Mario Party 10 – Recensione

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Ci sono serie che non invecchiano. Ci sono giochi che a ogni nuova uscita ridefiniscono un genere. E poi c’è Mario Party. Un franchise che con i suoi 16 anni di attività, 12 capitoli alle spalle e oltre 40 milioni di unità piazzate in tutto il mondo non è sicuramente l’ultimo degli sprovveduti, ma che nonostante ciò ancora fatica a trovare una sua collocazione specifica all’interno del’attuale mercato. Quando un videogame continua a perpetuare le sue idee, anche controtendenza, come lo definireste? Un folle? Oppure coraggioso? Forse tutti e due. Vediamo assieme perché, nel 2015, Mario Party 10 è l’ultimo portabandiera di un modo di intendere i videogames ormai caduto in disuso ma che comunque è ancora in grado di dire la sua se affrontato con il giusto spirito.

Mario Party 10Mario Party 10 Cover

Piattaforma: Wii U

Genere: party game

Sviluppatore: NDCube

Publisher: Nintendo

Giocatori:1 – 5

Online: no

Lingua: Italiano


Dopo esserci lasciati in fase di anteprima con una a serie di dubbi relativi alla durata dell’effetto novità sul lungo periodo, da sempre croce e delizia della serie, oggi possiamo affermare con certezza che nulla è cambiato rispetto al passato. Mario Party 10 è sempre Mario Party e alla stregua dei migliori giochi da tavola, ancora una volta, è stato pensato unicamente per essere goduto con un gruppo di amici, possibilmente in compagnia di bibite e salatini.

Potremo imbastire discorsi interminabili sull’anacronistica scelta di non includere, nel 2015, una modalità per giocatore singolo degna di tal nome, o perlomeno un’opzione per sfidare i propri amici online, ma si tratterebbe come al solito di sterili polemiche che nulla aggiungono a quanto è già stato detto negli anni. Mario Party è, e sarà sempre, un titolo legato a un concept di gioco ormai forse desueto, ma che comunque difficilmente potrà variare più di tanto senza snaturare i canoni del genere. Un genere che si può dire esser nato con l’originale su Nintendo 64, tra l’altro.

Con queste premesse ben in mente, dunque, Mario Party 10 è pronto a fare il suo debutto nei negozi con l’incarico di dimostrare che quanto appreso da NintendoLand e il gioco asimmetrico non è andato sprecato e, soprattutto, presentare al grande pubblico la nuova infornata di Amiibo dedicati al mondo di Super Mario.


Delle tre modalità principali proposte, quella denominata semplicemente “Mario Party” è la classica corsa a perdifiato a colpi di dado lungo un tabellone irto di ostacoli. Riprendendo in tutto e per tutto la struttura del capitolo precedente, Mario Party 10 vede ancora una volta quattro contendenti darsi battaglia nel tentativo di conquistare quante più stelline possibili, alternandosi a turno al volante del veicolo che inesorabilmente  li condurrà verso la SuperStella finale. Nel far ciò ovviamente non potevano mancare gli immancabili minigames, caselle speciali, bonus/malus assortiti, boss di fine livello e quant’altro possa venirvi in mente, atto a scatenare il delirio sul tabellone. Una formula funzionale e che ha il pregio di aver snellito gran parte dei tempi morti che caratterizzavano i primi episodi ma che tuttavia ha limitato di molto le possibilità che rendevano il Mario Party delle origini un titolo altamente imprevedibile.

Oltre alle cinque nuove tavole da gioco messe su per l’occasione, l’unica altra novità che contraddistingue questa modalità dall’equivalente del capitolo precedente è la presenza di un “Bowser in gabbia” che dallo schermo del GamePad aspetta solo di essere liberato dai suoi 6 lucchetti (corrispondenti a ogni faccia del dado) per portare un po’ di scompiglio in tavola. Nulla di particolarmente eclatante ma per lo meno ben integrato con le meccaniche di gioco e i vari tabelloni, ognuno come sempre dotato di un tema e caratteristiche uniche che lo contraddistinguono dagli altri.


Più originale è invece la modalità Bowser Party, la quale introduce la storica nemesi di Mario come personaggio giocabile per furiose sfide 4 contro 1. Un’idea decisamente intrigante e che tuttavia deve scendere a patti con alcune pesanti limitazioni che lo contraddistinguono rispetto al party classico. Dei 5 tabelloni sopracitati, infatti, solo 3 sono disponibili in Bowser Party, fattore che unito ai 10 minigames disponibili, è in grado di ridurre drasticamente il divertimento sul lungo periodo. Fortunatamente la qualità che contraddistingue questa modalità dalla precedente è tale da renderlo un buon diversivo da alternare alle solite partite a caccia di stelline.

Nei panni del pachidermico Bowser, il giocatore con il GamePad è chiamato a disturbare la corsa verso la Super Stella dei restanti partecipanti e nel far ciò ogni mezzo è lecito, che si tratti di intrappolare i disgraziati in una letale roulette esplosiva o farli correre a perdifiato all’interno di una sadica ruota per criceti elettrificata. Ed è in questi frangenti che il GamePad è in grado di dare il meglio di sé fra touch screen, giroscopio e microfono. Un utilizzo intensivo ed estensivo che lascia l’amaro in bocca al solo pensiero di cosa si sarebbe potuto fare se questo fosse stato sviluppato come focus principale dell’esperienza. Se ne riparlerà meglio con Mario Party 11? Chissà.


