Dragon Ball Z: Kakarot + A New Power Awakens Set – Recensione Switch

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Scontri epici (e portatili)

Dragon Ball Z: Kakarot
Dragon Ball Z: Kakarot + A New Power Awakens Set – Recensione Switch

Dragon Ball Z: Kakarot racconta la leggendaria storia della famosa serie, trasportando i giocatori in un’avventura indimenticabile in cui potranno sperimentare battaglie esagerate, completare diverse missioni e creare amicizie durature nel corso della propria crociata per proteggere la Terra da temibili nemici.

Data di Uscita:Genere:PEGI:Sviluppatore:Editore:Versione Testata:

Altro giro, altra corsa di porting targati Bandai Namco su Nintendo Switch. Dopo Ni no Kuni II: Il destino di un regno, approdato sulla console ibrida della grande N con una versione sicuramente non priva di sbavature, ma indubbiamente godibile anche on the go, questa volta è il turno di uno dei più interessanti tie-in pubblicati negli ultimi anni: Dragon Ball Z: Kakarot, una vera e propria lettera d’amore ad una delle saghe più amate (in ambito manga e in quello anime), realizzata con una cura per i dettagli certosina, ma anch’essa di certo non così perfetta, come sottolineato nella nostra recensione originale, risalente all’uscita del gioco (gennaio 2020).

Ma come si comportano Son Goku e co. in modalità handheld, per giunta impreziosita da qualche contenuto aggiuntivo (alcuni in esclusiva temporale, altri già disponibili, come i due DLC A New Power Awakens menzionati nel titolo stesso)? Nel complesso, assolutamente bene, questo è poco ma sicuro. Ma vediamo insieme nel dettaglio.

Inutile dire che dal punto di vista ludico e contenutistico, salvo qualche lieve differenza nel secondo caso, siamo esattamente sulle coordinate di ciò che abbiamo giocato su PC, PS4 e Xbox One l’anno scorso, ovvero un GDR d’azione, o meglio, un action game dalla struttura aperta (ma non troppo) e dotato di meccaniche ruolistiche (ma non troppo), che basava la sua forza su un combat system molto ben congegnato, una trama incentrata interamente sulle vicende di Dragon Ball Z (spaziando quindi dall’incontro con Raditz all’epopea del temibile Majin Bu), e un’esplorazione minata da attività secondarie e incontri casuali non troppo variegati o intriganti, ma impreziosita dalla possibilità di svolazzare nei cieli del mondo su una Nuvola Kinton (per gli amici, Nuvola Speedy), o semplicemente concentrando la propria energia.

Alti e bassi in questi 3 campi hanno impedito al gioco di svettare, ma tra l’indubbia capacità di sviluppo di CyberConnect2 quando si tratta di manga e anime, l’inevitabile effetto nostalgia e un comparto grafico semplicemente delizioso, qualsiasi fan degno di tale nome non se lo è fatto sfuggire.

Alle circa 40 ore di contenuto base offerte dal solo Dragon Ball Z: Kakarot, la versione Switch include il pacchetto A New Power Awakens, un set di due DLC basati sull’evoluzione più recente della saga, quella Super, con due battaglie focalizzate sui cattivoni dei principali archi narrativi. Il primo ci vede affrontare Beerus, il dio della distruzione: aiutati da Whis e fusi nel Super Saiyan God, Goku e Vegeta potranno allenarsi fino a raggiungere il level cap maggiorato (250) e dedicarsi a qualche risicata missione secondaria, prima di fronteggiare il nemico. Per il secondo, ben più succoso DLC, dopo La battaglia degli Dei è il turno de La Resurrezione di F: level cap ancora più alto (300), ben più missioni secondarie (utili ad approfondire la lore di Super), vere e proprie orde di nemici da affrontare e un volto noto, ovvero Freezer, dorato e più infuriato che mai.

