Le proteste per Hong Kong si spostano sul Battle.net di Blizzard

La coerenza non è di casa Blizzard in questi giorni

Blizzard Hong Kong

Sono ormai mesi che le proteste nella città di Hong Kong continuano senza sosta e nelle ultime settimane hanno raggiunto un luogo piuttosto strano: l’applicazione Battle.net di Blizzard.

Tutto è cominciato quando il pro-player di Hearthstone Blitzchung si è presentato agli Asia-Pacific Grandmasters in maschera, chiedendo la liberazione di Hong Kong. In tutta risposta Blizzard l’avrebbe sospeso da tutte le competizioni per un anno e bloccato il suo premio in denaro.

La cosa non è certo andata giù alla community: poco dopo tre giocatori dell’American University team hanno portato un cartello con la dicitura “Liberate Hong Kong, boicottate Blizzard” durante un torneo universitario trasmesso in streaming sul canale Twitch ufficiale di Blizzard. Inspiegabilmente, nessuna contromisura è stata presa.

I ragazzi e una grandissima fetta dell’utenza di Battle.net hanno preso l’avvenimento come prova che a Blizzard non importa del messaggio politico in sé, ma solo se questo raggiunge la Cina o meno. In risposta i tre membri dell’American University hanno deciso di abbandonare il torneo, mentre un gran numero di giocatori in tutto il mondo ha deciso di cancellare il proprio account da Battle.net.

Peccato che il numero di utenti che ha tentato questa mossa sia talmente alto che i server di Blizzard non sono in grado di gestire le richieste, restituendo l’errore “In seguito a troppi tentativi, il metodo di autenticazione è stato bloccato. Per favore, prova con un altro metodo per la verifica” (o forse Blizzard si sta parando le chiappe? È il pensiero dei più maligni) e perciò la funzione è al momento bloccata.

In un caso o nell’altro, è certo che Blizzard si sia messa in una situazione decisamente difficile. Non ci resta che attendere e scoprire come la storia andrà a finire, dal punto di vista videoludico e soprattutto da quello politico.


Cresciuta con un fratello più grande di 7 anni, le console sono state il suo pane quotidiano fin dalla nascita. Dopo l'uscita della PlayStation si è buttata sui j-rpg, ma nel suo cuore rimane indelebile il ricordo del riccio supersonico targato Sega.

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