Il periodo a cavallo tra l’autunno e l’inverno è sempre di più sinonimo di titoli bellici fortemente incentrati sulla componente online, i quali sono a loro volta sinonimo di necessità di cuffie di prim’ordine, in grado di immergere il giocatore e, allo stesso tempo, di garantirgli un comparto sonoro talmente realistico da renderlo una vera e propria macchina da guerra. Turtle Beach si getta nella mischia con un buon numero di headset e quello in oggetto della nostra recensione è una delle punte di diamante del catalogo: le Ear Force Sierra. Rispetto a modelli come le Tango, wireless, le Sierra optano per una connessione via cavo, denotando così la loro predisposizione a tornei, piuttosto che alla comodità casalinga, e nello specifico, tornei dell’FPS più giocato: sono infatti in versione Limited Edition dedicata a Call of Duty: Black Ops 2, per il quale Treyarch ha preparato un gran numero di presets tutti da installare.
Successo o buco nell’acqua?
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Scheda Tecnica
- Connessione audio: Ottica
- Alimentazione: USB
- Altoparlanti: 50 mm di diametro, in Neodimio
- Risposta in frequenza: 20 Hz- 20 kHz
- Risposta in frequenza microfono: 50 Hz – 15 kHz
- Digital Signal Processor: 300MIPS
- Manuale
Confezione & Installazione
La dotazione comprende:
- Control Unit (lo “scettro” del comando)
- Console Interface (fondamentale “scatoletta” per il setup su console) con relativo cavo USB/mini-USB
- Chat Cable per Xbox 360
- Cavo Ottico
- Cavo Multi-Pin/Jack (necessario per connettere le cuffie all’unità di controllo) con relativa prolunga
L’assenza di decoder o altro vi eviterà di sacrificare spazio utile, limitando l’aggiunta alla vostra postazione di gioco di soli due (finissimi) cavi (4 nel caso non riusciate a posizionare la compattissima Console Interface), ma ci penserà quel peso massimo del comando principale ad intaccare il coefficiente di ingombranza dell’headset, il quale andrà necessariamente agganciato al proprio corpo o, data la precisione necessaria (a causa del tocco capacitivo) per selezionare i presets o gli elementi da impostare, quantomeno tenuto a portata di mano e ben in vista.
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Design & Qualità
L’elegante plastica nera di cui è composto l’intero prodotto offre più elasticità che resistenza, non mostrandosi particolarmente solida, ma la sua struttura “flessibile” promette durabilità anche nel caso di utilizzi (e conseguenti rimozioni) numerosi.
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Performance
Importante premessa: per quanto estremamente personalizzabili, le Ear Force Sierra sono state concepite nello specifico per Call of Duty: Black Ops 2. A conti fatti potrete usarle davvero ovunque, anche senza bisogno di alimentarle (basterà un comunissimo ingresso jack 3,5 mm), ma sul sito ufficiale, al momento, troverete (oltre ad utili tutorial, in inglese) quasi solo presets compatibili con l’FPS di Activision (salvo alcuni dedicati a titoli più blasonati, come Halo 4 o Assassin’s Creed 3).
Nulla, comunque, vi vieterà di sbizzarrirvi nel creare il vostro sound definitivo, per qualsiasi titolo/piattaforma, ed è proprio lì che le cuffie danno il meglio di sé.
Serve focus sui passi degli avversari? Oppure su armi ed esplosioni, per scovare in un attimo la loro provenienza? Otterrete il massimo grazie a tanta pazienza, un minimo di esperienza (già acquisita o da acquisire tramite video ed utilizzo costante) e smanettamenti vari, un po’ sulla Control Unit, un po’ sul potente Advanced Sound Editor. Collegando le cuffie ad un PC/Mac infatti, sarà possibile caricare nuovi presets (disponibili sul sito ufficiale) oppure modificare quelli già installati regolando ogni minimo valore sonoro, con somma gioia degli utenti più smaliziati o con confusione suprema da parte dei neofiti. Che abbiate voglia di perdere o meno minuti/ore dietro i numerosi e possibili settaggi, quelli di default andranno comunque bene (forse solo quelli dedicati ai passi nemici non sono sempre così efficaci), accompagnati da un suono cristallino e ad un ottimo bilanciamento di bassi e alti, necessario per godere della profondità del sound di gioco (sopratutto negli FPS).
Buonissima la chat, non superlativa per via di un fruscio continuo proveniente dal nostro microfono e voci lievemente ovattate, ma i vari presets in grado di modificare la vostra voce (demoniaca, robotica o da chipmunk) varranno da soli il prezzo del biglietto. Fraggare i vostri amici con brutalità e sbeffeggiarli con voci esilaranti vi renderà l’anima della festa.
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In conclusione…
Come in altre recensioni di periferiche professionali per il gaming, si parla di prodotti dal costo elevato (250 €), il cui acquisto è, come spesso accade, legato ad un utilizzo specifico come per tornei o per ottenere un’esperienza di gioco decisamente sopra le righe. Le Ear Force Sierra sono ottime, ma non perfette: la qualità del suono è elevata, un po’ meno quella dei materiali, elastici ma non il massimo della resistenza, mentre la massiccia Control Unit, con i suoi comandi touch, non è sempre reattiva come dovrebbe. La personalizzazione del sound è una delle migliori sul mercato, garantendo un’esperienza di primo livello ai giocatori più navigati pronti a dedicare un buon numero di ore dietro i numerosi settaggi possibili, i quali potranno ottenere il suono “perfetto” in grado di ribaltare le sorti di un match, grazie a precisione, pulizia e cura dei dettagli: è proprio a loro e ai fan di Call of Duty: Black Ops 2 (titolo target del prodotto in questione) con un bel gruzzoletto da parte che è consigliato l’acquisto delle Sierra, utilissime nei tornei ma anche per godere dei propri personali capolavori videoludici a 360°. I neofiti troveranno invece un groviglio di cavi ed impostazioni confusionarie, così come un mare di presets in cui perdersi: per loro è consigliabile riferirsi ad headset più semplici (ed economici) presenti nello sterminato catalogo Turtle Beach. Da menzionare, inoltre, la possibilità di sfruttarle non solo necessariamente con le piattaforme ufficiali, ma anche connettendole a fonti esterne (alle quali è dedicato uno specifico canale) o a qualsiasi device dotato di ingresso jack, elemento da non sottovalutare (data la presenza di headset decisamente “rigidi” e poco versatili).
Unboxing a cura dell’Editor-in-Chief Pasquale “ViewtifulPask” Lello.