Speciale 10 Giu 2025

Indie Soul – Episodio #21

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Nuova puntata della rubrica di GameSoul dedicata ai giochi indie

In coda agli showcase estivi e al lancio di Nintendo Switch due, arriva il nuovo episodio di Indie Soul: il caldo e le tante notizie non ci fermano e ancora una volta torniamo con la rubrica di GameSoul.it dedicata agli indie, che ogni volta ci offre diverse proposte tutte da scoprire. In questa occasione i titoli hanno tutti qualcosa in comune, a voi scoprirlo!

Si aprono le danze con l’affascinante Bionic Bay, che ci ha colpito fin dal suo primo annuncio per il suo stile grafico e la visione, per passare al misterioso Out of Sight, in cui collaborare (o forse…) con un orso di pezza per affrontare spiriti e brividi. Si chiude con l’inquietate e grottesco Castle of Secrets, il cui la nostra morale verrà messa alla prova da due compagni piuttosto particolari che ci accompagneranno negli inferi.

Vi ricordiamo che questi giochi sono disponibili solo in digitale, ma che da GameStop potete acquistare credito per PlayStation Store, Nintendo eShop, Microsoft Store e Steam, in negozio e online.

Ora è tempo di scoprire questo terzetto di indie, con il ventunesimo appuntamento di Indie Soul!



Dal primo momento in cui abbiamo visto Bionic Bay siamo stati catturati dalla sua atmosfera distopica, dalla sua pixel-art, dalla sua natura artistica. Tuttavia non sapevamo bene cosa aspettarci: un metroidvania? Un platform-adventure alla Inside? Ma quando abbiamo iniziato a giocare tutto è stato più chiaro, e ci siamo resi conto che quella somiglianza con Canabalt, non era poi così fuori luogo.

Bionic Bay è essenzialmente un platform, in cui sì, ci sono enigmi ambientali da superare, ma che si basa principalmente sullo speedrun: non ci saranno molti momenti in cui fermarsi a riflettere, quello che dovremo fare è correre, dall’inizio alla fine del livello, cercando di sopravvivere quantomeno fino al check-point successivo.

L’incipit è tanto scontato quanto affascinante: mentre stiamo lavorando ad un esperimento, qualcosa va storto e veniamo catapultati in un mondo alieno biomeccanico, in cui le macchine si fondono con l’ambiente, andando a creare scorci che sarebbero da immortalare.

Quello che dovremo fare essenzialmente è correre e saltare, da una piattaforma all’altra, cercando di non cadere nel vuoto o non essere colpiti da uno dei tanti raggi laser, esplodere toccando qualche bomba o anche venire schiacciati o triturati da qualche elemento ambientale. I modi per morire sono diversi e frequenti, nulla di mai frustrante però, grazie sia al mood trial & error, che ci farà rigenerare e ripartire immediatamente, ma anche ai check-point che si attiveranno spesso, soprattutto dopo i punti più ostici.

indie soul Bionic Bay
Un esempio dei fantastici scenari che potremo ammirare in Bionic Bay

Non aspettatevi infatti una speed-run scorrevole, almeno durante le prime partite, in alcuni casi non sarà solo difficile capire come superare un ostacolo, ma anche metterlo in pratica. A dare varietà e complicare un po’ la situazione sono poi i poteri che acquisiremo nel corso dell’avventura, che permetteranno di modificare spazio, tempo e gravità. Il primo ci permetterà di prendere scambiarci di posizione con un oggetto, sfruttando la cosa per ottenere nuovi punti di appoggio o per ripararci da colpi e via dicendo. Il secondo ci farà rallentare il tempo, e l’ultimo modificare la gravità ruotando il mondo attorno a noi.

Se uniamo tutto questo ad una fisica realistica sia del nostro personaggio, che nell’ambiente e soprattutto negli oggetti con cui interagiamo, le modalità per superare le sezioni di un livello diventano molteplici e creative.

Non ci saranno tutorial ad indicarvi la via o come funziona un potere, starà a voi sperimentare, morire e capire. Per quanto il percorso da seguire sia sempre chiaro, ogni nuovo livello introdurrà dispositivi e meccaniche di gameplay da imparare, rendendo sempre vario e mai monotono il gioco.

La modalità online rappresenta una sfida continua

Ci vorranno circa 8 ore per completarlo (poi dipende molto dalla vostra abilità), ma dopo aver superato i primi quattro livelli, verrà sbloccata la modalità online, che permette di partecipare a delle sfide a tempo contro i ghost dei giocatori stessi, su delle sezioni prese dai tanti livelli dell’avventura principale.

I ghost li vedremo come quelli di un classico racing game, potremo scegliere noi dalla classifica quali mostrare, per apprendere le tecniche dei migliori; ma il nostro consiglio è quello di portare prima a termine il gioco, in modo da apprendere bene tutte le meccaniche, che poi vi ritroverete nelle sfide.

