Madison – Recensione

Il survival horror che non ti aspetti

Madison – Recensione
Madison – Recensione
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I giochi horror stanno passando un periodo di rinascita, con vere e proprie piccole perle che spuntano con regolarità. A far felici gli amanti del brivido ci pensa oggi Bloodious Games, studio indipendente argentino con sede a Buenos Aires, che esordisce con un titolo fortemente ispirato a P.T., il famigerato gioco mai realizzato di Hideo Kojima con il franchise di Silent Hill.

Madison è il titolo di esordio per Bloodious Games, un horror in prima persona che ci trasporta in una situazione davvero terrificante quando il protagonista, Luca, si ritrova intrappolato in una sorta di casa infestata, che cambia ed evolve continuamente le sue ambientazioni. Come le scale di Harry Potter, ma horror.

Le premesse sono piuttosto semplici, quanto disturbanti: il gioco di Bloodious Games si apre con il nostro protagonista, Luca, che riprende i sensi su una sedia in una decrepita stanza di quella che sembrerebbe essere la casa dei suoi nonni. Fuori dalla porta si sentono le urla di suo padre, che piange disperato accusando Luca di aver distrutto la famiglia. Luca vede delle foto insanguinate di arti smembrati, quello che è probabilmente un massacro avvenuto proprio lì. E da questo punto inizia la lenta discesa nella follia che i creatori di Madison hanno pensato per il nostro protagonista.

Madison

Dite “cheese”!

Sin dalle prime battute del gioco, iniziamo a capire come si svolgerà l’intera esperienza offerta da Madison: la casa è chiaramente infestata, cose strane e inquietanti accadono intorno a noi e una forte presenza malvagia inizia a palesarsi al nostro Luca. Dopo aver trovato qualche indizio qua e là, iniziamo ad avere i nostri sospetti: alcuni nastri registrati parlano di entità demoniache, rituali di evocazione e possessione. C’è una cosa da dire: Madison ha un’atmosfera claustrofobica e profondamente disturbante, che riesce a tenere il giocatore con i nervi tesi per quasi tutta la durata dell’esperienza.

Per essere il primo lavoro di Bloodious Games, questo gioco ha davvero azzeccato alla perfezione l’ambientazione e l’atmosfera di un vero horror psicologico. Qualcosa ci striscia accanto. Un tuono in lontananza. Un rumore dalle scale. Oggetti marci che dobbiamo usare per risolvere gli indovinelli o aprire una porta sporca di sangue. Madison ci fa sedere comodi e ci trasporta attraverso un terribile viaggio all’interno della follia, e per le 5/6 ore necessarie al completamento, il gioco riesce a tenerci incollati alla poltrona, sudando freddo per le innumerevoli situazioni raccapriccianti che Luca dovrà affrontare. 

Madison ha davvero azzeccato alla perfezione l’ambientazione e l’atmosfera di un vero horror psicologico

“Madison? Sei tu?” sentiamo in una delle tante registrazioni che Luca troverà nel corso del suo doloroso cammino in quella casa infernale. Chi vi scrive e non è affatto amante dei jumpscare fini a sé stessi, ma Madison riesce a inserire sapientemente i momenti giusti per farvi saltare dalla sedia, senza che questi risultino esagerati o fuori luogo. Devo fare davvero un plauso a Bloodious Games per essere riusciti a trovare un equilibrio con i vari elementi dell’horror psicologico. La narrazione, fortemente legata all’elemento ambientale e all’evoluzione dello stesso, tiene il giocatore in costante stato di suspance, mentre divora minuto dopo minuto tutti gli agghiaccianti attimi che il gioco ha da offrire. Devo dire che non mi capitava da parecchio di trovare un horror di questo tipo, che pur nella sua relativa brevità riesce a creare un’atmosfera estremamente coinvolgente.

Madison

Gli enigmi sono parte chiave dell’esperienza di Madison.

