NieR: Automata – Anteprima

NieR: Automata

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Superbo

NieR: Automata – Anteprima

Com'è vestire i panni di YoRHa 2B?

NieR: Automata – Anteprima

È sorprendente pensare che NieR, datato ormai aprile 2010 e acclamato dalla stampa internazionale, in Giappone sia stato accolto con un entusiasmo a dir poco tiepido; altrove resta comunque un gioco ben fuori dalla fetta mainstream di mercato e conosciuto da una nicchia un po’ ristretta di appassionati, ma nella terra del Sol Levante – seppur non si possa parlare di fallimento – non ha avuto il successo che ci si poteva aspettare da un titolo che, in quanto spin-off, espande l’universo della famosa serie Drakengard, di cui il primo capitolo è stato particolarmente apprezzato in termini di narrazione e costruzione della storia.

Tornando a noi, se l’esordio di NieR nel mondo videoludico non è stato fra i migliori almeno nella terra natia, perché oggi siamo qui (come lo siamo stati nei mesi precedenti) a parlarvi di un seguito che dal 10 marzo 2017 potrete tutti stringere fra le mani? La ragione, in un certo senso, è proprio da imputare a quella stessa stampa che all’epoca aveva ben parlato di NieR: perché se è stato deciso di lavorare a un sequel è stato grazie anche a quell’accoglienza che, per quanto ristretta, ha spinto i produttori a credere ancora una volta nelle potenzialità di un gioco non compreso appieno. Ecco dunque che NieR: Automata diventa, con un annuncio a sorpresa nel corso dell’E3, un regalo per chi in quel titolo ha creduto davvero.

E dopo averlo provato, possiamo confermare quanto valga la pena. Prima però di raccontarvi il nostro hands-on, facciamo qualche passo indietro: dove e quando è ambientato NieR: Automata? Il mondo è lo stesso post-apocalittico dell’originale, mentre temporalmente si colloca in un periodo sconosciuto dopo gli eventi di NieR e per essere precisi segue quanto accade nel quarto finale; nonostante porti avanti la tradizione di Drakengard attraverso atmosfere cupe e una narrazione ramificata, non si può considerare questo sequel come avente un collegamento diretto con il resto della serie. Nella realtà distopica che andremo a vivere, è in corso una guerra tra gli umani sopravvissuti e un esercito di macchine proveniente da un altro mondo che cerca di imporre la propria supremazia; costretti a scappare sulla Luna, gli uomini organizzano una controffensiva creando degli androidi-soldato da mandare in battaglia, dotati di abilità fuori dal comune e che assieme compongono una squadra di fanteria d’eccezione soprannominata YoRHa.

La sensazione è di avere tutto sotto controllo.

I protagonisti principali sono tre: YoRHa No. 2 Modello B, detto in breve 2B, il suo compagno 9S, un ricognitore più emotivo (ricordiamo che le emozioni sono proibite a questi androidi) della donna, e infine 2A, un prototipo obsoleto sulla stessa linea di 2B, dalla personalità introversa e che spesso preferisce muoversi in solitario. La nostra partita ha avuto una durata relativamente breve, una missione che giocata in tutta calma ha preso poco più di mezz’ora, ma proprio per questo ci ha permesso di giocarla più volte e coglierne ogni possibile aspetto: a cominciare dal gameplay. Intenzionati a mantenere lo spirito del NieR originale arricchendolo però con uno stile action migliore, i produttori si sono affidati a Platinum Games, che ha raccolto il non facile compito di mixare al meglio la componente con quella RPG senza tuttavia banalizzare o portare quest’ultima in secondo piano. Il risultato è stato un gameplay fluido, dove ogni attacco è risultato importante e preciso, qualcosa che nel lontano (ma non troppo) 2010 era molto alieno.

Più ci addentravamo nella fabbrica abbandonata dove 2B avrebbe dovuto eliminare ogni forma di ostilità, più la sensazione di avere tutto sempre sotto controllo era forte: il gioco è passato numerose volte con scioltezza dal 3D action, al 2D a scorrimento laterale a momenti che ricordavano gli shoot ’em up degli anni che furono, eppure mai una volta ci siamo sentiti disorientati, come se simili transizioni fossero per noi naturali pur non avendo alcuna idea della loro esistenza. Se combinato con una telecamera ruotabile a 360°, un vasto arsenale di armi corpo a corpo (pare siano almeno 40) per combinare attacchi leggeri e pesanti, nonché la possibilità di avvalersi del sistema “Pod” per gli attacchi dalla lunga distanza, NieR: Automata sembra proprio un gioco capace di vendersi anche solo per la sua componente action.

Andando a esaminare un po’ più a fondo, vediamo come sia possibile impostare due set di armi a seconda che si voglia quella pesante per gli attacchi primari o viceversa, e come lo stesso Pod – nei fatti è un piccolo robot che ci accompagna e funziona anche da ricognitore/sistema di comunicazione – sia con il tempo migliorabile in termini di attacchi speciali. Normalmente il suo sistema offensivo prevede una raffica di proiettili dal danno piuttosto limitato seppur ad alta frequenza, ma utilissimo se abbinato all’aggancio del nemico: progredendo nel gioco potrà tuttavia essere dotato di molteplici abilità speciali, intercambiabili durante la partita, che necessiteranno alcuni secondi di ricarica prima del loro riutilizzo.

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Ultimo e non per questo meno importante, 2B non può difendersi dagli attacchi nemici ma può schivarli dando il via, se eseguita un’elusione perfetta, a un contrattacco dalla potenza devastante, capace di sollevare in aria più di un nemico per aggredirlo ripetutamente a colpi di spada; nel caso la nostra salute scenda oltre una soglia critica, possiamo aprire un menù rapido e selezionare fra tre tipi di oggetti curativi, dal più blando al più efficace, oppure sarà il gioco stesso a prelevare un’unità – in genere piccola – dal nostro menù e usarla per guarirci. Se da un lato questa può sembrarvi una facilitazione, dall’altro non dimenticate che vi troverete coinvolti in combattimenti frenetici dove rischiate di perdere la cognizione di quante cure, effettivamente, siano state sfruttate. Farsi gestire dalla IA può non essere un gran vantaggio. La componente RPG, infine, si nota non soltanto nel vasto open world messo a disposizione ma anche nel classico sistema di level up, nella raccolta di materiali utili al crafting, nella customizzazione del proprio androide in merito all’equipaggiamento e nella possibilità di sbloccare e utilizzare differenti personaggi.

Lo spirito del NieR originale, con uno stile più action

La nostra demo si è conclusa con una boss battle letteralmente in grande stile, che durante le brevi scende d’intermezzo ha saputo portare su schermo un’ottimo assaggio di quella che sarà la forza narrativa del gioco e ci ha lasciato con un cliffhanger perfetto; accompagnato da una colonna sonora che dimostra una volta di più quanto l’audio sia il fiore all’occhiello di entrambi i giochi, NieR: Automata dimostra di aver raccolto in maniera eccellente l’eredità del suo predecessore e di averci consegnato un titolo destinato a essere memorabile, dove anche la confidenza degli stessi produttori sembra più radicata e ben si adatta a un gameplay fortemente action ma mai scontato. Non basta roteare a caso la spada, serve anche pensare.

In attesa di una futura recensione, vi ricordiamo che la demo di NieR: Automata è da oggi disponibile sul PS Store.


Cresciuta negli anni ’90 con un Game Boy e un Nintendo 64, è poi diventata ancora bambina un’adepta Sony a tempo pieno, ma appena può si dedica anche ad altre console.

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