gran turismo sport
24 Ott 2017

Gran Turismo Sport – Recensione

Una volta, quando si parlava di giochi di corse, Gran Turismo era sulla bocca di tutti. Si andava dagli amici perché avevano Gran Turismo sulla loro PlayStation, per capire cosa significasse avere in mano un simulatore di guida. La storia non è cambiata di tanto col passare degli anni, con Gran Turismo Sport che porta finalmente la serie su PS4 e si fa nuova bandiera del simulatore ideato da Kazunori Yamauchi. Averlo incontrato l’anno scorso a Los Angeles per scoprire la sua ultima creazione è stata un’emozione non da poco.

Cos’è successo dunque nel corso degli anni? Sono arrivati sempre più competitors, sempre più agguerriti e sempre più pronti a rilasciare un numero maggiore di capitoli rispetto a quello di casa Sony. Non a caso, la serie di Forza è già arrivata alla settima versione, senza contare gli spin off targati Horizon. Gran Turismo non segue questa via e forse per questo è rimasto un po’ indietro, come a voler prendere la rincorsa.

Con Gran Turismo Sport, per adesso, non sembra però essere arrivato il momento dello stacco per volare alto nel panorama dei simulatori. Manca ancora qualcosa per ritornare in scia e avvicinarsi allo standard mostrato con l’immortale Gran Turismo 2, di cui il sottoscritto custodisce gelosamente una copia nell’attesa di ritrovare una PS1 funzionante o qualcosa di simile.

Dal primo avvio del gioco sono ben chiari due punti di Gran Turismo Sport. Innanzitutto la grafica, con un piccolo setup per impostare colori e luminosità, oltre alla risoluzione finale. Poi c’è la componente emozionale, visibile ogni volta che si entra in Gran Turismo Sport: un lungo video che ripercorre i momenti salienti del motorsport, misto a riprese in CGI e dettagli delle auto incluse nel gioco. Come si dice di solito, chi ben comincia è a metà dell’opera, eppure l’importanza che gli sviluppatori danno alla parte grafica lascia quasi intuire che essa sia soltanto una delle poche vere qualità di Gran Turismo Sport.

gran turismo sport

Quando si arriva nel menu principale si capisce infatti quanta libertà abbiano in mano i giocatori. Gran Turismo Sport offre tre diverse modalità per giocare, Arcade, Campagna e Sport. Nella prima sono inclusi i Gran Premi, le prove a tempo e la modalità VR, nella seconda ci si può immergere in sfide sempre più difficili, simili alle vecchie patenti, e missioni per studiare al 100% ogni tracciato, mentre la terza è dedicata al multiplayer, con lobby giornaliere, qualifiche e gare. Bisogna però abituarsi subito alla presenza di un demone, ovvero la necessità di essere sempre connessi a internet per giocare senza limiti. Gran Turismo Sport offre infatti solo la modalità Arcade quando non si è online e soprattutto non permette di salvare i propri progressi: una mossa eccessiva per mantenere i giocatori online, quasi inspiegabile anche per quanto riguarda la Campagna, che non ha alcun impatto sul multiplayer e sarebbe potuta benissimo essere disponibile anche offline.

Comunque sia, la Campagna è probabilmente il primo step con cui approcciarsi al gioco, poiché include appunto una serie di prove che ricordano vagamente quelle classiche per il conseguimento delle varie patenti. Si tratta quindi di imparare ad accelerare, frenare, mantenere traiettorie e acquisire la consapevolezza di sé stessi e della vettura sul tracciato. Senza molti giri di parole, Gran Turismo Sport fa il suo dovere in maniera egregia, sia qui che nelle sfide più complicate, divise in tutti i circuiti e create per imparare a memoria ogni curva. Il sistema a ricompense va in base ai risultati ottenuti nelle prove e soprattutto vive in un ecosistema più grande, con obiettivi interni al gioco che danno successivamente ancora più punti esperienza e permettono di sbloccare auto bonus.

Qualsiasi attività completata permette infatti di accumulare esperienza e crediti, utili per comprare auto e ampliare così la propria collezione. Gran Turismo Sport dà comunque a disposizione auto bonus con una certa frequenza e soprattutto lascia scegliere tra tutte le vetture del suo parco auto quando si entra nella modalità Arcade. Al contrario, non tutti i circuiti sono disponibili dall’inizio, poiché bisogna accumulare esperienza e salire di livello per sbloccare quelli più iconici, come il Nurburgring. Tuttavia, la modalità Arcade offre anche altre possibilità, come le prove a tempo, l’estremamente gradita modalità split-screen per due giocatori e quella VR.

