Guitar Hero Live – Recensione

Guitar Hero Live – Recensione

Non è facile parlare di un brand come Guitar Hero. Dall’ascesa assoluta di un genere, quello del rhythm game, capace di mietere milioni di dollari in un batter di ciglio e di infrangere ogni record immaginabile nell’arco di un solo lustro al triste epilogo, causato dalla saturazione prematura di un segmento videoludico vittima del proprio stesso peso, di cose da raccontare ce ne sarebbero molte. Moltissime, come i giocatori misteriosamente attratti da quel controller a forma di chitarra destinato a divenire un autentico fenomeno culturale: perché ammettiamolo, in cuor nostro tutti sapevamo che suonare una vera chitarra era tutt’altra cosa, ma già dopo le prime pennate a nessuno ne importava poi molto. E non è affatto casuale se, dagli Stati Uniti all’Europa, Guitar Hero era un qualcosa di abbastanza noto anche a chi i videogiochi non li masticava poi molto: magari “un giocattolino né carne né pesce”, per i puristi della musica vera, ma dal carisma e dal fascino unici. Così unici da far rimpiangere ad anni di distanza Guitar Hero III, l’episodio più rockettaro di sempre, o da riuscire a strappare accordi esclusivi con band del calibro dei Metallica o degli Aerosmith, a cui vennero dedicati due capitoli memorabili. E proprio quando la consacrazione all’Olimpo del brand sembrava essere cosa certa, con l’ottimo World Tour, il meccanismo stampa-soldi si interruppe improvvisamente con Warriors of Rock, mediocre sesto capitolo ufficiale nonché, come tutti saprete, capolinea apparente della serie.

Non è facile, a cinque anni di distanza, riesumare un successo planetario come Guitar Hero. Lo sa beneActivision, nuovamente alle redini della produzione di questo Guitar Hero Live, e lo sanno bene anche i ragazzi diFreeStyleGames. Perché, per riuscire in una tale impresa, alla fine della fiera restano soltanto due strade percorribili: puoi cavalcare il cosiddetto effetto Amarcord, realizzando un gioco totalmente devoto ai fan storici della serie con cui placare l’impagabile nostalgia dei tempi andati, oppure puoi uscire con un concept completamente inedito rivoluzionandone meccaniche, filosofia e qualsiasi altra cosa ti venga in mente, e sperare che funzioni. Proprio come ha fatto FreeStyleGames: Guitar Hero Live porta una poderosa ventata di novità all’interno di un genere che ne aveva un bisogno drammatico, e riesce a risvegliare quell’amore sopito in molte persone di “roccheggiare selvaggiamente” con una chitarra di plastica. Perché ci sono così tante novità, così tante trovate e decisioni brillanti in questo settimo episodio da rimanere a bocca aperta: e mai prima di oggi, un Guitar Hero ci era sembrato così vivo. O forse è il caso di dire Live

Guitar Hero Live

Piattaforma: PS4, Xbox One, PS3, Xbox 360, Wii U

Genere: Musicale

Sviluppatore: FreeStyle Games

Publisher: Activision

Giocatori: 1/2 in locale

Online: Guitar Hero TV

Lingua: Testi in italiano

Versione Testata: PS4

Quella del Live rappresenta la prima grande innovazione di questo settimo episodio maggiore. Contrariamente alla tradizione del franchise, Guitar Hero Live può essere considerato un rhythm game basato su full motion video in prima persona con attori reali. Detta così suona abbastanza insolita (specie ripensando alle celebri band in computer graphics solite esibirsi nel palcoscenico dei nostri salotti), ma difficilmente troveremmo un modo migliore per descrivere la nuova interfaccia grafica alla base del titolo. L’idea, in sé, è di una semplicità disarmante: una volta “indossata” la chitarra, vedremo esattamente quello che normalmente vede un chitarrista all’opera: i compagni di band che saltano da una parte all’altra dello stage, i fonici e i roadies che ci assistono prima e durante ogni concerto, il pubblico a pochi metri di fronte a noi che si sbraccia e urla, creando un oceano di braccia alzate verso il cielo che si muove al ritmo della musica. Il primo impatto è spiazzante, per certi versi fa quasi sorridere: davvero, Activision, pensi che basti un filmato del genere per farci gasare come ai bei vecchi tempi? Gli speaker che si complimentano per le nostre esibizioni elargendo generosamente “Hey, sei una Rockstar!“, lo staff che ci esorta a suon di “C’mon!” e i sorrisi ammiccanti del frontman: tutto molto bello, ma non pensate che, alla lunga, possa cadere nel patetico?