Chiude il trittico amiibo Party, ulteriore variante del gioco originale pensata espressamente per funzionare con le ormai irrinunciabili statuette Nintendo. L’idea alla base di questa simpatica modalità è quella di utilizzare ognuno il proprio amiibo come pedina da muovere all’interno di un tabellone realizzato sulle caratteristiche dei personaggi giocanti. Utilizzando l’amiibo di Mario, ad esempio, la plancia assumerà le fattezze del classico mondo 1-1 di Super Mario Bros con tanto di blocchi “?” da colpire per ottenere monete extra, mentre con quello di Yoshi il percorso sarà più simile a un quadro di Yoshi Island adornato da gigantesche uova rotolanti utili a mettere i bastoni fra le ruote agli avversari e così via.

Diversamente dalle modalità precedenti, amiibo Party stravolge ulteriormente le carte in tavola grazie a una serie di tabelloni più piccoli, percorsi circolari lungo i quali è necessario mettere da parte quante più monete possibili per comprare le Stelle negli appositi spazi. Una trovata che sarà molto apprezzata soprattutto dai nostalgici, i quali ritroveranno in amiibo Party le stesse meccaniche viste negli episodi antecedenti a Mario Party 9, seppur ancora una volta senza bivi di percorso.

Delle tre variabili proposte, amiibo Party è sicuramente la più originale ma anche la più complicata in termini di materiali necessari per essere goduta al meglio. Per quanto ormai diffusissimi, la necessità di possedere ognuno il proprio amiibo limita in parte la fruizione di tale modalità, anche se fortunatamente grazie alla presenza di particolari gettoni non è necessario comprarli tutti per provare ogni tabellone.


 

L’offerta ludica insomma è discretamente ghiotta, con ben “3 giochi in 1” e tutta una serie di giochini secondari in grado di offrire una discreta varietà in base all’esigenza della serata. Frammentare in maniera così marcata le varie modalità ha permesso agli sviluppatori di NDCube di creare tantissime situazioni diverse ma che alla fine della fiera falliscono nel tentativo di rilanciare Mario Party 10 come un’esperienza coesa, figlia dei tempi che corrono. L’idea generale è che se si fosse fatto confluire quanto visto nelle varie modalità in un unico, grande, Mario Party 10 il risultato sarebbe stato sicuramente più riuscito che non tante piccole ma solo “buone” trovate.

Discorso analogo per quanto concerne la qualità dei minigames che, fatta eccezione per quei pochi dedicati aBowser, continuano a sfruttare meccaniche ormai viste e riviste, senza osare nulla di realmente innovativo. La scelta di affidarsi ancora una volta al WiiRemote, per quanto solida, ha portato gli sviluppatori a optare per tutta una serie di minigames ormai declinati in tutte le salse lungo tutto il periodo della generazione Wii: mimare lo swing di una mazza da golf, mirare al bersaglio giusto, scuotere a più non posso il telecomando per gonfiare un palloncino e via discorrendo sono tutti concetti figli di un modo di giocare ormai superato e che ci riporta con la mente a una generazione che avremmo preferito lasciare volentieri ai ricordi. Considerando inoltre che iminigames più riusciti sono quelli che prevedono l’utilizzo del WiiRemote tenuto orizzontalmente, puntare tutto su questi ultimi avrebbe permesso per lo meno di implementare l’utilizzo del Clasic Controller Pro, qui invece lasciato completamente in disparte.


Forse le aspettative per questo nuovo Mario Party sono state un po’ troppo alte, complice anche il successo delle precedenti Hit multiplayer su Wii U. Che tuttavia Mario Party 10 non sarebbe stato il nuovo Mario Kart o Super Smash Bros un po’ ce lo dovevamo aspettare. Non ci troviamo di fronte sicuramente a un prodotto catastrofico, questo è chiaro, ma neanche alle vette di qualità che ci si sarebbe aspettati alla luce delle recenti conquiste Nintendo con i suoi franchise di punta.

Sotto questo punto di vista Mario Party 10 non brilla neanche per realizzazione tecnica, limitandosi a sfruttare il motore grafico di New Super Mario Bros U piuttosto che quello recente e ben più performante Super Mario 3D Land. Una scelta funzionale ma che occasionalmente mostra il fianco a una marcata presenza di aliasing. Senza lode e senza infamia le musiche, tutte in tema con l’aria festosa di cui il gioco si fa portabandiera e perfettamente funzionali ai vari minigames a cui sono preposte.


In conclusione…

Con un po’ l’amaro in bocca siamo costretti ad etichettare Mario Party 10 come “l’ennesimo” Mario Party e poco più. Con tutti i pregi e difetti che ne conseguono. Ammaliati da premesse allettanti di rinnovamento, gioco asimmetrico e amiibo ci siamo avvicinati a Mario Party 10 con tutte le buone intenzioni del caso e sulle prime ci siamo anche divertiti parecchio! Peccato solo che come con il migliore dei giochi da tavolo anche in compagnia di Mario Party il divertimento duri giusto il tempo di una serata in compagnia e poco più.

Con questo comunque non vogliamo scoraggiarvi dall’acquisto, tutt’altro. Soltanto, fatelo con cognizione di causa: se avete un gruppo di amici con il quale vi riunite spesso, se per divertirvi vi basta un semplice tiro di dado fortunato ai danni di un amico, ma sopratutto se ritenete che gli attuali giochi multiplayer siano eccessivamente complicati per le vostre serate a base di spintoni e imprecazioni in compagnia.

Voto: 6,5/10

Videogiocatore incallito, divoratore di film, seguace della via del Social: praticamente una vita passata a giocare, leggere e scrivere. A volte anche contemporaneamente.

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