Gears Of War Ultimate Edition – Recensione

Gears Of War Ultimate Edition – Recensione

Verso la fine del 2006, i possessori di Xbox 360 si preparavano all’uscita di uno dei giochi che avrebbe fatto la storia della console.
Nato dalle geniali menti del team Epic Games, Gears Of War ridefinì il concetto stesso di sparatutto in terza persona, grazie al suo innovativo sistema di coperture durante gli ostici combattimenti, alla visuale decentrata, leggermente al di sopra della spalla, in modo da dare un tocco più cinematografico a tutta l’azione e cosa più importante, ad un comparto multiplayer che era il fiore all’occhiello di tutta la produzione, il cui raffinato gameplay echeggia ancora oggi nei ricordi dei giocatori competitivi.
Dopo 9 anni e l’acquisizione totale del brand da parte di Microsoft, Xbox One è pronta ad accogliere il remake del primo storico capitolo della saga, totalmente rimasterizzato in alta definizione (raggiungendo in multiplayer i 60fps richiesti a gran voce dai fan) e arricchito con numerosi extra, tra cui i 5 capitoli del single-player finora usciti solo su PC.
Nonostante l’operazione sia stata subito bollata come astuta mossa commerciale per far leva sulla nostalgia dei giocatori più adulti, questo suntuoso remake ad opera della software house The Coalition è completo e ben strutturato; perfetto insomma, per celebrare il ritorno della saga su nuova generazione.

 Gears Of War Ultimate Edition

Piattaforma: Xbox One

Genere: Third Person Shooter

Sviluppatore: The Coalition

Publisher: Microsoft Studios

Giocatori: 1-2 (co-op)

Online: 2-8

Lingua: Completamente in italiano

Versione testata: Xbox One

 

Alla base di ogni guerra c’è il potere. La brama di potere crea invidia, poi rabbia, poi odio ed infine si arriva ad un sanguinoso conflitto. E’ ciò che è successo su Sera, dove la scoperta di una nuova fonte di energia a basso costo, l’Imulsion, ha scatenato le Guerre Pendulum tra le più importanti nazioni bramose di controllarne le scorte. E mentre gli umani erano troppo impegnati a combattersi tra loro, indebolendo le rispettive difese, il vero nemico aspettava paziente sottoterra.
Durante il Giorno dell’Emersione, migliaia di mostri noti come Locuste, hanno invaso le capitali e gli obiettivi militari più importanti, eliminando in pochi giorni miliardi di vite. Era appena cominciato lo sterminio della razza umana. L’unica forza bellica che apparentemente è riuscita a contrastare gli attacchi dei “vermi” è composta da ex-detenuti, guerrafondai e sanguinari esaltati: sono i COG e rappresentano la vera speranza per la sopravvivenza dell’umanità. Soprattutto ora, che il comando centrale millanta di aver trovato la soluzione definitiva per eliminare completamente i nidi nascosti nelle viscere della terra, la bomba solare.
Toccherà alla squadra Delta, capitanata dal disonorato Marcus Fenix, in cerca della propria redenzione, ritrovare il risonatore in grado di attivare l’ordigno.

Nonostante ogni singolo aspetto del gioco sia stato ridefinito daccapo, il gameplay è rimasto fedele alla tradizione, lasciandone intatta ogni sfaccettatura

