Diverso, divertente, dalle grandi potenzialità
Quando un team di sviluppo estremamente specializzato in un genere decide di varcare la soglia della sua comfort zone, le motivazioni che si nascondono alla base non possono che essere due: tentare di superare una crisi creativa, e di risultati, cercando fortuna in un nuovo ambito; oppure una consapevolezza del talento che serpeggia tra i membri che compongono la squadra tale, che viene naturale mettersi alla prova con qualcosa di nuovo e diverso, anche nel tentativo di appropriarsi di know how inesplorati.
Elden Ring Nightreign corrisponde ovviamente alla seconda casistica, esperimento, tentativo e operazione commerciale che, tratteggiando una metafora quanto mai azzeccata, può essere paragonata all’affrontare Malenia senza evocare, rinunciando a qualsiasi potenziamento, armati solo dei propri pugni. Il rischio, in termini di notorietà non poteva che essere alto, tanto più dopo aver svelato che anche il futuro The Duskblood sarà incentrato soprattutto sul multiplayer. Tecnicamente, poi, le reticenze erano tutt’altro che secondarie, vista l’evidente difficoltà di From Software nell’imbastire infrastrutture online solide e convincenti.
Abbandonare l’Interregno fatto di meccaniche ben oleate e di decine di battaglie da affrontare solitamente in solitaria, per affacciarsi nell’affollato territorio dei roguelike a più giocatori, tre nello specifico, è un viaggio che pochi avrebbero pronosticato e che molti, a dirla tutti, avrebbero osteggiato, e osteggiano tutt’ora, con ogni forza possibile.

Eppure, al termine di decine e decine di run affrontate in compagnia di Elden Ring Nightreign non si può che concludere che questa sortita, controllata e calcolata, di From Software in terre ignote ha dato e darà ottimi frutti. C’è del lavoro da fare, come diremo a breve, ma è innegabile che già al day one vi ritroverete tra le mani un prodotto sufficientemente rifinito, funzionante e globalmente bilanciato, una rarità per un genere che spesso ha bisogno di lunghi periodi in early access, quando non di innumerevoli patch e aggiornamenti per performare a dovere.
Un salto nel buio, insomma, per quanto non senza paracadute, dal momento che From Software ha ben pensato di riciclare tutti gli asset grafici di Elden Ring e di riproporne combat system, nonché molte delle meccaniche che ne hanno decretato il successo. Da un certo punto di vista, ciò rappresenta la grande forza e, al contempo, il grande compromesso che impone la produzione. In termini di sviluppo e applicazione del team, l’operazione di recupero e riproposizione ha reso la realizzazione del gioco più snella e meno dispendiosa. Al contempo, questa estrema somiglianza con Elden Ring genera negli utenti sentimenti potenzialmente contrastanti, che vanno immediatamente canalizzati e processati correttamente se ci si vuole immergere nell’esperienza con il giusto piglio e non con un pregiudizio di fondo che può influenzare il parere, oltre l’approccio al gioco.
Ma procediamo per gradi.
Tra una run e l’altra otterrete dei manufatti che, combinandoli tra loro, doneranno sin dall’inizio determinati bonus e abilità al personaggio di turno
Tanto per cominciare, l’infrastruttura online la si può sorprendentemente promuovere con ben poche riserve. Durante la nostra prova, in termini prettamente tecnici ha funzionato tutto a meraviglia quasi sempre, al di là di un paio di occasioni in cui il matchmaking non riusciva a trovare altri utenti con cui giocare, nonostante la creazione di party tramite l’utilizzo di una password privata, sistema ereditato di sana pianta da Elden Ring. Non siamo incorsi in antipatici crash, il gioco non ha mai drammaticamente interrotto una partita, tutto è filato liscio con rari e isolati casi di lag. Naturalmente la solidità dell’infrastruttura andrà rivalutata non appena milioni di utenti di tutto il mondo si riverseranno contemporaneamente nei server, all’indomani del day one, ma quanto esperito in prima persona non può che essere giudicato positivamente.
L’hub di gioco, non poteva che essere la Tavola Rotonda, luogo in cui passerete diverso tempo e che, già in questa fase, svela le prime dissonanze rispetto all’opera a cui Elden Ring Nightreign si rifà direttamente. Molteplici le operazioni e i menù inclusi in questo scenario.

