Lake Ridden – Anteprima GDC 18

Mystica avventura

Lake Ridden – Anteprima GDC 18
Lake Ridden – Anteprima GDC 18
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San Francisco – Eh sì, ci ritroviamo a scrivere dell’ennesima avventura in prima persona vista durante questa GDC 2018: sicuramente in parte è perché si tratta di un genere che appassiona molto sia noi, che i videogiocatori in generale (specialmente da un paio di anni a questa parte), ma è anche perché ognuna di esse è in qualche modo diversa dall’altra.

Ad esempio, Lake Ridden è anch’essa un’avventura che fa della storia il suo punto cardine, ma la differenza sta nel modo in cui la facciamo andare avanti: in questo caso ci troveremo davanti ad una serie di enigmi che alla Myst, o per i più giovani a giochi come The Room. Non si tratta quindi del solito “walking simulator”, che scorre facilmente, come fosse un libro da leggere, qui alcuni dei puzzle potrebbero darvi filo da torcere per ore ed ore…

La protagonista è Marie, una ragazza di 13 anni che accompagna la sorella minore in campeggio, la quale una sera dopo una discussione con lei, scappa nella foresta, scomparendo improvvisamente. A questo punto a Marie non resta che continuare a cercarla, fino a che non si imbatte in una grande magione: una volta entrata in questa casa, il gioco inizia a metterci alla prova.

È proprio da qui che è iniziata la nostra demo, in una casa con tutte le porte serrate e con tanti oggetti con cui interagire: apriamo cassetti, accendiamo candele per rendere più luminoso l’ambiente, sperando di trovare gli indizi che ci permettano di andare avanti. Così, dopo aver girato e rigirato i due piani, iniziamo a notare qualcosa di “anormale”, delle scritte sui muri che sicuramente vogliono indicarci qualcosa: ma cosa? E dove dovremmo usarli? Dopo un po’ capiamo anche questo, c’è un marchingegno in cui possiamo inserire proprio quei simboli: sì, ma in quale ordine? Dopo un’attenta osservazione è arrivata la risposta anche a questo quesito, che senza dubbio era più semplice di quello che ci saremmo trovati poco più avanti. In questo caso anche la risoluzione è stata frutto di osservazione, un block notes su cui prendere appunti, oggetti da raccogliere e anche tanta riflessione.

In questo genere l’ostacolo più grande sono gli enigmi, capaci di tenervi bloccati a lungo se non approcciati nel giusto modo, ma soprattutto se affrontati con fretta, senza prestare attenzione ai particolari. Al tempo stesso i puzzle rappresentano la sfida e la fonte di divertimento principale, oltre al gameplay puro del gioco. Nella parte che abbiamo giocato ci siamo limitati appunto a capire come andare avanti, senza mai entrare nel vivo della storia: questo anche per una scelta degli sviluppatori, che ci hanno ribadito come preferiscano che siano i giocatori a scoprirla quando lo giocheranno, ad aprile, per ora solamente su PC.

A livello tecnico Lake Ridden non ci ha impressionato, ma nemmeno ci ha lasciati insoddisfatti, se non fosse per un frame-rate non proprio fluido, che però da quanto ci è stato detto dipendeva dal PC portatile su cui lo abbiamo provato. Se fosse realmente così o meno lo scopriremo in fase di recensione, e allo stesso tempo vedremo anche la resa grafica degli ambienti esterni (che dagli screenshots rendono proprio bene), visto che noi ci siamo limitati a girare nella magione. C’è anche da dire che questa tipologia di avventura ha un target più specifico, fatto sia di videogiocatori “old school”, ben abituati a risolvere puzzle machiavellici, o comunque di giocatori che amano questo genere di sfide; un po’ meno per coloro che vogliono godersi una storia senza doversi sforzare troppo o con il rischio di restare bloccati senza capire come fare per andare avanti.

Anche se non abbiamo avuto modo di affrontare il lato narrativo di Lake Ridden, possiamo dire che il resto funziona bene e quindi dipenderà da quest’ultima componente, oltre che dalla varietà e dalla qualità dei puzzle che troveremo, il verdetto finale. Già, perché se dal trailer e dalle immagini non si fosse capito, qui abbiamo tra le mani una di quelle avventure che vi metterà a dura prova, con puzzle che richiederanno tanto spirito di osservazione, e altrettanta pazienza, requisiti che non spaventano assolutamente gli amanti del genere. Lake Ridden era stata inizialmente concepita come un’avventura punta e clicca, ma poi la tecnologia e probabilmente anche il successo delle avventure in prima persona hanno fatto sì che venisse fuori sotto questa forma, capace, a nostro parere, di esaltare una storia che sulla carta sembra avere i presupposti per intrigare i videogiocatori.


 

E' passato troppo tempo per ricordare il mio primo approccio al mondo videoludico... Limpido è invece il ricordo della prima console, un Atari 2600, e dei giorni interi passati a giocarci. Da allora sono cambiate molte cose: i videogiochi sono diventati il mio lavoro, non ho più tutto quel tempo per giocarli ed ormai sono pochi quelli che mi lasciano a bocca aperta. Ma al di là di tutto, l'amore c’è ancora, così come la voglia di arrivare un giorno a crearne uno… Ecco, se non si fosse capito, sono un eterno “sognatore"!

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