Nel grande trambusto mediatico e commerciale che ha visto protagonista la nuova console Microsoft e la sua concorrente, i ragazzi di Lionhead Studios hanno deciso di affiancare al loro futuro una perla del passato, che non solo li vide nascere, ma che scandì a più riprese la direzione intrapresa dal team: si, proprio Fable. Un’opera controversa e discussa, perché risultò alla prova dei fatti estremamente distante dalle iniziali promesse del buon Peter Molyneux, ma che, forte del suo carisma e del suo approccio differente al genere, appassionò moltissimi videogiocatori in tutto il globo, dando lustro ad un’etichetta ancora in crescita come Xbox. Ed eccoci qui, a parlare di questa interessante edizione “Anniversary” che si prefigge il compito non solo di onorare i 10 anni del capitolo originale, ma anche di ridare vita al mondo di Albion attraverso un processo di revisione e correzione. Il dado è tratto, scoprite con noi se vale la pena (ri)affrontare questo viaggio!
Lo ameranno: gli estimatori della serie, chi cerca un’esperienza ruolistica differente
Lo odieranno: chi cerca un’esperienza profonda e difficile, chi non digerisce l’impronta caricaturale della serie
È simile a: Kingdoms of Amalur
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Piattaforma: Xbox 360
Sviluppatore: Lionhead Studios
Publisher: Microsoft
Giocatori: 1
Online: Assente
Lingua: Completamente in italiano
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Favole inglesi
Le promesse di Peter Molyneux sono passate alla storia, e ritornano in questa sede come uno di quegli amici ormai lontani, che ti ritrovi sotto casa in una domenica primaverile e che a ragione ti osservano straniti. Meraviglie tecnologiche e concettuali che fecero pendere dalle labbra del noto game designer britannico sia la stampa specializzata che il pubblico dell’epoca. E nonostante le promesse non mantenute, Fable si trovò ad essere “solo” un ottimo action-RPG, focalizzato non tanto sugli aspetti ruolistici duri e puri, ma su un lato dell’esperienza “di ruolo” che in molti, fino a quel momento, avevano trascurato: dare al giocatore una vita da vivere, oltre che da giocare. Il tutto risultò evidentemente riuscito solo in parte, ma questa è ormai storia scolpita nella roccia.
Il giocatore si trovava dunque invischiato in un’avventura di crescita personale e vendetta, in una vita da eroe ricca di differenti possibilità e, perché no, in un bieco tentativo di costruire una vita coniugale felice. Una definizione semplicistica e riduttiva, ma che ben può essere compresa da chi non ha mai avuto l’occasione e l’onore di mettere piede nel mondo di Albion, sia nella sua iterazione originale che in quelle più recenti. Un universo di gioco sfaccettato e variegato, caratterizzato in modo sempre molto caricaturale, strabordante di humor all’inglese e di citazioni dalla cultura pop, ma che riesce a trovare una coerenza narrativa tutta sua senza entrare in contraddizione con quelli che poi sarebbero diventati i capisaldi della serie. Vi sentireste a vostro agio in Dragon Age se poteste andare in giro a ruttare o a fare peti vicino alle persone? Assolutamente no (menomale!), perché il tutto risulterebbe fuori luogo e stonerebbe con l’universo di gioco e le sue intenzioni. In Fable tutto questo è perfettamente contestualizzato, diventando molto presto normalità non solo agli occhi del giocatore, ma anche con NPC e quant’altro. L’impianto di gioco è costruito affinché il giocatore sia sempre al centro dell’esperienza. Chi l’avrebbe mai detto che l’innovazione nei videogiochi sarebbe passata (anche) per peti e rutti liberi!
Eppure, 10 anni fa in molti si dovettero “accontentare” di tutto ciò, dovendo mettere da parte (a malincuore) le promesse di quell’uomo dalla lingua lunga e dall’entusiasmo trascinante. Oggi, invece, guardiamo a Fable con grande nostalgia, e soprattutto nell’accecante meraviglia dell’alta definizione. Se l’impostazione di gioco risulta infatti fresca ed entusiasmante ancora oggi, lo stesso non lo si può dire per l’impianto tecnico, ormai obsoleto sotto tutti i punti di vista, e la cui rimasterizzazione è la vera ragion d’essere di questa riedizione. Abbandonato quindi il motore proprietario e sposato l’Unreal Engine 3, Lionhead si è prodigata a rimaneggiare vecchi assets e ad aggiungerne di nuovi (direttamente da Fable 3) lasciandosi soverchiare però da una sequela di problemi tecnologici che minano la godibilità dell’esperienza su più fronti, con casi limite talvolta davvero inaccettabili.