Da qui, tanto per cominciare potrete parlare con i vari NPC e consultare i documenti che racchiudono la lore del titolo. Rispetto ad altri giochi From Software, l’intreccio che giustifica le continue lotte contro i Signori della Notte, entità da sconfiggere a tutti i costi, è sia meno intricato del solito, sia esplicitato in modo insospettabilmente chiaro. Naturalmente i riferimenti, rimandi e citazioni ad Elden Ring si sprecano. Inoltre, per ricostruire i background narrativi degli eroi dovrete completare con successo le missioni molte volte, oltre che lavorare di fantasia e interpretazione, come vuole la tradizione. Tuttavia, è innegabile che, almeno questa volta, gli sceneggiatori di From Software abbiano voluto offrire un contesto più chiaro e facilmente comprensibile anche da chi è meno avvezzo alle tecniche narrative utilizzate solitamente dal team nipponico.
Sempre in questo scenario troverete un altare delle Reliquie che rappresenta la componente “lite” del gioco. Tra una run e l’altra, difatti, otterrete non solo del credito virtuale con cui acquistare piccoli potenziamenti, emoji e costumi alternativi, ma anche dei manufatti che, combinandoli tra loro, doneranno sin dall’inizio determinati bonus e abilità al personaggio di turno.
Non mancano poi alcune finezze che rendono l’esplorazione di questo ristretto scenario un’attività interessante a cui dedicarsi di tanto in tanto. A mano a mano che si sconfiggono i Signori della Notte, le posizioni e i dialoghi degli NPC cambiano. Di tanto in tanto potrete interagire con nuovi elementi dello scenario. Già in questa fase di lancio è possibile sbloccare due nuovi Crepuscolari, gli eroi del gioco, solo completando alcune operazioni specifiche all’interno della Tavola Rotonda.
Nel gioco ogni run è vincolata ad una tempesta mortale che progressivamente si chiude attorno ad un’arena, posizionata causalmente sulla mappa, luogo di scontro con un boss particolarmente potente.
Non è tutto. Il gioco difatti mette anche a disposizione due ulteriori strumenti, in totale rottura con la tradizione dei soulslike. Da una parte, difatti, potrete testare armamenti, abilità, moveset di ogni personaggio in un’area d’allenamento attrezzata di tutto punto. Dai danni inferti, alla tipologia di nemico che si preferisce affrontare, grazie ad un menù piuttosto semplice da utilizzare potrete testare in tutta sicurezza e tranquillità bonus e caratteristiche di ogni arma, abilità e consumabile presente nel gioco. Inoltre, c’è un’utilissima guida testuale, un manuale digitale che vi spiegherà con dovizia di dettagli ogni minima caratteristica del gioco. Dalle specificità di ogni personaggio, ad ogni feature che concorre all’economia del gameplay di Elden Ring Nightreign, tutto è perfettamente spiegato.
Naturalmente ciò potrebbe apparire come una sorta di eresia per i fan più intransigenti della tradizione inaugurata da From Software stessa, ma è da questo dettaglio che inizia ad evincersi la sostanziale e notevole differenza di Nightreign da Elden Ring. Del resto, bastano un paio di partite per accorgersi di quanto la meta sia completamente differente, nonostante il comune punto di partenza.
Se amate i soulslike per la possibilità di dare vita a raffinatissime build, frutto di attenti studi e di una progettazione accorta, che tenga in considerazione di volta in volta i nemici che dovrete affrontare, scordatevi di trovare tutto ciò in Elden Ring Nightreign. O meglio: troverete anche questo, ma in una forma per così dire inedita e frutto di un grande compromesso di fondo. Come già saprete, nel gioco ogni run è vincolata ad una tempesta mortale che progressivamente si chiude attorno ad un’arena, posizionata causalmente sulla mappa, luogo di scontro con un boss particolarmente potente. Questo ciclo si ripete per due volte e, se sopravvivrete, beninteso, avrete la possibilità di sfidare e sconfiggere il Signore della Notte di turno.