Bastano un paio di concerti per accorgersi che, dopo tutto, la risposta è esattamente quella che non ti aspetti. Il meccanismo funziona che è una meraviglia, e nonostante la sua apparente banalità coinvolge e galvanizza, diverte e cattura. E più crescono il pubblico e le arene in cui si finisce per suonare nei due “big tour” previsti dalla modalità Live, ecco che l’atmosfera si fa elettrica e coinvolgente. Guitar Hero Live funziona, mai come prima d’ora, e di colpo ti passa la voglia di scendere dal palcoscenico. Mettici le urla del pubblico, mettici quel feeling che pezzo dopo pezzo si crea tra i componenti della band, mettici una telecamera che sfreccia senza sosta da un angolo all’altro dello stage, stregando il giocatore col suo motion blur: “it’s rock’n roll baby“, e oggi suona alla meraviglia. Ma non fatevi prendere la mano: le performance del giocatore sono ancora fondamentali, e se da un lato lo sviluppatore ha deciso di eliminare il game over optando piuttosto per la strada del “più errori fai, meno punti guadagni“, sappiate che il vostro pubblico non la pensa alla stessa maniera.

Guitar Hero Live funziona, mai come prima d’ora, e di colpo ti passa la voglia di scendere dal palcoscenico

Dimostrate la vostra abilità con lo strumento e la telecamera indugerà sulle prime file, proprio là dove si trovano i fan più fedeli, e li vedrete cantare e ballare come se qualche spirito voodoo ne avesse preso il possesso del corpo; guardate un po’ più in dietro, nel mezzo della folla, e tra urla e sorrisi noterete un paio di cartelloni che vi inneggiano a caratteri cubitali. Ma iniziate a perdere colpi, a sbagliare qualche nota o a lisciare l’assolo che tutti si aspettano, e in quegli stessi volti inizierete a leggere stupore, incredulità, disappunto. Chi prima vi osannava a gran voce ora scuote la testa, fischia, abbassa i pollici verso di voi. I cartelloni di incitamento si trasformano in qualcosa dell’ordine dello “you suck“, mentre i proverbiali “buuu” arrivano sino al palco, dove i vostri colleghi che prima vi guardavano con orgoglio e soddisfazione ora vi scrutano furibondi, increduli per i vostri errori, al punto da urlarvi dietro qualcosa per risvegliarvi dal letargo e girarsi spazientiti verso il pubblico, quasi per distrarne l’attenzione. Continuate a sbagliare miseramente, e l’ira della band sarà nulla a confronto degli oggetti che pioveranno in direzione del povero chitarrista: il tutto, vale la pena dirlo, avviene di fronte ai suoi occhi (gli stessi del giocatore) in modo naturale e “reale”, senza stacchi o bruschi cambi di filmato.

La novità più grande, tuttavia, è da ricercarsi proprio nella chitarra. Guitar Hero Live saluta definitivamente il vecchio modello a cinque tasti in linea e cinque “slider” in favore di una soluzione completamente rivisitata, fatta di sei tasti suddivisi in due file da tre. Tre tasti sopra, tre tasti sotto, rappresentati sullo schermo da dei plettri – neri e rivolti verso l’alto i primi, bianchi e rivolti verso il basso i secondi, che sfrecciano lungo le tre corde. Lo stile è più minimal, per certi versi accattivante, e riesce nell’intento non certo semplice di dare al tutto una più decisa patina di “serietà”. La presenza di due file di bottoni fa da apripista all’arrivo dei barrè, ottenuti premendo simultaneamente ambo i tasti (superiore e inferiore) di una stessa colonna: inizialmente vi sembrerà persino troppo facile districarsi tra questi famigerati accordi, ma sappiate che più aumenta la difficoltà e più le posizioni richieste saranno simili a quelle dei veri barrè, eseguiti su vere chitarre. Il che, inutile a dirsi, complica le cose in modo esponenziale.