Se il gameplay è il cuore dell’essenza di Bionic Bay, a renderlo unico è il comparto artistico. Lo abbiamo giocato sia su uno schermo 21:9 che su Steam Deck (è un titolo verificato) e dobbiamo dire che ovunque si giochi, la sua pixel-art (che a prima vista non è nemmeno così evidente), unita agli effetti di illuminazione lo rendono davvero impattante a livello visivo.

L’illuminazione gioca un ruolo fondamentale, visivamente parlando

Soprattutto a risoluzioni elevate risulta più evidente quanto sia mastodontica l’ambientazione ed alcuni dei dispositivi/macchine/robot che si integrano come parte stessa dei livelli. E’ stato fatto un lavoro egregio dal punto di vista grafico e di design, difficile non restarne affascinati; discorso leggermente diverso per la controparte sonora, dove ci saremmo aspettati musiche altrettanto ispirate, e soprattutto coinvolgenti (e ritmate) per rendere quel loop trial & error ancora più  assuefacente. Non che non ci siano, ma le troviamo solo in alcune (poche) sezioni di gioco, per il resto ci saranno ad accompagnarci rumori ambientali ed effetti sonor

Bionic Bay nel suo essere diverso rispetto a ciò che ci aspettavamo (un titolo più profondo a livello narrativo), ci ha piacevolmente sorpreso, portandoci sì in un mondo distopico ed affascinante, ma rendendo l’esperienza ancor più coinvolgente (e duratura) con il suo gameplay veloce ed elettrico.

Se l’idea di un platform in cui il lato artistico si fonde con un gameplay semplice ma impegnativo  (e competitivo), fareste bene a dare una chance a Bionic Bay, che trovate su Steam e PS5.

A cura di Pasquale Lello



Out of Sight è un titolo che, perdonate il gioco di parole, può passare non visto nel mare di giochi costantemente pubblicati ma merita invece una possibilità, soprattutto se state cercando un horror un po’ diverso dal solito: sviluppato da The Gang e pubblicato da Starbreeze Entertainment, si tratta di una particolare esperienza che mescola visuale in prima e seconda persona mentre aiutiamo la piccola Sophie a fuggire dalla villa in cui è tenuta prigioniera.

Particolare non da poco, Sophie è cieca e può fare affidamento, attraverso una connessione non meglio specificata, sul suo compagno di disavventure – un orsacchiotto di peluche chiamato molto semplicemente Teddy. Pur manovrando Sophie, la sensazione tratta giocando è che il giocatore sia in realtà proprio Teddy, il quale non potendo tuttavia agire per conto proprio diventa gli occhi e per certi versi il motore della bambina, aiutandola a muoversi in un mondo precluso alla sua vista.

Nelle poche ore necessarie per raggiungere i titoli di coda vivremo una (dis)avventura carica di atmosfera e mistero, nel corso della quale saremo inseguiti dalla padrona di casa Janna e dal suo braccio destro Clayton per uno scopo che apprenderemo giocando.

indie soul Out of Sight

L’aspetto interessante di Out of Sight è proprio la sua dualità di prospettive: pur utilizzando sempre Sophie, l’esperienza è parimenti divisa tra il suo punto di vista e quello di Teddy. A livello ludico, quest’ultimo comporta una maggior limitatezza nei movimenti di Sophie perché potrà agire soltanto entro il raggio visivo di Teddy (del quale possiamo giusto spostare lo sguardo per dare più agio alla bambina, e quindi a noi stessi, di muoversi). Poiché Sophie non può compiere alcuna azione mentre tiene Teddy, nel nostro vagare all’interno della villa dovremo sempre trovare dei punti dove appoggiarlo, spostando così il punto di vista in modo da avere la libertà di azione necessaria per arrampicarci dove possibile, prendere e utilizzare oggetti.

Stanza dopo stanza, ala dopo ala, dovremo risolvere rompicapi mai troppo complessi (ma sfidanti il giusto) per proseguire fino alla tanto agognata uscita, alternando a volte sequenze più al cardiopalma dove saremo inseguiti o da Janna o da Clayton e dovremo fuggire a volte osservando la scena dal punto di vista di Teddy – ciò significa, all’atto pratico, correre verso la telecamera cercando di distanziare l’inseguitore ed evitare i vari ostacoli. Sono momenti rari, che tuttavia ho trovato ben gestiti proprio per il diverso punto di vista dal quale siamo chiamati ad agire.

Piccole e misteriose entità, bambini come noi il cui destino può essere intuito pur senza essere mai stato esplicitato, possono essere di supporto come di ostacolo e ci seguono da vicino, rappresentando una parte fondamentale dell’atmosfera oppressiva che si percepisce – non solo per il sound design e una gestione di luci e ombre volta a incupire la scena, anche per il fatto che Sophie è davvero molto molto piccola rispetto agli adulti e alla casa stessa.

