Deacon St. John torna in sella su PS5 con una versione più fluida, completa e intensa di sempre, in attesa di un futuro ancora tutto da scrivere.
Quando Days Gone fece il suo debutto nel 2019, sembrava inserirsi in un momento particolare dell’industria videoludica. I giochi open world con elementi survival stavano vivendo un periodo di grande popolarità, e il titolo di Bend Studio — con il suo protagonista solitario e le sue orde di infetti — veniva lanciato con la promessa di un’avventura carica di tensione, emozione e libertà d’esplorazione. Eppure, a distanza di cinque anni, c’è qualcosa in Days Gone che lo rende quasi immune allo scorrere del tempo.
Vuoi per il carisma ruvido e malinconico di Deacon St. John, biker tormentato in cerca di redenzione in un mondo che ha perso ogni certezza, vuoi per quell’ambientazione affascinante e decadente di un’Oregon post-apocalittico ricreato con cura e pathos, Days Gone è riuscito — lentamente, ma inesorabilmente — a conquistare un suo spazio nel cuore dei giocatori e delle giocatrici. Nonostante un’accoglienza iniziale piuttosto fredda da parte della critica, il gioco ha saputo costruire una solida fanbase fatta di affezionati che ne hanno apprezzato i toni narrativi, la costruzione del mondo, e soprattutto il legame emotivo tra i personaggi principali.
Certo, Days Gone non è mai stato esente da difetti. Il suo lancio fu macchiato da problemi tecnici, bug, rallentamenti e scelte discutibili nel bilanciamento. Ma col tempo, patch dopo patch, aggiornamento dopo aggiornamento, il titolo è stato migliorato, limato, rinforzato fino a diventare un’esperienza ben più godibile, più stabile e più rifinita. E questo processo di evoluzione — che ha continuato anche in silenzio, senza clamore — è stato uno dei motivi per cui in tanti, ancora oggi, continuano a chiedere a gran voce un seguito che, almeno ufficialmente, Sony non ha mai voluto mettere in cantiere.



Ed è proprio qui che entra in gioco Days Gone Remastered per PlayStation 5. Non è un sequel, certo, ma è qualcosa che somiglia molto a una promessa sussurrata, un segnale chiaro che Bend Studio non ha dimenticato la sua creatura e che, forse, neanche Sony lo ha fatto. Questa nuova versione del gioco punta a far rivivere la corsa di Deacon con il vento in faccia e il cuore a pezzi, sfruttando il potenziale tecnico della PS5 per restituire al pubblico una versione più fluida, reattiva e visivamente appagante di uno dei titoli più sottovalutati della scorsa generazione.
Quindi la domanda è lecita: questo remaster è solo una “spolverata” nostalgica per chi già lo ha amato, o un’occasione d’oro per chi se l’era perso? Non resta che rimettersi in sella, accendere il motore e tornare sull’asfalto polveroso delle strade dell’Oregon… perché Deek è tornato, e forse, stavolta, non sarà solo un viaggio verso il passato.
Parliamo subito delle novità più concrete introdotte in Days Gone Remastered, che, come suggerisce il nome stesso, non si configura come una rivoluzione del gioco originale, ma piuttosto come una raffinata operazione di potenziamento e modernizzazione. Per chi fosse interessato a un’analisi approfondita della trama, dei personaggi e del tono narrativo del gioco, vi rimandiamo alla nostra recensione originale, dato che questa nuova versione non introduce alcun cambiamento alla storia di Deacon St. John. La narrazione rimane intatta — ed è ancora oggi un punto di forza — ma il cuore di questa remastered batte tutto sul versante tecnico.



Su PlayStation 5, Days Gone Remastered gira con una fluidità che il titolo originale poteva solo sognare al lancio: 60 frame al secondo granitici, capaci di dare nuova linfa alle sessioni più concitate, dalle fughe in sella alla moto alle sparatorie con le orde di Furiosi. Il miglioramento della stabilità ha un impatto diretto sul gameplay, rendendo l’esperienza complessiva più precisa, reattiva e appagante. Non mancano inoltre migliorie visive: le texture sono più definite, il livello di dettaglio ambientale è stato leggermente alzato, la linea di visione (draw distance) estesa, e alcuni effetti particellari — come fumo, pioggia e polvere sollevata dagli pneumatici — appaiono più convincenti, anche se non rivoluzionari. No, non aspettatevi un remake alla The Last of Us Part I, ma questa nuova edizione sa comunque difendersi con dignità nell’attuale generazione.
Days Gone Remastered gira con una fluidità che il titolo originale poteva solo sognare
Ma la vera sorpresa arriva nel momento in cui si impugna il DualSense, il controller di PS5 che regala finalmente quella profondità sensoriale che il vecchio DualShock 4 non poteva offrire. L’esperienza cambia immediatamente: ogni colpo di pistola, ogni sobbalzo della moto su un terreno dissestato, ogni cambio di marcia si fa sentire nei grilletti adattivi, che oppongono resistenza in modo realistico e coerente con l’azione a schermo. Il feedback aptico è una presenza costante ma mai invadente: ci comunica la fatica di Deacon durante una scalata, il battito accelerato durante un attacco furtivo, o la vibrazione metallica delle armi pesanti. In sella alla moto, poi, il controller diventa una vera e propria estensione della strada: si percepisce la differenza tra fango, ghiaia, asfalto e prato, rendendo l’esplorazione ancora più immersiva.