Manca all’appello la chiusura del cerchio, ovvero il terzo DLC, Trunks: Il Guerriero della Speranza, incluso unicamente nelle versioni Deluxe e Ultimate, che rende la versione base un po’ incompleta, ma il team si è fatto perdonare con due sotto-missioni e rendendo sbloccabili definitivamente Gotenks e Vegeth.

Ma veniamo al fulcro della recensione, ovvero la qualità del porting su Nintendo Switch. I compromessi tecnologici non mancano, come ormai da tradizione, ed è sempre a discrezione dell’utente finale soppesare i pro e i contro per valutare se ha senso sacrificare l’impatto visivo (e a volte anche ludico) in cambio dell’innegabile comodità della modalità portatile offerta dalla console ibrida di Nintendo. Quel che un team deve fare è rendere l’esperienza quanto più godibile possibile, e con Dragon Ball Z: Kakarot + A New Power Awakens Set, c’è davvero poco da recriminare a CyberConnect2, che ha spremuto l’hardware di Switch senza far troppo rimpiangere le versioni principali, nonostante la differenza “muscolare”.

I compromessi tecnologici non mancano, ma Dragon Ball Z: Kakarot su Nintendo Switch è bello da vedere e da giocare

Se la risoluzione è più bassa e non raggiunge i pieni standard (900p docked, 630p handheld), e l’aliasing è più visibile, c’è da dire che l’impatto generale, complice l’art style “astuto” in tal senso, è assolutamente positivo (in particolare in handheld), seppur con qualche riserva (alcune texture ambientali sono visivamente più brutte – l’erba nel tutorial ne è un primo, palese esempio) . Ancor più importante è la capacità di Switch di reggere i 30 fps, che era forse il dubbio principale, alla luce dell’estrema dinamicità del combat system, ma al banco di prova, il gioco ne esce vincente.

Stesso discorso per il control scheme: tanto con il Pro Controller quanto con i Joy-Con, anche su Switch Lite, Kakarot è super giocabile anche qui. Ciliegina sulla torta: non abbiamo riscontrato visibili differenze nemmeno nei caricamenti, in linea con quanto visto su old-gen. Lato batteria segnaliamo però che per la nostra esperienza, in handheld siamo riusciti a giocare per circa 4 ore e 30 (nella media con i titoli più esosi in termine di risorse hardware, comunque).

Conclusioni

Dopo Ni no Kuni II: Il destino di un regno, Bandai Namco ci mostra nuovamente la sua attenzione nei confronti dell’utenza Switch, regalandoci un porting di indubbia qualità che non sacrifica troppo rispetto alle versioni pubblicate sulle controparti più performanti. Visivamente l’impatto generale è positivo, al netto di sbavature più o meno evidenti (perlopiù in modalità docked), ma è negli altri due reparti più importanti che la prova può dirsi riuscita: i 30 fps rocciosi e i controlli precisi e scattanti rendono l’esperienza con Dragon Ball Z: Kakarot + A New Power Awakens Set godibile e piacevole anche e soprattutto in portabilità.

Peccato solo per quel DLC di Trunks da acquistare a parte, ma avrete comunque tra le mani un gioco ricchissimo che supera tranquillamente le 50 ore di avventura, oltre a una vera e propria lettera d’amore al capolavoro di Akira Toriyama.

Dragon Ball Z: Kakarot + A New Power Awakens Set è acquistabile da GameStop Italia.

Good

  • 30 fps mantenuti in tranquillità
  • Caricamenti in linea con le versioni old-gen
  • Controlli ottimi anche su Switch

Bad

  • Il terzo DLC va acquistato a parte
  • Compromessi grafici (soprattutto alcune texture ambientali)
7.5

Niente male

Traduttore e blogger freelance, adora (s)parlare di videogiochi e musica spaccatimpani tutto il dì. Quando può suona, gioca e legge, di tutto, anche le etichette degli shampoo. Terrore dei recensori e abbassatore di voti seriale, ha brillantemente sostituito le fatture ai suoi amati boss di Dark Souls, respingendo con caparbia ossessione e gioco di scudi qualsiasi backstab della vita sociale.

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