Nintendo Switch 2 – Anteprima: l’abbiamo provato!

Siamo stati a Milano per testare quattro ore la nuova console di Nintendo, una prova su strada che ci ha lasciato nel complesso soddisfatti

Nintendo Switch 2 è sempre più vicina e l’entusiasmo cresce a ogni giorno che passa. Sebbene la presentazione non sia stata tra le migliori della grande N e si sia trascinata dietro tante critiche quante incertezze che hanno trovato risposta solo nei giorni successivi al Direct, è indubbio che la nuova console resti comunque tanto attesa. Personalmente, non andrò a negarlo, sono rimasta scottata dall’assenza dello schermo OLED, che per me sarebbe stato il cosiddetto “selling point” assieme alle altre caratteristiche, perché quella dell’azienda è una strategia ormai nota e tra al massimo un paio d’anni vedremo Nintendo Switch 2 OLED arrivare sul mercato. Certo, si potrebbe discutere del fatto che la scelta sia stata dovuta alla necessità di mantenere un prezzo contenuto, e chiaramente lo schermo LCD è spanne sopra quello dell’attuale console, ma insomma, per quanto mi riguarda c’è stata una battuta d’arresto nella mia iniziale volontà ad acquistarla subito – al netto dei giochi presentati che hanno comunque acceso il mio interesse, Donkey Kong Bananza soprattutto.

Per questo motivo ho preso parte volentieri alla presentazione tenutasi venerdì 25 aprile al The Mall di Milano, anche se definirla così è piuttosto riduttivo: all’apertura degli ingressi mi sono trovata davanti un vero e proprio ambiente da fiera, con tantissime postazioni e altrettanti addetti ai lavori pronti ad accompagnarmi alla scoperta tanto dei nuovi titoli quanto di quelli già conosciuti e rivisti in ottica Switch 2.

Un evento in grande stile che non mi aspettavo, non di questa portata quantomeno, e ho molto apprezzato: è stata sia l’occasione per rivedere più o meno vecchie conoscenze, sia per guardare con calma la console assieme ai giochi first e third party, iniziando a farmi un’idea di entrambi nelle quattro ore a  disposizione. Ne sono uscita molto più ottimista rispetto al dopo-Direct, al netto di alcuni difetti emersi durante la prova e delle demo relativamente brevi: seppur non si possa parlare di effetto “wow”, qualcosa cui Nintendo ci ha abituato negli anni, il salto generazionale c’è.

Nuova console, molti passi avanti

Partiamo dunque con una disamina sulla console. Come ho accennato, Switch 2 non vanta uno schermo OLED bensì un LCD da 7,9 pollici a 1080p: nonostante le rimostranze in merito a quest’assenza, non si può negare il netto salto in avanti rispetto all’originale Switch e al suo schermo a 720p. I colori qui sono molto più brillanti, c’è una complessiva nitidezza visiva e in termini di performance non c’è il benché minimo paragone: Mario Kart World, il primo gioco provato, in modalità portatile è uno spettacolo per gli occhi. Per i cultori della modalità docked, c’è ugualmente da rimanere soddisfatti: secondo le specifiche ufficiali la console può raggiungere i 4K a 60fps o 1440 a 120fps, in entrambi i casi con supporto HDR, portandoci dunque su un pianeta di tutt’altro calibro rispetto al passato – non che mi aspettassi di meno, dopo quasi dieci anni.

Nel complesso, forte anche dei titoli provati, le impressioni sono più che positive: siamo a un frame rate stabile di almeno 60fps, una resa estetica di tutto rispetto sia per i giochi noti come Tears of the Kingdom sia per quelli in uscita come Metroid Prime 4: Beyond, Mario Kart World o Donkey Kong Bananza e quella fluidità che aspettavo da tempo su Nintendo in modo da vedere le sue punte di diamante, in particolare, valorizzate come meritano. Rimane qualche dubbio sulla durata della batteria in modalità portatile, che per ovvi motivi non è stato possibile testare, e si attesterebbe tra le due e le sei ore e mezzo – differenza dovuta, come con la prima Switch, al gioco che si sta giocando per cui serviranno diversi test.

