Kerbal Space Program 2, l’allunaggio si farà ma non oggi

Un lancio non del tutto sereno, ma il gioco ha le potenzialità per andare ben oltre i suoi attuali limiti

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Quella di Kerbal Space Program 2, il cui prequel può essere tranquillamente acquistato anche da GameStop, non è una storia semplice, né priva di problematiche. Annunciato la bellezza di quattro anni fa, un po’ come quanto accaduto con i recenti lanci legati la programma Artemis, che ripoterà l’uomo sulla Luna nei prossimi anni, ci sono stati diversi momenti di stallo, stop tutt’altro che programmati, rinvii. Una vera e propria odissea, culminata in un lancio paradossalmente un po’ affrettato, preteso a furore di popolo, lo stesso ormai spazientito dalle promesse non mantenute da un publisher in difficoltà e maledettamente in ritardo sulla tabella di marcia.

Le premesse per un Apollo 13 in salsa videoludica, insomma, ci sarebbero tutte e, purtroppo, in parte le cattive sensazioni si sono materializzate in un prodotto acerbo ed incredibilmente più arretrato rispetto al predecessore, che pur si appresta a cedere il passo.

Sembrerebbero gli ingredienti ideali di un disastro su tutta la linea, ma non è propriamente così. Il gioco, difatti, è attualmente in Early Access e non è ipotizzabile quando verrà lanciata la (prima) versione definitiva, equipaggiata di tutto punto delle numerose feature promesse negli anni dagli sviluppatori, caratteristiche che effettivamente potrebbero garantire al sequel di staccare nettamente l’originale che, nato come esperimento quasi scherzoso di un duo di sviluppatori, è finito per tramutarsi un simulatore di esplorazione spaziale divertente e dai risvolti didattici.

Della presenza di sistemi extrasolari, della possibilità di colonizzare mondi alieni, del multiplayer, al momento non c’è alcuna traccia. Arriveranno, magari tra un anno o due, ma allo stato attuale Kerbal Space Program 2 presenta un menu principale tristemente vuoto. La situazione è tale che non è affatto difficile preferirgli il prequel, ben più completo, rifinito, ricco di contenuti. Sì, perché l’early access preannuncia a giustifica il work in progress, ma in questo caso si ha la netta sensazione di vedere l’arrivo al cantiere di operai e mezzi adibiti al compiuto, piuttosto che l’effettiva e già avviata costruzione di solide basi.

Non tutto è da buttare, come dicevamo. Tutt’altro. Il motore fisico, al di là di diversi bug che progressivamente spariranno, dimostra già da adesso netti e consistenti passi avanti rispetto al passato, segno che l’attenzione principale degli sviluppatori, in questi anni di lavorazione, è stata rivolta proprio al potenziamento e perfezionamento dell’elemento che, in fin dei conti, gestisce e determina la qualità dell’intera esperienza. Soprattutto nella possibilità di disegnare manualmente le ali di razzi e veicoli spaziali, con conseguenze più o meno desiderate in fase di volo determinate proprio dalle tante forze e sollecitazioni in gioco, si palesa immediatamente il maggior realismo, la complessità enormemente maggiore del codice che deve essere macinato dalla CPU.

Per rendere la vita più facile ai neofiti, è stata anche aggiunta una modalità tutorial

Attualmente, quasi tutto ruota intorno all’hangar, luogo in cui potrete costruire razzi, lander, sonde, shuttle, qualsiasi tipologia di oggetto in grado di superare l’atmosfera terrestre vi venga in mente. Bastano pochi click per dare forma al proprio progetto, ma dovrete sempre fare i conti con le leggi della termodinamica per sperare che la vostra creazione non esploda già sulla rampa di lancio. Da questo punto di vista è stato fatto un enorme passo avanti, in termini di accondiscendenza verso il videogiocatore, inserendo a schermo un menù che, via via che si aggiungono i vari pezzi, vi saprà immediatamente segnalare se, soprattutto in base al rapporto tra peso e potenza dei razzi applicati, il mezzo può effettivamente librarsi in volo. Una bella comodità rispetto al prequel quando dettagli del genere si scoprivano solo a countdown già avviato.

Purtroppo, l’editor al momento svela la pochezza di contenuti che caratterizza Kerbal Space Program 2, fattore che scontenterà soprattutto gli esploratori spaziali wannabe di lungo corso. Le possibilità di scelta sono ridotte, anche se questo sarà certamente il primo dei fattori che verrà potenziato da qui in avanti.

Sempre per rendere la vita più facile ai neofiti, è stata anche aggiunta una modalità tutorial, purtroppo in parte anch’essa deludente. Sebbene al primo avvio del software didascalie in pop-up vi aiuteranno ad orientarvi sommariamente con le principali schermate e con gli strumenti messi a disposizione, per lo più dovrete barcamenarvi tra lunghe trascrizioni tutte da leggere, in cui non c’è traccia di pratica effettiva. Anche in questo senso, si sente moltissimo l’assenza di una campagna che avrebbe preso per mano i giocatori alle prime armi, insegnandogli i rudimenti del volo, prima di pretendere una missione priva di sbavature solo leggendo innumerevoli e noiosi menu, uno dopo l’altro.

Eppure, quando si riesce a superare l’atmosfera e ci si trova a galleggiare a gravità ridotta sulla superficie della fittizia luna, del fittizio sistema solare dei Kerbal, si prova comunque un’immensa, infinita, indescrivibile soddisfazione, premio di innumerevoli fallimenti, tentativi, esperimenti. Da questo punto di vista, Kerbal Space Program 2 non ha praticamente nulla da invidiare al predecessore. Si esulta quando si comprende che il proprio razzo non esploderà. C’è apprensione nell’osservare impotenti un povero astronauta perdersi nel vuoto siderale dello spazio per un comando mal impartito. Si viene pervasi dal desiderio di riprovarci, magari con un propulsore ancora più potente, che possa spingere l’esplorazione simulata ancora più lontano.

Bisognerà avere (ancora) pazienza con Kerbal Space Program 2. Allo stato attuale è più che quello manca, che quello che c’è. Parliamo di un Early Access molto acerbo, molto indietro con i tempi, anche e soprattutto per questo impossibile da giudicare. Quello che conta è che anche avendoci già investito il proprio denaro, molto difficilmente si tratterà di un investimento che non darà i suoi frutti. Se allo stato attuale è pur vero che il prequel sa regalare maggiori soddisfazioni, già il motore fisico rappresenta un innegabile passo avanti.

Se nei prossimi mesi verranno aggiunti nuovi elementi per l’editor, il multiplayer e, soprattutto, l’esplorazione di altri sistemi solari, allora potremmo davvero essere di fronte ad un simulatore di esplorazione spaziale quasi definitivo. Mancheranno ancora le basi vere e proprie, ma operai e mezzi deputati al compito sembrano di prim’ordine. Aspettiamo ed incrociamo le dita.

Vi ricordiamo che potete acquistare il prequel su GameStop!


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