Speciale 17 Mar 2025

Indie Soul – Episodio #19

Nuova puntata della rubrica di GameSoul dedicata ai giochi indie

Indie Soul, la rubrica di GameSoul.it dedicata agli indie, ritorna con il suo mix di titoli tutti da scoprire: il terzetto di oggi colpisce per la sua capacità di guardare al passato e al gameplay puro, offrendo un mix di fantascienza per tutti i gusti.

In questa puntata vi proponiamo I See Red, un graffiante shooter in salsa roguelike caratterizzato da uno stile grafico molto interessante e un certo grado di eccentricità. In seguito ci tufferemo nel passato con Ninja Five-O, riedizione 1:1 di un grande classico d’azione di 20 anni fa, per poi chiudere con Stories from Sol: The Gun-Dog e le sue storie fantascientifiche anni ’80 immerse in un contesto da graphic novel.

Vi ricordiamo che questi giochi sono disponibili solo in digitale, ma che da GameStop potete acquistare credito per PlayStation Store, Nintendo eShop, Microsoft Store e Steam, in negozio e online.

Ora è tempo di scoprire questo terzetto di indie, con il diciannoversimo appuntamento di Indie Soul!



I See Red è un twin-stick shooter con elementi roguelite e visuale isometrica, sviluppato da Whiteboard Games, pubblicato nel 2022 su Steam e disponibile da poco anche su Nintendo Switch. È un gioco che ruota attorno alla vendetta, mettendoci nei panni di Matthew Taurus che, dopo aver perso tutto a seguito di un terribile incidente, diventa un fuorilegge con l’unico obiettivo di trovare chiunque gli abbia fatto questo: una ricerca talmente ossessionata da aver sbiadito la realtà che circonda Taurus, mostrandogliela opaca, grigia, spenta persino.

Non i nemici, però, perché sono i bersagli della sua rabbia nell’attesa di sfogarla completamente sul vero colpevole; per questo motivo sono caratterizzati da un colore rosso brillante e come un toro verso il drappo del matador, ci dobbiamo abbandonare alla violenza assoluta per farci strada verso l’obiettivo.

Setacceremo tutta la galassia, invaderemo un’astronave dopo l’altra e non importa se a bordo ci sono umani, robot o alieni: tutti sono bersagli ai nostri occhi, a maggior ragione se provano a mettersi in mezzo. Non c’è dubbio che lo stile artistico sia il tratto più distintivo di I See Red, che in un richiamo a Sin City fa del grigio e del rosso, nonché dei suoi tratti fumettistici, gli elementi distintivi in termini visivi.

Questo perché l’espressione “I See Red”, che in italiano possiamo tranquillamente tradurre in modo letterale, rimanda al concetto della rabbia, la stessa che permea il gioco e le sue premesse: c’è stato dunque un ragionamento dietro da parte degli sviluppatori, sebbene l’interpretazione del colore rosso possa anche variare da persona a persona – anzi, nei videogiochi in particolare rimanda più al concetto di pericolo che non alla furia in sé, mentre paradossalmente la rabbia potrebbe essere associata ai toni del grigio e a una “cecità” di fondo che si accompagna a un altro modo di dire (furia cieca). Digressioni interpretative e filosofiche a parte, I See Red offre un’esperienza piuttosto valida anche dal punto di vista del gameplay.

Come anticipato, il gioco è un twin-stick shooter con elementi roguelite: significa che la morte è non solo una costante ma soprattutto un modo per crescere e migliorare sempre di più. Dotati di pistola a carica infinita (che però si surriscalda se usata troppo), un rampino e uno strumento grazie al quale schivare i colpi dei nemici, di livello in livello siamo chiamati alla frenesia più assoluta: ogni cosa è distruttibile e tutto, bene o male, può diventare un’arma grazie in particolare al succitato rampino. La sua versatilità ci permette di attaccare in mischia, afferrare nemici indeboliti per far fare loro la fine che meritano e raccogliere oggetti. Non c’è un dogma su come affrontare i pericoli, siamo liberi di farlo come riteniamo più opportuno e/o creativo, contando che possiamo raccogliere anche le armi cadute ai nemici.

Come in ogni roguelike/lite, la progressione comprende spingersi di livello in livello fino al boss, sconfiggerlo e ripetere il tutto arrivando alla conclusione del gioco o morendo prematuramente nel tentativo: ciò che otteniamo nel corso di una partita resta fino al raggiungimento di una di queste due limiti. Nel caso di dipartita, è interessante la possibilità di avere due scelte: riavviare rapidamente oppure clonarci. Il secondo caso è quello che ci permette di sviluppare il nostro personaggio, acquistando potenziamenti grazie alla valuta di gioco.