Insomma, Days Gone Remastered non è una rivoluzione, ma un ritorno graditissimo che sfrutta le potenzialità della nuova generazione per dare il meglio di sé. Un upgrade silenzioso ma tangibile, pensato non solo per chi vuole rivivere le avventure di Deacon, ma anche per chi desidera farlo nel modo migliore possibile, con prestazioni solide e un feeling pad alla mano davvero superiore.
Tra le novità più significative introdotte in Days Gone Remastered, merita una menzione speciale la nuova modalità Assalto Orda, pensata per offrire un’ulteriore dose di adrenalina e spingere giocatori e giocatrici a tornare nei panni di Deacon e degli altri protagonisti, in una sfida tutta nuova.
Non è una rivoluzione, ma un ritorno graditissimo
Come suggerisce il nome stesso, si tratta di una modalità survival a ondate, in cui l’obiettivo è semplice solo sulla carta: sopravvivere il più a lungo possibile all’avanzata incessante di orde di Furiosi. A differenza della modalità Storia, qui non c’è trama che tenga: la narrativa cede il passo a un gameplay puro, ruvido, incentrato tutto sulla gestione delle risorse, la mobilità e la precisione nei combattimenti. E non è affatto semplice: secondo Sony, in alcuni momenti della modalità possono arrivare anche 800 infetti contemporaneamente sullo schermo, un numero che, nel bel mezzo del caos, sembra persino sottostimato.
L’esperienza è resa ancora più interessante dal fatto che potremo scegliere tra molti personaggi giocabili, ciascuno con tratti distintivi, e da una serie di oggetti sbloccabili che spingono a riprovare e migliorarsi. L’arsenale, inoltre, è stato ampliato: troviamo infatti più di 20 armi, tra cui spicca un lanciafiamme inedito, non presente nella campagna principale, che diventa immediatamente uno strumento indispensabile per contrastare le masse inferocite di Furiosi. L’obiettivo ultimo? Resistere 30 minuti in uno scenario dove ogni secondo conta, fino all’arrivo della cosiddetta orda finale, una sorta di “boss fight collettiva” che metterà a dura prova i riflessi e la capacità strategica anche dei giocatori e delle giocatrici più navigati.
La nuova modalità Assalto Orda è pensata per offrire un’ulteriore dose di adrenalina e una sfida tutta nuova.
Ma non è finita qui: Days Gone Remastered introduce anche nuove modalità per affrontare la storia originale, pensate per offrire un livello di sfida completamente rinnovato. Per chi cerca l’estremo, arriva la modalità Permadeath, dove ogni errore può essere fatale e l’intera progressione può andare perduta in un attimo. Chi invece preferisce una sfida più dinamica e focalizzata sui tempi può provare la Speedrun Mode, perfetta per chi ama ottimizzare ogni percorso e ogni combattimento. Da segnalare anche il significativo potenziamento delle opzioni di accessibilità, tra cui una feature molto interessante che permette di modificare la velocità del gioco, offrendo così a ogni utente la possibilità di personalizzare il ritmo dell’azione in base alle proprie necessità o preferenze.
In definitiva, Assalto Orda e le altre nuove modalità non solo arricchiscono l’esperienza complessiva di Days Gone Remastered, ma dimostrano anche la volontà di Bend Studio e Sony di andare oltre la semplice riproposizione tecnica, offrendo contenuti extra validi e ben studiati, capaci di trattenere a lungo sia chi torna per nostalgia, sia chi scopre ora il mondo post-apocalittico di Deacon St. John.
Conclusioni
Days Gone Remastered è una di quelle operazioni che, pur non rivoluzionando nulla, riesce a rimettere al centro dell’attenzione un titolo sottovalutato e troppo in fretta dimenticato da parte del grande pubblico. Grazie a un comparto tecnico finalmente stabile, all’aggiunta di contenuti interessanti come la modalità Assalto Orda e a un utilizzo intelligente delle funzionalità del DualSense, il viaggio di Deacon St. John si presenta oggi come più maturo, rifinito e gratificante.
Certo, non si tratta di un remake o di un’evoluzione profonda, e chi ha già finito il gioco su PS4 o PS5 potrebbe non trovare una motivazione sufficiente per tornare, se non per pura nostalgia. Ma per chi non ha ancora mai esplorato l’Oregon post-apocalittico tra motociclette, orde di infetti e drammi umani, questa è senza dubbio la versione definitiva da cui iniziare. Forse il sequel è ancora un miraggio, ma Days Gone Remastered è la conferma che Deacon ha ancora molto da dire. E soprattutto, da combattere.

Good
+Stabile e visivamente migliorato+Perfetta integrazione con il DualSense+La modalità Assalto Orda è molto divertenteBad
-Chi ha già finito il gioco su PS4 o PS5 potrebbe non trovare una motivazione sufficiente per tornare
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