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Quest’ultima è divisa in due, ovvero lo showroom e il tour. La prima modalità lascia libero il giocatore di muoversi attorno ad un modello, accendendo e spegnendo anche i fari: la pecca è che qui termina l’esplorazione della vettura, priva dunque di interni e piuttosto limitata nell’estetica. Per questo è più importante la seconda, che rappresenta la vera espressione della VR. Escono di scena fin dal primo momento i modelli visual, quindi si riduce il parco auto di Gran Turismo Sport che permette di entrare in prima persona e guardare attraverso il cockpit, ma rimangono i circuiti e soprattutto vengono affiancati dalla sensazione di essere realmente in pista. Nulla a che vedere dunque con Driveclub VR, che scende continuamente di rango tra i giochi di guida in realtà virtuale. Gran Turismo Sport non è ovviamente ancora l’apice della categoria, ma riesce a piazzarsi sopra DiRT Rally VR per quanto riguarda la fisicità (attenzione, non la fisica) delle auto e soprattutto regala un ottimo feeling di guida, sensazione che si nota fin dalla prima staccata.

La modalità Sport funziona, anche se deve essere levigata nel tempo.

Ultima, ma non meno importante, è la modalità Sport, che consacra Gran Turismo Sport nell’ambiente degli eSport. La sua costruzione sempre online consta di vari eventi a tempo, preceduti da qualifiche che fungono anche da prove libere. Nonostante siano appunto eventi esclusivamente online, si sente di far parte di qualcosa, un sistema di giocatori in costante aggiornamento e diviso in varie categorie. Si percepisce dunque una certa vicinanza con lo sport in generale e la competizione, sempre e comunque nei limiti della sportività: non a caso è necessario guardare due filmati prima di accedere, che spiegano il galateo del motorsport a chi pensa di vincere gare facendo a sportellate. Gran Turismo Sport non ci sta e punisce praticamente tutto, anche gli urti contro le barriere: ignorare le penalità porta a sanzioni ancora più severe, tant’è che è frequente vincere le gare pur arrivando terzi. Davanti a noi c’è spesso qualcuno che si è guadagnato la posizione in modo scorretto e che viene punito di conseguenza. La modalità Sport dunque funziona, anche se deve comunque essere levigata nel tempo, magari offrendo più varietà e maggiore elasticità nella creazione degli eventi. Una volta entrati è difficile uscirne per fare altro.

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Prima di scendere sul tracciato, Gran Turismo Sport offre un piccolo caricamento sfruttando il sound della vettura selezionata, giusto per riscaldare ancora di più l’ambiente. L’audio è un punto fondamentale della simulazione e Gran Turismo Sport sfoggia con orgoglio i propri campionamenti. Dal rombo del motore al fischio del turbo, tutto funziona a meraviglia: con un buon paio di cuffie, la separazione dal mondo reale è istantanea. Si arriva dunque alla partenza lanciata, a meno che non ci siano qualifiche o giri di riscaldamento. Sull’HUD sono presenti varie informazioni e dati tecnici utili per capire lo stato della vettura, quali sistemi elettronici siano in uso e attivati, oltre ad un radar per controllare lo spazio circostante ed un menu rapido per selezionare gli aiuti senza dover tornare al menu. Guardare l’asfalto tramite il parabrezza è ovviamente la scelta migliore per godere al massimo dell’azione e avvicinarsi al realismo, anche se molti giocatori preferiscono la visuale in terza persona. In entrambi i casi si può vedere il lavoro grafico applicato dagli sviluppatori, che hanno ricostruito in maniera davvero ottima i modelli, con una progressione che abbiamo potuto apprezzare gradualmente dall’annuncio di Gran Turismo Sport.

