Concorrenza spietata
Non capita spesso di mettersi davanti a un gioco e rimanere “sbigottiti” di fronte alla sua natura. No, non per via di uno stupore misto ad ammirazione, quanto piuttosto di una forma di confusione quasi totale e da cui è difficile riprendersi perché quello che vedi è assurdo ma… ti piace. Ecco, questo è l’effetto che mi ha fatto Deliver at All Costs, l’opera prima di Far Out Games pubblicata sotto etichetta Konami e disponibile online per l’acquisto.
Non c’è molto da spiegare, dovreste invece spararvi il trailer per direttissima per capire di cosa stiamo parlando. Per comodità ve lo lascio proprio sotto questo paragrafo, per avere la giusta dose di energia a corredo della recensione: preparatevi, perché nessun pacco/destinatario/veicolo/essere vivente è al sicuro.
Bene, avete capito di che si tratta? Sintetizzando: ci troviamo nel 1959, in un mondo fatto di “rock ‘n’ roll e abiti a pois” (cit.) in cui si inizia a percepire un ritorno del benessere dopo le difficoltà della seconda guerra mondiale. Qui ci troviamo a impersonare il giovane Winston, alla ricerca di una nuova vita e di un nuovo lavoro dopo aver abbandonato al campagna e la sua famiglia.
Umile di origini e di vocazione, Winston proverà a ricominciare dal più semplice degli impieghi, ovvero il fattorino. Ma non un fattorino qualsiasi, bensì un fattorino di Consegna Garantita, l’azienda che da sempre in città si occupa di recapitare ogni forma di merce a qualsiasi cliente e in qualsivoglia condizione. Anche le più strane e le più folli, ovviamente.
Ci troviamo nel 1959, in un mondo fatto di “rock ‘n’ roll e abiti a pois”
Il pretesto è davvero ottimo per inscenare una serie di situazioni travolgenti e ricche di creatività, e il team non si lascia certo intimorire: fin dai primi istanti, quando ancora non sappiamo bene come funzionino controlli e visuale di gioco, ci viene affidata una consegna a dir poco “esplosiva” con cui creare disastri tra le quiete strade in cui la gente prova a vivere serenamente.
Beh, dopo tutto qualcuno dovrà pur fare questo lavoro o no? Che si tratti di trasportare una macchina per i fuochi d’artificio (sempre in funzione, sia chiaro), un affamato marlin pronto a tirare codate per farci sbandare o degli innocui (all’apparenza) palloncini, Winston è sempre pronto a compiere il proprio dovere. Ad ogni costo.

Deliver at All Costs infatti punta tutto sulla natura estrema e sregolata di questa esperienza professionale, offrendoci un titolo decisamente sopra le righe. Il contesto dell’America degli anni 50/60 ci offre un palcoscenico all’apparenza tranquillo ma che, a maggior ragione, si presta a essere ribaltato: a bordo del nostro pick-up aziendale ci troveremo infatti a effettuare consegne di ogni tipo e senza troppi scrupoli, che si tratti di raggirare il cliente o passare come delle mietitrebbie su qualsiasi cosa ci si ponga dinanzi.
Già, perché il successo di Consegna Garantita non è stato costruito facendo i filantropi, quanto piuttosto muovendosi tra le zone grigie di un mondo in cui l’importante è il risultato. Ve ne accorgerete molto presto, soprattutto quando vi troverete a caricare angurie marce da disinfettare e verniciare per essere vendute come fresche e mature. Gli scrupoli di coscienza? Ma è un videogioco! E l’azienda dipende da noi!
Chi se ne frega degli incroci, dei semafori, dei sensi di marcia o proprio delle carreggiate
Per questo chi se ne frega degli incroci, dei semafori, dei sensi di marcia o proprio delle carreggiate: seguendo la visuale a tre quarti, a metà strada tra i vecchi GTA e Paperboy (mix di giochi curiosamente calzante) ma in 3D, guideremo i nostri mezzi senza criterio distruggendo tutto il distruttibile, abbattendo cancelli o staccionate così come demolendo interi edifici. Sì, sembra assurdo, ma la distruttibilità è a livelli di Battlefield / Red Faction ed è davvero uno degli elementi più intriganti del gioco, anche se per padroneggiarlo bisogna fare pratica con la telecamera e il suo sistema di trasparenze degli edifici non propriamente efficace al 100%.
Conviene prendere confidenza presto con la distruttibilità, perché sì abbiamo indicatori e mappe che ci suggeriscono che strade prendere, ma spesso potremo affidarci alla nostra creatività per trovare percorsi più veloci e avere la meglio delle sfide proposte dal gioco. Non sai mai quanto potrebbe esserti utile passare in corsa su una pompa di benzina o sfruttare le rampe naturali. Tu, però, intanto prendi nota.