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Polli in HD
Già, il titolo soffre di gravissimi problemi di natura tecnologica. Viene quindi naturale chiedersi: perché rilasciare un prodotto in queste condizioni? Nonostante i sicuri benefici ottenuti dal team al passaggio su un motore versatile come l’Unreal Engine 3, è lampante come lo stesso abbia faticato ad ottimizzare o quantomeno ad effettuare una serie di accorgimenti che potessero rendere la situazione meno disastrosa. Il restauro c’è tutto: modelli poligonali, texture, HUD e quant’altro sono davvero un bel vedere, e riescono ad aggiungere al titolo quella carica di colori, luci e modernità che non era minimamente raggiungibile nella release originale. A questo tripudio visivo si aggiungono però, come accennato, una massiccia dose di cali di frame-rate e glitch. Allo stato attuale (ci auguriamo che quanto prima il team possa risolvere i problemi a colpi di patch) è prassi ritrovarsi non solo un frame-rate ballerino, ma glitch audio e video che talvolta rendono necessario il riavvio della console con annessa perdita di dati. In tal senso è salvifico il nuovo sistema di salvataggio, che grazie a checkpoint collocati con intelligenza scongiurano la perdita di ore ed ore di gioco.
Ciò che resta però è un senso di incompiutezza e di frustrazione, che potrebbe scoraggiare il più insofferente dei videogiocatori. Non solo, alcuni elementi sono stati addirittura lasciati intoccati dall’edizione originale, e semplicemente adattati ai nuovi “standard” tecnologici. È il caso questo delle cutscene e delle animazioni, identiche alla versione originale, rendendo di fatto questa edizione Anniversary un’occasione sprecata su tutta la linea, quantomeno per quanto concerne l’aspetto puramente tecnico. I lunghi tempi di caricamento, che risultarono essere uno dei maggiori problemi dell’originale, sono praticamente identici, a testimonianza di un lavoro svolto, purtroppo, a metà.
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I capitoli perduti
Come qualche saggio uomo disse un tempo: “Non tutto il male viene per nuocere“; ed infatti ci troviamo di fronte (anche)
È presente inoltre l’interazione con SmartGlass, che mette a disposizione del giocatore tutte le mappe principali di Albion, con i punti di interesse e alcuni dei collezionabili. Un approccio finalmente interessante per una feature spesso poco sfruttata o male integrata con l’esperienza di gioco. Sfogliare le mappe è un piacere, e le informazioni provengono direttamente dalla guida strategica ufficiale edita da Prima Games, che da anni offre a noi giocatori guide di eccezionale livello. I completisti potranno preferire la versione completa (e cartacea) della guida, ma tutti gli altri non esitino a tirare fuori il proprio smartphone!
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In conclusione…
Quando venne annunciata, questa edizione Anniversary catturò l’attenzione degli appassionati soprattutto per l’apparente vicinanza del lavoro di Lionhead a quello di 343 Industries, che riuscì a rimaneggiare in modo eccelso lo storico capitolo originale di Halo. Nonostante i buoni propositi siamo di fronte ad un prodotto riuscito solo in parte, che affianca un ottimo restauro visivo ad evidenti problemi tecnologici che inficiano pesantemente l’esperienza complessiva. Non tutto è perduto, e ci auguriamo che il team riesca a correggere in modo tempestivo i problemi più marcati. Fable resta in ogni caso un’esperienza imprescindibile per i fan delle esperienze di ruolo “ibride”, riuscendo ancora oggi a regalare ore ed ore di divertimento e di avventure nelle bizzarre e bucoliche terre di Albion. Resta però l’amaro in bocca per questo 10° anniversario che poteva, e doveva, essere festeggiato in modo molto più rispettoso ed esplosivo.
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