Chi ha già dimestichezza con il brand grazie ai precedenti episodi, non avrà alcuna difficoltà a familiarizzare con i comandi di questa Ultimate Edition, del tutto simili alla vecchia generazione. Nonostante ogni singolo aspetto del gioco (dalle luci ai filmati d’intermezzo) sia stato ridefinito daccapo, il gameplay è rimasto fedele alla tradizione, lasciandone intatta ogni sfaccettatura. All’epoca, Gears Of War stravolse l’opinione pubblica grazie all’incredibile sistema di coperture dinamiche, grazie al quale ogni scontro doveva essere combattuto spostandosi con attenzione e tempismo, per non soccombere al continuo fuoco avversario. A questo si aggiungeva la spietata intelligenza artificiale nemica, che soprattutto alle difficoltà più elevate, rappresentava una spina nel fianco non indifferente oltre che una vera e propria sfida per i giocatori più capaci.
A questo proposito gli sviluppatori hanno aggiunto un nuovo livello di difficoltà, più basso rispetto agli originali: “casual” permetterà infatti di prendere confidenza con il gioco a tutti coloro che non hanno familiarità col genere, lasciando che si possa godere l’esperienza single-player senza doversi preoccupare troppo dei passaggi più duri. Anche il numero dei checkpoint è notevolmente aumentato, in modo tale da garantire una continuità all’azione, al contempo attenuando il senso di frustrazione che si prova nel ripetere più volte dall’inizio una sessione molto longeva. Che la campagna di Gears Of War sia ardua poi lo si è sempre saputo e The Coalition non ha voluto assolutamente rendere questo percorso più semplice, ma piuttosto ha cercato di rendere più accessibile il gioco alle nuove generazioni, evitando di snaturarne le origini.
Non che si dovesse poi far molto per migliorare il capolavoro di Epic Games, ma i piccoli ritocchi, più l’aggiunta dei 5 capitoli della campagna in singolo provenienti dall’edizione per PC, hanno reso il single-player del titolo completo sotto ogni punto di vista.

Pur mancando di una vera e propria personalizzazione o crescita del personaggio, Gears Of War sopperisce con un plot narrativo di prim’ordine, arricchito occasionalmente da spezzoni di storia vissuta prima delle Guerre Pendulum, come piastrine di soldati deceduti, ritagli di giornale o memorie dimenticate di un mondo ormai sfasciato. Persino il decadimento architettonico degli ambienti di gioco lascia intuire una fine imminente, un passato glorioso che difficilmente tornerà, al di là dell’esito del conflitto. Ogni membro della squadra Delta ha un passato  che preferirebbe dimenticare, fatto di morte e speranze effimere. C’è chi vive nell’eterno ricordo di ciò che era un tempo, chi preferirebbe tornare ad abbracciare i propri cari, chi invece, chiuso in un mutismo quasi sovrannaturale, desidera solo la fine delle ostilità.
L’esperienza della campagna principale è arricchita dalla modalità cooperativa, già presente nel gioco originale, ma nell’Ultimate Edition valorizzata con features inedite e innovative, alcune delle quali prese dai capitoli successivi della serie. Sarà possibile ad esempio usufruire del comodissimo sistema drop in/drop out anche nelle partite in corso, selezionando quelle più adatte al proprio stile di gioco e al proprio livello di difficoltà senza inficiare quello del compagno, oppure ristabilirne la salute anche se si è in copertura (mancanza più volte richiesta dai fan).
Durante la co-op, l’altro giocatore prenderà il controllo di Dominic Santiago, fedele amico di Marcus e suo secondo in comando. Completando determinate sfide o proseguendo nella storia sarà possibile sbloccare una serie di bonus esclusivi, tra cui i fumetti originali ispirati al videogioco, che possono essere letti attraverso l’apposito menù, offrendo una prospettiva più ampia dell’intricato mondo ideato da Epic Games.

Durante la co-op, l’altro giocatore prenderà il controllo di Dominic Santiago, fedele amico di Marcus e suo secondo in comando

Ciò che però ha sempre dato una marcia in più al TPS di Microsoft è il comparto multiplayer, di sicuro una delle più longeve, divertenti e riuscite compagini online degli ultimi dieci anni. The Coalition ha riscritto il passato, offrendo ai giocatori una modalità ineccepibile dal punto di vista tecnico (Gears Of War Ultimate Edition gira online a 1080p e 60fps) e contenutistico: saranno infatti presenti tutti i DLC usciti all’epoca, più quelli esclusivi per la versione PC del gioco, per un totale di 19 mappe multigiocatore. Sono state inoltre incluse due nuova modalità non presenti nel 2006, Team Deathmatch e King Of The Hill, entrambe molto apprezzate dalla community ufficiale.
Il pacchetto è decisamente invitante, anche per chi all’epoca ha già goduto a sufficienza della desinenza online del gioco: i 60 frame al secondo sono una vera benedizione, che garantisce un livello di precisione senza eguali, anche durante i match più concitati ed il numero impressionante di mappe disponibili fa impallidire finanche le produzioni videoludiche più recenti. E non stiamo parlando di ambienti sterili, piatti e senz’anima: lasciandone passare un paio, le mappe della Ultimate Edition sono ricche di dettagli e squisitamente ispirate, lasciando ampia libertà alle necessità strategiche dei giocatori.
Ma in tutta questa abbondanza lascia basiti la decisione della software house di non inserire la modalità Orda, presente in Gears Of War 2 ed in breve tempo diventata una delle modalità più giocate e imitate di sempre. La scusa di voler lasciare il gioco quanto più simile all’originale a nostro parere non regge, a maggior ragione se si pensa che sono stati inseriti miglioramenti provenienti da vari capitoli della saga. Un vero peccato, data che questa mancanza non verrà colmata nemmeno attraverso patch o DLC futuri, che The Coalition ha già dichiarato di non voler inserire, per concentrarsi sullo sviluppo del prossimo Gears Of War 4 (a cui avrete accesso anticipato alla beta se acquisterete Ultimate Edition).

