MotoGP 19 – Recensione

La direzione è quella giusta

MotoGP 19 – Recensione
MotoGP 19 – Recensione
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Un aspetto che ho sempre criticato della serie MotoGP di Milestone è stata la poca vicinanza alla spettacolarità di uno sport folle come quello rappresentato. Mancava quel qualcosa che mi facesse capire di essere nel posto perfetto per vivere l’atmosfera della MotoGP.

In questo nuovo capitolo ho finalmente trovato qualcosa del genere, che ha catturato la mia attenzione ben prima della carriera e di un’altra introduzione altrettanto interessante quale la MotoE.

MotoGP 19 si apre col menu migliore che si possa trovare. Chiaro, limpido, con qualche sintetica animazione a renderlo dinamico al punto giusto. Il gioco tenta subito di buttarmi nella modalità Carriera, come al solito rappresentata da un sorridente Marc Marquez che da anni ormai regna quasi indisturbato nella categoria maggiore.

Si tratta come al solito di un’esperienza estremamente godibile, seppur lineare e non paragonabile in quantità di cose da fare a quella di F1 2018, con Codemasters che continua ad alzare l’asticella. La MotoGP, per certi versi, ha una portata simile a quella della Formula 1, ma in ambito gaming continua a essere leggermente indietro in molti aspetti, tranne uno.

Trattasi della grande varietà di categorie in cui ci si può tuffare, ora fin da subito. Dalla Moto3 fino alla MotoGP, la Carriera è virtualmente lunghissima e fatta di una crescita che può davvero portare un pilota neofita fino al tetto del mondo. L’importante è sentire il salto ogni volta che si cambia categoria: spoiler alert, si sente parecchio.

Ciò che non si sente è invece il rumore delle moto elettriche, limitato al solo rotolamento delle ruote sull’asfalto e al sibilo da zanzara del motore. Ancora prima di cominciare un campionato ho voluto provare una di queste moto per capire se le differenze tra Formula 1 e Formula E sono pari a quelle vivibili su due ruote.

Sì e no, perché nell’ambito Formula, oltre alla velocità di punta gioca un grande ruolo anche la deportanza, che invece non è così percettibile nelle moto. Ho dunque notato una grande differenza nel diverso peso delle moto e quindi nella loro gestione in curva, fattore che probabilmente ha portato alla decisione di limitare questi modelli a pochissimi tracciati tra quelli regolarmente sul calendario.

La vera chicca però è rappresentata dagli eventi storici, divisi in 4 epoche. Detto fuori dai denti, questa è la modalità vincente di MotoGP 19 per il modo in cui è progettata, presentata e portata a termine. È esattamente quello che cercavo nei capitoli precedenti, una videoteca interattiva che permettesse di rivivere poi virtualmente i momenti salienti di una storia di motorsport.

La vera chicca di MotoGP 19 è rappresentata dagli eventi storici

Dagli esordi della MotoGP ai giorni nostri, si passa di pilota in pilota ripercorrendo esperienze che finora erano limitate a vecchie trasmissioni di Italia 1 e video su YouTube. Ogni sfida è presentata da una descrizione e proprio da un video ufficiale, per poi simulare veramente quanto successo in diverse prove con 3 livelli di completamento, in stile Gran Turismo.

4 epoche e una marea di sfide in cui perdersi per ore, tutto assolutamente imperdibile sia per i fan di vecchia data sia per quelli che meritano di imparare da vecchie glorie, passando anche per chi, purtroppo, ci ha lasciato, come Marco Simoncelli e Nicky Hayden.

Basta con la nostalgia, ora vi parlo di futuro. In Milestone si chiama A.N.N.A. e funziona parecchio bene. È una intelligenza neurale creata dal team, di cui sono dotati i piloti avversari controllati dal computer. Dire che il risultato finale sia l’assenza di trenini è decisamente avvilente, poiché il sistema regala molto di più.

