L’E3 di Oculus Rift

L’E3 di Oculus Rift

EVE: Valkyrie

Del titolo di CCP ve ne abbiamo già parlato dall’altra parte della barricata, in quanto non esclusiva di Oculus, ma rimane uno dei titoli (e dei team) che sin dall’inizio ha scommesso su questa tecnologia, che ben si presta alle suggestioni provenienti dallo spazio profondo. Battaglie spaziali accese e vivide da vivere in prima fila (e in prima persona), meglio ancora se al comando di un controller ancor più preciso di quello Xbox One, una bella cloche che ben trasmetta l’idea di avere tra le mani il timone di una macchina da guerra. Warp drive verso l’obiettivo, mirare, FUOCO.

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Chronos

Action/RPG sviluppato da Gunfire Games, team nato dalle ceneri di Vigil Games (i compianti e brillanti creatori dei due Darksiders), parte da un’atmosfera che non può che riportare alla mente i capolavori di Fumito Ueda (ICO e Shadow of the Colossus), ma ci mette del suo con meccaniche legate, come lascia intendere il nome, al tempo: la nemesi del protagonista, un drago malvagio, si nasconde in un antico labirinto, nel quale il nostro eroe potrà entrare una sola volta all’anno. Se fallirà nella sua impresa, dovrà attendere 365 giorni (non reali, tranquilli, ndr), con tanto di crescita (ed invecchiamento) del personaggio, e una continua evoluzione del suo fisico ed, inevitabilmente, del combattimento e delle strategie di attacco.

L’idea sulla carta pare davvero interessante, e l’atmosfera promette di essere davvero unica e magica, tra creature misteriose e catacombe da esplorare: il team non è nuovo ai curiosi esperimenti nati da mix di capolavori del passato (s’intravede anche un pizzico di Zelda, tra i tanti). È curioso però capire come e quanto verrà sfruttato Oculus Rift, vista la natura in terza persona dell’esperienza.

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Edge of Nowhere

Che nessuno accusi Insomniac Games di non essere un team estremamente eclettico: da Ratchet & Clank sulle varie PlayStation, è passata a Sunset Overdrive per Xbox One e a questo Edge of Nowhere, un’altra esclusiva per un’altra piattaforma (Oculus Rift), qualcosa di completamente differente, tanto dalle proprie produzioni che da quelle che si vedono solitamente in giro. Una gelida avventura dal sapore lovecraftiano (chi ha subito pensato ad “Alle montagne della follia” alzi la mano): Edge of Nowhere, che ci vedrà impegnati nello scoprire com’è andata a finire una spedizione artica presumibilmente non andata a buon fine. Creature immonde, piattaforme di ghiaccio precarie, tentacoli a gogo e momenti che promettono di trarre il massimo dal Rift, più atmosferici ed immersivi, nonostante la terza persona.

A dire della stessa Insomniac, lo sperimentare col Rift è stata una vera sfida, che li ha fatti crescere come sviluppatori: per capire chi vincerà tra loro e la nuova concezione di game design, lo scopriremo nei primi mesi del 2016.

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Damaged Core

Dai creatori di Conduit, una delle esclusive Wii più “mature” ed intriganti (tanto il primo quanto il secondo capitolo), Damaged Core riprende quel concept che trasporta il giocatore dritto dritto nel futuro, un FPS in prima persona che, parola di Jason Rubin (Head of Worldwide Studios di Oculus VR), promette di perfezionare la formula del genere in ottica Realtà Virtuale, rendendolo più fruibile e godibile, senza sacrificare frenesia ed immersività. Disponibile da maggio 2016 in esclusiva Oculus Rift, si sa ancora molto poco, ma complotti, robot cattivi e tonnellate di raggi laser sembrano essere al loro posto. L’uscita primaverile lascia poi intendere che supporterà Oculus Touch, e vista l’esperienza del team con i remote della console di Nintendo, chissà che cosa tireranno fuori. Sicuramente un titolo da tenere d’occhio.

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VR Sports: Challenge

Sanzaru è principalmente conosciuta per le sue conversioni di storiche serie PlayStation (Sly e God of War su tutte), sarà quindi interessante vederli alle prese con un’IP nuova di zecca, che per quanto scontata, pare quella più di tutte indicata a sdoganare il visore al grande pubblico. VR Sports: Challenge è l’immancabile Wii Sports, il cavallo di Troia diretto a grandi, anziani e piccini, solo in versione più matura e con sport più originali, forti della potenza tanto dei PC quanto del Rift stesso: dal football al baseball, passando per il basket e l’hockey, che grazie ai caschi protettivi ben si presta, anche in termini di immersione, alla visuale in prima persona. La combo con Oculus Touch potrebbe davvero rappresentare la perfetta occasione per il primo contatto con la Realtà Virtuale di molti (non-)giocatori, e non dubitiamo che partirà da qui la promozione del device di Oculus VR.

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Esper

Già disponibile per il Samsung Gear VR, è un puzzle game dal concept atipico: nel 1975, non pochi membri della popolazione iniziano a mostrare delle strane abilità sensoriali, ed il governo si ritrova costretto a sottoporli a dei test attitudinali per giudicarne la pericolosità. Nei panni di uno di questi “strani” individui, dovremo dimostrare di non essere delle minacce. La telecinesi incontra l’astuzia, per un titolo che punta tutto sulla semplicità.

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AirMech

Free-to-play strategico con un pizzico d’azione, a metà tra Dota e Starcraft, è giocabile 1VS1 ma anche in coppia o in trio ed è già disponibile in forma di Early Access. Con ambientazione futuristica piena di mech e navicelle, tramite Oculus Rift vi permetterà di controllare il campo di battaglia direttamente in prima persona, come una sorta di generale titanico che controlla le sue truppe dall’alto dei cieli. Sarà curioso vedere come cambieranno gli RTS tramite la VR: noi un Black & White così immersivo lo giocheremmo con molto piacere.

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Lucky’s Tale

Potevano forse mancare i più giovani? Lucky’s Tale è l’immancabile “For Kids” dalle meccaniche estremamente semplici, ma che strizza l’occhio alla vecchia guardia presentandosi come un gioco proveniente direttamente dall’epoca d’oro del Nintendo 64, pescando da capolavori come Banjo-Kazooie e Super Mario 64 in termini di design, grafica coloratissima e quantità di poligoni volutamente bassissima. Niente di nuovo od innovativo, ed è uno dei tanti titoli per Rift che pongono più di un dubbio sull’effettivo senso di proporre esperienze del genere ad un pubblico disposto a sudare e a rischiare un mal di pancia per trovarsi catapultati in universi paralleli da vivere intensamente in prima persona, e non al cospetto dell’ennesimo platform, ma i commenti sulla strategia di Oculus VR li rimandiamo volentieri al Q1 del 2016, in attesa di un prezzo (ed un’uscita) ufficiale.

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Traduttore e blogger freelance, adora (s)parlare di videogiochi e musica spaccatimpani tutto il dì. Quando può suona, gioca e legge, di tutto, anche le etichette degli shampoo. Terrore dei recensori e abbassatore di voti seriale, ha brillantemente sostituito le fatture ai suoi amati boss di Dark Souls, respingendo con caparbia ossessione e gioco di scudi qualsiasi backstab della vita sociale.

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