Il caos del gameplay è comunque in un certo senso “controllato”: i veicoli di Deliver at All Costs non godono di un controllo necessariamente realistico ma sono “tangibili” e coerenti per quel che concerne accelerazione e inerzia, portandoci presto a eseguire manovre spericolate sfrecciando tra gli ostacoli ma al tempo stesso tenendo conto del nostro carico, che può essere più o meno stabile a seconda della consegna (e dello stato del nostro mezzo).
Sì, ogni tanto (e vista la natura caciarona) la sensazione è che una tenuta più solida e maggiore reattività renderebbero l’esperienza migliore, ma al tempo stesso il gameplay per come è stato pensato restituisce quell’esperienza a metà strada tra i vecchi titoli che richiedevano una precisione da maestri ad ogni manovra e… Goat Simulator, nel senso che il caos e la difficoltà della sua gestione sono parte del divertimento.
Il caos e la difficoltà della sua gestione sono parte del divertimento
La narrativa, poi, fa il suo dovere eccome: il contesto realistico del “nuovi inizio per il ragazzo di campagna” viene presto condito con personaggi sopra le righe ed evidentemente instabili (Johnny), cuori d’oro fin troppo buoni per questo mondo (Norman) e tante figure che danzano sull’ambiguità, tra passati nascosti e doppiogiochisti.
Lo stesso Winston nasconde qualcosa ai suoi colleghi ed è proprio questo suo segreto che aprirà le porte ad alcuni degli eventi presentati nelle fasi inoltrate della storia. Prestando attenzione a ogni dialogo e a ogni dettaglio, ne viene fuori un quadro davvero molto, molto interessante seppur a tratti surreale. Ma non è necessariamente un male, nevvero?

A livello di progressione l’esperienza è piuttosto intrigante in quanto non necessariamente “vincolata” alla storia. Pur non avendo la libertà di espressione di un Grand Theft Auto, Deliver at All Costs ci lascia liberi di girare per i fatti nostri in davvero tante occasioni (possiamo rientrare nella trama quando vogliamo), utili a fare conoscenza delle strade, raccogliere collezionabili, materiali, progetti e soldi, o affrontare le missioni secondarie.
Il bello è che in generale c’è davvero molto spazio per sperimentare tra momenti a piedi (anche con un po’ di parkour e stealth), guida su mezzi agili e via dicendo, alternando momenti in cui è necessaria la massima precisione a quelli in cui prevale la prontezza, passando poi per situazioni in cui siamo cacciatori e altri in cui siamo fuggitivi. Senza parlare delle rocce che ti cadono in testa mentre sali sui tornati di montagna in preda al panico ma ok, se ne può venire a capo.
Per favorire la varietà di situazioni non si è trovata una quadra comune sulla difficoltà e il ritmo delle varie prove
Anche le interazioni extra, seppur non sempre travolgenti, aiutano a spezzare il ritmo. Perfino il “carico e scarico” fa parte del gameplay e permette di introdurre altri elementi di profondità nelle missioni all’apparenza semplici. Ah, e si può modificare il proprio pick-up per farlo diventare un pericolo pubblico, ma quella è un’altra storia. Potremmo anche abbandonarlo per usare i mezzi pubblici (a che pro, di grazia?) o disintegrarlo senza pietà che tanto basta una telefonata per riceverne uno nuovo. Ah, la libertà!
Quello che conta è che Deliver at All Costs è capace di divertire il giocatore per una manciata di ore e più attraverso la sua curiosa narrativa suddivisa in atti, con la possibilità di estendere l’esperienza ancora un po’ più in là con tutti gli elementi di scoperta legati alle secondarie e all’esplorazione. Quello che si può rimproverare, forse, è che per favorire la varietà di situazioni non si è trovata una quadra comune sulla difficoltà e il ritmo delle varie prove, con momenti quando troppo facili e quando troppo lenti, oppure contraddistinti da eccessiva e imprevista severità. Tutto, per fortuna, sempre e comunque con un tono estremo, folle e surreale!
Conclusioni
Deliver at All Costs è una bellissima sorpresa per due motivi in particolare: innanzitutto perché è un’opera prima confezionata per bene, senza grosse sbavature, e poi perché mette al centro il divertimento puro e genuino. È bello vedere un po’ di coraggio sia nello sviluppatore che da parte del publisher in un periodo in cui è sempre difficile ritagliarsi il giusto spazio nel marasma di proposte disponibili.
Il setting originale e la peculiarità del cast accompagnano il giocatore senza stancare, seppur sia evidente qualche incertezza nel trovare un gameplay flow uniforme in un’esperienza costellata da così tanti slanci creativi.
E quando talento e creatività causano qualche piccolo inciampo, beh, non siamo certo qui a puntare il dito sui problemi, anzi, e invochiamo a gran voce l’apertura di una sede italiana di Consegna Garantita! Deliver at All Costs funziona come gioco, funziona come sandbox e funziona pure come antistress. Non perdetevelo!

Good
+Un'idea tanto folle quanto divertente+Si controlla molto meglio di quanto ci si possa aspettare+Humor e creatività alle stelleBad
-Visuale non sempre perfetta-Disparità nell'esperienza offerta dalle varie sfide
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