È vero, i trenini di moto non ci sono, ma gli avversari sono più di semplici pedine da sorpassare durante le gare. Sembrano umani perché fanno a volte errori decisamente umani come distrazioni, tentativi di trovare nuove traiettorie e quant’altro.

Mi è capitato qualche volta di vedermi sorpassare all’esterno in staccata come se fossi un pivellino. Ho frenato troppo presto? Posso essere più aggressivo? Sto sbagliando linea? Vedendo l’altro pilota finire quasi nella ghiaia e riprendersi timidamente ho invece capito che era solo un volenteroso tentativo di sorpasso andato male. Ciò mi piace, perché fa capire che anche la IA può finire sotto pressione e fare errori in cui anche un pilota preso dalla foga potrebbe incappare.

Per il resto, MotoGP 19 non si discosta dal suo gameplay ormai classico, simulativo al punto giusto per un gioco che deve approcciarsi a parecchie sfumature di giocatore. Trovare lo stesso realismo di un titolo a 4 ruote non è verosimile, perché manca quell’elemento meccanico in grado di renderla un’esperienza quasi 1:1 come possono fare volante e pedaliera per le auto.

Continua a piacermi dunque il modo in cui l’analogico deve essere studiato per piegare bene in anticipo prima di affrontare una curva. Perdere inoltre il controllo del posteriore in trazione è sì deleterio per il tempo sul giro, ma quelle piccole derapate sono dannatamente soddisfacenti quando recuperate in tempo. Per lo spettacolo, questo e altro.

In Milestone il futuro si chiama A.N.N.A. e funziona parecchio bene

MotoGP 19 sfrutta bene anche il nuovo corso del motore di gioco, con Milestone che ha appunto deciso di unirsi a Unreal Engine. Tutto funziona ad eccezione del frame-rate, ancora una volta fisso sui 30 fps. Per un titolo di corse, dove la decisione split-second è a volte critica, non va decisamente bene.

Infine, MotoGP 19 si prepara anche al futuro imminente dell’eSport con server dedicati e una modalità multiplayer che strizza l’occhio alla regia. La modalità spettatore non è mai stata così importante come oggi, epoca in cui i giocatori non vogliono solo giocare, ma anche vedere giocar bene altre persone. La competizione sana è estremamente importante e questa cultura elettronica continua ad espandersi anche nel nostro Paese. Il fatto che gli sviluppatori (anche completamente nostrani come Milestone) ne seguano il corso con ripetuto ardore non può fare che bene a un settore in costante miglioramento.

Conclusioni

MotoGP 19 mi ha soddisfatto. Non è ovviamente il capitolo “ultimate” della serie, ma è un netto miglioramento rispetto a quelli precedenti e un buon modo per far capire ai fan che la direzione presa da Milestone è quella giusta.

Il gameplay non cambia, ma col senno di poi nemmeno dovrebbe. L’intelligenza artificiale fa già il suo dovere e non può che migliorare col tempo. La modalità storica è un museo davvero entusiasmante che fa luce sulla leggenda di questo sport e la modalità multiplayer funziona finalmente bene e stabilmente.

Il prossimo passo è il campionato eSport, che sta per arrivare. Ci sono ancora accorgimenti grafici da applicare, un aspetto che forse dopo due anni dovrebbe essere approfondito, ma per il resto penso che i fan della MotoGP possano avere quest’anno un valido prodotto in cui perdersi per imitare i propri beniamini.

Good

  • Numerose sfide storiche
  • Tante categorie da vivere
  • A.N.N.A. funziona già a dovere
  • Multiplayer all'altezza

Bad

  • Frame-rate ancora bloccato a 30fps su console
  • Unreal Engine va sfruttato ancora meglio
8

Imperdibile

Sta cercando da tempo di trasformare le sue passioni in un vero lavoro. A parte i videogiochi, ciò che sogna è essere regista/sceneggiatore di un film, visto l'amore per fotografia e video-editing. Nel frattempo fa vedere quanto è scarso su Twitch (http://www.twitch.tv/ilcermallo).

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