Ciò che importa però è la sensazione di guida, che abbiamo provato più volte sia con un setup completo che con un joypad. Lo stile iconico di Gran Turismo è mantenuto, con una componente simulativa spinta, ma comunque lungi da essere affiancata ad Assetto Corsa. Governare gli analogici quando si usa il pad necessita di una grande sensibilità, soprattutto in situazioni di controsterzo: buttare il pollice dalla parte opposta senza ritegno risulta in un testacoda senza possibilità di recupero. Molto più intuitiva è dunque la guida con un volante, anche se sembra in ogni occasione di essere aiutati per una piccolissima parte dal gioco stesso. Pur disattivando tutti gli aiuti possibili, Gran Turismo Sport è magnanimo in trazione e perdona l’irruenza del giocatore.

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Piuttosto frequenti sono invece le uscite di pista per colpa del sottosterzo, soprattutto le prime volte che si scende in pista. Se il gioco chiude quindi un occhio per le accelerazioni scellerate, è invece estremamente punitivo quando si tocca l’erba o la ghiaia all’esterno delle curve, costringendo a frenare senza bloccare per rientrare velocemente in traiettoria. Ci sono dunque spunti di realismo contornati da dettagli arcade, anche se il dubbio più grande rimane sulla fisica degli scontri, da sempre l’iceberg che affonda la nave della serie Gran Turismo: le auto si toccano e si urtano senza dare grandi feedback, né al volante, né al pad, né tanto meno alla telecamera, che aiuterebbe molto a simulare gli scontri.

Gran Turismo Sport, pur essendo ottimo nelle cose che fa, risulta troppo sbilanciato verso la componente online.

L’attenzione degli sviluppatori si è infatti posata su altri dettagli, ovvero la grafica delle auto, la loro storia e il loro ruolo nella vita degli appassionati. I riferimenti alle leggende del motorsport sono tanti, parlando sia di motori che di persone in carne ed ossa. L’ultimo arrivato è Lewis Hamilton, testimonial ufficiale del gioco e grande fan della serie da molti anni, come potrebbe dimostrare anche il cappellino brandizzato indossato prima del Gran Premio di Formula 1 ad Austin.

La modalità fotografica di Gran Turismo Sport è la dimostrazione dell’attaccamento che gli sviluppatori hanno nei confronti delle quattro ruote. I panorami sono reali e i modelli ricreati in CGI si fondono all’interno come il cuore caldo di un tortino al cioccolato. Il risultato è ineccepibile e di una bellezza entusiasmante, tant’è che può essere benissimo utilizzato come sfondo per qualsiasi computer o console vogliosa di risplendere. Peccato che, a livello di giocabilità, questa caratteristica sia poco influente per chi vuole semplicemente guidare qualche auto da sogno.

Conclusioni

Nella storia dei giochi automobilistici, Gran Turismo è nato per essere la guida, quel mentore da seguire per avvicinarsi e creare esperienze diverse, simili o anche solo ispirate. È quasi un peccato che ora sia invece lui a dover inseguire gli altri, sotto parecchi tutti i punti di vista. Assetto Corsa e Project CARS 2 hanno dalla loro parte una simulazione pompata al massimo, Forza Motorsport 7 ha invece una quantità abnorme di contenuti con cui divertirsi. Gran Turismo Sport ha il carico emozionale giusto per raccontare la storia delle vetture incluse e dare loro vita nei ricordi e nei sogni dei giocatori, forte anche di un passato glorioso e di una ricreazione grafica davvero sopraffina. Riesce dunque ad essere l’ibrido tra i prodotti già in commercio, ma non dà nulla di più, parlando di giocabilità, rispetto a quanto visibile nei competitors. Delude infine per la scarsità di auto da guidare e tracciati su cui correre, oltre alla quantità esigua di modalità offline con cui divertirsi. Gran Turismo Sport, pur essendo ottimo nelle cose che fa, risulta troppo sbilanciato verso la componente online e soprattutto è insoddisfacente il fatto che il lungo sviluppo del gioco abbia portato a questa quantità di contenuti.

Gran Turismo, insieme ai suoi numerosi fan, merita sicuramente di più e siamo fiduciosi che i contenuti arriveranno nei prossimi mesi per colmare il divario. Questo non significa che Gran Turismo Sport non sia attualmente un buon gioco. Ha infatti tutte le carte in regola: è divertente, ha la giusta dose di tecnicismi, si predispone all’online con un metodo interessante e include una modalità VR riuscita, anche se non eccezionale. Il problema è che non puoi pensare di vincere la partita giocando subito tutte le briscole.