ELEX II – Recensione

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Piranha Bytes ci riprova, ma non convince

ELEX II – Recensione
Elex II recensione
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Piranha Bytes è uno studio universalmente conosciuto (soprattutto dai giocatori PC) per i suoi GDR di stampo occidentale: prima con la serie Gothic, poi con Risen, il suo nome è diventato sinonimo di fantasy ed open-world. Nel 2017, il primo esperimento con il genere Sci-fantasy diede origine ad ELEX, un prodotto che venne accolto da pubblico e critica in modo decisamente “duale”.

THQ stessa sottolineò lo strano effetto scatenato dal mondo di Magalan nei videogiocatori. Sembra infatti che non esistano vie di mezzo: si può amare follemente questo titolo, oppure odiarlo profondamente. A quanto pare però, il numero di giocatori che lo hanno apprezzato è stato abbastanza grande da innescare lo sviluppo di un sequel.

ELEX II riporta i giocatori a Magalan, un pianeta che è stato profondamente segnato da una terribile catastrofe: un meteorite ha infatti causato la quasi totale estinzione del genere umano, nonché la mutazione di animali e piante. I pochi superstiti rimasti si sono radunati in varie fazioni, costantemente in guerra tra loro per lo sfruttamento dell’Elex, preziosa risorsa dalle incredibili proprietà giunta proprio insieme al meteorite. Se pensate però che eventi apocalittici e guerre siano abbastanza, vi sbagliate di grosso: Magalan è infatti finito nel mirino di una misteriosa razza aliena e sta a voi salvarlo.

Dieci anni dopo gli eventi narrati in ELEX, il protagonista Jax si è ritirato dalla stancante vita politica (e sociale) insieme al figlio. La sua idilliaca esperienza da eremita giunge però bruscamente a termine quando una misteriosa palla di energia decide di discendere dal cielo ed atterrare precisamente nella sua camera da letto. A quanto pare gli alieni non hanno ancora finito con Magalan.

Metà del tempo di gioco è perso in un ping pong di richieste da un personaggio all’altro

L’ex-Alba sarà costretta a farsi di nuovo vedere in giro, e cercare di convincere le varie fazioni che non è il caso di continuare a bisticciare tra loro quando un problema comune e palesemente più grosso si sta abbattendo sul pianeta. Probabilmente sarebbe più facile se Jax ─ eroe che ha salvato il mondo dalla minaccia dell’Ibrido, sottolineiamo ─ non fosse odiato da (quasi) tutti per un motivo o per un altro.

Lo scopo del gioco è quindi quello di fraternizzare con tutti, o almeno a chi tra Berserker, Chierici, Fuorilegge, Morkons e Albe vi sta più simpatico, e creare un esercito che possa contrastare gli invasori alieni, chiamati Skyand.

Le varie fazioni sono sparse su una mappa di dimensioni ragguardevoli, che fortunatamente offre teletrasporti gratuiti in determinati punti. Non manca quindi la superficie da esplorare, anche in verticale grazie al jetpack… peccato che non ci sia una grande varietà di ambienti, o un granché da fare in giro. A parte trovare vecchie case e stabilimenti da razziare, o creature particolari, non si trovano grandi motivazioni nel girovagare per il mondo.

Le missioni si concentrano nelle “città”, dove Jax farà fondamentalmente da facchino per chiunque lo chieda. Metà del tempo di gioco è perso in un ping pong di richieste da un personaggio all’altro. Vuoi diventare un Berserker? Bene, prima di tutto devi renderti utile nei campi: vai a parlare con la responsabile dei Boccioli. Mi dispiace, ma ci mancano gli attrezzi, vai dal fabbro. Sono senza cuoio, vai dalla cacciatrice. Mi hanno fregato la roba, vai a recuperarla.

In generale, l’esperienza di ELEX II risulta lenta, ripetitiva e macchinosa

Al quinto rimbalzo la cosa diventa abbastanza irritante… soprattutto perché in tutto questo tempo non avrete fatto altro che correre su e giù per la stessa strada e avere conversazioni completamente inutili.

In generale l’esperienza di ELEX II risulta lenta, ripetitiva e macchinosa. Per apprendere una qualsiasi abilità ─ dal craftare una freccia, al lanciare pugni di fuoco ─ innanzitutto dovrete trovare un maestro che vi spieghi come si fa. Questi maestri non vi insegneranno niente gratuitamente, perciò avrete bisogno di soldi, oltre che di attributi abbastanza alti (ad esempio per usare la magia bisogna avere un certo livello di intelligenza e costituzione) e di punti abilità da spendere (uno per livello).

