Days Gone – Anteprima E3 2017

Days Gone – Anteprima E3 2017

Los Angeles – Nella corposa line up di Sony prevista per questo E3 2017, Days Gone rappresenta senza dubbio una delle esclusive più interessanti e chiacchierate. Vuoi per l’ambientazione suggestiva di questa America nord-occidentale, distrutta da un’epidemia generalizzata due anni prima degli eventi narrati, vuoi per il fascino di Deacon, silenzioso protagonista ex membro dell’esercito e, stando a quanto intravisto, caratterizzato da un passato tutto tranne che semplice, il nuovo titolo dei ragazzi di Bend Studios ha incuriosito da subito gli affezionati di PlayStation, indubbiamente premiati dal corposo gameplay trailer mostrato in conferenza ma, comprensibilmente, desiderosi di sapere qualcosa di più…

Duole un po’ ammetterlo, ma nell’appuntamento hands-off a cui abbiamo partecipato oggi, nella cornice della sala stampa europea del booth di Sony, difficilmente basterà a placare questa sete di anticipazioni. Abbiamo infatti assistito alla stessa demo mostrata lo scorso lunedì, modificata tuttavia in alcune sue parti: un orario del giorno differente, tanto per iniziare, e delle condizioni climatiche decisamente più avverse. Potrebbero sembrare delle differenze più estetiche che funzionali, quelle introdotte dall’Open World Dynamic Weather System, ma fa piacere scoprire come queste piccole variabili riescano a modificare parte del gameplay in modo sensibile. La neve che cade incessante, ad esempio, rallenta i movimenti del nostro alter ego, limitandone la visibilità e rendendolo persino più facilmente identificabile dai nemici, maggiormente attratti dai rumori che egli produce. Persino i Freakers, le creature mostruose che incontreremo sul nostro cammino, presenteranno un comportamento differente: non necessariamente più aggressivo, visto che già la base d’asta non è certo trascurabile. Indubbiamente più attento, visto che il clima avverso renderà più difficile l’esplorazione e indurrà, volenti o nolenti, ad un pericoloso incontro ravvicinato fortuito.

Questo rappresenta un aspetto interessante dell’open world action game di Sony: a seconda del modo di comportarsi di chi gioca, vi saranno delle conseguenze immediate – in termini di gameplay – che potrebbero renderci la vita più facile o un autentico calvario. Muoversi dritti all’obiettivo seminando morte e proiettili, o ritardare l’azione un paio di minuti, attendendo il favore dell’oscurità prima di muoversi verso la nostra destinazione, rappresentano scelte cruciali nell’intera condotta di gara. Scelte che, stando a quanto riferito, potrebbero fare la differenza.

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Al netto di un frame rate che ci è sembrato leggermente meno costante di quanto visto due giorni fa, abbiamo dunque assistito ad una nuova run di Deacon all’interno dell’accampamento nemico, al cui interno è stato rapito un amico. Rispetto alla precedente apparizione, tuttavia, non faremo più affidamento sull’orda di zombie (sfruttata, una volta abbattuti i recinti, per eliminare ogni resistenza nemica e muoversi sino all’obiettivo): al contrario, ci baseremo solo sulle nostre forze, avendo cura di ricorrere alla Survival Vision per identificare tracce, ricostruire eventi accaduti di lì a breve o, cosa dannatamente comoda, identificare la posizione di trappole (tagliole, corde collegate a marchingegni e via dicendo) e procedere sicuri. Una dimostrazione di forza, quella di Bend Studios: discostarsi totalmente dal precedente playthrough indica l’assenza di scripting in ciascuna fase del gioco, sia essa esplorativa o più schiettamente combat. Trattandosi di un open world, ci viene detto, è giusto lasciare decidere al giocatore l’approccio preferito: e il risultato, seppur fugace nella dimostrazione odierna, ci pare ragionevolmente convincente.

Parliamo di un po’ delle novità di Days Gone: tanto per iniziare è disponibile un meccanismo di crafting, che permette di ricreare munizioni ed altri suppellettili a partire dal materiale raccolto nella foresta. Rimasto a secco di frecce per la balestra, Deacon si è “arrangiato” come ha potuto raccogliendo legna e fogliame, ritrovandosi tra le mani dei dardi non certo efficientissimi, ma comunque letali da utilizzare. I nemici potranno essere marcati con appositi identificatori, utili per studiare da lontano il comportamento dell’avamposto nemico prima di scendere nel vivo della battaglia, ma potranno essere anche abbattuti con una sorta di esecuzione one shot se sarete abbastanza bravi da scivolare alle loro spalle. Questo discorso vale tanto per gli umani quanto per i Freaker, anche se per talune tipologie di nemico l’esecuzione potrebbe tradursi in uno stun momentaneo, da sfruttare a proprio vantaggio.

