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Elden Ring

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9.3

Superbo

Elden Ring e il masochismo videoludico: perché ci piace tanto soffrire?

Un viaggio nella mente dell'hardcore gamer

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Tra pochissimi giorni Elden Ring (che potete ancora prenotare sullo shop online di GameStop), ultima fatica dello studio che più di qualunque altro gode di fama grazie alle imprecazioni suscitate nei giocatori, arriverà tra noi. Milioni di persone in tutto il mondo hanno atteso a lungo questo momento, soffrendo per anni ad ogni evento videoludico non presenziato da FromSoftware. Un sentimento condivisibile immaginando ed ipotizzando a quale incredibile mondo avranno dato vita le menti congiunte di Miyazaki e George R. R. Martin!

Ma è veramente questo il motivo che alimenta l’hype di tutti questi giocatori, o c’è qualcos’altro di più triviale? Un bisogno primordiale, per la cui soddisfazione i fan si fidano ormai ciecamente di FromSoftware.

È innegabile che negli ultimi anni il mercato dei Souls-like, rogue-like, roguelite ─ e in generale titoli sconsigliati a chiunque abbia problemi di gestione della rabbia ─ sia cresciuto esponenzialmente. Sempre più giocatori sentono il richiamo della sfida, non più sazi di storie, ambientazioni e grafiche da capogiro. L’abbiamo capito che possiamo vedere la barba di Aloy, ma, alla fine dei giochi, quante volte possono uccidermi dei peli sulla faccia? Piuttosto datemi due pixel in croce, ma che facciano del danno serio!


La palestra videoludica

Per capire come mai questo fenomeno legato ai Souls-like abbia preso così tanto piede ultimamente, tra il serio ed il faceto ci si potrebbe affidare ad una metafora: quella della palestra. La prima volta che si entra in palestra, il personal trainer è pronto a mostrarci tutti gli attrezzi e gli esercizi del caso, impostarci una sorta di routine e convincerci che la fatica porterà i suoi risultati. La seconda volta che si entra in palestra, e si completa effettivamente la suddetta sequela di addominali, flessioni e quant’altro, se ne esce completamente esausti e doloranti e senza alcun risultato visibile. La terza, quarta e quinta volta lo stesso. È quando si comincia a completare gli esercizi senza ansimare come trichechi in calore che il personal trainer ricompare per alzare la difficoltà e ricominciare tutto da capo.

In poche parole, i giocatori di Souls-like, così come i maniaci di fitness, sono masochisti. Per mantenersi in forma e in salute non è necessario andare in palestra tutti i giorni o continuare a cambiare il programma ogni mese: basterebbe andare a correre un paio di volte a settimana, o fare un po’ di cyclette. Ma no, qui il punto non è il risultato, è proprio il percorso. Se non soffro per arrivare all’obiettivo non c’è gusto!

Quale sarebbe l’obiettivo poi? Diventare una montagna di muscoli? Guadagnare il Diploma per aver completato il Pokédex? L’obiettivo, in realtà, non esiste. Il giocatore che arriva in fondo a tutti i tre i Dark Souls, cercherà prima di “platinarli” e poi passerà a Sekiro, e poi non resterà ad aspettare Elden Ring, ma comprerà Hollow Knight, Celeste, Dead Cells, Hades, The Binding of Isaac ecc. e cercherà di platinarli tutti quanti.

Nessuna sfida resterà incompiuta, ma non confondiamoci: non stiamo parlando di giocatori completisti, ma di giocatori masochisti. Lo scopo non è finire tutto al 100%, ma ricevere la propria dose di sofferenza quotidiana. Per farlo ovviamente è necessario spolpare ogni titolo fino all’osso, e magari aggiungere qualche sfida aggiuntiva fan-made. Perché non finire il gioco con la chitarra di Guitar Hero? Mi pare perfettamente ragionevole.

I diplomi non sono tutti inutili

Nonostante la motivazione principale dei giocatori masochisti sia soffrire, non bisogna sottovalutare altri perk che il loro duro lavoro porta (i muscoli, per mantenere la metafora). I social sono ormai un mezzo di comunicazione ed unione potentissimo, che fungono da collante per le comunità più disparate, tra cui quella dei videogiocatori. L’hardcore gamer che posta il suo bello screenshot di fine gioco di Dark Souls o Elden Ring diventa automaticamente un mentore per tutti coloro che ancora non sono riusciti a tagliare il traguardo.

La sofferenza non è quindi fine a sé stessa: io soffro per arrivare in cima alla montagna ed aiutare i prossimi scalatori che non ce la fanno da soli. La riconoscenza del nuovo arrivato è una soddisfazione che non ha eguali al mondo, per questo esistono così tante guide online, e piattaforme, come reddit, dove i giocatori vanno per cercare consiglio. Inoltre, una community creata attraverso il dolore è incredibilmente unita: i subreddit di questi titoli sono posti fantastici in cui passare il tempo!

Ovviamente, come dappertutto, ci sono anche quelli che se ne stanno lassù a deridere i “nabbi” che non ce la fanno. Quelli non sono né sadici, né masochisti, sono solo persone orribili che vanno ignorate.

Per ogni S ci vuole un M

Questo articolo è stato scritto (oltre che con molta ironia) da una persona che ha abbandonato la palestra dopo due mesi, ed Hollow Knight dopo due ore. Ognuno è diverso e come si suol dire “il mondo è bello perché è vario“: c’è chi preferisce stare sul divano a guardare un film, chi invece andare a correre; chi legge fumetti e chi Anna Karenina; chi gioca a Gris per godersi l’atmosfera artistica e chi a Hollow Knight per tentare di capire una storia fatta di versi d’insetto e dettagli nascosti mentre le prende di santa ragione da una falena.

Io sto sul divano a guardare quello che si fa pestare dalla falena, perciò vorrei ringraziare tutti gli hardcore gamer e gli sviluppatori sadici là fuori, perché hanno capito in pieno il significato di intrattenimento. Non c’è niente di meglio che godere delle sofferenze altrui con una bella tazza di tè caldo (o una bella birra ghiacciata, come vi pare!) tra le mani.

Buon Elden Ring a tutti (potete pre-ordinarlo qui), ci vediamo presto su Twitch per divertirci alle spese della nostra Francesca!


Cresciuta con un fratello più grande di 7 anni, le console sono state il suo pane quotidiano fin dalla nascita. Dopo l'uscita della PlayStation si è buttata sui j-rpg, ma nel suo cuore rimane indelebile il ricordo del riccio supersonico targato Sega.

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