Jax è in grado di usare ogni tipo di arma desideri: spade, archi, fucili al plasma e magia (solo se sceglierete di unirvi ai Berserker o alle Albe), ma il livello di efficienza dipende ovviamente da quanto vorrete investire in uno stile piuttosto che un altro. Inoltre è possibile apprendere abilità sociali, di crafting, che migliorino gli attributi o che permettano di borseggiare e scassinare.

Con un solo punto per livello e senza possibilità di tornare sui propri passi, alla fine dei conti una spada che non ha bisogno di munizioni né mana, e quindi niente crafting, ricette e materiali (o soldi), è l’opzione banalmente migliore. E questo è incredibilmente triste per un GDR che promette libertà su tutti i fronti. Come è triste che le risposte alle conversazioni ─ che sono la base fondamentale del gioco ─ siano messe sempre in ordine: buona, media, cattiva.

Qualcosa di buono però ELEX II lo fa, ed è mettere effettivamente il destino del mondo nelle mani del giocatore. Ogni linea di conversazione influenza le relazioni con i personaggi: tenersi vicini i giusti alleati è fondamentale per salvare il mondo, ma nessuno vi vieta di unirvi ai Morkons e seminare distruzione da bravi fanatici religiosi. Oppure di appoggiare i ribelli che si nascondono tra le loro fila e riportare alla luce una divinità perduta da tempo.

ELEX II mette effettivamente il destino del mondo nelle mani del giocatore

All’interno di ogni fazione sarà possibile reclutare dei Compagni, che accompagneranno Jax nelle sue avventure fin tanto che le sue azioni andranno loro a genio. Il che non significa che non potete fare cose che vadano contro i loro valori… ma solo che dovete scegliere saggiamente quale compagno portare con voi a seconda della situazione. Come si suol dire: occhio non vede, cuore non duole!

Insomma giocare ad ELEX II insegna esattamente come fare politica: bisogna fare sempre i propri interessi, essere bravi con le parole, ed essere pronti a spendere un sacco di soldi e tempo in faccende completamente inutili (e spesso non proprio legali) per ingraziarsi tutti i ceti sociali e soprattutto i pezzi grossi. Che dire… ad alcuni piace.

Conclusioni

ELEX II è un GDR d’azione open-world con ambientazione Sci-fantasy che riesce molto bene in un paio di aspetti, ma fallisce nel regalare un’esperienza divertente e appagante.

I giocatori potranno personalizzare al 100% la loro storia: decidere del destino del mondo in base alle loro alleanze e scelte, e plasmare il protagonista una conversazione ed un punto abilità (e attributo) alla volta. Purtroppo però la strada verso la grandezza è incredibilmente lunga e macchinosa, fatta di missioni ripetitive ed infinite sfacchinate. Senza jetpack, avrei lasciato Magalan agli alieni alla prima fazione.

Sarebbe stato un peccato, dato che le differenze culturali tra le varie fazioni sono il lato più interessante del gioco. Ma il ritmo e lo story-telling fatto esclusivamente di dialoghi non invogliano ad indagare più del necessario: dopo qualche ora di gioco, la voglia di passare direttamente alla linea finale diventa irresistibile.

Ancora una volta, la natura duale di ELEX non si tradisce. Sono certa che qualche amante dei GDR vecchio stampo là fuori apprezzerà ciò che Piranha Bytes ha creato e passerà centinaia di ore ad esplorare tutte le possibilità. Per me è stata una crudele prigionia… con un pizzico di Sindrome di Stoccolma finale però, lo ammetto.

ELEX II è acquistabile da GameStop Italia.


Good

  • Ambientazione sci-fantasy fantastica
  • Differenze tra le fazioni interessanti
  • Ogni scelta ha le sue conseguenze
  • Anche chi non ha giocato il primo capitolo può capire storia e relazioni, grazie a flashback e presentazioni
  • Mondo vasto, liberamente esplorabile grazie al jetpack...

Bad

  • ... ma un po' vuoto e poco vario al di fuori delle città
  • Le missioni sono ripetitive e noiose
  • L'avanzamento del personaggio è lento e macchinoso
  • Lo storytelling dà raramente un senso di realizzazione/raggiungimento di un obiettivo
6

Discreto

Cresciuta con un fratello più grande di 7 anni, le console sono state il suo pane quotidiano fin dalla nascita. Dopo l'uscita della PlayStation si è buttata sui j-rpg, ma nel suo cuore rimane indelebile il ricordo del riccio supersonico targato Sega.

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