Al netto di questo, capirete da soli che in Guitar Hero Live sarà necessario mettersi a testa bassa e studiare dal principio come “suonare” lo strumento. Il tempo richiesto per essere operativi non sarà certo esagerato (le meccaniche base sono rimaste pressoché invariate, incentrate ancora una volta sui concetti di hammer-on e pull-off, di note trattenute e di moltiplicatori di punteggio): ma se da un lato la necessità di usare il mignolo si riduce sensibilmente, dall’altro questo settimo capitolo alle alte difficoltà è qualcosa di difficile oltre l’umana comprensione. Doveste sentirvi particolarmente abili per le vostre esibizioni pregresse, dovrebbe bastarvi un concerto fugace a difficoltà “Esperto” per capire che, in fondo, c’è sempre parecchio da imparare; e che, forse forse, la difficoltà Avanzata potrebbe non essere così disonorevole. Di materiale su cui lavorare, anche in questo episodio non ne manca certo: Blink 182, Green Day, Kasabian, The Who o Skrillex sono soltanto alcuni degli artisti disponibili nella tracklist (no, Fedez non c’è, mettetevi il cuore in pace). Premesso che non saremo certo noi a giudicare un aspetto in cui vige il gusto personale nel modo più assoluto, abbiamo tuttavia ravvisato una buona varietà di generi, che spaziano dall’indie al pop, passando per punk o metal: quindi sì, diciamo che ce n’è ragionevolmente per tutti i gusti. Se poi attaccate un microfono e una seconda chitarra e, nel mentre, invitate pure due amici, il mood dell’esibizione può soltanto migliorare.

In Guitar Hero Live sarà necessario mettersi a testa bassa e studiare dal principio come “suonare” lo strumento.

Se dunque la modalità Live passa l’esame a pieni voti grazie al suo innovativo controller e alle modifiche di gameplay che ne derivano, potremmo affermare senza timore che la modalità Guitar Hero TV (abbreviata inGHTV) rappresenta il momento di apoteosi del titolo. Provate ad immaginare uno Spotify in versione “videogioco di chitarre”, e otterrete una cosa abbastanza vicina alla GHTV. Il servizio creato da Activision mette a disposizione degli utenti due canali in streaming (con un terzo praticamente in arrivo), con la possibilità di passare liberamente da uno all’altro anche nel mezzo di una canzone. Entrambi trasmettono video musicali 24 ore al giorno, 7 giorni su 7, e hanno spettacoli tematici che si aggiornano a frequenze di trenta minuti. Questo significa che, ad esempio, se nel Canale A stanno trasmettendo uno speciale sulla musica indie che non vi aggrada particolarmente potrete cambiare canale e, chissà, beccarvi un po’ di metallo selvaggio da far tremare i muri.

Nella modalità GHTV il gameplay varia leggermente rispetto a quello dei Live: l’Hero Power (così si chiama il compianto Star Power da questa declinazione) lascia spazio ad una serie di power up dal fascino quasi arcade che scivolano sulle corde assieme ai plettri. Uno dei primi ad essere sbloccati sarà la bomba, delicatissimo trick che permette di eliminare ogni traccia di plettro dallo schermo per una manciata di secondi: usatelo con attenzione, visto che da un lato potrà salvare parecchie vite in concomitanza di assoli particolarmente tremebondi senza intaccare il valore del moltiplicatore, ma dall’altro non farà guadagnare alcun punto per tutta la sua durata.Un pizzico di approccio tattico all’esecuzione di un brano, in sostanza, laddove migliore sarà la nostra performance e maggiori saranno sia le monete da guadagnare, sia le possibilità di salire rapidamente di livello.

A tal proposito è bene chiarire da subito un paio di cose: a patto di comportarsi discretamente sul palcoscenico,salire di livello nella GHTV non è un’impresa titanica. Bastano infatti sei o sette canzoni suonate come si deve e l’aumento di livello è quasi matematico: l’importante è raggiungere rapidamente il Livello 6, posizione privilegiata dalla quale sarà possibile sbloccare una serie di canali premium. Questi offrono contenuti aggiuntivi estremamente interessanti, come playlist temporanee composte da più canzoni dove, ad esempio, l’accesso all’ultima sarà garantito solo raggiungendo determinati obiettivi (cinque stelle nei pezzi precedenti, ad esempio). Non doveste superare la prova richiesta al primo colpo, potrete riprovarci liberamente (almeno sino a quando non “termina” la playlist) o sbloccare la canzone spendendo il vostro Hero Cash, la moneta di gioco acquistabile tramite denaro reale. Sì, avete capito bene, micro-transazioni: ma aspettate prima di gridare al tradimento.