Devo rendere merito a Switch 2 di non avermi fatto sentire troppo la mancanza dello schermo OLED, cosa che probabilmente continuerò a lamentare, ma è anche vero che io arrivo dal modello originale del 2016; non ho preso le successive varianti e la OLED l’ho (purtroppo) avuta in prestito per un bel po’, aspettando a comprarla fiduciosa che presto o tardi sarebbe arrivata la nuova console e con essa lo schermo. Non è andata così ma dopo la mia prova posso dire di essere stata quasi convinta; quasi, perché al netto della bellezza dei giochi, di cui parlerò a breve, manca la cosiddetta “killer app” com’è stato Breath of the Wild nel 2016 che, altrimenti, mi avrebbe senza dubbio spinto per un acquisto immediato.

Detto questo, torniamo alla console perché non abbiamo finito qui. Tenendola in mano e ribaltandola come un calzino, smontandola dove possibile (ossia solo lato joy-con), si nota anche in questo caso un bell’elenco di passi avanti: nonostante il peso un poco maggiore, ho trovato Switch 2 molto più ergonomica, sebbene mi riservi di provarla per un tempo prolungato prima di esprimermi in modo definitivo, e la sensazione che mi ha trasmesso è stata quella di una maggior robustezza complessiva. Non servirebbe ricordare, ma lo faccio comunque, le fragilità dell’attuale Switch: joy-con che si allentavano troppo spesso, dock che tendeva a graffiare lo schermo e il generale terrore che qualsiasi mossa falsa la rovinasse.

Switch 2 viaggia in tutt’altra direzione, sebbene mantenga la sua consueta piattezza (avrei preferito fosse lievemente più curva per una miglior presa), presentandosi molto più reattiva negli input, con uno schermo più grande di quasi cinque centimetri senza che questo la renda ingombrante e un sistema di aggancio/sgancio migliorato. C’è ancora il dubbio del drift, altro enorme neo che ha afflitto e tuttora affligge l’attuale Switch, ma se Nintendo avrà posto maggior cura a questo aspetto potremo scoprirlo soltanto con il tempo. Un ultimo appunto sui joy-con per quanto riguarda la funzionalità mouse: complessivamente è soddisfacente, su giochi come Welcome Tour o Metroid Prime 4: Beyond è stata super reattiva, mentre su altri di terze parti ci sono state alcune incertezze e leggeri input lag. Anche in questo caso occorreranno prove approfondite di titolo in titolo per capire come si comporta in ciascuno.

Nintendo Switch 2 passa questo primo esame in scioltezza

Tirando le somme sulla console in sé, per quanto ho potuto vedere visto che sono mancate le funzionalità di game chat e gli accessori come la webcam, data la volontà di concentrarsi più sui giochi, Nintendo Switch 2 passa questo primo esame in scioltezza. Non mi espongo a dire a pieni voti perché bisognerebbe averla tra le mani per un tempo più prolungato ma come primo approccio è senza dubbio positivo: l’ho già scritto e lo ripeto, il salto generazionale si sente, né in realtà ci si poteva aspettare di meno dopo tutti questi anni di attesa.

Let’s go Bananza!

Già dal titolo è chiaro dove voglia andare a parare. Soprattutto, qual è stato il mio gioco preferito di tutto l’evento, senza nulla togliere a Mario Kart World o Metroid Prime 4: Beyond. Partiamo però dal gioco epitome di tutte le amicizie interrotte nel corso degli anni – della serie che Uno è quasi un principiante, al confronto. Per quanto mi riguarda non sono mai riuscita a trovarmi a mio agio con i giochi di kart, per il loro focus sulla derapata che ancora oggi non mi prende come potrebbe, eppure Mario Kart World mi ha catturato fin da subito, nonostante le mie prime posizioni siano state puntualmente sabotate fino a farmi finire le gare quarta ogni singola volta. Ho visto un numero limitato di piste, che sono comunque bastate a entusiasmarmi nel loro crescendo di tensione in quella che è una corsa non solo al podio ma al power-up più vicino per ostacolare gli avversari nel modo più fastidioso possibile.

