GWENT: Thronebreaker – Anteprima gamescom 17

GWENT: Thronebreaker – Anteprima gamescom 17
GWENT: Thronebreaker – Anteprima gamescom 17
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Colonia – CD Projekt RED si è sempre contraddistinta per un approccio al business piuttosto distante dalle altre compagnie di sviluppo: vicine al pubblico sia in quanto a comunicazione che come supporto, sempre costante e molto spesso gratuito. Gwent, dopo le scintille di The Witcher 3: Wild Hunt e delle sue espansioni, ritorna a proporre parte dell’universo abitato da Geralt di Rivia attraverso il suo gioco di carte, che abbiamo approfondito in parte l’anno scorso sempre durante la gamescom, che solo recentemente è entrato in fase open beta su PC, PS4 e Xbox One. Dopo averci svelato i piani per ampliare l’offerta eSports, CD Projekt RED ha finalmente tolto il velo sulla modalità storia, in singolo giocatore, di Gwent, promessa già lo scorso anno ma mai effettivamente mostrata prima d’ora.

Gwent: Thronebreaker è quindi a tutti gli effetti una corposa sezione singolo giocatore affidata alla penna di alcuni degli scrittori che hanno raccontato la storia (e le storie) meravigliosa che abbiamo potuto vivere nel suo ultimo viaggio. Così, con un tavolo di gwent davanti, un boccale di birra e le orecchie tese dei presenti nella locanda, il narratore ci porta a scoprire una storia mai raccontata prima d’ora nell’universo (antecedente ai giochi) di The Witcher. Seguiremo, in questo primo contenuto singolo giocatore, la regina Meve di Lyria e Rivia, parte dei Regni Settentrionali: una regina dalla bellezza indiscutibile, ma dal carattere altrettanto leggendario. Una donna con la d maiuscola insomma, che nei 5 “capitoli” promessi da CD Projekt RED affronterà un’invasione e un cammino di vendetta che metterà in discussione il proprio regno. Sotto questo punto di vista, Gwent si è rivelato assolutamente sorprendente: stiamo parlando di un contenuto a pagamento, che promette una ventina di carte esclusive da utilizzare nella campagna, e altrettanti bonus che invece potranno essere utilizzati anche nel multigiocatore. Ma ciò che è sorprendente è l’approccio alla narrazione e al modo in cui ciò viene integrato in un titolo che, in fin dei conti, è solo un gioco di carte.

Con una mappa isometrica con sfondi e ambientazioni 3D/2D disegnate a mano, controlleremo il nostro personaggio per ambientazioni di varie dimensioni, aprendo scrigni e affrontando sfide (rappresentate proprio dalle battaglie a gwent che giocheremo), esplorando i bivi e addirittura missioni secondarie che racconteranno altre storie e altri personaggi. Ma Gwent: Thronebreaker non si ferma qui, perché è proprio nel racconto che brilla di luce propria: parliamo infatti di dialoghi rappresentati da scenette in 2D con degli stupendi artwork animati, che saranno completamente doppiate (anche in italiano!) e che, a giudicare dalla qualità incredibile della scrittura, è assolutamente degna del suo titolo “padre” The Witcher 3: Wild Hunt. Dialoghi intensi e storie di spessore, ma soprattutto la possibilità di effettuare scelte e approcciare determinati dialoghi in modo differente, portando a conseguenze inaspettate (e a volte immediate), che daranno forma ad alcune linee narrative del racconto.

Da quel poco che abbiamo visto Gwent: Thronebreaker, insieme ad una sorta di hub dove gestire il proprio mazzo e le proprie unità, nonché i personaggi che ci daranno manforte durante il nostro viaggio (e che potremo imparare a conoscere, attraverso dialoghi aggiuntivi e storie secondarie), riesce a proporre un tessuto narrativamente appagante e a contestualizzarlo in quello che è ovviamente un semplice gioco di carte. Ecco quindi che le sfide a colpi di carte potranno trasgredire alcune delle regole che in multiplayer non possono, per forza di cose, essere proposte: carte estremamente spettacolari, combo tra carte fazione e un vero e proprio approccio da “sfida d’ingegno” che renderanno le battaglie in singolo di Gwent: Thronebreaker differenti da quelle in multiplayer, più competitive e bilanciate.

L’incognita a quanto pare, è una certa indeterminata indecisione da parte di CD Projekt RED che è ancora incerta sull’arrivo (quantomeno nelle tempistiche) dell’espansione su console. Previsto infatti per ora a fine anno solo su PC, Gwent: Thronebreaker potrebbe scontare ancora una certa incompletezza, una sorta di beta perenne che, soprattutto su console, potrebbe essere limitante per il pubblico e per i giocatori che troveranno in Thronebreaker una ragione per approcciarsi a Gwent.

 

In conclusione

Gwent: Thronebreaker è tutto ciò che non ci saremmo mai aspettati di trovare in un gioco di carte, ed è forse il modo più semplice per riassumere la filosofia di CD Projekt RED e del suo approccio allo sviluppo. Siamo di fronte ad un’esperienza single player estremamente complessa e sfaccettata, profonda e con una scrittura assolutamente eccelsa. Scelte multiple, l’esplorazione degli ambienti e le missioni secondarie saranno più che sufficienti secondo gli sviluppatori porteranno Gwent: Thronebreaker ad impegnare i giocatori per circa 10 ore. Per il resto, Gwent è sempre lo stesso gioco che abbiamo imparato a conoscere durante l’ultimo anno: carte di diverse fazioni, strategie e bluff, il tutto con l’inconfondibile fascino del mondo di The Witcher.

 

Mi piacciono i videogiochi e mi piace scrivere, perché non unire le due cose? So anche imitare Topolino e Joe Bastianich, ma non mi pagano per farlo.

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