La struttura è sempre la stessa, come vuole da tradizione, ma sono molteplici le incognite che si sforzano, con successo, di rendere ogni partita interessante, divertente, imprevedibile. Tanto per cominciare la mappa, pur avendo una conformazione globale identica, frutto dell’incastro casuale di varie sezioni tra loro, offre numerosi luoghi, ognuno con potenziali ricompense e ostacoli. Nelle chiese è possibile aumentare il numero di pozioni che rimpinzano la vita; ogni avamposto cela equipaggiamento prezioso; i dungeon sono ricchi di risorse; icone ben visibili segnalano bonus elementali acquisibili particolarmente preziosi nel caso in cui un Signore della Notte palesi di soffrire particolarmente gli attacchi a base di fuoco, di ghiaccio e così via.
Dopo qualche run completata con successo, inoltre, vedrete nuove aree sorgere più o meno casualmente, ognuna con biomi specifici, come picchi innevati o depressioni invase dalla lava, che celano loot particolarmente raro e potente. Esplorare queste location sarà fondamentale e, naturalmente, dovrete tenere sempre in conto l’avanzare della tempesta, visto che non è mai troppo difficile trovarsi incastrati in qualche grotta, mentre la perturbazione avanza inesorabile.
Da questo punto di vista, Elden Ring Nightreign riesce perfettamente nell’intento di dare forma e vita a mappe sempre stimolanti e ben architettate. Complici muri scalabili, flussi d’aria che possono farvi compiere balzi enormi e sentieri sotterranei celati, l’esplorazione è sempre spedita, fluida, divertente, ricca di sorprese.

Anche i vari boss che incontrerete lungo il percorso, che sono numerosissimi, influenzano e non poco l’andamento della partita. Tutti già visti in Elden Ring, e sempre generosi di laute ricompense, vanno affrontati sia in base al proprio livello di forza, sia considerando i bonus già collezionati, cercando di evitare il più possibile gli scontri che potenzialmente vi richiederebbero troppo tempo o che metterebbero in seria discussione la sopravvivenza del gruppo.
Lo stesso loot è un’incognita tutt’altro che secondaria. Come dicevamo poco sopra, scordatevi categoricamente di avere molto tempo a disposizione per affinare il vostro equipaggiamento. Solo pianificando al meglio il viaggio, tappa dopo tappa, avrete la speranza di potenziarvi sufficientemente da sopravvivere agli scontri notturni con i boss di fine livello e proprio per questo i tempi morti sono ridotti all’osso. C’è anche un fattore casualità che costringe i giocatori ad adattarsi ad ogni contesto, piuttosto che a stabilire a priori la propria build, come accade nei soulslike. In base a ciò che vi verrà elargito dai forzieri, dai boss sconfitti, dagli oggetti raccolti sulla mappa, dovrete essere in grado di adattare il vostro stile di gioco, sempre pronti a cambiare anche in corsa tipologia d’armi utilizzate e bonus da sfruttare. Anche da questo punto di vista, Elden Ring Nightreign palesa una varietà e un approccio alla partita totalmente sconosciuto ai vari Dark Souls e compagnia bella. Va da sé che con l’esperienza, imparando a conoscere i vari oggetti, si possono imbastire delle combinazioni particolarmente efficaci, sempre protese a “rompere il gioco” come si dice spesso nei soulslike, soprattutto in relazione al personaggio scelto.
Buona parte del successo del gioco sarà decretato dal supporto post-lancio
In questa prima fase potrete fare affidamento sui servigi di otto Crepuscolari, ognuno con i propri pattern offensivi, abilità speciali da attivare dopo il cooldown, statistiche ed equipaggiamento iniziale. Si va dalla Duchessa, specializzata in attacchi rapidi, ad Occhio di Ferro con il suo arco, passando per Rediviva, capace di evocare mostri che combattono insieme alla squadra, e il Predone che è il più classico dei tank e così via. La varietà è ampia e il gioco stimola ad utilizzarli un po’ tutti sia per sbloccare equipaggiamento unico, sia perché sarà spesso necessario effettuare una selezione che si adegui strategicamente alle scelte effettuate dal resto del team. Il sottoscritto, ad esempio, si è divertito tantissimo ad utilizzare Occhio di Ferro, con i suoi attacchi a lunga distanza, ma anche il Guardiano, con la sua affinità con gli scudi, ha saputo regalare enormi soddisfazioni.
Questo altissimo numero di parametri concorre effettivamente a dare forma e vita ad un rouglike per tre giocatori davvero vario, impegnativo al punto giusto, coinvolgente. Restare uniti è fondamentale; esplorare il più possibile è necessario per ottenere loot; destreggiarsi tra parate, schivate, combo e attacchi speciali è l’unico modo per non soccombere alle offensive di qualsiasi nemico, anche del meno aggressivo di tutti.
