San Francisco – Saper raccontare una storia affascinante non è da tutti, ma saperlo fare senza l’uso di parole lo è ancor di più. Succede che prima di partire per la GDC 17 ci arriva un invito a provare un gioco, uno dei tanti ricevuti (d’altronde riuscire a quantificare i giochi che potevamo vedere in fiera, tra gli stand, quelli stanziati in hotel o location nei dintorni e quelli degli sviluppatori armati solo di portatile, sarebbe davvero impossibile); un invito che però ci incuriosisce. Prima cosa, è uno dei titoli premiati dall’organizzazione della GDC; seconda, basta dare uno sguardo all’artwork del gioco per capire che c’è qualcosa di buono. Così indaghiamo un po’ di più, leggiamo qualche informazione sul gioco e guardiamo il trailer: è fatta, appuntamento preso. Una volta lì ci troviamo davanti ad ragazzo di appena 20 anni, ideatore e produttore del gioco, e quasi quasi ci sentiamo in imbarazzo a fargli i complimenti per quanto avevamo visto sul gioco. Ma il bello doveva ancora venire, ci sediamo infatti davanti ad una TV da almeno 55′, con un pad Xbox 360 in mano ed un paio di cuffie che non ci facevano sentire nulla di quello che succedeva attorno a noi.
D’accordo, arriviamo al dunque. FAR: Lone Sails è un platform adventure, di quelli alla Inside, fatto di puzzle, zero dialoghi, ma allo stesso tempo tante emozioni. La storia è quella di un omino che si trova a dover attraversare un mare prosciugato in cerca di qualcosa – o qualcuno – e che si getterà in questa avventura con un veicolo, che poi rappresenterà il fulcro del gioco. Il nostro compito è uidare il mezzo in questione attraverso questo percorso decadente, ma per farlo non avremo nessun tasto per accelerare o frenare, almeno sul nostro pad. Tutti i comandi saranno all’interno del grande veicolo, e dovrà azionarli man mano il nostro omino. C’è un pulsante per accelerare, uno per frenare, ma c’è soprattutto un motore da alimentare. Procedendo lungo il percorso troveremo barili, casse, o altri oggetti che potremo raccogliere e mettere un po’ alla volta nella caldaia, per far salire l’indicatore del carburante e quindi poter di nuovo accelerare e quindi far avanzare il mezzo. Dobbiamo però fare attenzione a non spingere troppo, perché il motore potrebbe surriscaldarsi o addirittura incendiarsi: in quel caso, al piano di sopra (raggiungibile con un’ascensore, come la caldaia ed il tetto) c’è un idrante che tornerà utile per spegnere il fuoco.
Il gameplay base, e quindi anche il puzzle, consiste proprio nel far funzionare il veicolo, gestire le risorse a disposizione e fermarsi a raccoglierle quando le troviamo lungo il cammino, piuttosto che tirare dritto fino a che rimarremo a piedi. E se succederà sarà un problema, perché tornare a piedi a trovare qualche risorsa richiederà molto più tempo e sforzo. A meno che, come succede ad un certo punto della nostra demo, arrivi il vento in nostro soccorso, ed andando sul tetto possiamo issare le vele e “navigare” in quel mare che non c’è più.
Se FAR: Lone Sails si era già aggiudicato un riconoscimento un motivo doveva pur esserci. La nostra prova non ha fatto che confermare l’estrema qualità di questo piccolo grande prodotto indie. Non potrebbe essere più poetico avventurarsi in un mare desolato e privato di sè stesso, e non vediamo l’ora di scoprire quale sia la sorte di quel minuscolo omino, ma anche solo di poter “navigare” ed ammirare quegli splendidi dipinti in movimento. Statene certi, sentirete di nuovo parlare di FAR: Lone Sails.