Nioh 2 – Anteprima

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Squadra che vince non si cambia

Nioh 2
Nioh 2

Nioh 2 permette di padroneggiare le letali tecniche dei samurai impersonando un misterioso guerriero per metà uomo e per metà soprannaturale Yokai. L'esplorazione nel sanguinario Giappone del periodo Sengoku può avere inizio.

Data di Uscita:Genere:PEGI:Sviluppatore:Editore:

Il primo Nioh si era lasciato apprezzare per più motivi: il suo focus storico, ma anche una grande cura nella ricostruzione del folklore nipponico, a partire dai demoni e dalle creature infernali che ne popolavano il mondo di gioco, fino a un combat system e a un’impalcatura ludica che pur pescando a piene mani dalle opere di From Software, sapeva proporre un mix indubbiamente personale. Dopo aver provato una brevissima demo di Nioh 2, circa 10 minuti, la primissima sensazione è che Team Ninja abbia voluto giocare sul sicuro, il che non è necessariamente un male quando le cose funzionano. E al primo Nioh c’era davvero poco da recriminargli.

Sicuramente la prima, evidente novità è l’assenza di una figura “ingombrante” come quella di William, il vecchio protagonista attorno a cui ruotava parte del fascino della trama, a metà tra storia e leggenda. Ora invece sembra che il team abbia preferito lasciare spazio alla creatività del giocatore, con tanto di editor con cui creare il proprio avatar e con pezzi di equip contrassegnati da diverse tipologie di rarità (un po’ come i vari Destiny, Borderlands e così via).

Nioh 2

Molto più familiare invece il combat system, rimasto ben saldo alle dinamiche del passato, ancora complesse ma tremendamente appaganti, con le stance da alternare in base alla tipologia di nemico, con colpi dall’alto, dal basso e a metà altezza che influenzano tanto la difesa quanto l’offesa, richiedendo al giocatore concentrazione e capacità di adattamento in ogni circostanza, complice anche la possibilità di scagliare un attacco debole e uno più forte in base al tasto premuto, che vanno a intaccare in maniera differente la resistenza. Diventa quindi fondamentale bilanciare ogni mossa, ogni schivata, ogni parry, al fine di portare a casa la pelle, un’impresa per nulla semplice nel primo Nioh, ma che anche in questo sequel promette di essere una bella gatta da pelare.

Nioh 2, in arrivo i primi mesi del 2020 in esclusiva su PS4, non sembra voler stravolgere troppo le ottime basi gettate col primo capitolo

Nel giro di 10 minuti abbiamo infatti incrociato varie tipologie di mob comuni, facili da eliminare ma in grado di rivelarsi una discreta minaccia quando in superiorità numerica, soprattutto degli uccellacci e dei demonietti che richiedevano strategie completamente differenti, vista la differente posizione nello spazio.

Prima del temibile Mezuki, imponente e demoniaca bestia dal volto di cavallo armato di una gigantesca mannaia, abbiamo saggiato due mid-boss davvero ardui, perfetti per, da una parte, ricordarci quanto importante sia lo studio dei tanti pattern di attacco dei nemici, anche di quelli più “semplici”, tra virgolette, ma anche per testare i nuovi attacchi speciali forniti dagli Yokai, che cambiano in base a chi sceglieremo di equipaggiare come spirito guardiano, tra potenti colpi, ma anche contrattacchi in grado di bloccare le mosse dei nemici. Ognuno richiede nuclei da raccogliere e combinazioni da memorizzare, ma una volta presa confidenza, così come con la ricarica rapida del Ki, da eseguire premendo R1 al momento giusto subito dopo aver eseguito un attacco, la sensazione di potenza garantita da questo “arsenale” a nostra disposizione è impagabile.

E a conti fatti necessaria per fronteggiare le sfide che ci si pareranno davanti, proprio come il già citato Mezuki, antipasto di ciò che andremo a fronteggiare nell’opera completa.


Nioh 2, in arrivo i primi mesi del 2020 in esclusiva su PS4, non sembra voler stravolgere troppo le ottime basi gettate col primo capitolo, puntando a consolidare quanto di buono fatto, e offrendo al giocatore quanti più strumenti per adattare al proprio stile di gioco un combat system che promette di essere ancora una volta profondo e appagante.

Familiare ma nonostante tutto affascinante, complice la sua atmosfera morbosa e intrisa di folklore nipponico, demoni e mostri provenienti da fiabe dell’orrore, e soprattutto punitivo, un punto a favore per i fan del genere, consci di dover patire le pene dell’Inferno anche in questo caso (e ben felici di farlo).


Traduttore e blogger freelance, adora (s)parlare di videogiochi e musica spaccatimpani tutto il dì. Quando può suona, gioca e legge, di tutto, anche le etichette degli shampoo. Terrore dei recensori e abbassatore di voti seriale, ha brillantemente sostituito le fatture ai suoi amati boss di Dark Souls, respingendo con caparbia ossessione e gioco di scudi qualsiasi backstab della vita sociale.

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