Al netto di queste impressioni positive, I See Red non è comunque esente da difetti in particolare per quanto riguarda proprio la struttura roguelite: un elemento distintivo del genere è la proceduralità di livelli, che fa sì di rendere ogni rinascita interessante e sfidante poiché non si sa cosa ci aspetta. In questo caso invece i livelli sembrano rispondere a una certa linearità, che diventa più evidente a ogni nuova morte. Non rovina davvero l’esperienza ma lascia un po’ l’amaro in bocca in virtù del fatto che il caso e l’inaspettato sono comunque aspetti fondamentali per un roguelite.

Nel complesso tuttavia, forte di un’azione sempre frenetica (a volte persino troppo) e di molteplici possibilità di approccio, con livelli distruttibili e nemici azzeccati per il contesto che andiamo a vivere, I See Red resta una buona esperienza, consigliata a chi vuole provare qualcosa di, a modo suo, diverso.

Potete acquistare I See Red su Steam e Nintendo Switch.

A cura di Alessandra Borgonovo



Correva l’anno 2003, anno in cui la console portatile di Nintendo, il Game Boy Advance, ci ha deliziato con un’infinità di autentiche perle e di videogiochi più “ricercati”. E tra quest’ultimi, spunta all’orizzonte Ninja Five-O (noto dalle nostre parti come Ninja Cop), un titolo assai particolare che ci vedeva nei panni di Joe Osugi, un ninja che ha un compito nobile: fermare uno spietato gruppo terroristico e salvare i civili dalle sue grinfie.

E a più di vent’anni dal suo debutto, ecco che Ninja Five-O fa il suo ritorno (su console e PC), prova a uscire dall’ombra e farsi conoscere al grande pubblico. Parliamoci chiaro: si tratta di un’operazione nostalgica di un prodotto che ai suoi tempi non ha riscosso particolare successo, e a oggi è ancora considerato uno dei titoli portatili più “introvabili” nel mercato del retrogame.

Ninja Five-O è ambientato nel ventunesimo secolo, in cui un nobile shinobi ha accettato il suo destino, quello di fermare le terribili Mad Mask, energumeni che indossano delle maschere che conferiscono poteri inimmaginabili. La trama non è niente d’eccezionale, ma considerate che ai tempi del Game Boy Advance era pressocché lo standard.

Indie Soul Ninja Five-O ostaggi

Il gioco ci proietterà in sei diverse missioni con 20 stage. In ogni incarico, Joe Osugi sarà chiamato a combattere il crimine attraverso il suo basico arsenale. Ogni avversario potrà essere abbattuto a colpi di katana, oppure servendosi di rapidi shuriken, per colpi a distanza in rapida successione. Da buon ninja, quando il la barra Ninjutsu sarà piena, potremo attivarla per infliggere colpi rapidi a ogni nemico che si trova sullo scenario.

Ovviamente Joe potrà saltare, arrampicarsi, aggrapparsi con il suo uncino (dandosi anche un corposo slancio), e infine piombare dietro gli avversari per abbatterli con un colpo solo. Bisogna anche prestare una certa attenzione al salvataggio degli ostaggi: i cattivoni non molleranno tanto facilmente i civili e dovremo stare attenti a non colpirli. Nel caso in cui uccidessimo l’ostaggio, perderemo una copiosa parte di energia vitale.

Il nostro shinobi potrà anche potenziarsi, trovando in appositi luoghi dei power-up che gli consentiranno non solo di cambiare colore, ma anche di scagliare shuriken più potenti. Per chiudere ogni livello, bisognerà scovare una serie di chiavi che apriranno la porta con il colore corrispondente.

Indie Soul Ninja Five-O boss

Come avrete capito, Ninja Five-O non è cambiato di una virgola: è un retrogame molto schematico, che non apporta (quasi) nessuna modifica alla formula, a parte una grafica un po’ ripulita e un comparto sonoro aggiornato (con la possibilità di selezionare anche quello originale). Abbiamo apprezzato la sezione museo in cui sono presenti le illustrazioni della scatola, ovvero le scansioni dei Box Arts originali, i manuali di istruzioni originali (in lingua inglese) e i bozzetti ufficiali.

