GRID – La velocità è nulla senza divertimento – Hands on

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Uno spettacolare ritorno

GRID – La velocità è nulla senza divertimento – Hands on
GRID – La velocità è nulla senza divertimento – Hands on
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Nemmeno il tempo di assaporare l’ottimo F1 2019, che Codemasters ci mette al volante di un altro gioco di corse, GRID: in realtà è passato pochissimo tempo anche dal suo annuncio (avvenuto a fine maggio) e dal suo rinvio ad ottobre, dovuto principalmente a scelte commerciali. Così, mentre i videogiocatori attendono il ritorno di questo franchise, noi abbiamo avuto l’opportunità di provarlo in anteprima e siamo pronti a raccontarvi com’è questa nuova incarnazione di GRID.

Inutile girarci attorno, le tre parole chiave del gioco sono velocità, spettacolo e divertimento, e a prescindere dall’approccio che avrete con il gioco, questi aspetti emergeranno da subito. Noi lo abbiamo capito dalla prima gara, su un circuito cittadino di San Francisco in cui le ripide salite fungevano letteralmente da rampe per le auto lanciate alla massima velocità. Scegliamo di fare un giro di qualifica per non partire in ultima posizione, ma proprio quando sembrava essere fatta, il nostro eccesso di sicurezza ci ha fatto prendere una curva malissimo, facendoci impattare sul guard-rail e vanificando gran parte del buon giro.

Partiamo così dalla tredicesima posizione e abbiamo 5 giri per provare a scalare la vetta. Alla prima curva è bagarre e riusciamo a recuperare un paio di posizioni di furbizia, ma notiamo subito quanto siano agguerriti gli avversari: l’intelligenza artificiale nei giochi di corse è uno degli aspetti fondamentali, e GRID sembra poter dire il fatto suo in tal senso. Sportellate (con tanto di scintille), tagli di strada e addirittura speronate sono all’ordine del giorno, le altre vetture in gara penseranno solo a tagliare per prime il traguardo, senza guardare in faccia nessuno, che si tratti di voi o delle altre auto. Proprio per questo durante la gara non è raro vedere incidenti davanti a voi, auto che escono fuori pista o che addirittura si cappottano, il che dona un fascino particolare all’esperienza di gioco e, unito alla velocità, aggiunge quell’adrenalina che serve ad un gioco di corse.

Ed è stato proprio contro un’auto che era stata speronata che abbiamo quasi distrutto il nostro frontale, restando con un cofano pericolante che quando aumentava la velocità si alzava creandoci problemi di visuale, fino a che l’alta velocità non l’ha fatto volare via dall’auto. Lo spettacolo è alla base di GRID, ed è il gioco stesso che spinge ad avere una guida spericolata, regalando bonus ad ogni derapata, sorpasso o azione da brivido. Le piste stesse, come quella di San Francisco, tra curve apparentemente alla portata (ma decisamente insidiose), cordoli velenosi e soprattutto i saliscendi tipici della città, fanno sì che ogni gara sia unica e sempre spettacolare.


La nostra corsa si è conclusa in quinta posizione, un ottimo risultato considerando gli avversari e la nostra inesperienza, soprattutto per quel che riguarda la pista. Eh sì, perché volante alla mano, parliamo di un gioco che sta nel mezzo: non parliamo di un gioco arcade (anzi), ma nemmeno di un Assetto Corsa o Project Cars in cui bisogna stare attenti al minimo errore. Badate bene, il gioco è molto scalabile in base alle esigenze del giocatore, potrete approcciare GRID col massimo degli aiuti, pensando solo a correre e divertirvi, senza preoccuparvi troppo di come prendere una curva o di collidere con gli avversari, oppure potrete vivere un’esperienza più simulativa, disattivando ogni aiuto, impostando i danni realistici (e non solo estetici) e quindi lottando contro voi stessi prima che contro gli avversari.

Fatto sta che qualunque sia l’approccio che sceglierete, vi divertirete, perché GRID è votato a quello. Ed è per quello che dopo una gara con una velocissima Chevrolet Camaro SSX Concept abbiamo voluto fare un Grand Prix con delle Mini Minor: inutile dirvi che la manegevolezza di queste vetture non fa che innalzare l’asticella in fatto di divertimento. In GRID non troverete certo il parco macchine di un Gran Turismo, ma comunque c’è una discreta varietà di classi e modelli (tutti reali) e soprattutto, passando da uno all’altro noterete le differenze in termini di tenuta e guidabilità.

Velocità, spettacolo e divertimento: a prescindere dall’approccio, questi aspetti emergeranno da subito

Non abbiamo avuto modo di provare la modalità Carriera, ma avevamo tantissime gare a disposizione, divise per classi, tra le quali anche prove a tempo o sfide di determinate tipologie o categorie di vetture; inoltre c’erano numerosi circuiti reali ma anche tanti circuti originali, che dovrebbero garantire un variegato (e duraturo) intrattenimento.

Una cosa che non ci ha convinto del tutto è forse la scarsa “pesantezza” dei veicoli, probabilmente dovuta all’intenzione di rendere il titolo prima di tutto divertente e veloce. Se dal punto di vista grafico non abbiamo gridato al miracolo e in un paio di gare sotto la pioggia abbiamo notato qualche calo di frame-rate, l’audio ci ha convinto particolarmente: al di là del rombo delle vetture, mentre correvamo sentivamo tutta una serie di altri rumori e cigolii davvero realistici.


C’è comunque tempo per rifinire un prodotto che già da ora ci è sembrato molto valido e che vuole ritagliarsi il suo posto in un panorama che vede principalmente due categorie: arcade e simulazione. Come detto più volte, GRID vuole mettersi nel mezzo, offrendo la possibilità di correre in maniera simulativa, ma tenendo sempre alto il tasso di spettacolarità e divertimento. L’appuntamento è fissato per l’11 ottobre 2019, sarà allora che potremo pronunciarci in maniera definitiva sul gioco e capire se GRID riuscirà a divertirci a lungo.

E' passato troppo tempo per ricordare il mio primo approccio al mondo videoludico... Limpido è invece il ricordo della prima console, un Atari 2600, e dei giorni interi passati a giocarci. Da allora sono cambiate molte cose: i videogiochi sono diventati il mio lavoro, non ho più tutto quel tempo per giocarli ed ormai sono pochi quelli che mi lasciano a bocca aperta. Ma al di là di tutto, l'amore c’è ancora, così come la voglia di arrivare un giorno a crearne uno… Ecco, se non si fosse capito, sono un eterno “sognatore"!

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