days goneNel complesso, le dinamiche di combattimento (ribattezzate Sandbox Strategy Combat) ci sono sembrate funzionali sia quando si tratta di armi melee, sia che di shooting vero e proprio. Nel primo caso, tuttavia, abbiamo riscontrato un paio di problemi con la telecamera dinamica, che rischia di mandare il nostro attacco a vuoto e lasciarci esporre alla minaccia nemica per un paio di secondi – ce ne siamo accorti nelle battute iniziali della demo, smontati dalla moto prima di cascare nella trappola della corda tesa e facendo quattro chiacchiere con i burloni che avevano ordito il piano. A proposito della moto, benzina e condizione del mezzo saranno parametri da tenere in considerazione, quantomeno per evitare di ritrovarsi a piedi nel mezzo del proverbiale nulla. La prima andrà cercata con attenzione e custodita con amore; i pezzi di ricambio, invece, saranno disponibili con maggior generosità nelle carcasse dei veicoli abbandonati.

Il combattimento, dicevamo, funziona complessivamente bene, senza tuttavia introdurre particolari novità o meccanismi interessanti (come quello della serie Arkham di Batman, per intenderci): sfruttare l’ambiente a proprio vantaggio, creare diversivi infarciti di trappole o, magari, scagliare una molotov contro un gruppetto di nemici e finire a colpi di accetta i sopravvissuti sono alcune delle best practice a cui, in Days Gone, dovremo abituarci. Di sicuro, la varietà di situazioni e di possibilità non manca affatto – e, una volta ripulita la scena, le possibilità di loot aumentano vertiginosamente.

Interessante il gunplay, che pur ricordando in modo molto evidente quello di Uncharted riesce a restituire un buon feeling e un buon compromesso di verosimiglianza. Certo, lo Slow Down attivabile a discrezione del giocatore per un breve periodo di tempo rende il tutto più cinematografico: ma si tratta di una suspension of disbelief ragionevole, stando al Producer del gioco, considerando il passato turbolento da soldato del nostro alter ego. Nel corso della demo abbiamo visto fucili da sniper silenziati, ma anche tradizionali pistole e mitragliatori: è presto dunque per parlare di varietà bellica, ma le premesse non sembrano affatto negative.

Nota a margine sul discorso sparatorie: ogni qualvolta venisse sfoderata un arma e si fosse abbattuto un nemico umano, abbiamo assistito all’aumento di una misteriosa percentuale, collocata nella parte superiore destra dello schermo. Nonostante la nostra insistenza, non ci è stato detto a cosa faccia riferimento quel numero: più in generale, “ciascuna vostra azione avrà influenza sul mondo che vi circonda”. Un aspetto RPG alla Dishonored, verrebbe quasi da dire, su cui speriamo di avere maggiori dettagli nelle settimane a venire.

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Un ottimo titolo nella line-up 2018 di Sony

Se da un punto di vista tecnologico possiamo ritenerci soddisfatti, nonostante qualche calo di frame abbastanza evidente e un cap massimo di 30 frame al secondo, l’unico dubbio che ci rimane al termine della presentazione di Days Gone riguarda l’identità stessa del titolo. Inutile girarci troppo attorno, nell’opera di Bend Studios ci sono moltissimi richiami, paralleli, congruenze con altre IP esclusive di casa Sony: del gunplay alla Uncharted abbiamo già parlato, ma impossibile non notare come animazioni, meccaniche di crafting e lo stesso scenario odierno ricordino Horizon: Zero Dawn in modo preoccupante. Ovvio, non possiamo certo trarre conclusioni certe dopo una variante di venti minuti di quanto presentano due giorni fa in conferenza da Sony: di certo, il vero valore aggiunto di Days Gone sarà la narrativa e la caratterizzazione di questo mondo folle dove ogni essere vivente rappresenta un pericolo mortale.

In conclusionE3

Days Gone è un ottimo titolo nella line-up dell’anno venturo di Sony. Solido da un punto di vista tecnologico, adattabile alla variabilità degli approcci dei giocatori, l’ultima creatura di Bend Studios merita un posto di rilievo nella lista dei most wanted dell’attuale generazione di console. Forte di un background narrativo che si presenta indubbiamente interessante ed una giocabilità immediata e profonda che trae ispirazione da esclusive di peso del casato PlayStation, proprio in questo evidente parallelismo con titoli ben noti ed apprezzati dai giocatori la nuova esclusiva PS4 rischia di diluire parte della propria identità, nascondendo parte del proprio DNA (su cui, nonostante tutto, c’è poco di cui discutere) e prestando il fianco a facili critiche. Lo ribadiamo, tuttavia, è ancora presto per trarre conclusioni affrettate: di Days Gone sentiremo sicuramente parlare da qui a pochi mesi. E, se l’intuito non ci inganna, ne vedremo delle belle…

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