Diciamocelo francamente: Ninja Five-O è un titolo di nicchia che attirerà, per forza di cose, solo quei videogiocatori più nostalgici che hanno avuto modo di giocarlo ai tempi. Il titolo è invecchiato veramente male e la formula del gameplay è fin troppo meccanica, noiosa e frustrante a livelli di difficoltà più elevati (per fortuna sono presenti il riavvolgimento e salvataggio istantanei). Aprire porte, salvare ostaggi e sconfiggere i terroristi in modo schematico, beh, non vi farà affatto divertire nel 2025. Tuttavia, le boss battle possono risultare a tratti divertenti.

Apprezziamo la volontà di ridare nuovo lustro a quest’opera, ma siamo dell’idea che nel 2025 non possa essere apprezzato come ai tempi del Game Boy Advance. Però, la copertina illustrata da Julie Giles (Castelvania, Metal Gear) è davvero un pezzo di storia.

Potete acquistare Ninja Five-O su Steam, PSN e Nintendo e-Shop.

A cura di Antonio Armento



Sono diversi gli elementi che ci hanno colpito di Stories from Sol: The Gun-Dog e che ci hanno convinto ad inserirlo in questo speciale. Tra questi indubbiamente il genere, quello delle graphic novel, in questo caso molto più vicino a titoli quali Phoenix Wright a livello di gameplay. Lo stile grafico in pixel-art e la soundtrack chiptune sono un altro, ma ciò che ci ha attratto più di tutti, è il contesto narrativo sci-fi anni ‘80.

La storia segue un ex pilota di mech, ora ufficiale della sicurezza, riassegnato alla JFS Gun-Dog, una nave di supporto della Jovian Colony Fleet. L’equipaggio è composto da reietti, assegnati a una missione apparentemente di routine che si trasforma presto in un mistero sempre più inquietante. La trama alterna momenti di quiete (spesso fin troppo spensierati) con momenti di tensione crescente, sfiorando persino l’horror, e adotta una struttura episodica con cicli di conflitto e risoluzione, permettendoci di giocarlo anche in sessioni “brevi”.

Indie Soul Stories from Sol: The Gun-Dog dialogo

Il cast è generalmente ben caratterizzato, alcuni personaggi risultano poco approfonditi, ma altri, come la carismatica e imprevedibile Cassandra, emergono con grande personalità. Il gioco punta molto sulla narrazione, con scelte che modificano alcuni percorsi ma che alla fine convergono verso un unico finale, volutamente aperto per lasciare spazio ai futuri capitoli della serie.

A livello estetico, Gun-Dog è una meraviglia per gli appassionati del genere. L’arte e il design dei personaggi trasmettono personalità e atmosfera, mentre gli sfondi richiamano l’epoca PC dell’epoca con una qualità superiore a quella possibile allora. Tra l’altro il gioco offre tre modalità grafiche, inclusa una monocromatica in stile vecchi computer giapponesi o anche GameBoy se vogliamo. L’arte non si ferma però all’aspetto grafico, perché la soundtrack in stile chiptune è ben realizzata e vi terrà compagnia durante l’avventura, senza stancare e cambiando mood a seconda della situazioone.

Indie Soul Stories from Sol: The Gun-Dog menu

Stories from Sol: The Gun-Dog cattura perfettamente l’estetica retro-futuristica, unendo pixel-art dettagliata e interfaccia testuale con comandi classici (Move, Look, Use, Talk, Item), ma con alcune comodità moderne che eliminano le frustrazioni tipiche dei giochi d’avventura del passato. Il vero “problema” risiede nella narrazione, o meglio, nella lunghezza dei testi che, purtroppo, non supportano l’italiano. Soprattutto nella fase iniziale, prima che l’avventura “parta”, potrebbe scoraggiare chi non è particolarmente pratico con l’inglese, e comunque resta un fattore di cui tenere conto, perché il grosso dell’avventura si sviluppa proprio per via testuale.

In definitiva, Stories from Sol: The Gun-Dog è un’esperienza che colpirà in pieno chi ha nostalgia delle avventure grafiche d’epoca o di quelle sci-fi. Space Colony Studios ha creato un titolo affascinante, con una forte direzione artistica e narrativa, anche se alcune scelte limitate e un finale aperto potrebbero non convincere tutti. Se la lingua inglese non rappresenta un ostacolo, probabilmente amerete questo viaggio interstellare.

Stories from Sol: The Gun-Dog può essere acquistato in versione PC su Steam, ma è anche disponibile per console su PlayStation e Nintendo Switch.

A cura di Pasquale Lello

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