Adesso i tracciati sono divisi in tre sezioni, di complessità crescente anche in termini di animazioni e in generale di dettagli a schermo, per una gara all’ultimo millisecondo in cui ogni scelta fa davvero la differenza e dove non c’è alcuno spazio per la pietà (ma questo lo si sapeva da tempo). Ora, però, la nostra cattiveria si scatena contro ben ventiquattro partecipanti in modalità multigiocatore, rispetto ai dodici cui siamo stati abituati, e di contro noi saremo vittime di un maggior numero di trucchetti: così tanti avversari a schermo significa avere una partenza un po’ più caotica del solito, che viene presto riequilibrata appena si raggiunge la parte centrale del circuito e diventa una sfida all’ultima scorrettezza nella parte finale.

Nella mia prova i veicoli non erano personalizzabili, tuttavia è stato chiaro fin da subito che optare per combinazioni ottimali farà la differenza tra vittoria e sconfitta in multigiocatore, questo anche al netto dell’abilità del giocatore. Il roster prevedeva ben sessanta personaggi, tra cui l’inedita mucca, ma il numero è destinato a crescere. Pur curiosa dell’open world, non c’è stato modo di vederlo, per cui mi sono concentrata sul multigiocatore e sulle poche piste a disposizione per farmi un’idea: indubbiamente siamo di fronte a un Mario Kart in grande stile e non solo.

La vera novità di questo gioco è la distruttibilità: non ricordo di aver mai visto un gioco in cui questo concetto è stato portato a tali livelli

A seguire c’è stato Donkey Kong Bananza, a mani (anzi, a manone) basse il mio preferito dell’evento. Sulla falsa riga di Mario Odyssey, almeno a livello concettuale poiché vede il nostro scimmione preferito esplorare diversi livelli alla ricerca delle sue amate banane, prendendo a schiaffi chi gli capita sotto tiro e superando diverse prove di abilità, la vera novità di questo gioco è la distruttibilità: non ricordo di aver mai visto un gioco in cui questo concetto è stato portato a tali livelli. Tutto, letteralmente tutto, può esser distrutto, verticalmente od orizzontalmente, non importa: non c’è ostacolo a fermare Donkey Kong, nonostante per alcuni non basti la mera forza bruta.

Nella demo che ho provato, una sola mappa dopo il prologo, una non troppo piccola parte era dedicata al prosieguo della trama mentre tutto il resto si è rivelato un enorme parco giochi in cui distruggere, distruggere e ancora distruggere. Nel mezzo, diversi minigiochi e prove di abilità che testeranno la nostra familiarità con tutte le azioni a disposizione – e sono tante. L’unico dubbio che mi lascia tutto ciò è il potenziale fattore noia; o, per dirla con altri termini, il proverbiale troppo che stroppia. Il fatto di avere così tanto da fare, distruggendo e scoprendo i numerosi segreti che ogni livello cela, c’è il rischio che questo impianto stanchi un po’ troppo presto. Non dubito dell’abilità degli sviluppatori nel creare situazioni sempre nuove e folli per mantenere vivo l’entusiasmo, però non posso evitare al tarlo di rosicchiare almeno finché non proverò il gioco completo.

