principale, che nella modalità Missioni, che consiste in venti mini-livelli in cui si dovranno soddisfare alcuni requisiti per completarle e portarle a termine con successo.
Insomma, qualche spunto decente bisogna ammettere che i ragazzi di Tamsoft sono riusciti a tirarlo fuori, peccato però che il problema sia più che altro la realizzazione tecnica di tutto l’ambaradan… Parliamo ovviamente di un livello grafico generale terribilmente basso, leggermente migliore per le protagoniste, ma pessimo per avversari ed ambientazioni. Parliamo della totale assenza della cura grafico-estetica che si dovrebbe dare quando si crea un personaggio, come la mancanza di espressività nei volti, che sembrano praticamente incisi immobili nella cera. Parliamo di staticità quasi assoluta in capelli ed indumenti, e di ombre che praticamente fanno meno della metà del proprio dovere. In pratica, il comparto grafico fa acqua da tutte le parti.

Che poi, alla fin fine, un po’ come Escape Dead Island, Onechanbara Z2: Chaos sarebbe potuto anche essere un bel gioco, se fosse uscito negli ultimi mesi di vita della PlayStation 2…
È inutile tergiversare, quindi cerchiamo di essere onesti, soprattutto perché per quanto noi maschietti possiamo apprezzare quattro donnine mezze nude che fanno a pezzi orde di zombie, se la realizzazione finale non va, non c’è scollatura che tenga. I serissimi problemi tecnici del titolo non sono invisibili, anzi sono perennemente presenti in quasi tutte le sessioni in game, e ce ne sono per tutti i gusti. Andiamo dalla classica compenetrazione degli elementi, ai problemi di stuck dei personaggi in punti della mappa che apparentemente non hanno nulla se non un piccolissimo gradino, dalla telecamera ballerina, alla gestione a tratti improbabile delle ombre. E potremmo continuare.

Nella sezione audio fortunatamente le cose vanno un pochino meglio. La colonna sonora decisamente tecno-pop è abbastanza divertente, ed alle volte può anche essere di supporto (giusto morale, ovviamente) nelle infinite battaglie contro gli zombie. Qui poi troviamo l’ultima novità del brand, che riguarda il doppiaggio, che per la prima volta è stato reso disponibile anche in lingua inglese. È chiaro quindi che di doppiaggio e localizzazione del titolo in italiano non se ne parla nemmeno, e ci si dovrà accontentare appunto della lingua anglosassone per l’intero titolo. Per i puristi comunque, avrete sicuramente capito che è presente ovviamente la traccia dei dialoghi anche in giapponese, che a volte qualche utente preferisce per questioni di gusti e/o comprensione.

In conclusione…

Onechanbara Z2: Chaos, come del resto tutti i suoi capitoli precedenti, è palesemente un titolo ed un brand che strizza l’occhio ai classici B-movie con ragazze dalle curve prominenti e da mostri improbabili, e tra l’altro, per chi non lo sapesse, la serie vanta (si fa per dire eh…) ben due trasposizioni su pellicola (Onechanbara: The Movie e Onechanbara 2: The Movie Vortex).

Proprio per questo motivo quindi, potremmo sicuramente riferirci al nuovo Z2 come ad un titolo del genere B-games, che onestamente non riesce a superare molti dei titoli finora pubblicati sulla piattaforma Sony, piazzandosi decisamente nella parte bassa della classifica globale. Nemmeno il fatto di poter sbloccare sempre più striminziti ed ambigui costumi (chiamiamoli così…) per le protagoniste serve a fargli risalire la china. Si tratta in pratica di un titolo mediocre sotto quasi ogni aspetto, che segna dei punti a proprio favore solo nel comparto audio e nel modo in cui sfrutta le caratteristiche touch del controller, e che di conseguenza dovrebbe essere preso in considerazione solo da chi è un fan sfegatato della serie.

I pesanti problemi grafici e tecnici comunque, dobbiamo ammettere che non minano l’esperienza di gioco al cento per cento, ma se si confronta il titolo con il suo diretto predecessore, si noterà che di passi in avanti non ne sono stati fatti poi tanti (stesse location, livello grafico simile, etc.). Insomma, se state cercando un hack’n’slash come si deve, vi conviene guardare altrove, ma se donzelle svestite e morti viventi sono il vostro pane quotidiano, non dovrete fare altro che accomodarvi alla cassa.

Voto: 5/10

Fin da piccolo ho sempre amato le storie, che fossero raccontate da un libro, un fumetto, un cartone, un film, o soprattutto da un videogioco. Alcune le ho solo viste, altre le ho sentite così mie da avere l'impressione di averle vissute, ed altre ancora le ho addirittura scritte. Forse sono un pazzo o un sognatore, o tutte e due le cose. Ma continuerò a sognare ed a vivere avventure, per poter dire un giorno "fammi rubare Capitano, un'avventura dove io son l'eroe che combatte accanto a te".

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