Firmament – Anteprima GDC 18

Un'esperienza surreale

Firmament – Anteprima GDC 18
Firmament – Anteprima GDC 18
Data di Uscita:Genere:Sviluppatore:

San Francisco – Poco meno di un mese fa spunta dal nulla un trailer che lascia tutti di stucco sia per l’imponenza grafica, che per il fascino indiscutibile dell’ambientazione: è il nuovo gioco di Cyan, che per coloro che non sapessero chi sono, hanno creato videogiochi come MYST o il più recente Obduction. Quando abbiamo scoperto che il gioco sarebbe stato presente già alla GDC 2018, non potevamo non provare a prendere un appuntamento, così oggi abbiamo provato, con i nostri occhi, Firmament. No, non si tratta di un errore, Firmament è un gioco pensato per la VR, per questo crediamo che a testarne la qualità siano stati, appunto, prima di tutto i nostri occhi.

Chi vi scrive per un momento aveva dimenticato che il titolo fosse esclusivamente VR, così quando si è trovato davanti una postazione con Oculus Rift (tra l’altro subito dopo aver pranzato), non ne è stato del tutto contento. Non adora la VR, crede si tratti di una tecnologia ancora acerba, soprattutto dal punto di vista del comfort e della praticità, senza contare che nessuno dei giochi usciti finora per queste piattaforme lo abbia attirato più di tanto. Dunque, se dopo aver provato la demo della GDC di Firmament le sue prime parole sono state “ok, forse è arrivato il momento di comprarsi un dispositivo VR”, dovreste farvi due conti e capire che Firmament promette davvero bene.

Tornando a noi, non ci viene detto molto sul gioco, ma ci sistemano Oculus Rift sulla testa e, dopo aver avviato la demo ci dicono: “Non preoccuparti, all’inizio ti sentirai disorientato, ma durerà poco“. Il motivo del nostro disorientamento era dovuto al blocco di ghiaccio in cui ci trovavamo, il quale creava un effetto sfocato, ma in men che non si dica si avvicina un macchinario (una sorta di braccio meccanico rompighiaccio) che ci libera dall’ibernazione. A dire il vero non sappiamo cosa ci facessimo in un blocco di ghiaccio, ma a quanto pare non eravamo gli unici, nella stanza in cui ci svegliamo, ce ne sono diversi altri. Per ora non ci è dato sapere nulla sulla storia di Firmament, così possiamo solo affidarci alle nostre suggestioni. Ci muoviamo selezionando un punto sul terreno con il sensore/controller che abbiamo nella mano sinistra, ma al tempo stesso ci fermiamo ad apprezzare ogni dettaglio del luogo in cui ci troviamo: nonostante sappiamo che il livello di dettaglio degli attuali visori non è paragonabile a quello di un normale schermo, dobbiamo dire che quanto fatto dai ragazzi di Cyan fa gridare quasi al miracolo.

Inutile sottolinearlo, vuoi per questo, vuoi per la VR, fatto sta che ci sembra davvero di essere lì, in quella specie di caverna piena di ghiaccio e stalattiti. Quasi ci sembra di sentirne il freddo e l’umidità. Procediamo fino ad entrare in una stanza al cui centro c’è un tavolo, con un cadavere (ormai congelato) adagiato sullo stesso, ma soprattutto quello che sarà il nostro compagno d’avventure: si tratta di un poligono fluttuante, con diverse luci, una maniglia per impugnarlo, ma soprattutto un’anima. Questo poligono sembra vivere di vita sua, ci seguirà mentre camminiamo, verrà da noi quando alzeremo il braccio destro, e soprattutto ci aiuterà a risolvere gli enigmi che ci troveremo davanti; per primo il congegno che aprirà la porta verso l’esterno. Qui le cose iniziano a farsi davvero serie: nevica, ci troviamo su una montagna da cui viene voglia di sporgerci per capire quanto sia alta, ma soprattutto c’è una costruzione alieno/futuristica che fa capolino sulla nostra testa, la stessa vista nel trailer, che rende l’ambientazione unica e misteriosa. Dopo aver passato qualche minuto ad ammirare questo mondo, sempre grazie al nostro poligono siamo riusciti ad attraversare un ponte, prima di richiamarlo a noi: come detto, alzando il braccio destro tornerà da noi, ma potremo allo stesso tempo anche mandarlo in un punto preciso indicato da noi sul terreno di gioco.

I giochi di CYAN si sono sempre fatti notare non solo per la difficoltà dei puzzle e per le storie narrate, ma anche per la qualità grafica: ai tempi di MYST (che compie 25 anni nel 2018, e di cui uscirà presto una versione rimasterizzata) nessun gioco poteva sognarsi una grafica realistica come quella. Allo stesso tempo crediamo che oggi nessun altro titolo VR possa raggiungere il livello qualitativo, ma anche stilistico di Firmament: un capolavoro sotto questo punto di vista, un capolavoro però “vivente”. Ci siamo davvero sentiti parte di quel mondo in quei pochi minuti, e ci saremmo voluti restare ancora a lungo, scoprire qualcosa in più, restare ancora un po’ in compagnia di quel poligono così adorabile.

Purtroppo invece la demo aveva un tempo limite e dovremo aspettare chissà quando prima di poterlo giocare. Tra l’altro non si sono ancora sbottonati nemmeno sulle piattaforme su cui girerà, quindi non sappiamo ancora se avremo il piacere di giocarlo su PS VR, piattaforma che permetterebbe ad un più vasto numero di persone di fruirne, seppur la sua qualità non sarebbe paragonabile a quella di visori come Oculus Rift e HTC Vive. Sono praticamente questi gli unici dubbi che permangono nella nostra mente, perché tutto il resto di quanto abbiamo “vissuto”, più che visto , è qualcosa di davvero eccezionale.

Imponente, non c’è parola migliore per definire Firmament. Imponente come il mondo in cui è ambientato, ma anche come la qualità con cui è stato realizzato. Sono bastati pochi minuti a farci capire che CYAN è un’altra volta sulla strada giusta, e nonostante i dubbi sull’esclusività in VR permangano, soprattutto perché oggi potrebbero giocarci davvero in pochi, ci sentiamo di appoggiare la scelta degli sviluppatori, i quali in questo modo hanno davvero creato un mondo, ed un’avventura mistica, tutta da vivere. E non ne vediamo davvero l’ora.


 

E' passato troppo tempo per ricordare il mio primo approccio al mondo videoludico... Limpido è invece il ricordo della prima console, un Atari 2600, e dei giorni interi passati a giocarci. Da allora sono cambiate molte cose: i videogiochi sono diventati il mio lavoro, non ho più tutto quel tempo per giocarli ed ormai sono pochi quelli che mi lasciano a bocca aperta. Ma al di là di tutto, l'amore c’è ancora, così come la voglia di arrivare un giorno a crearne uno… Ecco, se non si fosse capito, sono un eterno “sognatore"!

Lost Password