Fine dei giochi per THQ

Fine dei giochi per THQ

original

Diaspora degli studios interni e futuro incerto per molti talentuosi team.

Le voci continuano a rincorrersi, ma una sola cosa sembra certa: l’asta dei beni di THQ, publisher piombato in una bancarotta irreversibile, è terminata, e con essa il futuro dell’azienda. Dopo ben 22 ore di trattative, il Presidente e il CEO confermano che l’acquisizione in blocco da parte della compagnia Clearlake non sarebbe stato remunerativo come una vendita dei singoli “pezzi”, smembrando, di fatto, i possedimenti dell’ormai defunto marchio e cedendoli ad altri affamati ex-avversari. Pochissimi dipendenti rimarranno a lavoro per qualche settimana, collaborando all’operazione di smantellamento, ma per tutti gli altri il futuro è poco chiaro.

Queste sono le acquisizioni confermate:

  • Relic passerà in mano a Sega
  • Volition e Metro a Koch Media
  • Homefront a Crytek
  • Evolve a Take 2
  • THQ Montreal e South Park a Ubisoft

All’appello mancano nomi illustri come quello di Vigil Games, il team dietro gli apprezzatissimi Darksiders, che sembrano non aver trovato ancora un nuovo rifugio, lasciando viaggiare alla velocità della luce rumors e speculazioni. E così mentre EA sembra essere interessata al brand WWE,  su Twitter non si contano più i messaggi di supporto ai nuovi disoccupati, così come a retweet furiosi tra personaggi dell’industry e addetti ai lavori, intenti a scovare posizioni libere presso publisher e team in condizioni decisamente più favorevoli.

Nella lettera, scovata da Kotaku, il CEO e il (quasi neo-)Presidente, che tanto avevano creduto e sperato in una rinascita dell’azienda, lasciano intendere tutto il loro rammarico sia nei confronti di chi è stato già acquisito (al quale però non possono garantire né le stesse condizioni lavorative/stipendio, né tanto meno l’effettiva assunzione presso i nuovi publisher), sia soprattutto verso chi è destinato a sparire, nel caso in cui non si trovi qualcuno pronto a sobbarcarsi spese e quant’altro.

La fine di THQ non è un buon segno per la già disastrata industry: com’è possibile che un nome del genere e con un parco titoli a disposizione in grado di far fruttare fior di quattrini (la serie Saint’s Row, Red Faction, WWE, Company of Heroes e molti altri), sia riuscito a terminare il suo ciclo vitale in maniera così disastrosa?

Molte scelte sbagliate, oppure l’impossibilità di stare al passo con un mercato videoludico tanto brutale quanto camaleontico?

[hr]

Fonte

Traduttore e blogger freelance, adora (s)parlare di videogiochi e musica spaccatimpani tutto il dì. Quando può suona, gioca e legge, di tutto, anche le etichette degli shampoo. Terrore dei recensori e abbassatore di voti seriale, ha brillantemente sostituito le fatture ai suoi amati boss di Dark Souls, respingendo con caparbia ossessione e gioco di scudi qualsiasi backstab della vita sociale.

Lost Password