A patto di comportarsi discretamente sul palcoscenico, salire di livello nella GHTV non è un’impresa titanica

In Guitar Hero Live esistono tre tipi di “valuta”: Hero Cash (il corrispettivo in game dei soldi veri), le monete di gioco con cui si viene premiati al termine di ogni esibizione e i Token di gioco, una sorta di mix delle precedenti alternative, ma con un vantaggio tutto tranne che trascurabile. All’interno di GHTV, come prevedibile, il giocatore potrà trovare un apposito catalogo da cui “acquistare” le tracce preferite tra le oltre 200 ad ora disponibili, usando i Token guadagnati. Le virgolette sono d’obbligo in quanto le canzoni acquistate in questo modo non sono da considerarsi DLC in senso stretto: ciascun Token permette piuttosto di eseguire una volta il brano prescelto, in una sorta di meccanismo “a consumo” che tutto sommato funziona alla grande. Questo perché è vero, potrete investire l’Hero Cash per mettervi da parte quanti più Token possibili, anche se essi vengono elargiti ogniqualvolta il giocatore aumenti il proprio livello. E non solo: sarà possibile investire le monete di gioco per acquistare uno o più Token, senza dover necessariamente mettere mano al portafogli. E basta un minimo di dedizione e poco meno di una serata con Guitar Hero Live per ritrovarsi tra le mani un piccolo tesoretto di “biglietti” da usare quando più pare. Il risultato è dunque un sistema a micro-transazioni tutto tranne che aggressivo, che non istiga all’acquisto facile ma al contrario, e soprattutto dall’inizio, dona al giocatore una seconda strada per soddisfare i propri desideri, senza obbligarlo velatamente ad investirci denaro aggiuntivo.

Le impressioni dei fan alle prese con Guitar Hero Live.

In conclusione…

In pochi avrebbero scommesso a occhi chiusi sul ritorno di Guitar Hero: un brand esploso dal nulla, capace di macinare record alla velocità di un treno e di colpo, quando la strada sembrava in discesa, crollato e sparito dal mercato come ennesima vittima della saturazione di un genere. A cinque anni di distanza Activision non ci sta, e con l’aiuto dei ragazzi di FreeStyleGames – alla prima prova ufficiale sul franchise – collezionano quel capitolo che non ti aspetti, quell’episodio capace di dare un calcio netto ai fallimenti da palcoscenico, ridando vitalità ed energia ad un prodotto, all’apparenza, destinato all’oblio.

Ma ve ne sarete accorti, così non è stato: e Guitar Hero Live rappresenta il miglior ritorno sotto i riflettori che la saga Activision potesse auspicare. Un nuovo controller che rivoluziona le meccaniche del gioco, introducendo un maggior fattore di difficoltà senza minare il divertimento, una rivoluzione “tematica” che si concretizza in questa ricerca del “Live“, dell’esperienza dal vivo vissuta attraverso gli occhi del musicista, nel bene e nel male delle sue esecuzioni e, non ultima, un’esperienza online, la GHTV, che infrange ogni precedente barriera della saga e, di fatto, dà vita ad uno Spotify videoludico da cui accedere copiosamente senza la vera necessità di investire denaro sonante: questi i tre capisaldi del settimo episodio di Guitar Hero, di un ritorno atteso da moltissimi giocatori e che, finalmente lo possiamo dire con certezza, non deluderà minimamente i propri fan. Perché in Guitar Hero Live c’è passione, tenacia e voglia di riscatto. E pure un pizzico di follia: ma lo sappiamo tutti, it’s rock’n roll baby.

Voto: 9/10

Bello, simpatico, intelligente e super esperto di videogiochi, ha sviluppato un'incredibile capacità nello scrivere cazzate.. Gioca ai giochini elettronici dall'86 e ci scrive a riguardo dal 2006 o giù di lì.. Ma non fateglielo notare, che poi si monta la testa..

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