Nonostante il genere di riferimento diverso e le tante modifiche apportate rispetto ad Elden Ring, difatti, l’impostazione del combat system è quella solita dei soulslike. Affrontare a testa bassa i nemici, anche quelli più comuni, si traduce in un sicuro game over. Solo dosando la stamina e imparando i pattern dei boss potrete sperare di sopravvivere, anche quando supportati da compagni d’armi ben più esperti. Nightreign, insomma, è un gioco estremamente impegnativo e non dovrete scoraggiarvi se inizialmente fallirete miseramente nella missione di abbattere i Signori della Notte.

Proprio a questo proposito, tuttavia, bisogna annotare gli attuali problemi che affliggono la creatura di From Software. Volendolo, si può affrontare una run anche da soli. Purtroppo, l’impresa sembra tuttavia rivolta ad un ristrettissimo gruppo di videogiocatori dalle doti eccezionali. Il sistema, difatti, non scala la forza dei nemici per adeguarsi all’avventura in solitaria, con il risultato che avere la meglio senza il supporto di altri due compagni è sostanzialmente impossibile. Questo sbilanciamento dell’esperienza è ravvisabile anche in altri ambiti, seppur con una gravità estremamente inferiore. A volte la tempesta avvolge velocemente luoghi d’interesse fondamentali per l’ottenimento di alcuni bonus, vanificando o rendendo estremamente più complessa una sortita. Allo stesso tempo, alcuni Signori della Notte ci sono parsi fin troppo più potenti di altri.
L’ennesimo centro da parte di From Software
Inoltre, buona parte del successo del gioco sarà decretato dal supporto post-lancio. Per quanto ogni partita ci abbia divertito, per quanto l’alto livello di sfida, e le tante incognite in gioco, rendano l’incedere sempre incerto, sul lungo periodo abbiamo lamentato una sottile ripetitività di fondo, soprattutto nelle fasi d’esplorazione. Con l’introduzione di nuovi eroi, Signori della Notte, armi e, magari, mappe che tirino in ballo altri biomi dell’Interregno, Elden Ring Nightreign potrà ulteriormente crescere in varietà e dimensioni, aspirando ad un livello qualitativo ancora più alto.
Conclusioni
Elden Ring Nightreign è la dimostrazione che From Software abbia sufficiente talento da cambiare genere a piacimento, senza per questo venire meno ad un certo livello qualitativo garantito.
Eravamo preoccupati per l’infrastruttura online, che non potesse reggere un certo tipo d’esperienza, quando invece i nostri test ci hanno dimostrato una solidità di fondo notevole. Temevamo che il combat system di Elden Ring non potesse adattarsi adeguatamente ad un roguelike, quando invece la complessa danza di attacchi, parate e schivate diventa ancora più ipnotizzante quando si è ben sostenuti da una squadra affiatata. Avremmo scommesso che pur con i boss, le armi e la lore di Elden Ring ci saremmo annoiati già dopo qualche partita con un roguelike ambientato in una versione alternativa dell’Interregno, quando invece dopo decine e decine di partite eravamo ancora entusiasti all’idea di concederci l’ennesima run.
Nutrivamo molti timori e dubbi su Nightreign. Ma al termine delle nostre prove non possiamo che decretare, soddisfatti, l’ennesimo centro da parte di From Software. Non mancano ovviamente piccole sbavature, molte delle quali saranno oggetto di aggiornamenti e correzioni già nei prossimi giorni, ma a livello globale possiamo parlare di un gioco indicato sia ai fan dei soulslike, sia a chi ama i roguelike, sia a chi cerca un gioco impegnativo e dal buon ritmo, capace al contempo di offrire un’esperienza di per sé relativamente originale.
Molto del successo di Elden Ring Nightreign dipenderà ovviamente dal supporto post-lancio, ma se queste sono le premesse c’è di che essere ottimisti. Consigliatissimo già al day-one, che per un gioco del genere non è mai scontato.
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Good
+Il combat system funziona alla grande anche in questa forma+Infrastruttura online solida+Tantissime incognite che concorrono a rendere ogni partita variaBad
-Qualche problema di bilanciamento-Sconfitti i Signori della Notte si inizia a palesare un po’ di ripetitività
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