Tecnicamente, questo remake di Gears Of War non lascia troppo spazio alle critiche. La rimodellazione è avvenuta con estrema dedizione e si evince chiaramente durante tutta la campagna. I volti dei personaggi sono più espressivi, ricchi di poligoni e textures aggiunte, così anche le caratteristiche ambientazioni, quasi irriconoscibili rispetto a 9 anni fa, garantiscono un’eccellente resa visiva che pochissimi remake finora avevano raggiunto.
Anche gli effetti di luce e quelli particellari sono stati completamente riscritti e durante gli scontri più frenetici è possibile ammirarne i prestigiosi risultati.
Lascia un po’ di amaro in bocca la decisione di arrestare la fluidità del single-player a 30fps (almeno su Xbox One), in modo tale da assicurare un impatto grafico unico: data la potenza di calcolo della nuova ammiraglia Microsoft però, ci saremmo aspettati qualcosa in più. Tuttavia in questo particolare caso, il frame-rate non influisce più di tanto sull’esperienza globale. L’eredità di Gears Of War comprende anche la lentezza, talvolta eccessiva dei caricamenti di gioco, riscontrata purtroppo anche in questo imponente remake.

L’eredità di Gears Of War comprende anche la lentezza dei caricamenti di gioco, riscontrata purtroppo anche in questo imponente remake

Sul fronte competitivo non si registrano evidenti problemi ed ogni partita scorre fluida senza troppi intoppi –grazie anche ai server dedicati– e senza di cali di ritmo. Il matchmaking è veloce e impostare partite personalizzate risulta molto semplice e intuitivo, con una discreto quantitativo di opzioni selezionabili. Nonostante anche in questo caso la progressione del proprio soldato sia ridotta ai minimi termini, le skin e le armi più avanzate sbloccabili con l’aumentare del proprio livello sono una ricompensa adeguata che ben si incastra con lo stile del gioco.
Il doppiaggio è ovviamente lo stesso di allora, e nonostante la versione italiana del titolo non avesse i doppiatori di prim’ordine di quella statunitense, il risultato è comunque soddisfacente, se si esclude qualche passaggio piatto e privo di pathos. Stesso discorso per le musiche, ridotte a poche note, ma non per questo inferiori di livello al resto della produzione.

In conclusione…

Se proprio dobbiamo sorbirci remake di vecchi glorie videoludiche fino alla fine dei tempi, è così che vogliamo siano fatti. Perché Gears Of War Ultimate Edition rappresenta ciò che può invogliare l’utente medio ad acquistare un titolo che potenzialmente ha già giocato ed anche parecchio.
Un remake visivamente incredibile, ricco di (quasi) tutti gli extra che i fan di vecchia data potessero desiderare, venduto ad un prezzo molto competitivo.
Senza scordare che per l’Xbox One questo è il secondo anno di vita e le sue esclusive più famose e redditizie ancora non si sono mostrate: far uscire Ultimate Edition prima del quarto capitolo ufficiale è un’astuta mossa di marketing, fondamentale tra le altre cose per sondare il terreno delle nuove generazioni di giocatori e verificare se shooter così sono ancora in grado di meravigliare e appassionare.
Per noi la risposta è sì.

Voto: 8,5/10

Amante dei tatuaggi e del buon vino, crede fermamente nella vita extraterrestre. Ha una passione viscerale per i videogames maturata nel tempo, che lo ha portato a scrivere per molte riviste italiane e siti web specializzati nel settore.

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