Il Re dei pirati
La monumentale opera di Eiichiro Oda torna sulle console casalinghe di Sony con un seguito che sicuramente molti si aspettavano. Sempre legato al genere di punta di Tecmo Koei, ovvero il genere Musou, questo nuovo capitolo vi catapulterà nelle vicende di Rubber (Rufy) e della sua ciurma, alle prese con orde infinite di nemici. Siete pronti a diventare il Re dei pirati?
Lo ameranno: gli amanti del genere Musou ed i fans di One Piece.
Lo odieranno: chi odia il genere “picchia picchia” con milioni di nemici.
E’ simile a: One Piece: Pirate Warriors, Hokuto no Ken: Ken’s Rage 2, Ninety Nine Nights 2.
Titolo: One Piece: Pirate Warriors 2
Piattaforma: Playstation 3
Sviluppatore: Tecmo Koei – Omega Force
Publisher: Namco Bandai
Giocatori: 1-2
Online: 2
Lingua: Italiano (Testi) – Giapponese (Parlato)
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Una ciurma all’arrembaggio
La trama del titolo in questione, non segue alla lettera le vicende avvenute nel manga o nell’anime visto in tv, ma presenta un proseguimento alternativo ai due anni in cui i componenti della ciurma di Cappello di Paglia sono rimasti separati gli uni dagli altri per allenarsi e diventare più forti. Il periodo temporale è in pratica quello che fa da intervallo tra una serie e l’altra dell’opera, dove ritroveremo per altro tutti i protagonisti con un nuovo look e con tante nuove capacità.
Al centro di tutto, un complotto segreto della Marina, che attraverso l’uso dei Dial (dei piccoli congegni dall’aspetto di conchiglie), stava cercando di prendersi un bel vantaggio su tutti i pirati, che nel
Ahi noi, la trama globale così come ve l’abbiamo descritta, non riesce ad essere all’altezza delle nostre aspettative, risultando tendenzialmente piatta e priva degli emozionanti colpi di scena a cui in questi anni ci hanno abituato i fumetti ed i cartoni di Rufy e compagni. Nemmeno i diari secondari, ovvero le “storie” con protagonisti i personaggi comprimari e di contorno, aggiungono nulla di eccezionale, anzi, si rivelano per giunta meno curati rispetto agli equivalenti visti per esempio in Hokuto no Ken: Ken’s Rage 2. Questi infatti, invece di fornire risvolti interessanti sulla storia, proprio perché vista dagli occhi di qualcuno che non è perennemente al centro dell’attenzione, si limitano a proporre una scusa, spesso banale ed improbabile, per la quale il personaggio di turno sfidi gli astanti a dargli battaglia. Uno stratagemma che si limita ad allungare il brodo, ma che alla fine dei conti non fa guadagnare punti in più.
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Quindici uomini…
Come nel primo capitolo, troviamo all’interno del gioco il sistema di potenziamento che fa uso delle monete. Queste piccole e preziose amiche potranno essere trovate comodamente
Ogni volta che andrete in battaglia, potrete portare con voi un “aiutante”, ovvero un membro della ciurma che vi dia supporto durante alcuni colpi speciali. Il “Colpo Ciurma” infatti, una volta attivato, potenzierà gli attacchi del vostro personaggio, e per un tempo molto limitato vi darà la possibilità di caricare la barra di energia dell’aiutante. Una volta caricata questa barra, sarà possibile richiamare in campo il personaggio di supporto, che si potrà utilizzare allo stesso identico modo di quello principale.
A completare il quadro globale delle avventure di questi straordinari pirati, fa capolino anche la sezione Sfide, che consiste in alcuni livelli costruiti appositamente per personaggi di alto livello. Una sfida leggermente più ostica per saggiare le proprie abilità di combattente.
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Willy l’orbo
Le collisioni dei corpi invece, sembrano essere il tallone di Achille del comparto estetico. Molto spesso infatti i vostri colpi finiranno attraverso oggetti ed ostacoli dell’ambientazione, per non parlare dei nemici a stretto contatto con voi. Alcuni colpi speciali inoltre, potrebbero soffrire pesantemente di questo problema, come per esempio lo special di Robin, durante il quale un enorme paio di gambe schiaccerà a pestoni i nemici. Se da un punto di vista prettamente tecnico questo può essere considerato un problema, da uno più pratico si intuisce invece come sia una scelta alquanto necessaria. Limitare ogni movimento dei personaggi in base alla locazione nell’ambiente sarebbe stato di certo molto più realistico, ma sicuramente dispendioso in termini di risorse nello sviluppo.