Terzo in lista, il tanto chiacchierato Nintendo Switch 2 Welcome Tour, famigerato per il fatto di essere venduto e non offerto assieme alla console. Il prezzo è contenuto, vero, ma venendo da un piccolo gioiello di introduzione al sistema come Astro’s Playroom, integrato in PlayStation 5 senza costi aggiuntivi, il paragone è inevitabile e Nintendo non ne esce proprio a testa alta. Un peccato, perché l’esperienza in sé è carina, almeno per quanto ho potuto vedere nella contenutissima prova: la console stessa diventa un mondo a sé da esplorare e conoscere attraverso una serie di minigiochi, dai quali possiamo ottenere medaglie che a loro volta vanno a sbloccare varianti più complesse del minigioco appena completato.

Queste medaglie possono essere ottenute ovunque, non sono necessariamente legate alla funzionalità che si sta esplorando, e piano piano si arrivano a sbloccare le varie sezioni partendo dal joy-con sinistro, passando per lo schermo arrivando infine al Joy-Con 2 destro. Ogni attività va a introdurre e spiegare le funzionalità di Nintendo Switch 2, dal frame rate fino al mouse integrato, mostrando inoltre cosa significa una risoluzione 4K comparata all’originale Super Mario. Tutte idee ben implementate e interessanti, ripeto fin dove mi sono spinta, che soffrono la decisione di vendere questo pacchetto a una cifra seppur contenuta anziché integrarlo nella console senza ulteriori spese.

Molto gradita la possibilità di cambiare dalla mira cosiddetta tradizionale a quella con il mouse in pochissimi istanti

Che dire, infine, di Metroid Prime 4: Beyond? Molto poco, in realtà, perché anche in questo caso mi sono confrontata con una demo contenuta che prevedeva la prima missione del gioco. Le premesse per un’ottima esperienza ci sono tutte, in uno sparatutto sci-fi in prima persona che sfrutta la novità del mouse integrato nei Joy-Con 2 per consentire al giocatore di prendere meglio la mira, con una reattività di molto superiore rispetto all’uso della levetta analogica – come ben sanno i giocatori PC. Molto gradita la possibilità di cambiare dalla mira cosiddetta tradizionale a quella con il mouse in pochissimi istanti, permettendo dunque un doppio approccio immediato senza stare troppo a sparigliare le carte.

Dove ha soddisfatto un po’ meno la funzionalità del mouse è stato in un altro gioco, Drag x Drive, un curioso gioco di pallacanestro 3vs3 i cui giocatori sono in carrozzina: trattasi di un’esperienza che in modo particolare vuole concentrarsi sull’uso del mouse, la cui efficacia non si può però dire sia stata totale. Qualche piccolo intoppo, in termini di input lag e corretto riconoscimento della periferica, ogni tanto si è presentato ma confido che per il lancio la questione venga interamente risolta. Mi sono poi concentrata su un paio di titoli terze parti, come Cyberpunk 2077 e Hogwarts Legacy, assieme a Tears of the Kingdom che su Switch 2 diventa effettivamente il gioco che gli sviluppatori volevano, senza le limitazioni dell’attuale console: per quanto riguarda gli altri due, in particolare Cyberpunk, mi limito a dire che non è esattamente la piattaforma più indicata sul quale giocarli.

Chiudo questa lunga panoramica tirando le somme: Nintendo Switch 2 è la naturale evoluzione della prima console, una console nel complesso più elegante, ergonomica ed efficiente, che tuttavia non può evitare di farsi chiedere se davvero servivano dieci anni per arrivare fino a qui. Per gli appassionati è senza dubbio un acquisto imprescindibile ma, come ho già scritto, mancando il vero effetto meraviglia e con una line-up al momento mancante di una vera e propria killer app, bisognerà vedere sul lungo periodo in che modo i giochi andranno a valorizzare le sue caratteristiche e funzionalità – peraltro alla prova in questione mancavano la chat e gli accessori, per cui bisognerà tenere conto del loro impatto nell’insieme. Al netto di tutto, il primo impatto è ottimo. Non resta che vederne l’evoluzione post lancio.