Un approccio che mi ha ricordato da vicino Little Nightmares, assieme all’evidenza che basta essere scoperti ed eventualmente raggiunti dal pericolo per perdere. Non c’è molto margine per cavarsela, poiché alcune azioni richieste soprattutto durante gli inseguimenti sono scriptate e mancarle significa, nemmeno troppo alla lunga, game over.

Nel complesso, Out of Sight è un gioco sì breve (tre ore massimo bastano a completarlo, collezionabili compresi) ma molto ben costruito: la storia resta in buona parte avvolta dal mistero, preferendo lasciare al giocatore alcune ipotesi, e si apre facilmente a un seguito, mentre sotto il profilo del gameplay è tutto amalgamato come si deve pur al netto di enigmi non particolarmente complessi – direi più che altro laboriosi. Se non lo conoscete, è l’occasione giusta per provarlo!

Potete acquistare Out of Sight su PC (Steam), PlayStation 5 ed Xbox Series X|S.

A cura di Alessandra Borgonovo



Castle of Secrets è un autentico mistero: un’avventura punta e clicca classica, immersa in un’affascinante atmosfera horror. Sviluppato da un team completamente sconosciuto, chiamato SQ Studios, è edito da Wandering Wizard, uno dei publisher emergenti dell’universo indie.
Il castello dei segreti è quello dei Trantons, una famiglia estremamente sfortunata: all’insaputa di tutti, infatti, il castello è custode di una maledizione, che nella generazione della nostra protagonista Susan porterà alla tragedia. Quando il padre di Susan muore in circostanze sconosciute, la madre viene costretta a risposarsi con un altro uomo. Questo avvenimento sarà l’inizio di una serie di omicidi, che coinvolgerà l’intero castello, servitori compresi.

Susan si ritrova così all’Inferno, dove l’aspettano due “simpatici” spiriti guardiani, Sir Gatto e Sir Corvo. Questi hanno fatto una scommessa con in palio la sua anima e l’accompagneranno in un viaggio alla ricerca della madre, tra anime dannate e mostri deformi. Il finale sarà decretato dalle decisioni del giocatore, infatti Susan potrà decidere se aiutare i peccatori residenti all’Inferno o ignorare le loro sofferenze: se le buone azioni supereranno quelle cattive, Sir Gatto vincerà la scommessa, altrimenti sarà Sir Corvo ad avere la meglio. Decidete voi quale offerta vi sembra più allettante e agite di conseguenza. Oppure decidete caso per caso: i peculiari personaggi di Castle of Secrets hanno caratteri difficili… ogni tanto viene proprio voglia di lasciarli lì a bollire nel loro brodo o fargli qualche dispetto.

indie soul Castle of Secrets

Per rendere la scommessa interessante, Sir Gatto e Sir Corvo hanno disseminato l’Inferno di trabocchetti e indovinelli, per mettere alla prova l’astuzia e la perseveranza di Susan. I puzzle sono tutti molto diversi tra loro e richiedono una prima fase esplorativa, per trovare tutti i pezzi necessari, e una seconda fase logica in cui è possibile combinare gli oggetti ed usarli per interagire con l’ambiente.

Nella prima fase viene incontro un semplice meccanismo di aiuto: basterà pigiare un tasto e gli oggetti con cui è possibile interagire saranno evidenziati sullo schermo (purtroppo non funziona proprio con tutto). Nella seconda fase invece i giocatori dovranno cavarsela da soli: dopotutto, sono prove infernali!

Oltre ai puzzle sono presenti anche delle piccolissime sessioni di platforming, che onestamente non sono mai abbastanza brevi. Correre e saltare non sono proprio le abilità più forti di Susan, ma niente paura, gli sviluppatori sono stati abbastanza clementi da metterne davvero poche e la difficoltà non è molto elevata. Molto interessanti sono invece le battaglie con i boss, che richiedono di osservare bene l’ambiente, capire il pattern di attacchi della bestiaccia di turno, e utilizzare gli oggetti a disposizione a proprio vantaggio.

La particolarità di Castle of Secrets è certamente la sua ambientazione, ma è la grafica che la fa risaltare. Le ambientazioni 3D, ricchissime di dettagli, sono abitate da personaggi 2D completamente disegnati a mano. Anche le animazioni sono realizzate a mano, donando quello stile retrò che non guasta mai nel genere punta e clicca. Inoltre, il contrasto tra sfondi e personaggi dà un senso di assurdità ed estraneità che ben si sposa con i temi del gioco.

Tra i pregi troviamo anche una vasta selezione di lingue per i sottotitoli, tra cui l’italiano (anche se ogni tanto sono un po’ sballati e cambiano lingua di loro spontanea volontà… probabilmente sono stati posseduti anche loro da qualche maledizione!), che non è molto comune fra i titoli indie. Infine, il prezzo assolutamente irrisorio.

Se siete fan di puzzle game e avventure punta e clicca classiche, non perdetevi questa chicca nascosta: Castle of Secrets è attualmente disponibile solo in versione PC su Steam.

A cura di Giada Mattiolo

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