Il comparto audio è di buon livello, anche se quello a cui di solito si fa più caso sono le urla dei nemici o comunque i classici rumori della battaglia. La localizzazione del titolo è, come si suol dire fatta a metà, ovvero i testi sono stati tutti tradotti in italiano, ma i dialoghi audio restano completamente in giapponese (a parte i sottotitoli ovviamente). In effetti, per titoli come questi (One Piece, Naruto, Ken etc), chi segue le serie in tv ha già associato una determinata voce ai personaggi, e poter usufruire dello stesso doppiaggio anche nei videogames sarebbe di certo un valore aggiunto non indifferente. Sfortunatamente però, i tempi come quelli de Il tesoro del Re Stregone, titolo dedicato a Lupin III su Playstation 2, credo proprio siano finiti… Consoliamoci col fatto che almeno questa volta, nel titolo sono stati usati i nomi originali (il protagonista infatti si chiama Rufy e non Rubber). 😐
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Porta un amico sulla nave…
Il punto è questo, sia che creiate una partita dalla sezione Online con un vostro amico, che usufruendo della richiesta di aiuto dal menù di selezione del capitolo nel Diario principale, sarete in partita per la sola durata dello stage selezionato, che una volta terminato farà chiudere la sessione multiplayer. Il che significa che se volete continuare con lo stage successivo, dovrete rifare per forza tutta la trafila.
Premesso inoltre che nelle richieste di aiuto, l’aiutante dovrà aver per forza già completato il livello per il quale dovrà dare supporto, ne consegue che nelle partite che potremmo definire “private” vige bene o male la stessa regola, cosa che impedisce al secondo giocatore di poter supportare un amico in un livello più avanzato. Provare a giocare con un amico tramite le richieste di aiuto sembra poi quasi impossibile, e questo per l’impressionante velocità con cui un qualsiasi utente “X” può infilarsi in partita appena la richiesta viene lanciata (cosa che lascia così il compagno pronto che era pronto ad entrare con un palmo di naso, perché neanche dopo due secondi netti, trova già il posto occupato).
E’ chiaro quindi che un’esperienza completa di multiplayer cooperativo non è fattibile, ed il meccanismo di partenza rende il tutto un po’ dispersivo ed a tratti snervante. Apprezzabile il fatto di poter chiedere
La rigiocabilità del titolo è direttamente proporzionale all’attrattiva che il titolo ed il suo genere esercitano sul giocatore. È chiaro che un fan sfegatato del genere Musou proverà vari personaggi su diversi livelli, magari impostando abilità e monete differenti per testarne la combinazione e trovare quella migliore; ma per un casual gamer le cose potrebbero essere abbastanza superficiali, e limitarsi ad una semplice run nel Diario principale ed alcuni livelli secondari o delle Sfide. La longevità del titolo si può poi definire con una semplice parola: subdola. Questo perché una volta terminata la prima run attraverso il prologo ed i quattro capitoli, si scopre che l’epilogo reale della storia può essere giocato solo dopo aver portato a termine alcuni Diari secondari degli altri personaggi che man mano abbiamo sbloccato (che non sono pochi). Ma non finisce qui, perché finché non completeremo tale epilogo, non avremo accesso al livello di difficoltà massimo previsto per il gioco. Insomma, si cerca di complicare qualcosa che in fondo in fondo non dovrebbe essere poi così ingarbugliato…
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In conclusione…
Preso nel suo insieme, One Piece: Pirate Warriors 2 si dimostra essere comunque un buon titolo, a patto di essere “compatibili” con il genere di giochi a cui appartiene. Diverte in maniera soddisfacente, e potrebbe sorprendere alcuni giocatori che non conoscono la serie, ma da qui ad essere il titolo definitivo per i fans sfegatati dell’opera di Oda, c’è ancora un po’ di strada da fare.
Se si può considerare ottimo il single player, si scade inesorabilmente nel multiplayer, che soffre dell’assenza di una modalità cooperativa online classica, che permetta a due giocatori di proseguire insieme nell’esperienza della storia principale senza dover ogni volta aprire una sessione multiplayer per quanti sono i livelli di gioco. Lo split-screen per la co-op locale invece, si attesta una configurazione classica, me che sfortunatamente è ben lontana dalla gestione a dir poco fantastica che abbiamo potuto provare in LEGO Il Signore degli Anelli.
In ogni caso, il titolo risulta abbastanza godibile, e, con un po’ di pazienza, può anche essere giocato in compagnia di un amico o grazie all’aiuto di emeriti sconosciuti. I fans di Oda e di One Piece, potranno assaporare la trama alternativa narrata nel Diario Principale, mentre i veterani dei titoli Musou si potranno divertire sterminando quintalate di nemici a suon di poteri dei frutti del diavolo. Se non fate di nessuna delle due categorie, provatelo, e fateci un pensierino, potreste rimanere sorpresi. TO BE CONTINUED…