Una piccola nota che stona è forse la performance del doppiatore di Luca, l’attore Jacob Judge. Quest’ultimo riesce a caratterizzare bene il personaggio con la voce estremamente in panico per quasi tutta la durata dell’esperienza, ma alla lunga (devo dirlo) il suo isterismo continuo mi ha fatto sanguinare le orecchie. Un po’ di equilibrio in più avrebbe sicuramente giovato, ma si tratta di piccolezze che (fortunatamente) non inficiano l’ottimo comparto narrativo di Madison. Sul piano del gameplay, non di discostiamo troppo da quello a cui ci hanno abituato diverse iterazioni di horror in prima persona moderni. Oggetti da trovare, cesoie, martelli, nastri magnetici e via dicendo sono essenziali per proseguire nella nostra avventura.

Madison ha un’atmosfera claustrofobica e profondamente disturbante

L’inventario è un po’ limitato, il che può costringerci a un frustrante backtracking su e giù per la casa: è presente una cassaforte rossa dove poter infilare gli oggetti per recuperarli in seguito. Interessante invece la presenza della macchina fotografica di tipo polaroid, che ci permette di scattare foto che evidenzieranno cose che la nostra vista non riesce a vedere e spesso ci salverà dalle tenebre totali grazie al suo flash. Niente poteri esorcizzanti alla Fatal Frame però. Il resto dell’esperienza è incentrata sulla risoluzione di puzzle ambientali ed enigmi vari, i quali -devo dirlo- non sono mai sembrati scontati né ripetitivi. Il gameplay è sicuramente derivativo, ma Madison riesce nella difficile impresa di “mascherarlo” con enigmi stimolanti e una perenne sensazione di pericolo che non abbandonerà mai il giocatore, nemmeno per un istante.

Madison

Una delle scene iniziali, molto disturbante.

Tecnicamente ci troviamo invece di fronte a un titolo che non brilla, purtroppo. Il comparto grafico fa il suo lavoro, ma rimane comunque nella media. Texture a bassa risoluzione, qualche assett sicuramente derivato e incertezze in alcuni effetti inficiano un po’ l’impatto visivo, il quale però riesce a mascherare il tutto grazie a un buon uso di tenebra e luci. L’effetto vedo/non vedo infatti riesce a “correggere” le incertezze grafiche di Madison, affinché non risultino pesanti per il giocatore. Fastidiosi anche i bug che spesso mi hanno costretto al reload: oggetti che non fanno quanto dovuto, crash e freeze. In teoria c’è già una patch in cantiere, vedremo come si risolverà la faccenda.

 Ottimo invece il comparto sonoro: le musiche sono quasi sempre azzeccate e coinvolgenti: certo, non c’è un tema che vi rimarrà in testa (ed è meglio così), ma la musica riesce ad aumentare “la magia” dell’immersività coadiuvando il comparto narrativo e contribuendo a tenere alta la tensione nel/la giocatore/giocatrice. Ottima l’integrazione con l’audio 3D di PlayStation 5, a patto che abbiate l’hardware necessario per sfruttare queste feature.

Conclusioni

Madison è un horror psicologico che ci sentiamo di promuovere, complice un comparto narrativo davvero ben strutturato e coinvolgente che riesce a mantenere alta la tensione e costante l’interesse. Scoprire le vicende che  quella casa maledetta nasconde è un’esperienza che va dal 1951 al 2021 e che metterà il nostro Luca su dei binari che lo condurranno in un viaggio fatto di angoscia e follia.

L’audio azzeccato e le buone performance del doppiaggio regalano agli/alle appassionati/e un titolo immersivo e inquietante che rappresenta un ottimo biglietto da visita per il neonato Bloodious Games. Peccato per un comparto tecnico non sempre all’altezza, che spezza un po’ l’immersività. Comunque sia, se cercate un buon horror in prima persona con delle atmosfere davvero disturbanti, allora Madison è l’acquisto giusto.

 

Good

  • Comparto narrativo coinvolgente (e da brivido)
  • Audio azzeccato e immersivo
  • Enigmi interessanti e mai banali

Bad

  • Tecnicamente non brilla
  • Qualche bug di troppo
8

Imperdibile

Nato nel medioevo videoludico, i fantastici anni ’80, Amedeo è cresciuto con i grandi classici del gaming, passando per tutte le console sulle quali riuscisse a mettere le mani. Appassionato fino alla morte di Star Wars e The Witcher, vive fra mondi fatti di LEGO e GDR cartacei. Nel tempo libero gli piace dare legnate in palestra e leggere libri.

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