Moss: Book II – Recensione

La fiaba della piccola Quill torna in grande spolvero

Moss: Book II – Recensione
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Moss: Book II, esattamente come il diretto prequel a dire il vero, torna in forma smagliante su PlayStation VR 2, acquistabile sullo shop online di GameStop, a poco meno di un anno esatto dall’esordio sul vecchio visore di Sony. Esattamente come per il primo capitolo di questa ammaliante favola interattiva, già all’epoca ci si poteva godere un’avventura ben scritta, impreziosita da un level design brillante, artisticamente ispiratissima.

Dodici mesi e un salto generazionale dal punto di vista hardware dopo, Moss: Book II splende ancor più intensamente, forte di tutta una serie di piccole e grandi migliorie che lo rendono tra i migliori titoli di lancio di PlayStation VR 2, nonché un’esperienza sostanzialmente imprescindibile per tutti gli entusiasti di questa tecnologia che a poco a poco sta convincendo fette di videogiocatori sempre più ampie.

Questo secondo episodio, narrativamente parlando, inizia un secondo dopo la conclusione del prequel. La giovane e coraggiosa Quill ha tratto in salvo lo zio Argus e ha appena abbattuto il gigantesco Sarffog, passaggio intermedio imprescindibile per poter sperare di avere la meglio sull’Arcano, malvagio arcinemico che minaccia di distruggere la dimensione abitata dalla piccola eroina, efferato piano che andrà sabotato in combinazione con il Lettore, ovvero il videogiocatore stesso che, equipaggiato di PlayStation VR 2, è qui chiamato al doppio compito di controllare Quill e, al tempo stesso, di agire come una sorta di divinità onnisciente in grado di interagire all’occorrenza con lo scenario.

Se non avete giocato l’originale ovviamente qualche passaggio della storia andrà perso, ma gli sviluppatori si sono preoccupati di inserire un pratico ed esaustivo riassunto della puntata precedente nel menù principale. Inoltre, sebbene i fan navigati svilupperanno immediatamente una smodata empatia con l’espressiva Quill, bastano un paio di schermate per affezionarsi alla giovane topolina. Meglio averlo giocato il prequel, insomma, ma il non averlo fatto non preclude affatto la possibilità di godersi un’avventura piacevole, divertente, suggestiva.

Moss: Book II annuncio

Del resto, basta la prima schermata per accorgersi di come anche in titoli in terza persona la realtà virtuale possa donare qualcosa che manca ai videogiochi tradizionali. Ogni scenario è ripreso dal punto di vista del videogiocatore, che può eventualmente svelare angoli e sezioni inizialmente occultate semplicemente muovendo collo e spalle. Non solo, ma immergendo l’utente nello scenario si ha costantemente l’idea di esplorare letteralmente un libro illustrato, sensazione ulteriormente accresciuta dalle proporzioni ridotte di edifici, sale, spazi aperti.

Sì, perché il mondo di Moos: Book 2 è davvero su misura di topolino. Tutto appare e viene percepito come miniaturizzato, ulteriore dettaglio che fa risaltare un art design che, unitamente ad un comparto grafico assolutamente convincente, ammalia e abbaglia, schermata dopo schermata il videogiocatore.

Tra castelli, grotte e palazzi diroccati, ogni scenario di Moss: Book II saprà lasciarvi a bocca aperta

C’è il gameplay, come diremo a breve, un gameplay di tutto rispetto, ma la produzione Polyarc, inutile negarlo, conquista proprio per la sua estetica. Lo aveva già fatto ai tempi del vecchio visore Sony, figurarsi oggi su PlayStation VR 2. Grazie al Foveated Rendering, possibile solo grazie all’eye tracking della periferica, dovunque poserete il vostro sguardo apprezzerete texture di ottima fattura, modelli poligonali ottimamente animati e, in generale, un livello di dettaglio e una pulizia globale dell’immagine da non credere. Non c’è la stessa brillantezza dei colori di Horizon Call of the Mountain, certo, ma non sospetterete mai che si tratti di un gioco originariamente pubblicato sul primo visore di Sony, riadattato all’occorrenza. Tra castelli, grotte e palazzi diroccati, ogni scenario di Moss: Book II saprà lasciarvi a bocca aperta.

Come dicevamo, fortunatamente, non si tratta di un titolo solo da guardare. Il videogiocatore sarà chiamato al doppio ruolo di controllare in prima persona la piccola Quill e, al contempo, di interagire con lo scenario forte della sua immaterialità e delle capacità sovrannaturali.

Stick e pulsanti frontali, poco a sorpresa, servono per muovere l’avatar, utilizzare le armi a disposizione per eliminare i nemici, saltare e quant’altro. Sfruttando trigger e accelerometri dei Sense, invece, potrete afferrare, muovere, ruotare gli elementi dello scenario per risolvere ora semplici, ora brillanti puzzle ambientali. Spostando rocce e strutture architettoniche, per esempio, potrete creare un sentiero che permette a Quill di raggiungere la destinazione desiderata; attivando meccanismi liberete la strada dagli ostacoli, e così via.

Rispetto al predecessore, a grandi linee non è cambiato quasi nulla, non fosse per l’introduzione di altre due armi oltre alla spada. Il martello è in grado di causare ingenti danni, a fronte di una notevole lentezza d’esecuzione. Discorso inverso per il chakram (sì, quello di Xena), che invece è utilissimo per indebolire i nemici dalla distanza. Ad ognuna delle armi, inoltre, sono legati anche specifici enigmi che ne sfruttano le caratteristiche uniche.

Sebbene il gioco si guardi bene dal diventare difficile o complesso, non mancano un paio di passaggi sicuramente più impegnativi, segno della volontà degli sviluppatori di proporre qualcosa di più profondo rispetto a quanto visto nel diretto prequel. Il risultato, in termini prettamente ludici, può dirsi completamente raggiunto, visto che nelle sette, otto ore richieste per giungere ai titoli di coda non ci siamo mai annoiati, né siamo incappati in passaggi frustranti.

L’unica nota dolente, in questo senso, riguarda le fasi di backtracking. Non sono moltissime, per fortuna, ma è proprio in questi momenti che ci si annoia.

Conclusioni

Moss: Book II è il più classico dei giochi da mostrare a chiunque per fargli intuire le immense potenzialità della realtà virtuale. La delicatezza del racconto, la magnificenza del comparto grafico, la semplicità e insieme profondità del gameplay, rendono anche una partita fugace un’esperienza difficilmente dimenticabile.

Esattamente come per il predecessore, basta davvero poco per innescare la magia. Quill è un’eroina estremamente espressiva; i combattimenti, nella loro semplicità, sono divertenti; i puzzle svelano un lavoro di level design a tratti brillante; ogni scenario regala panorami degni di essere osservati in ogni dettaglio; anche la longevità è ottimamente calibrata al ritmo dell’avventura.

Un’avventura imperdibile per gli amanti della realtà virtuale, nonché uno dei migliori con cui battezzare l’acquisto di un PlayStation VR 2, che, per la cronaca, potete anche acquistare da GameStop.

 

Good

  • Artisticamente ispiratissimo
  • Gameplay facile da apprendere e profondo
  • Longevità all’altezza delle aspettative

Bad

  • Non sempre le fasi di backtracking convincono come dovrebbero
8.5

Imperdibile

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